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Autore: MartaJonas    17/09/2013    5 recensioni
-Ho paura – disse il giovane guardando negli occhi Thomas. Era in cerca di un aiuto, di un consiglio.
-Non sempre avere paura è una cosa negativa. Se in una battaglia non si avesse nulla da perdere, non avresti motivo per vincere. Se sei solo, se non hai un obbiettivo, se non hai una ragione per restare in vita, non lotteresti. Saresti indifferente ad ogni cosa. Avere paura di perdere significa tenerci, tenerci alla vita, avere uno scopo. Fin’ora vivere o morire per te è stata la stessa cosa, adesso, quella lettera ti ha dato un motivo per cui lottare. Quindi sì, fa sii che quel bambino sia la paura in ogni tua battaglia, così da riuscire a vincere sempre. – rispose il dottor Mason rivolgendogli un sorriso.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 6

 
I’m afraid

 
 
Quando Joe entrò nella stanza sembrava parecchio agitato. Come aveva previsto, la sera precedente non aveva chiuso occhio, e aveva continuato a riflettere su quelle parole che Claire gli aveva rivolto in quella lettera. Il dottor Thomas lo salutò con un sorriso sulle labbra e un sonoro “Ciao Joe”. Il paziente si sedette sul solito lettino, si soffermò un attimo a guardare fuori dalla finestra. C’era un bel sole,e un bellissimo cielo terso. Non si riusciva a scorgere neanche una nube. Era una fantastica giornata là fuori, mentre all’interno di Joseph era come se fosse in atto una tempesta con tanto di ciclone amazzonico. Si chiese ancora una volta se fosse il caso di raccontargli tutto, soltanto alla fine si decise.
-Dottor Mason … - cominciò il ragazzo mentre si stava massacrando la pellicina del dito indice della mano destra. Quello era un chiaro segno di agitazione, e Thomas lo aveva capito.
-Tom – lo corresse con un sorriso, poi proseguì – C’è qualcosa che non va Joe?
-Tom … - sospirò prima di proseguire il discorso – dovresti fare una cosa per me.
-Certo, qualunque cosa sia in mio potere! – gli rispose disponibile come sempre. Joe estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni una busta bianca, e la porse al dottore.
-Mi è arrivata ieri. Leggila. – affermò lasciandola nelle mani di Thomas. Lo psicologo cominciò a leggere, sotto lo sguardo attento del paziente che poteva riuscire a capire l’esatta riga che stesse leggendo, guardando soltanto l’espressione del volto dell’uomo. Poi l’aveva riletta così tante volte durante la notte che ormai poteva anche recitarla a memoria. Qualche minuto dopo, il dottore staccò gli occhi da quel pezzo di carta. Un secondo dopo Joe gli passo anche la foto. Tom la osservò.
-Wow. È davvero una bella cosa Joe. – esordì lo psicologo, colto anche lui alla sorpresa da quella situazione. Era incredibile come le cosse potessero cambiare da un momento all’altro.
-Non credo di essere il padre che tutti sperano di avere. – disse il ragazzo e gli occhi si fecero lucidi.
-Non bisogna essere il padre che tutti sperano di avere. Non esistono genitori perfetti così come non esistono figli perfetti. Ma sei suo padre, e c’è qualcosa di te in lui, anzi, guardando la foto c’è molto di te in lui. Perché non dovresti essere un buon padre? Gli errori che hai fatto in passato non determinano il padre che sei. Tutti ne fanno di errori, non sei il primo a farne e non sei neanche l’ultimo. – rispose l’uomo con il sorriso più dolce che ci possa essere. 
-Ho paura – disse il giovane guardando negli occhi Thomas. Era in cerca di un aiuto, di un consiglio.
-Non sempre avere paura è una cosa negativa. Se in una battaglia non si avesse nulla da perdere, non avresti motivo per vincere. Se sei solo, se non hai un obbiettivo, se non hai una ragione per restare in vita, non lotteresti. Saresti indifferente ad ogni cosa. Avere paura di perdere significa tenerci, tenerci alla vita, avere uno scopo. Fin’ora vivere o morire per te è stata la stessa cosa, adesso, quella lettera ti ha dato un motivo per cui lottare. Quindi sì, fa sii che quel bambino sia la paura in ogni tua battaglia, così da riuscire a vincere sempre. – rispose il dottor Mason rivolgendogli un altro sorriso.
