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Autore: betabi    17/09/2013    3 recensioni
Lily Luna Potter non è la normale e sorridente quindicenne che tutti credono.
Dietro il sorriso stanco e il viso tirato nasconde demoni oscuri che si è creata da sola, paure e insicurezze alimentate dal mondo che la circonda.
Lily soffre di bulimia ma, forse, infondo al tunnel oscuro che lei stessa si è creata, c'è una luce. Questa luce ha un nome e un volto, Scorpius Malfoy. Perchè, a volte, abbiamo bisogno di qualcuno per essere salvate.
Oneshot senza pretese, forse un po' autobiografica. LilyXScorpius
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Alzati e combatti per te stessa



 
A Maria Letizia, perchè è per me un po' come Scorpuis per Lily,
a tutte le ragazze insicure
e, perchè no, anche a me, perchè me lo merito





 
Lily si chinò sul water dell’isolato bagno di Mirtilla Malcontenta, i capelli rossi che le sfuggivano a ciocche dalla crocchia che si era fatta velocemente, prima di infilarsi due dita in gola.
La più piccola di casa Potter aveva iniziato a procurarsi il vomito qualche mese prima e, da allora, rimetteva il pranzo, la cena o la colazione un giorno sì e uno no. I risultati, seppur insani, si erano visti. Lily iniziava a perdere peso e, con quello, la bellezza che gli altri vedevano in lei.
Il viso le si era scavato, diventando pallido, i capelli avevano smarrito la loro lucentezza e, poco a poco, anche il sorriso sul volto le si stava spegnendo.
Lily non si era mai piaciuta per quello che era, odiava tutto di sé.  Odiava la sua pancetta che i fratelli maggiori sfottevano, odiava i fianchi che uscivano un po’ dai jeans, odiava le sue lentiggini, i capelli ricci e impossibili, regalo del padre, le ginocchia storte, i piedi un po’ grandi, quell’occhio con una forma diversa dall’altro. Tutti la definivano bella, lei non sapeva se lo dicessero per sfotterla o giusto per dire. Si sentiva inadeguata nel suo metro e settanta e nei suoi cinquantanove chili, nonostante sapesse di essere perfettamente equilibrata.
Non le piaceva il suo carattere, il suo arrossire costantemente, la sua timidezza o la sfacciataggine che a volte facevano capolino così, improvvisamente.
Odiava essere costantemente paragonata ai suoi parenti. Al grande Harry Potter, salvatore del mondo magico, Prescelto, Bambino Sopravvissuto e chi più ne ha più ne metta.  A sua madre, la grande giocatrice di Quidditch e donna con le cosiddette palle. Agli zii, Hermione, Ron, Luna, Neville. Ai cugini e ai fratelli, tutti migliori di lei in qualcosa: chi a scuola, chi a quidditch, chi nelle vicende di cuore, chi con la fortuna, chi con il proprio fascino.
Aveva iniziato quindi così, senza sapere bene cosa fare o perché.
Si era trovata da sola in dormitorio dopo un pranzo molto abbondante, appesantita da tutto quello che aveva mandato giù e si era recata in bagno, piegandosi contro il gabinetto.
Aveva sentito in giro come funzionava, ci s’infila due dita in bocca e via. Sicuramente non era stato così facile. Le dita le graffiano il fondo della gola, la saliva le scorreva sulla mano e, prima di riuscire a pensare razionalmente a quello che stava facendo, i conati l’avevano scossa, sopraffatta e, dieci minuti dopo, si era ritrovata svuotata da tutto ciò che aveva ingerito quel giorno. Si era alzata sulle gambe tremanti e si era fatta una doccia, lavandosi via quella sensazione di guasto, di aver compiuto qualcosa d’insano. Questo pensiero però tra i getti d’acqua fu sorpassato dalla sensazione di vuoto allo stomaco, di leggerezza, di libertà. Credeva di sentirsi meglio, di sentirsi bella.
Aveva continuato così a lungo, abbuffandosi e rimettendo poi tutto.
Anche quel giorno così si era ritrovata in bagno, prima della lezione delle tre. Mirtilla Malcontenta a volte la assisteva, a volte la prendeva in giro dandole della ‘cicciona’, a volte, semplicemente, si ritirava nelle tubature. Quel giorno, tirando un sospiro di sollievo, aveva visto Mirtilla andare via dopo aver pronunciato un “la solita bulimica”.
