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Autore: anwilu    17/09/2013    0 recensioni
Quarta one-shot della serie 'My exboyfriend's friend - Untold stories'
Il momento in cui Kurt e Blaine decidono di tornare a vivere in Ohio e Mathew rinfaccia la cosa a Nick e Lucas dicendogli "Ve l'avevo detto!"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'My exboyfriend's friend - Untold stories'
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Buona serata a tutti! Oggi è stato il primo giorno di scuola e sono già sfinita. I professori che spiegano il primo giorno sono insopportabili, ma al quinto anno forse sono prevedibili...

Comunque sia, ecco a voi un altra one shot della serie My exboyfriend's friend. Vi ricordate che una volta vi avevo detto che la scrittrice avrebbe pubblicato una one shot in cui Mathew rinfacciava a Nick e Lucas il fatto che alla fine Blaine e Kurt sarebbero tornati a vivere in Ohio dicendo Ve l'avevo detto?

Se ve lo ricordate, bene. Procedete pure con la lettura della one shot.
Se non lo ricordate potete leggere il capitolo in questione qui.

La tanto attesa one shot è finalmente arrivata e mi emoziona dire che l'autrice, quando ha pubblicato qui la one shot, l'ha dedicata a me :,)
Se avete qualche idea, qualche prompt per un altra storia in questi versi fatevi pure avanti e chiedete. Sono sicura che l'autrice sarà ben felice di accontentare voi, così come ha accontentato me con questa one shot ;)

Vi ringrazio tutti per il meraviglioso supporto che date a me che traduco e a lei che scrive. So che il nostro lavoro non può essere comparato, essendo il mio molto semplificato dal suo, ma ci tengo comunque a dirvi che il vostro parere per me è importantissimo, quindi GRAZIE! :D

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“Tesoro, sono a casa!” Gridò Kurt nell’appartamento non appena chiuse la porte dietro di se. Si stava velocemente togliendo le scarpe e la giacca quando Blaine gli arrivò dietro e cominciò dolcemente a baciargli il collo.

“Mi sei mancato.” Kurt si lasciò stringere nel forte abbraccio di suo marito per un po’.

“Si, sono passate otto lunghe ore da quando sono uscito questa mattina.” Lo prese in giro Kurt con un sorriso nella voce. Blaine lo girò nelle sue braccia così che fossero faccia a faccia e tolse il sorriso dal viso di Kurt con un profondo bacio. Le cose si surriscaldarono molto velocemente e Kurt si trovò ad essere trascinato nel soggiorno. Prima che Blaine potesse avere la possibilità di spingerlo sul loro divano Kurt fece qualche passo indietro da suo marito.

“Kurt…” Blaine piagnucolò e cercò di tirarlo di nuovo vicino a se, ma Kurt non glielo lasciò fare.

“Ho bisogno di una doccia. Non puoi saltarmi addosso appena torno a casa.”

“Perché no?”

“Perché dopo aver passato la giornata a fare avanti e indietro in vari posti della città per trovare i migliori fornitori sono sudato e sporco.”

“Non lo sei!” Blaine cercò di afferrare il polso di Kurt mentre lo superava dirigendosi al bagno, ma Kurt fu più veloce.

“Almeno posso unirmi a te?” Gridò disperato dietro suo marito.

“No! Ho detto che ho bisogno di una doccia non di trastullarmi nella doccia. Aspetta solo qualche minuto per l’amor di Dio! Esco subito.” E dopo quelle parole si sentì solo il leggero suono dell’acqua che scorreva. Dieci minuti dopo Kurt uscì dal bagno indossando solo il suo accappatoio e dirigendosi dritto nella loro stanza da letto. Questa volta Blaine riuscì veramente  a fermarlo mentre camminava.

“Dove stai andando?”

“Nel nostro letto…” Rispose Kurt, confuso al massimo. “Non vuoi più fare sesso?” Blaine lo circondò con le braccia e cominciò a mordicchiargli il collo.

“Certo che voglio. Ma voglio farlo sul divano.”

“Cosa? Dio Blaine! Cosa ti è preso oggi?” Kurt era leggermente infastidito. Conosceva Blaine meglio di se stesso, e c’era qualcosa di strano.

“Speravo avessi voluto, ma sei orribilmente resistente.”

“Infatti!” Kurt lo spinse via e incrociò le braccia sul petto. “Cosa cavolo hai che non va?! Non sei mai stato così. Bisognoso e cocciuto. Hai effettivamente ammazzato il mio umore con il tuo comportamento, e devo dirti che questa è la prima volta da quando stiamo insieme che non sono interessato all’essere in intimità con te. Quindi sputa tutto o vado da Rachel.”

“È Venerdì.” Sussurrò Blaine, rinunciando al tentativo di sedurre Kurt. Aprì la porta della loro stanza e si sedette sul letto. Kurt lo seguì in silenzio, insicuro su quale fosse l’argomento di quella dichiarazione.

“Beh, si, lo è…”

“E domani è Sabato, dopo c’è Domenica e dopo arriverà Lunedì.” Kurt si inginocchiò davanti a lui e gli prese la mano.

“Tesoro, abbiamo aspettato che arrivasse Lunedì da quando abbiamo deciso per l’adozione. Pensavo non vedessi l’ora.”

“È così! Non vedo l’ora. È l’unica cosa a cui riesco a pensare e sto impazzendo.”

“Quindi cosa c’è che non va?”

“Non c’è niente che non va. Volevo solo qualcosa con cui occuparmi la mente. Abbiamo solo qualche giorno per stare solo noi due, dopo arriverà Lunedì e saremo quattro. Non saremo più in grado di fare sesso sul divano. O trastullarci in cucina. O fare rumore… Dovremmo adattarci alla nuova situazione e diciamo che volevo celebrare la nostra vita insieme fino ad ora…”

“Comportandoti in modo strano e infastidendomi fino allo sfinimento?” Chiese Kurt scherzando e Blaine ridacchiò.

“Rimarranno, Kurt. Li abbiamo conosciuti quasi tre mesi fa e da allora abbiamo passato ogni giorno con loro. Li abbiamo persino portati qui molte volte e loro hanno fatto dei pisolini il pomeriggio nella loro stanza, ma abbiamo dovuto portarli indietro alla fine della giornata. Adesso finalmente potremo tenerli. Verranno a casa. Mi sembra strano. È travolgente. E sto dando di matto.”

“Perché stai dando di matto?”

“E se mi odiassero? E se non fossi un buon padre?”

“Sta zitto Blaine!” Gli ordinò Kurt e si sedette accanto a lui. “Hai visto le loro facce quando gli siamo vicini? Non hai notato come sorridono sempre quando uno di noi appare nella stanza? Blaine, il modo in cui ti guardano fa capire tutto l’amore e l’ammirazione che hanno per te. Non possono ancora dirtelo perché non sono in grado di parlare, ma un giorno saranno orgogliosi di essere tuoi.” Blaine poggiò la testa sulla spalla di Kurt con un grazie sussurrato. Rimasero in silenzio per qualche secondo.

“Non sei spaventato?” Chiese Blaine.

“Terrorizzato. Adesso sono come un bipolare. Sono estasiato dal fatto che potremmo finalmente avere dei figli tanto quanto ho paura di incasinare qualcosa con loro.”

“Non dobbiamo essere perfetti, no?”

