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Autore: Nana_Hale    18/09/2013    1 recensioni
I ricordi sono una parte molto pericolosa di noi con cui avere a che fare, ma soprattutto molto dolorosa se non si porta rispetto per l'importanza che hanno.
Dimenticare è un lusso che non possiamo concedersi con facilità, solo per evitare di soffrire, perchè sono proprio i ricordi a fare di noi le persone che siamo e a cambiarci fin dentro l'anima.
David e Killian alla fine capiranno tutto questo proprio nel luogo che più si addice ai loro sentimenti: L'isola che non c'è.
Seconda Parte
Genere: Avventura, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

Sensations

La Jolly Rogers gettò l'ancora accanto ad una secca, ben nascosta dalla riva e dai Bimbi Sperduti grazie ad una enorme roccia nera che si immergeva nelle profondità del mare di Neverland a poche miglia dalla costa.
Regina ed Emma legarono le ultime cime e si portarono al centro della nave dove David stava sistemando la fune dell'ancora, Snow raccoglieva le loro cose e Rumpel afferrava il mappamondo per portarlo sottocoperta.
Hook rimase al timone qualche altro istante guardandosi intorno alla ricerca di qualche traccia di pericolo.
"Quando andremmo a cercare Henry?"
Emma, impaziente e visibilmente agitata si rivolse al Capitano con tono irrequieto.
"Calma, Swan. Non ci si muove di notte a Neverland. L'oscurità è territorio dell'Ombra. Domani mattina, se potremo, ci muoveremo."
"Se potremo???"

La voce di David si intromise nella conversazione mentre egli si portava verso gli scalini che conducevano al timone; Lo sguardo di Killian si posò subito su di lui, vigile e attento, bloccando la sua avanzata.
"E' in arrivo una tempesta. Se colpirà l'isola alle prime luci del mattino, non potremo far altro che aspettare che finisca e muoverci dopo."
Per tutta la frase, i loro occhi non si staccarono nemmeno per un secondo e anche quando il Pirata ebbe finito di parlare, rimasero a fissarsi per una manciata di secondi, in assoluto silenzio.
"Conviene che andiamo a riposare allora..."
Snow fu la prima a parlare attirando l'attenzione di tutta quella ciurma improvvisata.
"Poteve usare le stanze che preferite."
Hook finalmente si allontanò dal timone; scese gli scalini passando proprio accanto al Principe, sfiorandogli volontariamente la spalla, e dirigendosi verso la porta che conduceva alle cabine.
Rumpel gli si parò davanti, bloccandogli la strada prima col bastone, poi con il corpo.
"Dovremmo fare dei turni di guardia, non credi, Capitano?"
Sputò il nome come fosse una parola avvelenata che voleva levarsi dalla bocca.
"Guardia? Non puoi usare un incantesimo per proteggere la nave?"
Domandò subito Snow confusa e incerta sul come mai l'Oscuro si affidasse alla semplice protezione di altre persone piuttosto che usare la sua potente magia.
"Purtroppo per voi questa... 'nave' è fatta di un legno magico su cui io non ho alcun potere. Specialmente in questa terra."
Tutti rimasero per un attimo straniti, perfino lo stesso Hook, il quale nemmeno aveva idea che la sua nave potesse essere una così grande fonte di guai per il suo più grande nemico.
"L'unica cosa che posso fare è renderla invisibile."
"Allora fallo. Alla prima guardia ci penserò io."

Il Pirata lo incalzò immediatamente, sostenendo il suo sguardo per lungo tempo; poi fece un passo indietro e tornò verso il timone, incrociando per un attimo lo sguardo di David.
L'Oscuro fece un paio di movimenti con le mani e la nave si ricoprì di un sottile velo viola che svanì dopo pochi attimi con una lieve folata di vento.
"Allora non ti dipiace se uso la tua cabina, giusto?"
Nessuno fece in tempo a replicare, poichè dopo pochi attimi, Rumpel sparì, sorridendo beffardamente, dietro la porta.
"Regina? Ti dispiace seguirmi? Vorrei parlati."
Si era già avviato per le scale ma la sua voce sembrava provenire ancora dal ponte.
La donna si accigliò per qualche secondo poi, senza scambiare squardi con nessuno, seguì l'Oscuro all'interno della nave svanendo giù per le scale.
Tutti gli altri si passarono qualche occhiata confusa senza proferire parola; Emma fu la prima a salutare ed incamminarsi verso le stanze ricordando ai suoi genitori di riposare e recuperare le forze.
"Buonanotte Mam-... emh Mary... Buonanotte David."
Era ancora un po' strano per lei rivolgersi a loro come Mamma e Papà ma era sicura che prima o poi si sarebbe abituata.
Snow la seguì subito dopo, dando un bacio sulla guancia di David che, senza farsi notare, stava controllando ogni singola mossa di Hook che camminava avanti e indietro accanto al timone come una sentinella.
"Ti aspetto giù, David."
Ricambiò il bacio e la tranquillizzò, garantendole che avrebbero ritrovato Henry e sarebbero tornati a casa sani e salvi e come sempre, riuscì a farla sorridere un po' di più.
Sparì anche lei dopo pochi secondi e fu solo allora che Hook si voltò per guardare il Principe.
"Ti serve qualcosa?"
Il biondo sussultò impercettibilmente; non era molto sicuro di ciò che voleva dire, forse solo ringraziarlo per aver offerto la sua nave e il suo aiuto per ritrovare suo nipote ma tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu:
"No, grazie. Buonanotte, Hook."
Era stato l'unico a salutarlo in un modo che non fossero cenni del capo o sguardi quasi di compatimento; dopotutto lui era l'unico su quella nave, la sua nave, che non aveva nulla a che fare con Henry. Non era ne un parente, ne un familiare adottivo, non era niente. Non era parte di quella famiglia. 
E David lo sapeva. Ma nonstante questo fu il primo a sforzarsi di creare un minimo rapporto con lui.
"Buonanotte, amico."
Il Principe si fermò sulla soglia, con una mano poggiata allo stipite e un sorrisetto gli sfuggì dalle labbra.
"Non sono il tuo 'amico'." 
Questa volta la risposta non fu carica di rabbia come l'ultima volta, ma fu divertita, quasi scherzosa e il Pirata sollevò un sopracciglio, soddisfatto di se stesso, quando anche David scomparve nel buio della nave, lasciandolo solo a vegliare sul loro sonno.
  
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