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Autore: Sii_Felice    17/09/2013    5 recensioni
Francesca, ragazza diciassettenne ha una vita molto monotona e nonostante il supporto della sua migliore amica, molto esuberante, lei crede che per avere un cambio radicale ci vorrebbe un amore, preferibilmente Vero.
Però ancora non ha previsto cosa potrebbe succedere se il cambio radicale arrivasse. Soprattutto se pensa che il lui sia un altro.
Cristian, ragazzo diciottenne molto apprezzato dal genere femminile. Si ritroverà, nemmeno lui sa, a voler conversare con una ragazza, non del suo solito genere.
Secondo voi che potrebbe succedere se un giorno si trovassero faccia a faccia con l’amore della loro vita senza nemmeno accorgersene? E pronti per girare l’angolo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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   Niente male.                    
 


La mia vita è una vera monotonia tutti i giorni mi ritrovo a fare la stessa cosa alla stessa ora è come ascoltare una canzone. Sempre e solo quella, hai imparato a memoria il testo e lo canti oramai anche senza rendertene conto. Come ogni mattina d’altronde, sono già da cinque minuti davanti allo specchio a guardarmi. Indosso un jeans chiaro e una maglietta con colori pastello, il mio corpo è magro, ma non molto, direi di avere un fisico normale, ma perché lo odio così tanto? Perché non mi sento a mio agio?  Guardo il mio viso appena truccato con un po’ di ombretto neutro, un filo di matita e mascara che fanno risaltare le mie lunghe ciglia da cerbiatto e i miei occhi nocciola. I miei capelli lisci e biondi incorniciano il mio volto e sono lunghi fin sotto il seno.
Direi, guardandomi, di non essere tanto male esteticamente eppure mi sento così vuota, come se mi mancasse qualcosa. Effettivamente mi manca un colpo di scena alla mia vita. L’amore forse, ma quello vero. Ecco.
Penso che la gente sia cattiva, spregevole, che non hanno problemi a farti del male con il solo piacere di vederti soffrire, ma per fortuna  ho trovato una ragazza stupenda che è la mia migliore amica: Arianna.
Senza di lei non saprei che fare. È la ragazza più buona che abbia mai conosciuto, infondo abbiamo un carattere abbastanza simile, ma lei è molto più decisa, amichevole, infatti, è quel genere di ragazza che ti conquista solo con il suo sorriso dolce. Anche se lei dolce molto spesso non lo è. Affronta tutto a testa alta, ed è capace di tutto per arrivare a ciò che vuole. Oh e quando decide che deve ottenere qualcosa è meglio lasciarla stare altrimenti dovrai avere a che fare con un’Arianna aggressiva, prepotente e anche un po’ antipatica. Ma io la adoro lo stesso, forse anche di più per questo. Direi che da quando c’è lei, che la mia vita è molto più bella.
 

«Francescaaaaaaa» Ah si mi chiamo Francesca, e lei è mia madre che oramai come ho detto come tutte le mattine mi chiama urlando per scendere e andare a scuola. Così scendo saluto tutti con un bacio sulla guancia prendo lo zaino e mi avvio a scuola. Cercando di non tardare.

Incontro Arianna per la strada e arriviamo a scuola in tempo per le noiose cinque ore che ci aspettano. Fortunatamente subito passano e all’uscita da scuola Arianna ed io ci incamminiamo parlando del più e del meno. Lei mi conosce e aveva capito che ero pensierosa forse anche perché non stavo ascoltando niente di ciò che mi stava dicendo a proposito di un ragazzo che le piace. Vagavo con lo sguardo confuso e triste.



