Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |      
Autore: _Alis_Chan_    17/09/2013    3 recensioni
Che posso dire di questa mia storia?
Vediamo... cominciamo con l'annunciare di un'IchiRika, che credo sia venuta molto bene! Ho cercato di immaginare la vita di Suzette senza Erik.
Ho inserito l'AU per un paio di semplici motivi: Erik ama Suzette e perché sono adulti.
Che altro posso dire... ah sì, ringrazio la prof di economia per avermi dato quei compiti e anche l'esistenza dei miei adorati post-it rosa!
Bene, io ora non vi dico più nulla e spero di incuriosirvi! Ci vediamo nelle recensioni!
Erika, dedicata a te mia piccola sis *-*
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric/Kazuya, Suzette/Rika
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un anno prima
“Vuoi tu Suzette Heartland prendere il qui presente Erik Eagle come tuo unico sposo, per amarlo e onorarlo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
La giovane era al settimo cielo, avevano ventisei anni e appena due mesi prima lui le aveva proposto il matrimonio, non se l’aspettava ma aveva comunque accettato… e così il 25 febbraio del 2013 erano lì davanti all’altare.
“Sì, lo voglio!” Esclamò in fretta Suzette riprendendosi dalla piccola trance in cui era caduta.
“E vuoi tu Erik Eagle prendere la qui presente Suzette Heartland come tua unica sposa, per amarla e onorarla, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
Il ragazzo stava ripensando a tanto tempo prima, quando avevano quindici anni e aveva mangiato “l’aragosta dell’amore”, in quel momento non sapeva, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe realizzata la cosiddetta profezia.
“Sì, lo voglio…” Rispose Erik convinto della scelta e della proposta che aveva fatto.
“Bene, allora io vi dichiaro ufficialmente marito e moglie. Signor Eagle, può baciare la sposa.” Finì il prete vedendo i giovani che si scambiavano sguardi dolci, e parole mimate con la bocca. E finalmente Erik potette baciare la giovane moglie, un bacio puro e casto ma con tutta la passione di sette anni di fidanzamento all’interno.
E così, da quel giorno, la loro vita cambiò radicalmente. Vivevano insieme ed erano felici, poco dopo il matrimonio Suzette rimase incinta; dopo averlo saputo Erik, era l’uomo più felice del mondo ma al contempo era triste dentro, aveva scoperto che dopo l’operazione per quel maledetto incidente, gli erano rimasti non più di dodici anni di vita, nessuno lo sapeva e nessuno lo sospettava.
“Amore, sei tornato! Indovina cosa ti ho preparato oggi per cena…” Esclamò Suzette correndo incontro a Erik che già si preparava a prenderla in braccio e baciarla.
“Mm… non saprei… tesoro mio, sei talmente brava che ogni piatto con te è meravigliosamente buono…” Disse il giovane posando il cappotto sull’attaccapanni.
“Come mai tutti questi complimenti? E’ un giorno speciale oggi?” Scherzò la moglie accarezzandosi il pancione ormai visibile.
“Sì, è un giorno speciale perché ci sei tu, con me e questo è davvero speciale!” Disse Erik abbracciando la ragazza che amava tanto.
“Awwww, amore mio come sei dolce…” rispose Suzette felice del complimento. “ Dopo il primo ministro viene a farci visita, ha detto di aver trovato un po’ di tempo per noi!” disse infine.
“Mi sento onorato… ahahahahahah” rise Erik pensando al fatto che non vedeva Victoria da ben cinque mesi (ovvero da quando aveva sposato la sua amata).
“Bene, ora ceniamo che ho una doppia fame! Ahahahahahahah.” Esclamò Suzette affamata.
Erik si sedette al suo posto, avevano adottato il metodo delle case americane quindi niente tappetini, tatami e diavolerie varie che nemmeno a lei piacevano.
“Wow, aragosta… amo quando fai l’aragosta, ok, amo tutto di te!” Sorrise Erik lasciando incantata la ragazza come dodici o tredici anni prima.
Dopo cena arrivò Victoria scortata da una decina di guardie del corpo cui lei vietò l’ingresso, aveva bisogno di parlare sola con i suoi migliori amici.
“VICTORIA! Mi sei mancata tantissimo…!” urlò Suzette correndo ad abbracciare la sua migliore amica.
