Fanfic su attori > Cast The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Myrta Matisse    18/09/2013    2 recensioni
Insomma era un figo, ma non un figo normale di quelli che si vedono ogni tanto in giro, la Littizzetto lo avrebbe definito un super-turbo-fico a elica.
Io rimasi completamente abbagliata dalla sua figura sentendomi un insetto così seduta sul water con le mutande per terra!
In un secondo capii che se avesse voluto farmi del male mi sarei sentita meglio di come mi sarei potuta sentire in qualsiasi altro momento della mia vita tanto era bello quell’essere!

Questo è un piccolo racconto scritto ormai tre anni fà, i progatonisti siamo io, Thor e Alexander Skarsgard, ma non sono riuscita a ficcarli tutti dentro ad una sola categoria così ho agito per ordine di apparizione. Mi ricordo che quando la scrissi mi divertii molto a farla leggere ai miei amici anche se non so ancora oggi se sia stata una buona idea… Devo dire che comunque anche ora a distanza di anni non sono cambiata poi tanto! Spero vi piaccia
Genere: Avventura, Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Hemsworth, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Sogni insidiosi

Sono ormai le 13:30 del venerdì e io sono ancora a scuola. Potrei essere chilometri e chilometri lontana da questa classe a fare qualsiasi altra cosa e sarebbe sicuramente più interessante della lezione della professoressa Soverini sulla pila di Daniel.
La voce della prof è famosa in tutto l'istituto per le sue capacità soporifere che hanno incantato tutti i suoi studenti in sogni corposi popolati da mostruose formule fisiche e bilanciamenti di reazioni redox.
Parafrasando il Venditti potrei solo dire che la chimica non sarà mai il mio mestiere, ma comunque da quella scuola sarei pure dovuta uscire prima o poi, penso ricordando la pagina del mio libretto di chimica con solo due bei tre stampati sopra.
Cerco così di convincermi ad ascoltare in qualche maniera, ma l'effetto è pressoché immediato: cado in una specie di trans a metà tra il sogno e la veglia.
La voce della prof è come un mantra, le sue parole mi cullano e gli occhi non fanno altro che cercare di rimanere aperti, ma le palpebre continuano incessantemente a scendere come le veneziane quando le vuoi chiudere, ma non hai lo sbatti di star li ad accompagnarle fino alla fine.
Sto quasi per addormentarmi, ma la mia mente comincia a vagare, penso alle cose più strane tipo ai dugonghi, alla mia prof di inglese, ai finlandesi, al film degli avengers e da lì comincio a divagare.
Penso che un po' mi scappa la pipì così mi ritrovo davanti alla porta del bagno di casa mia, la porta a vetro smerigliato rivela una grande figura dietro di essa, ma non era abbastanza nitida perché la potessi riconoscere.
Un po' mi spaventai anche perché quello non sembrava né mio padre né mia madre: era molto alto tanto che la testa usciva dal limite del vetro che era incastrato nel legno della porta.
Non riuscii bene a capire se la figura era messa di spalle o mi stava guardando e la cosa mi mise ancora più ansia, e se era armato?
In quel momento chissà perché ero convintissima di non poter scappare, cosa che avrei fatto normalmente....
Pensai che la mia mente mi stava giocando un brutto scherzo e che se era davvero un sogno tanto valeva che l'assecondassi.
Prima di decidermi mi soffermai un po' ad osservare la figura dal vetro: doveva essere sicuramente un uomo, tutt'al più un transessuale, ma lo esclusi subito, perché dovrei sognare un transessuale?
Era molto alto e indossava qualcosa di grigio sicuramente, il resto era confuso e non riuscivo a vedere nemmeno di che colore fossero i capelli, sapevo solo che dovevo aprire la porta, dovevo farlo e mi sentivo stranissima, sapevo che se non l'avessi aperta probabilmente sarei morta.
Allungai il braccio tremante afferrando la maniglia d'ottone con le mani sudate e l'abbassai con lentezza come fanno nei film horror quando improvvisamente tutto tace poco prima della parte che fa spaventare.
Spinsi la porta rimanendo con i piedi incollati al terreno pronti a scattare in caso di pericolo, lentamente il battente si mosse andando a sbattere contro la parete emettendo un fracassante schiamazzo.
Il bagno si rivelò completamente vuoto.
Tirai un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo ero mortalmente delusa, mi sentii un po' stupida: che cosa pensavo ci fosse in quel bagno?
Eppure la figura l'avevo vista: non me l'ero immaginata!