 «Francesca perché stai così dimmelo ti prego. Non ti riconosco più. » mi disse sull’orlo delle lacrime Arianna.
Io sembravo incantata, non percepivo molto di quello che la mia migliore amica mi stava dicendo.
«FRANCESCA» stava urlando e quando lei urla è davvero arrabbiata o esasperata «ma mi stai ascoltando? Ora tu metti la testa a posto che sembra tanto che si sia scollegata e mi racconti che ti prende... visto che mi hai fatto venire qua con tanta fretta per poi non dire niente.» man mano che parlava dalle urla, la sua voce si era abbassata fino a diventare un sussurro quasi inesistente che però avevo sentito se non perché io per la prima da volta da quando era venuta la stavo ascoltando davvero.
«Mi ha lasciato, quel brutto bastardo... mi ha lasciata perché non sono voluta andare a letto con lui… e sta già con un’altra con cui sicuramente mi ha tradita.. Mi diceva che ci teneva a me, che mi voleva bene. E invece è come tutti gli altri.»
Arianna aveva visto le mie lacrime che già scorrevano veloci sul mio viso e subito si era lanciata ad abbracciarmi.
«Ohhh.. Tesoro. Sei sicura che Alex ti tradiva? Insomma, non aggiungere altro dolore è questo che voglio dirti. Ma ora non fa niente, non lasciarti andare... per favore...»


Era stata una specie di supplica la sua, ed io ci stavo riuscendo. Diciamo… È passato circa un mese da quel discorso. All’inizio stavo male tutti i giorni ma non per Alex, per i primi giorni era così perché comunque mi stavo innamorando di lui, ma poi il perché del mio comportamento non lo conosco. O meglio non del tutto, credo che il problema sia io e la mia mente che pensa troppo. Pur sapendolo, è qualcosa di cui non riesco a fare a meno.  Di farmi complessi mentali, a detta di Arianna. Ma grazie al suo aiuto, quello di mio fratello e della mia amata musica stavo meglio, molto meglio. Diciamo ero ritornata la stessa Francesca. Arianna sicura di quello a cui stavo pensando come se mi avesse letto nella mente iniziò a chiamarmi.

«Frà… non mi piace vederti così.. assente. Io ci sono, sono qui con te puoi sfogarti non ti fa bene tenerti tutto dentro. »
«Lo so» quella era l’unica cosa di cui ero certa.
«E allora parla…»
«Grazie davvero, lo sai che per me è difficile esternare i sentimenti ma io ti voglio bene, e tanto. Sei speciale per me, sei come una sorella. E mi stai aiutando moltissimo, grazie. Davvero.»
Aveva le lacrime agli occhi, e sorrideva come un ebete. Perché mi è così complicato dire alle persone quanto sono importanti per me?
«Ohh... tesoro Grazie a te.» detto questo ci abbracciammo come ad imprimere questo momento nella nostra mente e nei nostri cuori.
Arrivata a casa, avevo dimenticato le chiavi e bussai, sperando vivamente che ci fosse qualcuno in casa. Per fortuna vennero ad aprirmi ma davanti mi ritrovai Cristian, amico di mio fratello. Non capivo cosa ci faceva in casa mia. Non avevo sbagliato casa, almeno così notavo. In quel momento mi ricordai del malore di mio fratello. Però non capivo, perché si ostinava a portare delle persone in casa che io a malapena sopporto. Infatti mi chiudo sempre in camera quando c’è qualche indesiderato.
Si, è vero ha amici tutti fighi tra cui Cristian è il primo per eccellenza con i suoi capelli castani sempre scompigliati, i suoi occhi marroni così intensi, il suo corpo da invidiare... ma è così insopportabile, o almeno la maggior parte delle volte.