“No. Non dobbiamo essere perfetti in un modo impeccabile. Ma saremo dei genitori perfetti per loro perché li amiamo e faremo del nostro meglio per loro. Creeremo una casa e sicuramente commetteremo qualche errore durante il tragitto, ma va bene. I nostri genitori hanno commesso un sacco di errori nel crescerci e li amiamo comunque e pensiamo che siano i genitori migliori del mondo intero.”

Blaine sorrise e girò la testa per baciare il collo di Kurt. Era un po’ più calmo. Solo un po’, ma era abbastanza perché lui dimenticasse di divorare il corpo di Kurt in un istante.

“Dovresti metterti dei vestiti addosso.” Suggerì alzandosi. “Ti raccomando dei jeans e una maglietta. E per ti raccomando intendo ti ordino.” Kurt sollevò un sopracciglio, sorpreso dal fatto che Blaine gli stesse dicendo cosa indossare quando chiaramente nella loro relazione era Kurt ad avere un gusto migliore in fatto di vestiti.

“Sbrigati piccolo. Io vado in cucina.”

Kurt rimase solo nella stanza, non sapendo se dover richiamare Blaine per il suo strano comportamento di nuovo o semplicemente obbedire. Aveva i suoi stessi problemi e la paura di fallire come genitore, ma no ne voleva parlare perché sapeva quanto la cosa fosse ridicola. Era nervoso. Stavano andando bene con Nathan e Nellie. I bambini li amavano, tutti potevano dirlo. In nessun modo non avrebbero potuto gestire la cosa. Però la cosa non gli evitava di preoccuparsi. Non importava quanto irrazionali fosse le sua paure, erano comunque presenti, e ogni minuto che passava avvicinandoli a Lunedì diventavano sempre di grandi. L’idea che Blaine stesse dando di matto non era affatto piacevole. Blaine era la sua roccia, sapeva sempre cosa dire e come far sembrare tutto migliore. Forse il sesso per questi motivi non era affatto una cattiva idea… Forse non si sarebbe dovuto vestire. Forse si sarebbe dovuto sbarazzare dell’accappatoio e unirsi a suo marito in cucina. Dopo tutto, non ci sarebbero state molte opportunità di farlo presto.

“Kurt? Perché ci stai mettendo così tanto?” Urlò Blaine fermando il flusso dei suoi pensieri. “Voglio che usciamo in cinque minuti. Sei pronto?”

“Sarò lì tra un minuto.” Urlò in risposta Kurt, affrettandosi al suo armadio. Dopo aver trovato un jeans e una maglietta si vestì velocemente e si affrettò da suo marito.

“Dove andiamo?”

“Ci vediamo in macchina, okay?” Blaine stava mettendo del cibo in un sacchetto, ignorando completamente la domanda di Kurt. In qualsiasi altro giorno. a quel punto Kurt si sarebbe arrabbiato e avrebbe cominciato una lite, ma quel giorno semplicemente annuì e scese in garage. Blaine arrivò qualche minuto dopo, inconsapevole dello sguardo divertito di Kurt mentre adocchiava la borsa che Blaine teneva tra le mani.

“Cos’è quello?” Kurt indicò la borsa quando Blaine la mise sui sedili posteriori della loro macchina.

“La nostra borsa da notte.” Rispose Blaine sbattendo lo sportello. Si sedette in macchina e si mise la cintura.

“La nostra borsa da notte? Per te e per me? Solo una borsa?”

“Kurt, sono capace di mettere dei vestiti per me dentro quella borsa per una settimana. C’è tutto quello che ci servirà per il fine settimana.”

“Per un fine settimana?!”

“Cambio di vestiti per ciascuno di noi. Ho preso i nostri spazzolini e il bagnoschiuma. Il mio gel per i capelli e la tua lacca…”

“Hai impacchettato la borsa per noi per due giorni? Sei fuori di testa? È se facesse freddo?” Kurt era pronto ad uscire immediatamente dalla macchina.

“Tu hai la tua giacca ed io la mia felpa.” Disse Blaine con un grande sorriso.

“Sei pazzo. Non puoi… mmmmhhh.” Beh, baciarlo era il modo più efficace per zittire Kurt e Blaine non voleva perdere tempo a parlare di sciocchezze. Comunque quale era il punto? Aveva preso la sua decisione ore prima. Adesso doveva solo convincere Kurt ad andare.

“Almeno puoi dirmi dove andiamo?”

“No ne ho idea.”

“Cosa?! Hai detto che saremo andati via per il fine settimana e tu non sai nemmeno dove? Niente piani, niente… mmmmhhh.”

“Non puoi baciarmi ogni volta che non ti va di ascoltarmi Blaine.”

“Vuoi provare?”

“Non spingerti… mmmmhhh.”

“Bl… mmmmhhh.”

“Ma… mmmmhhh.”

“Okay. Andiamo.”  Kurt alla fine si rassegnò, e fu felice di averlo fatto. L’enorme sorriso che apparve sul volto di Blaine valeva il fatto che Kurt non sapesse niente.

“Voglio guidare da qualche parte. Qualunque parte. E ci fermeremo dove ci piace. Potremmo trovare un hotel carino o una pensione. Questo probabilmente è l’ultimo viaggio improvvisato fino a che i nostri figli non partiranno per il college, quindi…” Spiegò Blaine.

“Mi sembra perfetto. Ti amo.”

“Ti amo… mmmmhhh.”

“…anche io.”

“Vedi? Posso interromperti ed essere cattivo anche io.”

“Piccolo, sentiti libero di essere cattivo in questo modo ogni volta che vuoi.”

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Un mese. Era passato un mese da quando avevano portato i loro figli a casa. C’erano giorni in cui erano esausti. In particolare quando Nathan o Nellie decidevano di svegliarsi ogni due ore durante la notte per nessun motivo. Dopo c’erano giorni in cui la notte riuscivano a dormire abbastanza al punto che la mancanza di energia durante il giorno non fosse affatto un problema. Ma non importava che giorno fosse, erano sempre felici.

“Tesoro? Vado a riposarmi un po’. Vuoi unirti a me?” Blaine sollevò la testa dal pianoforte e guardò suo marito. Sembrava stanco a causa della loro notte insonne, ma per Blaine era sempre la creatura più bella del mondo.

“Stanno dormendo?”

“Si. E gli ho detto di prendere seriamente il loro pisolino, quindi spero non si sveglino almeno per altre due ore.”

“Vai a letto piccolo. Arrivo presto. Devo finire questa canzone, ma ho quasi fatto.”

“Okay.”

Quando Blaine arrivò a letto trovò suo marito che leggeva un libro.

“Pensavo avresti dormito un po’.”

“Prima volevo parlarti.” La voce di Kurt era seria. Blaine gli si avvicinò e si sedette sul letto.

“Cosa c’è?” Chiese preoccupato, non sapendo il motivo per cui Kurt avrebbe dovuto essere arrabbiato.

“Perché non mi hai detto dell’offerta di Jeff?” Blaine si congelò, ma se ne uscì immediatamente con un risposta.

“Perché non c’era niente da dire.”

“Niente da dire? Blaine, voleva te come suo partner per la sua nuova casa discografica!”

“Non volevo essere il suo partner.”

“Merdate.” Sibilò Kurt.

“Kurt, non volevo accettare il lavoro. Okay? Non c’era niente da dire.”

“Se non c’era niente da dire com’è che Mathew lo sapeva?”