“Signor Primo Ministro, m’inchino al suo cospetto…” Scherzò Erik sotto lo sguardo stranito di Victoria.
“ Oh Erik, smettila di fare lo stupido…” Rispose Victoria staccandosi dall’abbraccio di Suzette.
Parlavano e scherzavano allegramente, ricordando i vecchi tempi e comunicando nuove notizie.
“Davvero sei incinta? Non l’avevo notato…” Disse il Primo Ministro del Giappone ridendo sotto i baffi…
“E tu? Notizie dalla vita privata?” rispose maliziosa Suzette.
“Beh, posso dire che Hurley è davvero fantastico ma se la notizia si rendesse ufficiale, sarebbe scandalo su tutti i giornali del Giappone che mi rinfacciano quel bacio a Mark, ricordate?” chiese Victoria sull’orlo di una crisi di nervi dovuta alle fastidiose riviste di gossip.
“ Certo, come dimenticare la faccia di Mark, Nathan e Darren…” cominciò Erik.
“Per non parlare di quella di Nelly e Silvia…la gelosia rodeva i loro fegati!” finì Suzette completando la frase del marito e scoppiando insieme a lui in una risatina.
Verso le 23.00 Victoria si congedò e i due futuri genitori andarono a letto.
4 mesi dopo
“Ahiiiiiiii!” urlò Suzette verso le 3.00 di notte.
“ Tesoro, che succede?” disse Erik svegliandosi di colpo.
“Ahia, la pancia, le acque, si sono rotte, dolore!” Disse Suzette respirando affannosamente.
“Stai calma e respira, ora chiamo l’ambulanza…” Rispose Erik con il cellulare in mano.
“ NO, fermo devi portarmi tu!” Gridò Suzette ansimante.
“Ok, allora Sali in macchina! Io prendo la tua borsa.” Erik era più preoccupato della moglie.
“Va bene, ahi!” Sentì un dolore lancinante alla pancia.
“Lascia stare, ti porto io in braccio.” Disse caricandosi sua moglie tra le braccia.
Scese in fretta le scale, posò Suzette sui sedili posteriori e partì a tutta velocità sulle strade vuote cercando di arrivare il prima possibile all’ospedale.
Appena arrivato, cominciò a correre con la moglie in braccio e gridando: “Largo gente, pista, sto per diventare padre!”
Le infermiere subito soccorsero la giovane coppia caricando la ragazza su una barella e attraversando i reparti fino alla sala parto.
“Mi spiace signore, lei non può entrare…” queste furono le parole del medico non appena furono arrivati al reparto.
“No, la prego, lo lasci entrare, lui è mio marito e voglio che resti con me in uno dei momenti più belli e difficili della mia vita!” Suzette pretese che lui fosse presente.
“E va bene, ma stia tranquillo, in questi casi i padri sono più nervosi delle stesse madri…” Il medico aveva emesso il suo verdetto.
Detto questo entrarono in sala e cominciarono il travaglio; dopo un paio d’ore venne al mondo una meravigliosa bambina, in salute e subito si notò l’incredibile somiglianza a Erik.
“Signori vi presento vostra figlia, avete già scelto un nome?” Disse infine il medico sovrastando le urla della piccola creatura.
“Veramente noi…” Suzette stava per parlare ma fu interrotta dal marito.
“Erika, si chiamerà Erika, e non centra con la mia somiglianza, ma voglio che rimanga in lei una parte di me!” Erik lo disse con tutta la passione che poteva metterci, facendo commuovere la moglie che confermò la scelta.
Quando furono finalmente soli, Erik prese parola, tanto ormai era inutile nasconderlo: “Allora amore mio, è difficile da dire così, qui dentro poi e davanti alla nostra bimba, ma devo farlo…” In quel momento le afferrò la mano e prese tutto il coraggio che aveva in corpo e ricominciò a parlare: “C’è una cosa importante che devo dirti, dopo quell’operazione, quando mi hai chiamato per sapere se ero a Liocott, io avevo appena scoperto che ero destinato a morire molto giovane, a 27 anni… Cioè il prossimo anno, per questo ho voluto chiamare nostra figlia Erika, per ricordarti che io ci sarò e che ti amerò sempre!”