Ero confusa e la confusione fece attivare la mia vescica che cominciò a comunicarmi che se non mi fossi sbrigata me la sarei fatto addosso così corsi fino alla tazza e con un gesto veloce abbassai i leggings e le mutande prima di chinarmi e rilassare i muscoli.
Un senso di liberazione mi pervase, ero infantilmente soddisfatta di non essermela fatta addosso tanto che mi accorsi solo dopo di non aver chiuso la porta per la fretta.
Avevo fatto la pipì con la porta di fronte aperta anche se qualcosa mi diceva che non era ancora arrivato nessuno.... Forse ero già tornata a casa, forse avevo davvero passato in trans le ultime due ore e mezza!
Pensai che questa era davvero una cosa strana, non mi era mai capitato una cosa del genere!
Rimaneva il fatto che quella porta aperta mi dava sui nervi così la spinsi con il piede osservando la sua rotazione sul perno dal basso, aspettandomi che si schiantasse contro lo stipite, ma non fu così perché la porta si schiantò su un piede fasciato nel cuoio.
Rimasi letteralmente stupita: la sagoma esisteva ed era uscita dal bagno chissà come ed ora stava arrivando a squarciarmi le budella!
Il piede rimase fermo ma la porta si aprì e pensai che era davvero penoso morire sulla tazza del water, quanto il battente fu completamente spalancato trovai il coraggio di alzare lentamente lo sguardo.
Dovevo ammettere che la figura davanti a me era vestita in modo davvero strano: negli stivali alti di pelle erano infilati un paio di pantaloni molto aderenti di stoffa scura, sopra indossava un'armatura di ferro scintillante perfettamente sagomata a sottolineare la potenza e la virilità di quei muscoli che dovevano essere davvero perfetti, sulle braccia ben tornite indossava una strana cotta di maglia che sembrava squamata e sulle spalle si vedeva che era attaccato un lungo mantello rosso cremisi.
Il viso dell'uomo, dalla carnagione chiara come l'avorio, era anatomicamente perfetto: i lineamenti erano morbidi e definiti allo stesso tempo perfettamente simmetrici, il mento era della dimensione giusta e non troppo sporgente, la linea delle mascelle sembrava fosse stata scolpita nel marmo di Carrara direttamente dal maestro Michelangelo, le labbra, di un incarnato leggermente color prugna, erano perfettamente carnose e invitanti come mele fresche in una notte di calura estiva, il naso era perfettamente dritto della dimensione giusta, gli occhi avevano il colore del cielo estivo e del mare più limpido, l'arcata sopracciliare era ampia e dritta e conferiva al suo sguardo un cipiglio fiero da guerriero, la fronte era perfetta n'è troppo ampia n'è troppo piccola, la sua pelle era priva di inestetismi completamente uniforme e sembrava morbida come la seta, sulle gote e sul mento portava una barba di media lunghezza completamente uniforme senza aree troppo glabre color biondo dorato come le sopracciglia perfette e i lunghi capelli morbidi pettinati selvaggiamente indietro.
Insomma era un figo, ma non un figo normale di quelli che si vedono ogni tanto in giro, la Littizzetto lo avrebbe definito un super-turbo-fico a elica.
Io rimasi completamente abbagliata dalla sua figura sentendomi un insetto così seduta sul water con le mutande per terra!
In un secondo capii che se avesse voluto farmi del male mi sarei sentita meglio di come mi sarei potuta sentire in qualsiasi altro momento della mia vita tanto era bello quell'essere!
Probabilmente lo spaventai un po' dalla faccia che feci anche perché ero in piena sindrome premestruale durante la quale abitualmente trovavo sexy anche Sheldon Cooper di Big Bang Theory figuriamoci quella specie di Dio sceso dal cielo direttamente nel mio bagno.
«Sei tu Marinella Rossetti?»
Mi chiese il Dio con voce profonda, tonante... Orgasmicehm...
Io non capii subito la cosa anche perché ero troppo occupata a sbavare per preoccuparmi di collegare la bocca al cervello.
«Cosa?»
Balbettai sembrando un essere sottosviluppato o un umano con evidenti problemi mentali, ma d'altronde non è che capitasse tutti i giorni di vedere tutta questa magnificenza, soprattutto vederlo spuntare a cazzo nel proprio bagno!
«Ho chiesto se tu sei Marinella Rossetti?»
Questa volta avevo capito così mi limitai ad annuire vagamente emettendo un suono tipo ah-han che sembrava più l'ultimo ansito di un cane asmatico morente.
«Io sono Thor, figlio di Odino e sono qui per rapirti, portarti ad Asgaard, il mio regno e fare di te la mia principessa, la madre dei miei figli»
La mia prima reazione fu di chiedergli di nuovo "cosa?!" ma mi venne in mente che forse la situazione era un po' paradossale: c'era qualcosa che non andava sicuramente....