“Te lo ha detto Mathew?”

“Sai come mi sono sentito? Ho scoperto della grande opportunità di mio marito dal mio ex ragazzo!” Kurt era furioso. All’inizio voleva parlare del perché non aveva accettato, ma adesso era arrabbiato per il fatto che Blaine banalizzasse la cosa, come se fosse qualcosa di non importante.

“Mi dispiace che tu lo abbia scoperto in questo modo. Non avresti dovuto saperlo. Non voglio quel lavoro.”

“È il lavoro dei tuoi sogni Blaine. Potresti registrare tutte le canzoni che Paul non vuole fare. Potresti essere il capo di te stesso! Abbiamo abbastanza risparmi per la tua parte dell’investimento. Perché cavolo hai rifiutato l’offerta?”

“Perché lo studio è a Westerville! Non posso accettare un lavoro che è lontano miglia da casa. Abbiamo appena messo su famiglia. Vuoi davvero che ti lasci qui da solo con Nathan e Nellie? Dovrei andare in Ohio ogni settimana. Dovremmo assumere una tata per stare con i bambini mentre tu saresti a lavoro perché io non sarei qui per stare con loro! È questo che vuoi? Pensi che la mia carriera venga prima? Non me ne frega un cazzo della mia carriera in questo momento!”

“Non ho mai detto…” Cominciò Kurt, ma un pianto proveniente dal baby monitor lo interruppe.

“Vado a controllarli io. Tu dovresti rilassarti. Sei troppo arrabbiato per i miei gusti. Mi prendo cura io di loro per il resto della giornata.” E con quelle parole Blaine uscì dalla stanza. Kurt chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, chiedendosi come le cose fossero andate fuori controllo. Sicuramente le sue intenzioni non erano quelle di cominciare una lite. Beh, un'altra cosa che aveva imparato era non cercare di fare una conversazione seria con Blaine mentre soffriva della mancanza di sonno. Quante cose avrebbe dovuto scoprire come risultato di una lite?

Kurt rimase a letto, esaudendo il desiderio di Blaine e pensando a come uscire da quel casino. Non riuscì a dormire affatto e la cosa non aiutò, perché sentiva quanto fosse esausto. Finì col chiamare suo padre, Luke, Rachel e persino Finn, senza dire una singola parola dei recenti problemi in paradiso. Si, parlare con qualcuno al telefono era il modo migliore per passare il tempo. Quando non rimase nessuno da chiamare aprì di nuovo il libro, ma presto realizzò di stare fissando la pagina senza davvero leggerla.

“Kurt! Kurt, vieni qui!” Il grido di Blaine riecheggiò nell’appartamento e Kurt saltò giù dal letto. Corse verso la nursery, spaventato da quello che era successo.

“Oh mio Dio!” Sussurrò Kurt e tre paia di occhi si posarono su di lui. Nellie gattonò verso di lui, ma la sua attenzione era rivolta al fratello che era in piedi, tenendosi alla culla per supporto.

“Si è alzato.” Disse Kurt meravigliato.

“Si, lo ha fatto.” Rispose Blaine dolcemente. Nellie guardava i suoi padri mentre loro osservava Nathan, e quando non ottenne l’attenzione che desiderava da loro gattonò fino al bambino tirandogli i pantaloni e facendolo cadere sul suo culetto coperto dal pannolino. Kurt e Blaine si guardarono e cominciarono a ridere. La tensione tra di loro sparì e rimasero entrambi con i bambini finché non fu l’ora di andare a letto.

Blaine li mise a dormire mentre Kurt preparava la cena. Mangiarono in silenzio, nessuno di loro sapeva come approcciare l’ovvio problema che gravava su di loro. Blaine, nel tentativo di rendersi impegnato, mise i piatti nella lavastoviglie, dopo non gli rimase niente da fare se non affrontare suo marito.

“Non posso credere che tu voglia che io mi perda qualcosa del genere…” Non era un accusa; a mala pena una affermazione. Qualcosa che Blaine non riusciva a comprendere.

“Non ho mai voluto che ti perdessi le loro pietre miliari Blaine.” Si difese Kurt, il dolore evidente nella sua voce.

“Ti sei arrabbiato perché non ho accettato un lavoro lontano da voi. Ti sta bene che io stia in Ohio! Come hai potuto pensare che ti avrei lasciato solo?”

“Non l’ho fatto.”

“Non capisco.”

“Non ti lascerei andare lì da solo Blaine. Non riesco a sopportare il pensiero di te che sei lontano da noi. Io dirigo un negozio online. Posso farlo da Westerville tanto quanto posso farlo da New York. Come hai potuto TU pensare che ti avrei lasciato solo? Mi dispiace di essermi arrabbiato. Ma tu lo hai detto ai tuoi amici e mi hai tenuto all’oscuro. Non volevo davvero litigare con te. Volevo solo che ne parlassimo.”

“Non gliel’ho detto. Jeff probabilmente lo ha detto a Nick che deve averlo detto a Mathew. Questo caso per me è chiuso. Per me non c’era bisogno di parlarne con nessuno.”

“Apparentemente…” Rispose Kurt amaramente.

“Kurt, ti prego. Non possiamo andare in Ohio solo perché io ho ricevuto l’offerta…”

“Perché no? Saremmo più vicini alle nostre famiglie e Nathan e Nellie potrebbero crescere in una bella casa con la staccionata, un giardino e magari un cane…”

“Kurt, è l’Ohio. Ce ne siamo andati non appena abbiamo potuto. Perché dovremmo tornarci?”

“Perché non importa quanto orribili siano state le cose che ci sono successe lì, è sempre casa nostra.”

“Non importa quanti passi avanti sono stati fatti, è sempre l’omofobico Ohio. Non posso riportarci indietro nel posto in cui tu o i nostri figli potreste essere feriti. Non voglio vivere il giorno in cui Nathan o Nellie tornano a casa da scuola dicendo che qualcuno li ha derisi o presi in giro perché hanno due papà gay.”

“Rachel Berry ha due papà gay e ha fatto un bel lavoro con se stessa…” Sottolineò Kurt, cercando di trovare i pro ai contro di Blaine.

“Veniva bulleggiata a scuola.” Gli ricordò Blaine.

“Per la sua orribile personalità, non per i suoi genitori…”

“Comunque sia. Mi sento al sicuro qui. Possiamo crescere i nostri figli qui come una coppia normale. A nessuno importa che siamo due uomini che si sono sposati e hanno adottato due bambini. L’Ohio non è tanto aperto di mente…”

“Ci siamo imbattuti in un omofobo nell’agenzia di adozioni Blaine. Sono ovunque… Come puoi aspettarti che le persone siano aperte di mente quando noi non cerchiamo di cambiarle?”

“Devo proteggere la mia famiglia. Ho un lavoro fantastico. Guadagniamo abbastanza soldi da vivere comodamente. Perché dovrei cambiare le cose? Non posso tornare indietro. Ho troppa paura di quello che potrebbero fare le persone cattive a te e ai nostri figli. Non ti metterò in questo pericolo.” Blaine era irremovibile. Kurt sapeva che non sarebbe riuscito a convincerlo. Si alzò e si avvicinò a suo marito per prendergli la mano.

“Promettimi una cosa, okay?” Blaine annuì.

“Pensaci. Io ti seguirò ovunque. Se tu decidi di provarci, io sono dentro. Non ti costringerò a fare niente che non ti stia bene, ma ti prego, non gettare via questa possibilità così velocemente.”