Suzette stava piangendo disperatamente, erano lacrime sincere, lacrime che non piangeva da tanto, lacrime che sembrava aver conservato per quel momento, per quella scoperta che l’aveva scossa, persino la bambina aveva smesso di piangere, come se avesse capito che qualcosa non andava.
“ Perché… questa è la mia unica domanda, perché non me l’hai detto prima?” Suzette quasi gridò quelle parole cariche di tristezza e disperazione.
“ Perché pensavo di averti già fatto soffrire abbastanza e volevo che vivessimo questi ultimi anni insieme, col sorriso, senza che tu piangessi, senza che io cercassi di evitare quella fine pressoché inevitabile. Per questo ti ho chiesto di sposarmi così giovane, perché volevo morire sapendo che non ci saremmo mai lasciati, volevo avere questa sicurezza… mi dispiace!” Anche Erik aveva cominciato a versare lacrime, lacrime amare e cariche di tristezza e amore.
“Amore mio, non puoi andartene, non puoi lasciarmi da sola, io non voglio e non te lo posso permettere, non te lo lascio fare; non ti lascerò morire!” Suzette non era quel genere di persona che si arrendeva facilmente, ma tutti vedendola avrebbero capito che, nonostante le sue parole, si era rassegnata.
“ Ti amo e ti amerò sempre… mi spiace molto!” Le ultime parole di Erik prima che qualcuno bussasse alla porta costringendo i due ad asciugare in fretta le lacrime.
“TOC TOC…” Suzette aveva già capito chi era, e appena si aprì la porta, entrarono due visi noti a entrambi.
“Ciao a tutti e tre!” Il Primo Ministro aveva fatto la sua entrata, stavolta non con le guardie ma con un’altra persona sicuramente più gradita…
“ Hurley!” Suzette sembrava molto felice perché aveva già capito cos’era successo in quei quattro mesi.
“Beh, sì, insomma, la notizia ora è ufficiale e siamo qui per dirvi che il presidente si sposerà fra tre mesi esatti con il qui presente Hurley Kane!” Victoria sembrava molto felice e anche Hurley non era da meno!
“Hurley, c’è qualcosa che non va? Di solito parli molto di più!” Suzette era leggermente preoccupata.
“Eh?! No no va tutto bene…” La voce di Hurley sembrava depressa.
“Tesoro, c’è qualcosa che non va?” Victoria aveva paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.
“No, è solo che mi sento un po’ messo in ombra da te… cioè tu sei il Primo Ministro, ed io cosa sono? Cioè a cosa servo…” Hurley era molto strano.
“ Hurley, stammi a sentire, pensi che mi piaccia essere fermata per strada solo perché sono sposata con il Mago del pallone? Pensi che io non mi senta messa in ombra da lui? Però non mi deprimo come fai te… io dico che sono sua moglie e che della vita privata di Erik non gliene frega niente!” Suzette si era fatta sentire e, come sempre, aveva fatto tornare il sorriso a Hurley.
“Bene, ora passiamo a vedere la mia nipotina, oddio quanto è carina… come si chiama?” Victoria sembrava molto felice!
“ Erika, non è meravigliosa come il suo papà?” Suzette si era ripresa dalla fatica del parto ed era euforica.
“ E’ vero… Erik ti somiglia tantissimo, anche adesso che dorme ha la sua faccia...!” Victoria rideva ricordando con la migliore amica i vecchi tempi.
“A-aspetta, come fai a sapere che faccia ho quando dormo?!” Il Mago del pallone era rosso come un peperone.
“ Secondo te Suzette chi tormentava alle tre di notte per raccontarmi quanto eri bello quando dormivi?” Victoria stava morendo dal ridere guardando Suzette che faceva delle facce buffe imitando il marito!
“ Ah… ok, amore adesso ti uccido… di solletico!” Erik era pronto a tutto anche davanti ad altri.
“ Ahahahahahahahah  oddio… smettila, smettila, smettila!” Suzette stava morendo dal ridere e i suoi amici erano addolciti dal quadretto familiare che tanto avevano sperato di vedere.