Che cosa si faceva Thor nel mio bagno? E soprattutto mi stava chiedendo di sposarlo!
La mia faccia assunse un'espressione scettica tipo quella che mia mamma rivolge a mio padre quando spara la sua ennesima cazzata all'ora di cena e cercai di esprimere il mio disappunto, naturalmente sempre seduta sul water con le mutande a terra, quando sopraggiunse un'altra figura che riconobbi immediatamente, infatti urlai come se lo conoscessi da sempre:
«Eric!»
Lui al mio richiamo si girò facendomi la sua espressione da "conquistatore" con tanto di sopracciglio sexy alzato.
Il mio cuore scoppiò nel petto e mi ritrovai afflosciata sulla tazza cercando di calmarmi.
«Mi dispiace cocco, ma la signora è mia e sono giunto fin qui per fare l'amore con lei per molto tempo»
Io scoppiai a ridere: ora sì che la situazione era paradossale, mi resi immediatamente conto di trovarmi in un sogno così appoggiai un gomito sulla gamba e mi godetti lo svolgimento della scena osservando con interesse il nuovo venuto.
Eric era esattamente come descritto nei libri della Harris, un po' all'Alexander Skarsgard con i capelli lunghi e i canini completamente estesi, il suo volto non aveva la perfezione divina di Thor, ma questo lo rendeva, se possibile, ancora più sexy, infatti i suoi lineamenti non erano esattamente simmetrici, gli occhi erano un po' troppo grandi per il viso, la bocca era sottile e dalla piega ironica, il suo naso era affilato, ma dritto e non troppo grande e sul suo mento c'era una fossetta che minava quella perfezione.
Indossava una t-shirt bianca aderente sotto un giubbotto di pelle nera, dei jeans grigi e degli stivali di pelle nera, nel complesso era davvero un megaturbofico a elica almeno quanto il Dio.
«Non è usanza del mio popolo possedere materialmente le proprie donne, noi siamo loro servitori barbaro»
Rispose il primo ed io mi sciolsi, mi sarei goduta quel sogno in ogni modo e sarebbe stato il più bel sogno erotico di tutta la mia vita.
«Sì d'accordo, ma non toccare la mia donna altrimenti spezzerò tutte le ossa del tuo corpo»
Oddio! Erano passati alle minacce fisiche! Per me!
«Nessuno può battere il grande Thor»
Al che, dopo qualche minuto di battibecco, decisi che mi stavo annoiando: insomma che sogno erotico è se non si passa all'azione?
Poi i due erano... Insomma non c'erano modi per descrivere la loro bellezza!
Ero spazientita così mi alzai, ma mi risedetti subito accorgendomi improvvisamente delle faccende che stavo facendo poco prima del loro arrivo così alzai la mano per avere la parola senza essere considerata minimamente.
«Ragazzi! » urlai per farmi sentire «Uscite di qui due minuti che poi risolviamo la questione»
I due mi guardarono sbigottiti per un paio di secondi tanto che con le mani dovetti spingerli fuori e sbrigai tutte le mie faccende più velocemente di Flash Gordon e uscii trepidante mentre loro stavano ancora litigando. Litigavano per me!
Risi al pensiero e li osservai con bramosia già pregustandomi i momenti successivi così gli dissi di mettersi uno di fianco all'altro nell'atrio di casa mia e li osservai prima di parlare.
«Allora ragazzi, io non mi chiamo Sookie Stackhouse e non sono nemmeno una pazza idiota» già ero caduta in fallo «Quindi la mia proposta è questa: ce n'è abbastanza per tutti»
I due mi guardarono ognuno a suo modo, Thor non sembrava tanto entusiasta mentre Eric stava già calcolando tutte le possibilità quando ad un tratto in mezzo a loro comparve la prof Soverini con la sua solita faccia da vecchia acida cattiva.
Il contrasto tra quelle bellezze e la faccia rugosa con la pelle incartapecorita della prof mi fece quasi venire il vomito.
«Rossetti vieni a bilanciare questa reazione così la smetti di sognare ad occhi aperti!»
La voce della prof era così sgradevole che fui costretta ad aprire gli occhi ritrovandomi di nuovo in quella maledetta aula afosa, piena di gente e dalla puzza terribile. È proprio vero che i sogni son desideri.
 

*Angolo dell'autrice*
Spero che questo piccolo racconto vi piaccia anche perchè è tratto da una storia quasi vera xD
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Myrta Matisse