“Dubito che cambierò idea, ma ci penserò.”

“È tutto quello che ti sto chiedendo.”

“Mi dispiace di non avertelo detto. Ti amo.” Kurt si sporse in avanti e prima di reclamare le labbra di Blaine sussurrò un dolce: “Ti amo anch’io.” Dopo ci furono soltanto battiti accelerati e baci profondi. Anche se Kurt sapeva che gli mancava Blaine e le sue carezze, percepì davvero quanto desiderasse suo marito quando Blaine gli poggiò una mano a coppa sulla guancia, mentre l’altro braccio scivolava sotto la maglietta di Kurt avvicinandolo a sé. Si baciarono lentamente e deliberatamente, concedendo alle loro mani l’accesso alla pelle morbida sotto i loro vestiti, finché Kurt no ne poté più. Stava per rimuovere la maglietta di Blaine quando un pianto proveniente dal baby monitor lo interruppe.

“Ed eccocci…” Grugnì Kurt. “Perché non possono darci un ora? Un ora per poter fare l’amore… è troppo?” Blaine sorrise e gli lasciò un bacio sulle labbra.

“Va a letto piccolo. Arrivo tra poco e fidati, non mi sento in vena di dormire questa notte.”

Kurt andò nella loro stanza e si spogliò così che Blaine non avrebbe dovuto perdere tempo nel farlo. si infilò sotto le coperte e pazientemente aspettò che il suo amato arrivasse. Tre ninna nanne dopo Blaine strisciò nel letto che condivideva con suo marito per trovare l’uomo che dormiva pacificamente. Lo circondò con le braccia e lasciò che il regno dei sogni prendesse possesso della sua mente finché il suono di un baby monitor non lo avrebbe di nuovo messo in allerta.

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I bambini avevano quasi undici mesi. Kurt non riusciva a credere che stavano già in piedi senza supporto, ed era sicuro che avrebbero presto fatto i loro primi passi. Erano abbastanza bravi a camminare quando Blaine o Kurt gli tenevano le mani, erano dei genitori orgogliosi in attesa che i loro figli raccogliessero un po’ di coraggio per fare qualche passo da soli.

A volte Kurt si chiedeva come sarebbero sopravvissuti con un neonato. Nathan e Nellie li tenevano svegli la notte almeno due volte a settimana anche se erano abbastanza grandi per dormire dalla sera alla mattina. Ma dopo realizzava che avevano due figli di cui prendersi cura, con ciò i guai erano raddoppiati. Ma non li avrebbe voluti in nessun altro modo perché anche la felicità e la soddisfazione che gli davano sua figlia e suo figlio era raddoppiati.

La loro vita intima si trovava in un luogo approssimativo dato che i loro figli erano arrivati due mesi prima. Non c’era più molto tempo per niente. Avevano condiviso molti momenti affrettati che erano serviti più per liberarsi della tensione sessuale e della frustrazione piuttosto che momenti di connessione e affetto, ma erano d’accordo sul fatto che avrebbero compensato il più presto possibile.

Kurt era particolarmente presuntuoso per il modo in cui erano riusciti a creare una tabella con gli orari. Facevano a turno con i bambini così che l’altro potesse lavorare, principalmente da casa, il che significava che non veniva fatto molto durante la giornata, e che dovevano lavorare la sera tardi dopo aver messo Nathan e Nellie a dormire, ma a nessuno dei due importava. Amavano passare il tempo come una famiglia e se significava che dovevano abbandonare delle cose, che poi dovevano fare a spese del tempo in cui potevano stare soli, lo facevano volentieri.

Era una bella Domenica mattina. Kurt desiderò potessero esserci più Domeniche durante la settimana, perché era una giornata pigra in cui nessuno dei due doveva lavorare. Si svegliò e andò a controllare i piccoli, compiaciuto dal fatto che stessero ancora dormendo. Tornò a letto e baciò dolcemente la guancia di suo marito prima che le sue mani esplorassero il corpo di Blaine. Blaine si mosse e lentamente aprì gli occhi.

“Buon giorno tesoro.” Fece le fusa Kurt.

“Mmmm…” Blaine si stiracchiò e lo circondò con le sue braccia. “Che ore sono?”

“Le otto.” Mormorò Kurt contro la pelle del collo di Blaine mentre continuava a succhiarlo.

“Non che non mi piaccia quello che stai facendo, ma i bambini…”

“Stanno dormendo, e dalla posizione in cui li ho trovati dormiranno ancora per almeno trenta minuti.”

“Sicuro? Perché non penso sarò capace di fermarmi se cominciamo adesso.”

“Sicuro.” Kurt mosse le gambe per unirle con quelle di Blaine.

“Ho bisogno di te, ma non voglio essere interrotto. Dio Kurt, è passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui abbiamo fatto l’amore…”

“Stai sprecando minuiti preziosi con tutte queste chiacchere. Solo sta zitto e godi.” Kurt catturò le sue labbra in un bacio bruciante e Blaine si arrese. I pigiami vennero buttati via velocemente, ricaddero nei movimenti familiari, sapendo esattamente cosa fare per far crollare l’altro con la semplicità delle carezze. I respiri erano poco profondi, il battito cardiaco galoppava, le pupille erano dilatate e non c’erano dubbi sul fatto che finalmente stavano per diventare uno…

“Mi stanno prendendo in giro!” Piagnucolò Blaine quando il telefono di Kurt cominciò a vibrare sul comodino.

“Ma che cazzo?!” Kurt afferrò il suo cellulare con l’intenzione di chiudere la chiamata, ma l’emittente gli fece cambiare idea.

“È mio padre.” Sussurrò rotolando via da Blaine.

“Posso vivere con l’essere bloccato sessualmente dai nostri figli, ma tuo padre che si mette in mezzo è troppo.” Grugnì Blaine.

“Shhh.. Ciao, papà… no, sono sveglio… Cosa?! Okay. Aspetta un secondo.” Kurt fece cadere il cellulare sul letto e si alzò.

“Hey! Torna qui! Ho bisogno di te dentro di me tipo cinque minuti fa. Cavolo, ne avevo bisogno cinque settimane fa!”

Kurt gli tirò un paio di boxer e una tuta e lui stesso si vestì.

“I miei genitori sono davanti la porta. Sbrigati.” Annunciò. Blaine saltò giù dal letto e si mise i vestiti prima di correre dietro Kurt con il baby monitor in mano. Quando entrò nella saletta c’erano i loro genitori. I genitori di entrambi.

“Ciao.” Gli diede un benvenuto confuso.

“Blaine!” Alice lo abbracciò con forza. “Ragazzi mi siete mancati così tanto.” Dire che Kurt e Blaine fossero sorpresi da un improvvisa visita delle loro famiglie sarebbe stato un grande eufemismo.

“Okay, spostiamoci nel soggiorno.” Suggerì Kurt e li spinse dentro l’appartamento.

“Non voglio che la prendiate nel modo sbagliato, ma cosa ci fate qui?” Chiese con circospezione.

“Beh, volevamo vedervi. I bambini quasi camminano e l’ultima volta che siamo stai qui è stato quando li avete portati a casa, quindi…” Spiegò Burt e Kurt annuì, appuntandosi mentalmente di fargli delle domande dopo.