“ Scusate, ora andiamo che fra un paio d’ore ho una riunione, appena la neo mamma esce dall’ospedale siete inviati a cena dal Primo Ministro!” Victoria era sempre stata così disponibile.Un anno prima
“Vuoi tu Suzette Heartland prendere il qui presente Erik Eagle come tuo unico sposo, per amarlo e onorarlo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
La giovane era al settimo cielo, avevano ventisei anni e appena due mesi prima lui le aveva proposto il matrimonio, non se l’aspettava ma aveva comunque accettato… e così il 25 febbraio del 2013 erano lì davanti all’altare.
“Sì, lo voglio!” Esclamò in fretta Suzette riprendendosi dalla piccola trance in cui era caduta.
“E vuoi tu Erik Eagle prendere la qui presente Suzette Heartland come tua unica sposa, per amarla e onorarla, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
Il ragazzo stava ripensando a tanto tempo prima, quando avevano quindici anni e aveva mangiato “l’aragosta dell’amore”, in quel momento non sapeva, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe realizzata la cosiddetta profezia.
“Sì, lo voglio…” Rispose Erik convinto della scelta e della proposta che aveva fatto.
“Bene, allora io vi dichiaro ufficialmente marito e moglie. Signor Eagle, può baciare la sposa.” Finì il prete vedendo i giovani che si scambiavano sguardi dolci, e parole mimate con la bocca. E finalmente Erik potette baciare la giovane moglie, un bacio puro e casto ma con tutta la passione di sette anni di fidanzamento all’interno.
E così, da quel giorno, la loro vita cambiò radicalmente. Vivevano insieme ed erano felici, poco dopo il matrimonio Suzette rimase incinta; dopo averlo saputo Erik, era l’uomo più felice del mondo ma al contempo era triste dentro, aveva scoperto che dopo l’operazione per quel maledetto incidente, gli erano rimasti non più di dodici anni di vita, nessuno lo sapeva e nessuno lo sospettava.
“Amore, sei tornato! Indovina cosa ti ho preparato oggi per cena…” Esclamò Suzette correndo incontro a Erik che già si preparava a prenderla in braccio e baciarla.
“Mm… non saprei… tesoro mio, sei talmente brava che ogni piatto con te è meravigliosamente buono…” Disse il giovane posando il cappotto sull’attaccapanni.
“Come mai tutti questi complimenti? E’ un giorno speciale oggi?” Scherzò la moglie accarezzandosi il pancione ormai visibile.
“Sì, è un giorno speciale perché ci sei tu, con me e questo è davvero speciale!” Disse Erik abbracciando la ragazza che amava tanto.
“Awwww, amore mio come sei dolce…” rispose Suzette felice del complimento. “ Dopo il primo ministro viene a farci visita, ha detto di aver trovato un po’ di tempo per noi!” disse infine.
“Mi sento onorato… ahahahahahah” rise Erik pensando al fatto che non vedeva Victoria da ben cinque mesi (ovvero da quando aveva sposato la sua amata).
“Bene, ora ceniamo che ho una doppia fame! Ahahahahahahah.” Esclamò Suzette affamata.
Erik si sedette al suo posto, avevano adottato il metodo delle case americane quindi niente tappetini, tatami e diavolerie varie che nemmeno a lei piacevano.
“Wow, aragosta… amo quando fai l’aragosta, ok, amo tutto di te!” Sorrise Erik lasciando incantata la ragazza come dodici o tredici anni prima.
Dopo cena arrivò Victoria scortata da una decina di guardie del corpo cui lei vietò l’ingresso, aveva bisogno di parlare sola con i suoi migliori amici.
“VICTORIA! Mi sei mancata tantissimo…!” urlò Suzette correndo ad abbracciare la sua migliore amica.
“Signor Primo Ministro, m’inchino al suo cospetto…” Scherzò Erik sotto lo sguardo stranito di Victoria.
“ Oh Erik, smettila di fare lo stupido…” Rispose Victoria staccandosi dall’abbraccio di Suzette.
Parlavano e scherzavano allegramente, ricordando i vecchi tempi e comunicando nuove notizie.
“Davvero sei incinta? Non l’avevo notato…” Disse il Primo Ministro del Giappone ridendo sotto i baffi…
“E tu? Notizie dalla vita privata?” rispose maliziosa Suzette.