Lily non credeva di essere bulimica, pensava di star agendo nell’interesse del suo aspetto fisico, già bello prima che si rovinasse in quel modo.
Scossa dai conati la rossa ragazza non sentì la porta del bagno aprirsi e dei passi avvicinarsi al suo water.
Prima di potersi accorgere di un’altra presenza, due braccia forti e familiari la avvolsero e la alzarono in piedi. I suoi occhi, offuscati dalle solite lacrime che salivano insieme al vomito, le offuscarono la vista e non riuscì a mettere a fuoco i contorni della figura che le stava asciugando la bocca con un fazzoletto di stoffa.
Quando capì di essere tra le braccia di Scorpius, il suo ragazzo da qualche mese a quella parte, scoppiò inspiegabilmente a piangere.
«Mi spieghi cosa stai facendo, Giglio?» le chiese, accarezzandole il capo.
Lily in tutta risposta affondò la testa nel suo petto, sfogandosi.
«No-non lo so» balbettò tra le lacrime.
«Lo sapevo che c’era qualcosa che non andava» disse, più a se stesso che alla Grifondoro.
«Eri diversa, mangiavi troppo o troppo poco, sei dimagrita un sacco, ti sei sciupata» continuò, prendendole il viso tra le mani.
«Tu sei bellissima Lily, lo vuoi capire?» lo sguardo fisso nei suoi occhi castani e rossi di pianto, la voce piena di amore.
«Non è vero, non lo sono. Sono grassa, Scorpius. La brutta di famiglia, quella inutile, che non combina niente. Con la cellulite e le smagliature, la pancia e una faccia orribile.» gli rispose, dando libero sfogo ai pensieri che aveva covato in sé per mesi, forse anni.
«Sei bellissima per me» le confessò, baciandole dolcemente le palpebre chiuse.
«Non puoi continuare così, ne sei consapevole?» le chiese.
«Non so cos’altro fare» rispose semplicemente, spiazzandolo con il suo tono di voce carico di una tristezza mai sentita.
«Ti aiuterò io, Lily. Andremo ogni pomeriggio nella stanza delle Necessità a fare esercizio, faremo tutto il perimetro di Hogwarts di corsa finché non cadremo a terra stremati, inizieremo una dieta sana ed equilibrata, ma sicuramente non ti lascerò qui a rimettere l’anima.» le disse, proponendole un cambiamento, offrendole il suo aiuto e il suo amore.
«Perché fai questo, Scorpius?» gli chiese in un soffio, stupito dalle sue parole.
«Perché? Mi chiedi davvero perché? Perché ti amo Lily e non ti lascerò qui ad appassire e a rovinarti l’adolescenza e la salute per qualche tua stupida convinzione. Se tu ti senti bella allora anche gli altri vedranno la bellezza in te e, credimi, c’è, perché io  la vedo ogni singolo giorno in ogni tuo sorriso che mi rivolgi. Alzati e combatti per te stessa, non lasciarti abbattere così» le sussurrò nell’orecchio, cullandola tra le braccia.
Quando uscirono dal bagno insieme, abbracciati, Lily non si curò degli sguardi indiscreti che le rivolgevano tutti. Uscire da un bagno con il proprio ragazzo, con i capelli sfatti e la faccia stremata, non era proprio un gran modo per scemare i pettegolezzi che già circolavano sul loro rapporto ma a lei non importava, non più.
Quel giorno aveva deciso di rialzarsi, di smetterla con stupidi e insani rimedi. Se voleva cambiare qualcosa allora doveva rimboccarsi le maniche e non trovare stupide scuse.
Come una fenice, sarebbe rinata dalle proprie ceneri e Lily era certa di farcela. Aveva Scorpius insieme a lei.
 



 
 





Betabi's corner.
Ok, non so da dove sia uscita fuori questa cosa. Piccola autobiografia? Forse sì, forse no.
Ho sempre visto Lily come una ragazza fragile e condizionata dalla grande famiglia che si trova alle spalle.
Non ho molto da dire, è la prima Scorily che pubblico, spero che venga apprezzata almeno un po', voi per ogni cosa ditemi cosa ne pensate.
Salut
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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