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Autore: galadriel2013    17/09/2013    3 recensioni
Dopo il ritorno di Georgie in Australia, la vita non può che migliorare per lei, Arthur e Abel jr
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Butman, Georgie Gerald
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati ormai 6 mesi da quando Georgie ed io ci siamo ritrovati qui in Australia. Siamo tornati a vivere nella casa dove abbiamo passato tanti anni spensierati e il nostro è rimasto un rapporto fraterno benchè ormai sia chiaro che tra noi non esista alcun legame di sangue. Le giornate corrono veloci, ci occupiamo della fattoria insieme; io degli animali e dei campi e lei della casa e di suo figlio. Mi sono affezionato subito al suo bambino e anche se lui mi chiama "papà", io non potró mai prendere il posto del suo vero padre, mio fratello Abel di cui porta anche il nome. Quando guardo questa piccola peste non riesco a non pensare a quanto assomigli a mio fratello e quindi anche a me. Ho paura che un giorno Georgie mi lascerà e se ne andrà per stare con un uomo che guardandolo non gli ricordi continuamente il suo amore perduto. La prima volta che si è allontanata da me è stato quando si è imbarcata per l'Inghilterra e l'unica cosa che ho potuto fare è stato gettarmi in acqua al porto per cercare di fermarla. In quel momento ho giurato che quando ci saremmo rivisti non sarebbe più stato come essere fratelli. Ebbene mi sento di poter dire di aver fallito non avendo mai avuto il coraggio di espormi in alcun modo con lei. I miei sentimenti non sono cambiati, non c'è mai stata nessun'altra per me, ma come posso tradire così mio fratello? Lui si è sacrificato per salvarmi e io prendo il suo posto con suo figlio, con la donna che amava. Avrebbe dovuto essere lui qui a godere di tutto ció, non io. Tuttavia non riesco a staccarmi da lei e la voglio sempre vicino. Sono diviso tra il rispetto verso mio fratello e il desiderio che lei mi ami. Adoro la sua risata, la sua semplicità e la sera quando torno a casa e trovo la cena che ha cucinato con tanto amore mi sento fortunato. Mi piace guardarla mentre, alla luce del camino, cuce i vestiti che poi vende in città. A volte mi siedo ai suoi piedi e parliamo della giornata, delle marachelle del piccolo uragano di 4 anni che vive con noi e riempie le nostre giornate, oppure stiamo zitti e guardiamo il fuoco insieme come in questo momento. In certi casi ho pensato che lei mi amasse, ma poi mi sono sentito uno stupido al pensiero. 
Non mi sono mai completamente ristabilito da quello che mi hanno fatto i Dangering. Fisicamente si, ma certe notti gli incubi di quel periodo mi assillano e mi sveglio urlando nella notte. Quello che mi tranquillizza sempre è aprire gli occhi e trovare al mio fianco Georgie che mi asciuga il sudore. 
Ma un momento...Ero talmente assorto nei miei pensieri e nelle mie riflessioni che quasi non mi accorgevo che Georgie mi ha appena preso la mano. Mi giro verso di lei e i suoi occhi risplendono come smeraldi alla luce del camino. 
"Cosa c'è?" le chiedo
"Stavo guardando le tue cicatrici. Di quando cercasti di ucciderti nel bagno a villa Dangering tagliandoti i polsi. Se tu fossi morto io e Abel non avremmo potuto sopportarlo"
Dolcemente ritraggo la mia mano dalla sua e butto fuori il pensiero che mi assilla da tempo. 
"Se io fossi morto, Abel sarebbe ancora vivo e voi sareste qui insieme a crescere vostro figlio". 
Non so se è stato il modo brusco in cui l'ho detto o il concetto stesso, ma ora in quegli occhi che tanto amo vedo solo lacrime e una profonda tristezza. 
"Sei uno stupido Arthur"
Ho esagerato, lo só, è doloroso per noi parlare di queste cose e avrei dovuto stare zitto. 
"Georgie..." Faccio per prenderle la mano, ma lei mi sfugge. 
"Da quanto tempo pensi questo? Abel si è sacrificato per te, perché ti voleva bene, perché eri il suo fratellino e ti voleva proteggere. Sono state le circostanze, i Dangering che l'hanno ucciso. Tu devi godere della vita che ti ha dato, devi goderne, hai capito?"
Georgie sta piangendo, l'ho ferita, come ho potuto? Mi alzo e la prendo dolcemente tra le mie braccia. 
"Scusami..." Le bisbiglio nell'orecchio accarezzandole i soffici capelli biondi. 
"Promettimi che non parlerai più così Arthur. Dopo la morte di Abel credevo che non sarei stata mai più felice e invece io ora lo sono. Perché ho un figlio meraviglioso e perché ci sei tu che ti prendi cura di noi."
Che stupenda sensazione tenerla stretta a me. Mi sta accarezzando la schiena e vorrei che il tempo si fermasse qui. 
"Georgie...guardami Georgie". Mi stacco leggermente in modo da poterla guardare negli occhi, alzo la mano e le accarezzo la guancia asciugandole le lacrime. 
"Scusami...è solo che a volte penso che tutta questa felicità che provo non sia giusta nei riguardi di mio fratello...scusami...non piangere più."
Mi avvicino a lei fino ad appoggiare la fronte alla sua. 
"È tutto ok?" Le chiedo mettendole la mano sulla nuca e stringendole una ciocca di capelli. 
"Si...io...io". Sento che sta cercando di dirmi qualcosa ma non capisco cosa. So solo che siamo più vicini ora di quanto non lo siamo mai stati. Vedo un leggero rossore sulle sue guance. 
**tu devi godere della vita che Abel ti ha dato, devi goderne** Mi rimbombano nella testa le parole di Georgie...ha ragione, Abel avrebbe voluto così. 
Guardo ancora una volta nei bellissimi occhi verdi che ho davanti e lentamente mi avvicino premendo le labbra contro le sue. Non so che reazione aspettarmi da lei. La sento solo tremare arrendevole tra le mie braccia, poi un braccio mi gira intorno alla vita, l'altro dietro la schiena. Sta accettando il mio bacio, sta accettando il mio amore. Sono felice.
"Ti amo Georgie..." 
  
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