“Beh, posso dire che Hurley è davvero fantastico ma se la notizia si rendesse ufficiale, sarebbe scandalo su tutti i giornali del Giappone che mi rinfacciano quel bacio a Mark, ricordate?” chiese Victoria sull’orlo di una crisi di nervi dovuta alle fastidiose riviste di gossip.
“ Certo, come dimenticare la faccia di Mark, Nathan e Darren…” cominciò Erik.
“Per non parlare di quella di Nelly e Silvia…la gelosia rodeva i loro fegati!” finì Suzette completando la frase del marito e scoppiando insieme a lui in una risatina.
Verso le 23.00 Victoria si congedò e i due futuri genitori andarono a letto.
4 mesi dopo
“Ahiiiiiiii!” urlò Suzette verso le 3.00 di notte.
“ Tesoro, che succede?” disse Erik svegliandosi di colpo.
“Ahia, la pancia, le acque, si sono rotte, dolore!” Disse Suzette respirando affannosamente.
“Stai calma e respira, ora chiamo l’ambulanza…” Rispose Erik con il cellulare in mano.
“ NO, fermo devi portarmi tu!” Gridò Suzette ansimante.
“Ok, allora Sali in macchina! Io prendo la tua borsa.” Erik era più preoccupato della moglie.
“Va bene, ahi!” Sentì un dolore lancinante alla pancia.
“Lascia stare, ti porto io in braccio.” Disse caricandosi sua moglie tra le braccia.
Scese in fretta le scale, posò Suzette sui sedili posteriori e partì a tutta velocità sulle strade vuote cercando di arrivare il prima possibile all’ospedale.
Appena arrivato, cominciò a correre con la moglie in braccio e gridando: “Largo gente, pista, sto per diventare padre!”
Le infermiere subito soccorsero la giovane coppia caricando la ragazza su una barella e attraversando i reparti fino alla sala parto.
“Mi spiace signore, lei non può entrare…” queste furono le parole del medico non appena furono arrivati al reparto.
“No, la prego, lo lasci entrare, lui è mio marito e voglio che resti con me in uno dei momenti più belli e difficili della mia vita!” Suzette pretese che lui fosse presente.
“E va bene, ma stia tranquillo, in questi casi i padri sono più nervosi delle stesse madri…” Il medico aveva emesso il suo verdetto.
Detto questo entrarono in sala e cominciarono il travaglio; dopo un paio d’ore venne al mondo una meravigliosa bambina, in salute e subito si notò l’incredibile somiglianza a Erik.
“Signori vi presento vostra figlia, avete già scelto un nome?” Disse infine il medico sovrastando le urla della piccola creatura.
“Veramente noi…” Suzette stava per parlare ma fu interrotta dal marito.
“Erika, si chiamerà Erika, e non centra con la mia somiglianza, ma voglio che rimanga in lei una parte di me!” Erik lo disse con tutta la passione che poteva metterci, facendo commuovere la moglie che confermò la scelta.
Quando furono finalmente soli, Erik prese parola, tanto ormai era inutile nasconderlo: “Allora amore mio, è difficile da dire così, qui dentro poi e davanti alla nostra bimba, ma devo farlo…” In quel momento le afferrò la mano e prese tutto il coraggio che aveva in corpo e ricominciò a parlare: “C’è una cosa importante che devo dirti, dopo quell’operazione, quando mi hai chiamato per sapere se ero a Liocott, io avevo appena scoperto che ero destinato a morire molto giovane, a 27 anni… Cioè il prossimo anno, per questo ho voluto chiamare nostra figlia Erika, per ricordarti che io ci sarò e che ti amerò sempre!”
Suzette stava piangendo disperatamente, erano lacrime sincere, lacrime che non piangeva da tanto, lacrime che sembrava aver conservato per quel momento, per quella scoperta che l’aveva scossa, persino la bambina aveva smesso di piangere, come se avesse capito che qualcosa non andava.
“ Perché… questa è la mia unica domanda, perché non me l’hai detto prima?” Suzette quasi gridò quelle parole cariche di tristezza e disperazione.
