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Autore: Wandering    18/09/2013    0 recensioni
Siamo in bilico su un mare di sofferenza coperti da un cielo di stelle che non possiamo toccare
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Con le unghie smaltate aggrediva la vita, la sua stessa esistenza. Si odiava. Era nauseata da chi era realmente. Ogni mattina costringeva il suo animo ad indossare una maschera di marmo. Sembrava tanto felice agli occhi di tutti. "Mi odio voglio morire." queste era una delle frasi presenti spesso e volentieri nel suo diario. Aveva una voragine nell'animo la stava mangiando dall'interno. Una strana sensazione cresceva dentro di lei ogni giorno. Erano una massa intrecciata di emozioni di cui non riusciva a liberarsi. Seppure lì in mezzo ci sia stato un qualsiasi intento positivo non sarebbe mai riuscita a tirarlo fuori se non con l'aiuto di qualcuno. Era tutto così difficile ai suoi occhi. "Se solo ce l'avesse detto" ripete la madre tra un singhiozzo e un altro mentre stringe lentamente nella mano quel foglio misto a lacrime e urla. Quando l'accompagnava a scuola non la vedeva sprofondare nel sedile alla sola idea di incontrare altre sofferenze. Spesso rimaneva in silenzio per tutto il tragitto e guardava fuori: immaginava tutto ciò che ha sempre desiderato. Lei era lì fuori abbracciata a suo padre con il fratello e la madre. Peccato che quella non era la sua vita, no, non era lei. Quando usciva dalla macchina spesso sbatteva violentemente lo sportello dell'auto e trascinava i suoi pesanti anfibi sul prato fino ad arrivare in un piccolo gruppetto. Non ne parlava mai con nessuno di questo suo disagio, si limitava solamente ad appesantire i suoi occhi con la matita. Con chi avrebbe dovuto parlarne? Nessuno l'avrebbe capita, l'avrebbero solamente derisa. "Era un adolescente debole ed è giusto che sia andata a finire così" si giustifica il patrigno. Probabilmente è giusto, la vita ci travolge e solamente i forti resistono, gli altri affogano. La sua stanza sembra ancora chiedere aiuto al suo posto. Il fratello passa la mano sulla parete coperta da vari poster e lentamente ne strappa uno...e poi un altro e un altro ancora. Si era dimenticato come fossero dipinte le pareti. Poi la sua attenzione è colta da un cd che gli aveva prestato e che non aveva mai avuto indietro, così lo infila nello stereo e spara quella musica a tutto volume. Sembra essere attraversato da parte a parte. Si sentiva terribilmente vuoto, forse come sua sorella quando si chiudeva in camera le ore. Quando si buttava sul letto e le sue lacrime erano mascherate dal rumore assordante che usciva dalle casse. Non doveva necessariamente nascondere il suo dolore a casa perché era spesso vuota. Una volta in quelle stanze facevano eco le loro risate. Erano tutti insieme a godere della loro felicità. Poi una mattina d'estate i due fratellini non trovano i genitori a casa. Emily ricorda benissimo quel giorno come fosse ieri. Faceva fresco quando aveva aperto gli occhi così decise di chiudere la finestra della camera. Poi si recò in sala, ma il profumo del caffè non inondava la stanza come era solito fare, ma non si preoccupò molto era un giorno di scuola ed era felice di non dover andare in classe per assistere alla lezione. Non riuscì mai a perdonarsi quella stupida e odiosa gioia momentanea. Intanto l'Emily adolescente passava spesso dinanzi quelle stanze piangendo più forte e faceva sì che il trucco le colasse tutto lungo la guancia sinistra. Quando la madre tornò a casa quella sera stappò una bottiglia di vino dinanzi i suoi figli e bevve finché non si addormentò sul divano. Non capirono cosa era successo alla madre. Continuavano a chiedere "Dov'è papà?" Emily non aveva mai smesso di ripeterlo. La vita era andata avanti per Patrick e aveva accettato il nuovo padre e la nuova vita. Tutti sono riuniti intorno alla sua bara. Le urla della madre sono stoppate dal petto del marito, ma rompono comunque il silenzio. Niente potrà calmarla. Il vento di novembre rende tutto meno doloroso e il fruscio delle foglie fa da sfondo a quell'immagine che tutti i presenti vorrebbero eliminare dalla loro mente. Ha iniziato a piovere sulle loro teste e tutti sono andati al coperto tranne Patrick, lui è rimasto sotto la pioggia che la sorella amava tanto. Si sta sedendo a terra e sta passando la mano sulla terra ormai bagnata. Se solo fosse stato più presente se ci fosse stato vicino non sarebbe mai successo tutto questo, ora sarebbe ancora con noi. Non sembra accorgersi delle sue lacrime. Lentamente si sta posando a terra con la schiena sul terreno, chiude gli occhi e sembra ricordare tutti i momenti passati insieme. Pian piano questi divengono più offuscati e poi più nulla, solo i suoi singhiozzi sembrano reali. L'aveva trovata sdraiata sul pavimento freddo ormai quanto lei. Una pistola e un foglio scritto tremando posavano sul parquet. Il suo dolce viso circondato dai capelli corvini era divenuto così chiaro. Sembrava dormisse beata. Patrick ha aperto di nuovo gli occhi al suono di una voce familiare...
  
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