“Potevate dircelo. Vi saremmo venuti a prendere all’aeroporto…” Disse Blaine, ancora sotto shock per l’essere stato tirato fuori dal letto quando aveva intenzione di fare finalmente sesso con il suo meraviglioso, eccitante da morire e cosa più importante nudo, marito. Tirato fuori dal letto dai suoi stessi genitori! Cooper sicuramente non aveva mai provato una cosa del genere. Come poteva? Lui non aveva una moglie… Dov’era la giustizia in quel mondo?

“Siamo arrivati ieri. Stiamo nell’hotel a qualche isolato di distanza. Conosciamo la strada qui intorno figliolo. Abbiamo bussato ma probabilmente non ci avete sentito quindi Burt ha chiamato.” Si, certo papà. Ovviamente non vi ho sentiti. Ero troppo occupato a gemere… Pensò Blaine.

“Dove sono i nostri nipoti?” Chiese Carole con un sorriso.

“Dormono. Solitamente a quest’ora sono svegli, non so cosa sia successo. Forse loro…” Kurt non ebbe la possibilità di finire la frase. I suoni provenienti dal baby monitor li informarono che c’erano delle cose di cui prendersi cura.

“Okay. Fate come se foste a casa vostra. Se avete fame il frigo è pieno. Torniamo tra un minuto.” Blaine afferrò la mano di Kurt e lo condusse alla nursery.

In realtà un minuto si trasformò in quindici minuti, ma andava bene. I nonni ricordavano cosa significasse cambiare un pannolino e vestire un bambino.

Blaine tornò per primo, con Nellie tra le braccia. La bambina immediatamente sorrise al pubblico. Lei amava la compagnia.

“Oh mio Dio! È così carina.” Disse Alice mentre circondavano Blaine per avvicinarsi di più alla bimba.

“Pa!” Strillò e indicò il pavimento.

“Fatemela mettere giù. Dopo potete soffocarla.” Blaine rise e la poggiò sul tappeto che lei e suo fratello usavano per giocare.

“Na!” Riecheggiò la voce della piccola nella stanza.

“Si tesoro. Nate è qui.” Kurt andò verso di loro, in braccio suo figlio che nascondeva il viso nel suo collo e occasionalmente gettava qualche occhiata agli sconosciuti nel soggiorno. Lui era definitivamente quello timido dei fratelli.

“Ha bisogno di un po’ di tempo per adattarsi. Giocate con Nellie e lui verrà da voi.” Alice e Carole trascinarono i loro mariti lontano da Kurt perché i nonni erano pronti a strappare il bambino dal padre. Kurt si sedette sul divano con Nathan in grembo, dandogli l’opportunità di osservare quello che stava succedendo sul loro tappeto.

“Okay. Vado a preparare la colazione.” Blaine baciò la tempia di Kurt mentre si dirigeva in cucina, un gesto dolce che venne notato da Daniel. Incrociò gli occhi di Kurt e sorrise. Poteva vedere che fossero felici, e questo era quello che importava.

Scoprirono che la visita si sarebbe prolungata una settimana. Daniel disse loro di non cambiare nulla nei loro piani, erano venuti per aiutare non per imporsi, ma Kurt e Blaine cancellarono comunque i loro doveri legati al lavoro. La pigra Domenica fu passata con i nonni che giocavano con i nipotini mentre Kurt e Blaine li guardavano rilassandosi nell’abbraccio dell’altro. Nathan, dopo essersi abituato alla presenza di quattro nuove persone, si unì alla sorella sul tappeto, ma era comunque riluttante. Alice e Carole gli parlarono, Burt e Daniel gli diedero dei giocattoli, ma lui doveva ancora fare una mossa verso di loro. Nellie era praticamente l’opposto. Domandava costantemente l’attenzione e rideva. Gattonava verso tutte le direzioni, permise anche a tutti quanti di farla girare per la stanza. La giornata passò troppo velocemente. Gli adulti passarono un po’ di tempo a parlare dopo che i bambini si addormentarono e dopo i genitori lasciarono i loro figli con la promessa di tornare alle otto del mattino successivo. Kurt e Blaine si addormentarono profondamente il momento in cui le loro teste toccarono i cuscini.

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Martedì sera Kurt stava mettendo i piatti nella lavastoviglie. Amava il modo in cui i loro figli interagissero con i loro genitori e si sentiva un po’ triste per il fatto che non potevano stargli più vicino.

“Hai bisogno di aiuto ragazzo?”

“No. Ho finito. Grazie.” Burt si sedette al tavolo e guardò suo figlio.

“Spero non vi abbiamo causato guai venendo senza avvertirvi.”

“Non essere stupido papà. Amiamo avervi qui. Quando volete.” Kurt gli diede una pacca sulla spalla.

“Siediti per favore. Mi piacerebbe parlarti.” Kurt obbedì con un espressione preoccupata in viso.

“Lo sapevo. Sapevo doveva esserci qualcosa che non andava quando siete venuti qui improvvisamente.”

“No. Non c’è niente che non va. Giuro.”

“Allora di cosa vuoi parlare?”

“Come stai? Sembri stare bene, ma voglio sentirtelo dire. Non abbiamo ancora avuto modo di parlare.”

“Certo che sto bene. Perché non dovrei?”

“Ammiro il modo in cui sei in grado di gestire le cose… Non hai nessuno qui e stai facendo un lavoro fantastico Kurt. Entrambi.”

“Beh, abbiamo avuto dei grandi esempi a casa…”

“Dovremmo venire a farvi visita più spesso.”

“Potete venire quando volete papà. Lo sai.”

“Si, magari organizzeremo presto un'altra visita imprevista.”

“Imprevista? Non avevate previsto di venire?”

“No. Sono uscito dall’ospedale Venerdì e abbiamo deciso di venire. Abbiamo chiamato gli Anderson e si sono uniti a noi.”

“Sei uscito da dove?!” Burt si congelò. Non aveva realizzato fino a quel momento di esserselo lasciato sfuggire.

“L’ospedale… Ascolta, non c’è motivo di tenerlo nascosto adesso. Non è successo niente. Giuro. Sto bene.”

“Se fossi stato bene non saresti stato in ospedale! Perché cavolo non me lo hai detto?”

“Perché saresti volato in Ohio con Blaine e i bambini nel momento in cui lo avresti saputo.”

“Beh, mio padre in ospedale è una buona dannata ragione per volare fino in Ohio, non pensi?” Sbottò Kurt.

“Sono stato sotto osservazione per due giorni. Hanno fatto alcuni test, non c’è niente che non va. Sto bene.”

“Allora a cosa serviva l’osservazione?”

“Sono svenuto.” Kurt chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Non voleva urlare a Burt. Non con i bambini nella stanza accanto.

“Sei svenuto?”

“Si, quel giorno avevo dimenticato di bere, ero disidratato. Mi hanno detto che era per lo sfinimento. Abbiamo avuto una settimana dura in officina quindi…”

“Sfinimento?” La voce di Kurt acquistò intensità. “Una settimana dura in officina? Mi stai prendendo in giro? Hai delle persone che lavorano per te così che tu non ti sfinisca!”

“Lo so. Ma Peter e Andrew avevano l’influenza ed erano rimasti a casa. Non c’era nessun altro che sapeva come prendersi cura delle ordinazioni o come fare le fatture… Ho due ragazzi che sanno come gestire il negozio ma erano fuori la settimana scorsa.”