«Che fai entri o vuoi farci prendere un raffreddore?»  Mi dice acido. Alzo un sopracciglio con fare da prepotente. Sorrise.
Sorrisi anch’io, un sorriso falso.
«Si» sbottai.
Entrai c’era mio fratello sul divano con la febbre e lui, fino a poco prima, vicino e guardavano la tv.
«Frà vedi che mamma e papà sono a lavoro e ti hanno lasciato il pranzo» Questo è Andrea, mio fratello.
«Ok... Tu.. Voi avete mangiato??» bisogna essere gentili.
«Io si ora vado un attimo in bagno e mi riposo una mezz’ora mentre voi mangiate, oramai la febbre mi è quasi scesa ma stanotte non ho dormito proprio ok?» Disse lui con aria stanca, mi voleva lasciare da sola con Cristian. No ti prego... lo implorai mentalmente.
«Si certo non ti preoccupare sempre se non do fastidio?» E mi guardò te dare fastidio… Bhe sì.
«No no.» Dissi e andai in cucina con un altro sorriso falso.
Andrea mi segue e mi stampa un bacio sulla guancia «Ciao sorellina! Non ti ho nemmeno salutato!»
Lo abbracciai di scatto. Io e mio fratello siamo molto legati.
«Non ti preoccupare vai a riposarti. Dai!»
E salì in camera sua.. Ok ora eravamo da soli.. molto imbarazzante come momento.

Iniziai a preparare la tavola per poi mangiare quello che i miei genitori ci avevano lasciato. Penne al sugo, e carne con insalata.
«Puoi iniziare ad apparecchiare mentre scaldo la pasta Per favore?» Mi rivolsi al ragazzo che mi guardava interdetto non sapendo che fare.
«Okkei» mi disse lui con sguardo assente. Il pranzo fu molto silenzioso solo all’inizio aveva accennato al bellissimo rapporto che ho con mio fratello.
Sei molto legata a tuo fratello si vede. Lui lo stesso.
Avevo risposto con un sorriso. Sincero questa volta.
Mio fratello si era svegliato ed era rimasto in soggiorno con lui mentre io ero andata di sopra in camera mia. Avevo voglia di ballare, mi piace tantissimo la danza in generale ma preferisco il latino americano e hip hop e anche un po di moderno infatti seguo dei corsi in palestra, così scendo in soggiorno a prendere un CD. Trovo entrambi addormentati sul divano con la tv accesa.  La spengo cerco di fare meno rumore possibile e vado in camera mia. Accendo lo stereo e metto play.
Just give me a reason. 
Bhè penso che cambiare stile sarebbe divertente. Dopo mezz’ora con scarsi risultati e tutta sudata decido di accendere il mio portatile. Lasciando che le note della canzone finiscano di risuonare nelle quattro mura della stanza.  Come premo il bottone per accendere il computer bussano alla porta e altri non è che… Cristian. Spengo subito lo stereo e mi asciugo un po’ con un asciugamano prima di aprire la porta. Entra e si guarda intorno incuriosito.
«Che guardi?» sbotto.
«Quanti libri...» Si avvicina a passo lento alla mia scrivania guardando più attentamente la catasta di libri letti. Tutti romanzi d’amore. Con a fianco altri della scuola, di cui la maggior parte li ho presi per degli approfondimenti. «Io non è ho così tanti, come mai tu si? Perché hai tutti questi libri?»
«Perché non ti fai i fatti tuoi?» Chi è lui per essere così invadente?
«Quanto sei acida...» mi dice prima di continuare fissandomi… Vedo che un ghigno gli si forma sulle labbra. «Sei sudata, c’era una musichetta romantica non è stavi facendo cose sconce e hai rinchiuso il ragazzo qui da qualche parte?»
«Ma davvero fai?» sono rimasta incredula. È scemo o cosa?
Guardando la mia espressione scoppia in una risata fragorosa, che mi fa incazzare ancora di più.
«Ma giusto per sapere…che vuoi da me?»
«Ho pensato che se tuo fratello ti vuole così tanto bene, vorrei capire il perché..»
«Sai è mio fratello… » dico io sarcasticamente.
«Cazzate, anch’io ho una sorella, ma non andiamo molto d’accordo, per non parlare di mio fratello» .Notavo un tono deluso, e sofferente.
«Bhè io... non so che dirti»
«Seriamente, che facevi?» Mi dice lui sembrando interessato.
«Ballavo.» dissi con un enorme sorriso sulle labbra. Ballare mi da pace.
«Ahh Ballavi fammi vedere di cosa sei capace.» Fa ripartire lo stereo.
It will rain di Bruno Mars. Cominciavo seriamente a pensare che non fosse il mio CD quello. No decisamente,  non era il mio. Di solito uso canzoni molto più movimentate.
«Che genere di ballo fai?» Sussultai. «Ohh.. credo che non sia il mio CD» Non era una risposta la mia ma ,lo vidi annuire deciso e avvicinarsi quasi pericolosamente, oserei dire, al mio corpo. Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi lentamente. Io rimasta interdetta, faticavo a capire. Muove le sue mani di lì solo un attimo, prima di riposarle esattamente nello stesso punto, per prendere le mie mani e portarsele al collo, prima di iniziare a dondolarsi a ritmo di musica. Si era avvicinato ancora e riuscivo a sentire quasi il calore del suo corpo, che però non era appoggiato al mio, ma solo le sue mani mi stavano incendiando per quel lieve tocco. Bisognava alleviare la tensione ed io quasi istintivamente mi allontanai e iniziai a ridere, come non facevo da tempo ormai.
«Scusami, lo so che magari non è una bella cosa ridere in faccia alle persone, ma non ce l’ho fatta!»
Dico ridendo e muovendomi  quasi convulsamente sperando che il mio attacco di risata finisca presto. Quando inizio è difficile che io riesca subito a farmi seria.
«Perché ridi?» Mi domanda con un sorrisino confuso.
«Perché, bhè questo non è proprio il mio genere!» Dico finalmente riuscendo a parlare normalmente. «Questo è uno dei miei generi» e premo Play, questa volta dal pc sulla mia scrivania.
More Than Friends di Inna