“ Perché pensavo di averti già fatto soffrire abbastanza e volevo che vivessimo questi ultimi anni insieme, col sorriso, senza che tu piangessi, senza che io cercassi di evitare quella fine pressoché inevitabile. Per questo ti ho chiesto di sposarmi così giovane, perché volevo morire sapendo che non ci saremmo mai lasciati, volevo avere questa sicurezza… mi dispiace!” Anche Erik aveva cominciato a versare lacrime, lacrime amare e cariche di tristezza e amore.
“Amore mio, non puoi andartene, non puoi lasciarmi da sola, io non voglio e non te lo posso permettere, non te lo lascio fare; non ti lascerò morire!” Suzette non era quel genere di persona che si arrendeva facilmente, ma tutti vedendola avrebbero capito che, nonostante le sue parole, si era rassegnata.
“ Ti amo e ti amerò sempre… mi spiace molto!” Le ultime parole di Erik prima che qualcuno bussasse alla porta costringendo i due ad asciugare in fretta le lacrime.
“TOC TOC…” Suzette aveva già capito chi era, e appena si aprì la porta, entrarono due visi noti a entrambi.
“Ciao a tutti e tre!” Il Primo Ministro aveva fatto la sua entrata, stavolta non con le guardie ma con un’altra persona sicuramente più gradita…
“ Hurley!” Suzette sembrava molto felice perché aveva già capito cos’era successo in quei quattro mesi.
“Beh, sì, insomma, la notizia ora è ufficiale e siamo qui per dirvi che il presidente si sposerà fra tre mesi esatti con il qui presente Hurley Kane!” Victoria sembrava molto felice e anche Hurley non era da meno!
“Hurley, c’è qualcosa che non va? Di solito parli molto di più!” Suzette era leggermente preoccupata.
“Eh?! No no va tutto bene…” La voce di Hurley sembrava depressa.
“Tesoro, c’è qualcosa che non va?” Victoria aveva paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.
“No, è solo che mi sento un po’ messo in ombra da te… cioè tu sei il Primo Ministro, ed io cosa sono? Cioè a cosa servo…” Hurley era molto strano.
“ Hurley, stammi a sentire, pensi che mi piaccia essere fermata per strada solo perché sono sposata con il Mago del pallone? Pensi che io non mi senta messa in ombra da lui? Però non mi deprimo come fai te… io dico che sono sua moglie e che della vita privata di Erik non gliene frega niente!” Suzette si era fatta sentire e, come sempre, aveva fatto tornare il sorriso a Hurley.
“Bene, ora passiamo a vedere la mia nipotina, oddio quanto è carina… come si chiama?” Victoria sembrava molto felice!
“ Erika, non è meravigliosa come il suo papà?” Suzette si era ripresa dalla fatica del parto ed era euforica.
“ E’ vero… Erik ti somiglia tantissimo, anche adesso che dorme ha la sua faccia...!” Victoria rideva ricordando con la migliore amica i vecchi tempi.
“A-aspetta, come fai a sapere che faccia ho quando dormo?!” Il Mago del pallone era rosso come un peperone.
“ Secondo te Suzette chi tormentava alle tre di notte per raccontarmi quanto eri bello quando dormivi?” Victoria stava morendo dal ridere guardando Suzette che faceva delle facce buffe imitando il marito!
“ Ah… ok, amore adesso ti uccido… di solletico!” Erik era pronto a tutto anche davanti ad altri.
“ Ahahahahahahahah  oddio… smettila, smettila, smettila!” Suzette stava morendo dal ridere e i suoi amici erano addolciti dal quadretto familiare che tanto avevano sperato di vedere.
“ Scusate, ora andiamo che fra un paio d’ore ho una riunione, appena la neo mamma esce dall’ospedale siete inviati a cena dal Primo Ministro!” Victoria era sempre stata così disponibile.






Angolino un po'  triste ma comunque puccioso
Zalve amichetti fictioner/recensori (?),
allora che ne pensate di tutto ciò? Sinceramente spero che vi piaccia come è piaciuta a coloro che l'hanno già letta! 
Non odiatemi per quello che Erik dovrà passare vi prego! Sono cattiva, lo so! u.u 
Ditemi tutto in chat, critiche positive e non! Accetto tutto pur di migliorare! 
Bye bye,
un Cupcake di nome Mai! ^-^
Ps. Questa storia è per la mia best Erika! *-*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Alis_Chan_