“Quindi sei andato a sfinirti al punto da finire in ospedale per due giorni?” A quel punto Kurt stava urlando.

“Non era mia intenzione Kurt. Sai che vado lì solo poche ore alla settimana, ma non avevo scelta…”

“Non riesco a crederti. Non riesco a credere che tu non me lo abbia detto quando è successo. Non posso credere che me lo avresti tenuto nascosto.”

“Certo che te lo avrei tenuto nascosto. Non è successo niente. Sto bene. Stai facendo un casino per niente. Hai la tua famiglia qui. Non puoi volare avanti e indietro ogni volta che mi succede qualcosa Kurt. Che è esattamente quello che avresti fatto. Non volevo che ti preoccupassi.”

“Ho il diritto di preoccuparmi quando mio padre irresponsabile non sa come prendersi cura di se stesso!”

Volò via dalla cucina, pieno di rabbia e paura per Burt. Quando arrivò in soggiorno Nathan era rannicchiato sul petto di Blaine, aveva gli occhi spalancati e spaventati. Carole stava tenendo Nellie che aveva le lacrime agli occhi. Kurt si maledisse silenziosamente. Questo era precisamente quello che non voleva causare. Prese Nellie da Carole e la tenne tra le sue braccia, sussurrando parole consolatorie.

“Shhh… Mi dispiace piccolina. Non volevo gridare a nonno. Mi ha solo fatto infuriare, sai? Un giorno io o papi faremo infuriare te e Nate. Ne sono sicuro. E dopo ci urlerai contro. E andrà bene. Diciamo che non vedo l’ora perché significherà che ti interessa. Va tutto bene Nellie. Non devi essere spaventata. Non urlerò di nuovo. Lo giuro.” La stava facendo ballonzolare e le baciava la testa, cercando di calmarla.

“Vuoi che papi canti per te? Ami le sue canzoni. Che dici?” Kurt cercò gli occhi di suo marito, ma Blaine solo scosse la testa.

“Li andiamo a mettere a letto.” Sentenziò Blaine lasciando la stanza con Kurt a seguito.

“Mi dispiace tesoro. Non volevo spaventarli.”

“Dovresti pensarci prima di gridare. Adesso abbiamo dei bambini in casa.” Fu tutto quello che disse Blaine finché i loro figli non dormirono al sicuro nelle loro culle.

“Va nella nostra stanza Kurt. Vado a salutarli e vengo da te.” Kurt fece come gli era stato detto.

“Pendo dovreste andarvene. Devo calmarlo.”

“Okay. Ci vediamo domani mattina.” Alice rispose alla richiesta di suo figlio.

“Forse dovrei parlargli io.” Suggerì Burt, ma venne interrotto immediatamente da Carole.

“Avresti dovuto parlargli il giorno in cui sei svenuto. Ti avevo detto che si sarebbe arrabbiato. La prossima volta che succede una cosa del genere coinvolgerò tuo figlio che ti piaccia o no!”

“Lo capisco Burt.” Disse Blaine. “Davvero. Ma devi capire il suo punto di vista. Ha perso sua madre e ha quasi perso te. Non puoi nascondergli questo genere di cose.”

Dopo che la porta si chiuse dietro i loro genitori Blaine ritornò da suo marito. Kurt era disteso sul letto, piangeva, e Blaine lo prese istantaneamente tra le sue braccia.

“Mi dispiace così tanto Blaine. Tantissimo.” Piagnucolò Kurt sul petto di Blaine. “Giuro che non volevo urlare. Ho cercato di trattenermi ma dopo mi sono arrabbiato tantissimo… Sono così incazzato con me stesso e mio padre… Non ho mai voluto spaventare Nate e Nellie…”

“Lo so piccolo. Lo so. Adesso devi stare attento con i bambini in casa… Ma non sono arrabbiato con te.”

“Come ha potuto essere così sconsiderato? Come avrei dovuto non preoccuparmi per lui dopo questo? Mi ha mentito? Lo chiamo ogni singolo giorno. Gli ho chiesto come stava e lui ha detto che stava bene mentre era in ospedale…”

“Kurt, lui aveva buone intenzioni…” Disse Blaine anche se sapeva di stare aggiungendo benzina al fuoco.

“Quindi sei dalla sua parte?” Chiese Kurt furioso e allontanandosi dalla presa di Blaine.

“No. Non sto dalla parte di nessuno. Vieni qui e fammi spiegare.” Aprì le braccia per Kurt e Kurt, un po’ esitante, gli si accoccolò di nuovo.

“Kurt, piccolo, se lui te lo avesse detto, saresti stato a Lima in poche ore. Non era sicuro di cosa ci fosse che non andava quindi non voleva che ci preoccupassimo. Quando ha scoperto che era niente, probabilmente ha pensato non ci fosse nulla di cui parlare… Non sto dicendo che è stata la decisione giusta ma posso capirla.”

“Si è messo in pericolo lavorando così tanto.”

“Si lo so. Ed è stata una cosa stupida da fare, ma sono sicuro che non lo farà di nuovo.”

“Non riesco a sopportare il pensiero che mi stia mentendo sulla sua condizione… e non c’è niente che posso fare al riguardo. Non posso tornare a casa ogni settimana per scoprire come sta…”

“Beh, Carole lo ha rimproverato, quindi da ora in poi ti terrà sicuramente aggiornato sulla sua salute.”

“Ho bisogno che sia responsabile… Ho bisogno che stia in salute così che Nate e Nellie possano avere un nonno che possa giocare con loro e magari costruire una casa sull’albero e prendersi cura di loro durante le vacanze… Ho bisogno che mi dia altri consigli sull’essere genitori e ho bisogno che stia qui il più possibile perché non riesco ad immaginare un mondo senza di lui…” Blaine strinse l’abbraccio.

“Farei qualsiasi cosa per te Kurt. Se potessi lo farei succedere…”

“Ti amo così tanto.” Sussurrò Kurt con voce tremolante.

“Ti amo anche io.” Sussurrò Blaine trai capelli di Kurt e continuò a disegnare cerchi sulla sua schiena con una mano, mentre con l’altra gli massaggiava i capelli finché Kurt non si addormentò pacificamente.

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Il giorno successivo Kurt fece una lunga chiacchierata con Burt e Carole. Blaine e i suoi genitori avevano portato i bambini fuori nel caso ci fossero state altre grida, così che padre e figlio potessero esprimere le loro emozioni senza spaventare nessuno. Burt dovette promettere di non nascondere le cose a Kurt e Kurt dovette promettere di non preoccuparsi troppo. Ma non importava quanto andasse bene la conversazione, Blaine vedeva che Kurt era ancora apprensivo.

Erano seduti nel soggiorno –  Carole e Alice condividevano il divano e Burt con Daniel occupavano le poltrone – a guardare Blaine e Kurt aggrappati tra di loro, Blaine con la schiena sul petto di Kurt seduti sul tappeto da gioco. La testa di Kurt era poggiata sulla spalla di Blaine e occasionalmente strofinava il naso sul collo di Blaine o vi lasciava un dolce bacio, facendo spuntare un sorriso sul viso dell’altro ogni volta. Daniel amava passare il tempo coni suoi ragazzi. A volte, anche dopo anni, non riusciva a credere di essere pienamente coinvolto nella vita del suo figlio più giovane.