-Forse però io non sono un bene per lui. – rispose il ragazzo. – forse dovrei solo lasciar perdere e far finta che non mi sia mai arrivato nulla.
-Questa Joe è una tua scelta, ma la decisione che prenderai non influenzerà solo questo ambito. Questa è una scelta di vita. Vuoi continuare ad essere nessuno? Vuoi essere un ipocrita che pensa solo a se stesso? Vuoi piangerti addosso per il resto della tua vita, oppure vuoi essere un uomo con delle responsabilità? Con la possibilità di essere qualcuno? Con l’occasione di avere una vera famiglia che ti voglia bene per il resto della tua vita? Pensaci. Questo qui è uno dei momenti fondamentali della vita, che capitano a tutti almeno una volta nella vita, in cui quel che farai determinerà chi sei. – rispose lo psicologo, sorridendo poi al ragazzo. Il sorriso del dottore è come se fosse qualcosa di rassicurante, anche se l’argomento era uno dei più tesi e più difficili da affrontare.
-Ma … il bambino verrebbe a vivere con me? … nel senso, io avrei l’affidamento? – chiese il ragazzo che di queste cose non ne sapeva proprio nulla. Sembrava assurdo, sembrava un film, uno di quei film pieni di colpi di scena, che fino all’ultimo non si riesce a capire mai come si concluda.
-Leggendo la lettera, credo che la madre l’abbia affidato a te. Non potrei giurarci, ma credo di sì. Se non l’avesse fatto, non ci sarebbe stato motivo di contattarti. – concluse Tom.
Joe sospirò, ormai davanti a una realtà in cui non riusciva a riconoscersi. Non avrebbe mai immaginato nulla del genere.
-Sembra tutto così pazzesco. Nel senso … io non so neanche come si fa. A fare il padre intendo. – disse il giovane. Lo psicologo sorrise.
-Nessuno lo sa fare prima dell’arrivo del suo primo figlio. Sarà dura, ma sta a te decidere. Però, ricorda sempre che è un bambino, ha bisogno di una persona matura e responsabile come genitore. – disse Thomas.
-Mi occupo a malapena di me stesso, come potrei occuparmi di Hal? – chiese, quasi sconsolato. – Non so che fare.
-Hai cominciato a parlare con me da non molto. Ma negli incontri in cui non mi dicevi neanche una parola, io ti osservavo. Il linguaggio del corpo aiuta a capire come è una persona, più di quanto facciano le parole, perché al contrario di queste ultime, non mente. Avevo capito molto su di te, ancora prima che tu mi parlassi davvero. Avevo già intuito che tipo di persona sei: sei insicuro, probabilmente lo sei sempre stato ma lo hai sempre nascosto; hai bisogno di un’ancora di salvezza a cui aggrapparti sempre, hai bisogno di un punto di riferimento, e Nicholas era il tuo punto fermo nella tua vita; necessiti di far trasparire un altro carattere rispetto al tuo vero atteggiamento, perché gli altri potrebbero non accettarti. In fondo però, tu, Joe, sei una persona speciale. Sei uno di quei ragazzi con dei veri ideali, che si emoziona davanti a un film sentimentale, o a delle semplici parole ma dette con il cuore. Mi sono anche accorto del fatto che tu adori i bambini, dai quando lo so? Al nostro primo incontro. Mia moglie aveva portato mio figlio ancora in fasce qui in studio, senza il mio permesso. Tu lo avevi guardato con degli occhi che sprizzavano felicità, curiosità e un sorriso era momentaneamente comparso sul tuo viso.  Tu adori i bimbi, forse perché hanno il coraggio di dire sempre le cose come stanno, non sono falsi, sono genuini, puri, gentili, e di norma sempre sorridenti. – lo psicologo aveva concluso con questa frase lasciando Joe con gli occhi lucidi che annuiva, confermando la sua tesi.
-È vero, è tutto vero. – disse il ragazzo con una voce tremante.
-Quindi Joe, segui il tuo cuore. Ti dirà che fare. – rispose Tom, sorridendo subito dopo.








Buonasera gente! 
Dovete perdonarmi per il ritardo ç.ç Ma è la solita storia: ricomincia la scuola -> non si ha più il tempo di fare nulla. 
Cercherò di aggiornare il più possibile, ci proverò davvero, lo prometto! 
In ogni modo, scusatemi anche per il capitolo cortissimo ç.ç 
Mi farò viva al più presto, promesso! Grazie mille a tutte!
Un bacione <3

  
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