Ballo, dando il meglio di me. Perché sono fiera di farmi vedere ballare, anche se non nascondo di avere sempre paura almeno per i primi 2 minuti della canzone. Finisco quando la canzone inizia la seconda parte e stacco la musica.
«Niente male…» dice con un aria superba.
«Ah, niente male…» dico io indignata.
«Si, niente male» … « Niente male, cioè.. Niente male, questo è uno dei balletti più articolati e complicati che io abbia mai inventato e tu pensi che non sia niente male!» Arrabbiata, molto arrabbiata. Questo è il mio stato in questo momento. Mi possono dire di tutto. Ma quando ballo con tutta me stessa, quando mi impegno così tanto, no non possono anzi non devono dirmi che io non abbia fatto bene. Al mio meglio. Almeno quando so che chi me lo dice sia molto più esperto di me.

Per di più mi risponde con una risata. Ora più che arrabbiata sono indignata. Mi porto le braccia incrociate sotto il petto e sbuffo come una bambina. Ma tutto ciò non fa che farlo ridere ancora di più. Il gioco è bello quando dura poco.
«Ok, se dovevi solo insultarmi, ora che hai raggiunto il tuo intento credo che puoi anche andare. » Dico io seria, aprendo la porta.
«Scusami, ma aspetta a farmi andare via, vorrei prima spiegarti. Io ridevo perché era uno scherzo, non era vero che era niente male il ballo. Non avevo mai visto ballare nessuno come hai fatto tu adesso. Sei stata grandiosa.» Ma no era tutta una presa per.. i fondelli. Ecco meglio non essere volgari.
«Davvero» aggiunge lui preoccupato dalla mia faccia assente.




Angolo autrice:
Bhè che dire, questa è la prima storia che scrivo ma sono aperta anche alle critiche. Mi fanno piacere.Se avete letto questo primo capitolo e vi è piaciuto o no mandate qualche recensione anche una critica. Spero vi piaccia e alla prossima.
Baci 
  
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