“Abbiamo deciso di passare il Ringraziamento a Westerville quest’anno. È più vicina a Columbus quindi non dovrete viaggiare molto dall’aeroporto con i bambini…” Blaine e Kurt si scambiarono dei sguardi significativi.

“In realtà, non verremo in Ohio per le vacanze il mese prossimo.” Disse Blaine.

“Cosa?!” Esclamarono Burt e Daniel.

“Shhh.” Kurt si mise un dito sulle labbra e fece un cenno nella direzione della nursery.

“Cosa vuol dire che non venite?” Sibilò Burt.

 “È la nostra prima festa con Nellie e Nate. Tra l’altro compiono un anno e noi facciamo quattro anni di matrimonio a Novembre… verremo in Ohio per Natale, ma vogliamo stare qui per Capodanno.” Cercò di spiegare Blaine.

“Okay. Allora verremo qui…” Concluse Blaine.

“Papà, vogliamo stare soli…”

“Soli? Non vedremo voi né i bambini per niente?”

“Mi dispiace, ma vogliamo celebrarlo come una famiglia.”

“E noi cosa siamo? Noi SIAMO una famiglia!”

“Papà, sai che voglio dire…”

“Quando ce lo avreste detto?” Chiese Burt con disapprovazione.

“Non pensavamo sarebbe stato un gran problema per voi…”

“Certo che lo è Kurt. A mala pena vi vediamo. Ci aspettiamo almeno di avervi per le vacanze.”

“Smettila caro.” Alice rimproverò suo marito. “Sai com’era quando è nato Cooper e non volevamo andare dai tuoi o dai miei genitori per Natale, ma ci hanno costretto. Avevamo promesso che non saremmo mai stato così cocciuti da far venire i nostri figli causandogli dei sensi di colpa.”

“È una situazione completamente diversa!”

“No. È la stessa.” Alice insistette e Daniel si arrese.

“Vi prego, non vi arrabbiate.” Supplicò Blaine.

“Non sono arrabbiato. Sono deluso. Non vedevo l’ora di averti a casa…”

Carole cambiò argomento velocemente, sentendo il disagio nella stanza. Sapeva che Burt e Daniel non avevano preso bene la notizia, ma lei comprendeva. Adesso si trattava di farlo capire anche a Burt e Daniel. Non osò immischiarsi nella discussione in quel momento, era più sicuro cominciare a parlare di qualche altra cosa. Kurt e Blaine furono grati del fatto che quella donna avesse preso le cose in mano e avesse sviato il disagio dei padri.

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Il giorno dopo era ancora presente un po’ di tensione, ma tutti decisero di ignorarla. Avrebbero potuto fare una conversazione seria al riguardo tramite skype. Non c’era bisogno di distruggere il tempo che avevano insieme.

Blaine trovò sua madre che guardava Nellie e Nathan dormire, più tardi quella stessa giornata.

“Mamma?” Alice si voltò per guardare suo figlio.

“Sono perfetti.” Disse con un dolce sorriso.

“Si, lo sono.” Concordò Blaine.

“Ci piacerebbe vedervi di più.” Continuò Alice. “Mi dispiace per il comportamento di tuo padre di ieri. Aveva buone intenzioni. Penso abbia paura che tu lo tagli di nuovo fuori avendo la tua famiglia.”

“Cosa? È ridicolo!”

“Lo so. Non penso che lo faccia di proposito, ma potrebbe essere un po’ insicuro della vostra relazione anche se adesso va benissimo da anni. Per lui stai di nuovo cancellando una visita di famiglia.”

“Ma adesso è per motivi diversi.”

“Tesoro lo so. Sto solo cercando di spiegarti che tuo padre ha i suoi problemi e voglio che lo accetti senza arrabbiarti con lui quando farà qualcosa di stupido. Lo fa sempre per affetto.”

“Lo so mamma. Non siamo arrabbiati. E verremo per Natale. Passeremo due settimane in Ohio. Lo prometto. Ci mancate e vogliamo che Nate e Nellie abbiano una relazione magnifica con voi, quindi vogliamo che li vediate il più possibile.”

“Ci mancate anche voi Blaine. Tuo padre parla di te tutto il tempo. La settimana scorsa eravamo ad una cena d’affari con il suo nuovo partner che gli ha fatto i complimenti per la sua camicia. Avresti dovuto vedere l’orgoglio sul volto di tuo padre. Ha detto: L’ha fatta il mio Kurt per me. Il partner d’affari gli ha chiesto chi fosse Kurt e tuo padre gli ha detto: Il marito di mio figlio minore, ma potrebbe anche essere mio figlio. Non c’è differenza. È uno dei miei ragazzi. Dopo hanno cominciato a parlare di nipoti e la cena d’affari si è trasformata nella mostra di foto dei bambini. È stata una cosa così dolce…. Burt e Daniel sono molto sensibili per quello che riguarda voi due. Vogliono che viviate le vostre vite, ma hanno bisogno di sapere che loro sono ancora coinvolti in qualche modo. Capisci quello che sto cercando di dire?”

“Si. Grazie mamma. Per favore parlagli. Sono felice che abbiamo quello che abbiamo e non lo metterò a rischio. Deve saperlo. Non ho idea di dove saremmo senza Kurt che è entrato nella mia vita, ma mi piace pensare che alla fine avremmo trovato un nostro modo.”

“Probabilmente è così. Ma sono felice che non abbiamo dovuto scoprirlo.”

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Kurt non si sentiva così rilassato da molto tempo. L’intera giornata era stata fantastica. La mattina Daniel e Burt li avevano letteralmente buttati fuori dal loro stesso appartamento dandogli l’indirizzo di un hotel in cui avevano preso una stanza per loro. Avevano avuto l’istruzione di prendersi la giornata libera dai loro doveri di padri e godersi il tempo insieme mentre i nonni si sarebbero presi cura di Nate e Nellie fino alla mattina successiva. Kurt e Blaine aveva fatto una passeggiata ed erano andati a pranzo nel loro ristorante preferito. Dopo avevano deciso di vedere un film, visitare una galleria d’arte e cenare presto. Alla fine erano andati nella stanza d’albergo e dato che certamente non ci sarebbero state interruzioni da parte dei bambini quella notte, si infilarono nella vasca e si godettero il tempo che avevano insieme.

In quel momento Kurt era seduto nella vasca con la schiena di suo marito poggiata sul suo petto, le sua dita giocherellavano con quelle di Blaine, facendo schizzare l’acqua. Era bello, e Kurt si stava davvero assaporando ogni minuto. Ma aveva bisogno di qualcosa di più. Si aggrappò alla vita di Blaine con il braccio sinistro e lasciò che quello destro scorresse dalla spalla di Blaine fino al suo addome mentre simultaneamente gli ricopriva il collo con dei bacetti.

“Usciamo e continuiamo a letto. Che ne dici?” Sussurrò sulla pelle di Blaine, senza davvero aspettare la sua risposta.

“Ieri ho chiamato Jeff.” Kurt si fermò, insicuro di quello che aveva appena sentito.

“Tu cosa?”

“Ieri ho chiamato Jeff e gli ho chiesto se quel posto era ancora libero…”

“Gesù Blaine!” Gridò Kurt e lo spinse via dal suo abbraccio così che potesse alzarsi.

“Cosa stai facendo?” Chiese Blaine quando Kurt si asciugò e si mise un accappatoio.

“Vuoi parlarne nudi nella vasca?”

“Beh, ero abbastanza comodo qui.”

“Beh, allora avresti dovuto pensare alla tua chiamata prima che entrassimo lì!” Guardando Kurt uscire dalla porta Blaine afferrò il suo accappatoio e gli corse dietro. Trovò suo marito seduto su un grande divano con il volto accigliato.

“Perché lo hai chiamato?” Kurt aspettò una risposta.

“Te l’ho detto. Gli ho chiesto se il posto…”

“Perché?”

“Così che potessimo andare in Ohio e…”

“Perché?”

“Potresti farmi finire?” Disse Blaine con voce acida, stanco di essere interrotto. Kurt incrociò le braccia sul petto e annuì, chiaramente infastidito.

“Non ha trovato nessuno per il lavoro. Vuole me. È deciso ad aspettare finché il processo di adozione non sarà terminato sulla carta così che possiamo trasferirci. Gli ho detto che prima ne dovevo parlare con te, ma ho espresso il mio interesse nell’essere suo partner nello studio.”

“Vuoi lasciare New York? All’improvviso?”

“Ti avevo promesso che ci avrei pensato. E l’ho fatto. Anche se ho ancora qualche dubbio penso che dovremmo andare.”

“Perché?” Blaine gli si avvicinò e si mise in ginocchio davanti a lui prendendogli le mani.

“Perché ti renderebbe felice. Perché non posso sopportare di vederti sconvolto quando non sai cosa succede a tuo padre. Perché non voglio che mio padre abbia paura che possa spingerlo fuori dalla nostra vita. Perché potremmo avere bisogno di un po’ d’aiuto con Nate e Nellie…”

“Quindi non lo stai facendo per te stesso. Lo stai facendo per gli altri…”

“No. Lo sto facendo per me stesso. Rendere le persone che amo felici mi rende felice Kurt. È questo l’amore…”

“Avevi paura per la nostra sicurezza.” Sottolineò Kurt.

“Lo so. Non ti mentirò. È uno dei dubbi che ho ma avevi ragione. Dobbiamo essere i primi a fare qualcosa se vogliamo che il mondo cambi.” Blaine lo guardò con occhi supplichevoli.

“Kurt, ne sono sicuro. Voglio farlo. Se qualcosa va storto possiamo tornare qui. Ma voglio provarci. Mi mancano i nostri genitori. Sono fantastici con i bambini ma non possono volare qui ogni mese solo per vederli. La mia famiglia viene prima, lo sai. E sono arrivato alla conclusione che trasferirci vicino ai nostri genitori sarebbe la cosa migliore per noi. Se non sei d’accordo lo accetto. Ma vedo quanto hai bisogno di stare vicino a tuo padre. Specialmente adesso che hai scoperto dei suoi recenti problemi.”

“Quanto sono grandi i dubbi che hai?”

“Non abbastanza grandi da impedirmi di andare…”

“Abbiamo ancora quattro mesi prima che il processo di adozione sia concluso. Non prendiamo decisioni affrettate. Dobbiamo parlarne.”

“Okay.”

“Non capisco perché hai uscito questa cosa quando stavo per stuprarti.” Blaine rise e si mise sul grembi di Kurt.

“Beh, non vedo l’ora che tu lo faccia.” Sussurrò all’orecchio di Kurt e sciolse i nodi dei loro accappatoi. La sensazione della pelle di Blaine sulla sua fu tutto quello di cui Kurt ebbe bisogno per dimenticarsi dei problemi seri che erano presenti. Dopo tutto avevano qualche altro mese prima che Nate e Nellie fossero ufficialmente e legalmente loro, sulla carta…

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“Allora, una videochiamata. Non la facciamo da tanto tempo.” Nick sorrise nella videocamera, felice che tutti  e cinque fossero di nuovo insieme… beh, per quanto potessero stare insieme essendo in posti diversi.

“Sono sospettoso.” Disse Luke guardando intensamente Kurt e Blaine, probabilmente cercando di leggergli le menti.

“Stai zitto e falli parlare.” Mathew si unì alla conversazione, desideroso di scoprire le novità che avevano Kurt e Blaine.

“I fogli sono a casa.” Annunciò Kurt con un grande sorriso. “Sono legalmente nostri.” Blaine dovette abbassare il volume del computer così che le strilla e le urla che i ragazzi stavano producendo non svegliassero i bambini.

“Avessi saputo dovevate fare tutto questo rumore saremmo rimasti nella stanza della musica…” Mormorò Kurt, ma ai loro amici a Pittsburgh non importava affatto.

“Possiamo continuare?” Chiese Blaine dopo un po’.

“C’è qualcos’altro?”

“Beh, c’è. Ragazzi cosa fate il fine settimana tra tre settimane a partire da adesso?” La domanda attirò ancora di più la curiosità dei ragazzi.

“Niente!”

“Non sono sicuro ma si può arrangiare tutto. Sono vostro per qualsiasi cosa abbiate bisogno.”

“Veniamo a New York per vedervi?”

“Ci piacerebbe chiedervi un favore.” Sentenziò Kurt.

“Dio Kurt! Dillo e basta altrimenti moriamo qui.”

“Abbiamo comprato una casa e abbiamo bisogno di aiuto con il trasloco…” Concluse Blaine per suo marito.

“Fantastico! Quindi andremo a New York tra tre settimane!” Gridò Nick e Kurt lo guardò male per poi ordinare a tutti loro di fare silenzio mentre si spostavano dal divano del soggiorno ad uno nella stanza della musica insonorizzata.

“Seriamente ragazzi, abbiamo due bimbi di un anno che stanno dormendo qui.”

“Si certo.” Luke annuì, non interessato a farsi rimproverare per il loro comportamento. “Quindi, New York tra tre settimane, non vedo l’ora…”

“Non abbiamo mai detto di aver comprato casa a New York.” Lo interruppe Kurt.

“E dove l’avete comprata allora?” Chiese Mathew confuso.

“A Westerville.”

“Dove?!”

“Westerville? Tipo in Ohio?”

“Mi state prendendo in giro?”

“Non potete lasciare New York per vivere in un buco d’inferno!”

“Perché cavolo dovreste cambiare New York per Westerville?!”

“Hey! Calmatevi! Se ci lasciate spiegare avrete un quadro migliore.” Blaine bloccò le domande che Luke e Nick stavano facendo e gli dissero tutto quello che li aveva condotti alla decisione di trasferirsi.

“Non mi piace l’idea.” Sentenziò Nick. “Penso sia molto meglio che stiate a New York. Capisco il vostro ragionamento ma ci sono un sacco di persone cattive in Ohio.”

“Ci sono un sacco di persone cattive ovunque Nick. Grazie per la tua preoccupazione, ma staremo bene.”

“Voglio credere che sarà così Kurt. Ma sono d’accordo con Nick su questo. Spero solo non stiate facendo un errore. Vi vogliamo al sicuro.” Opinò Luke,

“Mathew? Sei ancora lì? Sei orribilmente silenzioso.” Inquisì Nick.

“Ho solo una cosa da dirvi. Nick, Luke, vi ricordate quando abbiamo aiutato Blaine a fare le valigie così che partisse per New York tutti quegli anni fa?” Nick e Luke semplicemente annuirono, cercando di capire quale fosse il punto del discorsetto di Mathew.

“Allora sicuramente vi ricorderete che VE L’AVEVO DETTO!”

  
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