Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: icansimplydisappear    18/09/2013    2 recensioni
椿;
Camelia.
Dal giapponese, Tsubaki.
La camelia è un fiore che non ha profumo
Sboccia in silenzio, senza farsi notare.
Perfino il modo in cui appassisce è lugubre e miserabile.
Io sono Tsubaki, il fiore che non ha profumo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


La camelia è un fiore che non ha profumo.

Sboccia in silenzio, senza farsi notare.

Perfino il modo in cui appassisce è lugubre e miserabile.

 

“Tsubaki.” delle voci che sembrano provenire dall'oltretomba mi chiamano. “Lasciatemi stare.” la mia voce è appena udibile. “Tsubaki.” scuoto la testa e faccio gesti scomposti con le mani. “Andatevene.” sussurro in modo stizzito. “Andatevene via!” urlo, ma la mia voce sembra che non si voglia far sentire.

“Tsubaki.” le voci non provengono più dall'oltretomba, no. “Dove siete?” mi giro più e più volte, ma intorno a me ci sono solo pareti bianche. “Tsubaki. Siamo qui.” Ho il fiato corto, mi chino in terra, le lacrime scivolano dalle ciglia al pavimento, vomito, poi il buio.

 

Tsubaki, stupida ragazza, credi che svenire ti libererà di noi?”

 

Urlo.

È l'unica cosa che riesco a fare. Urlare.

Uno sprazzo di mondo spunta dalla piccola finestra semi circolare. Nonostante le mie gambe tremanti riesco a raggiungerla, mi aggrappo con tutte le forze al davanzale. “Tsubaki.” Stanno tornando.

Sospiro, affranta.

Mi trascino fino allo specchio strisciando sul pavimento, sentendo la presenza di centinaia di mani che afferrano i miei abiti, i miei gomiti, le mie ginocchia e che tentano di trascinarmi giù, sotto al pavimento, sotto terra.

“Tsubaki.” mi tiro a sedere e tengo gli occhi chiusi, mentre le voci si fanno più vicine, più solenni, più assetate di sangue, più bramanti di dolore.

Spalanco lo gli occhi e mi guardo.

Disordine.

Ecco quello che vedo.

Il disordine più totale.

Sguardo vuoto, capelli sporchi e graffi.

“Tsubaki.” ecco, ora che mi vedo capisco da dove vengono quei mostri.

Quei mostri sono ciò che resta dell'anima del mostro più terribile.

Me.

Comincio a respirare velocemente, gli occhi schizzano da una parte all'altra, le mani mi tremano, sono priva di controllo.

“Devo farli uscire.” sussurro. “Si, si. Devono uscire.” ho un tono maniacale, tutto intorno a me è insensato.

Sento qualcosa che cresce dentro di me.

Sale.

Arriva alle mani.

Ira.

Pugni.

Urla.

Sangue.

Pezzi di me e di specchio si frantumano al mio tocco, crollano a terra e rimangono li, coperti di sangue.

“Devono uscire, devono uscire, devono andare via. Via. Via. Via.” ringhio frasi sconnesse, mi butto a terra carponi e nella semi oscurità cerco un frammento di specchio.

Eccolo, mi punge l'anulare sinistro. Lo afferro e rido.

“Non posso liberarmi di voi svenendo?” rido ancora. “Adesso ve ne andrete.”

Mi alzo e con passo insicuro raggiungo l'angolo più luminoso della stanza, la luna piena fa capolino dalla finestra sorridendomi, sbruffona.

“Tsubaki.” Mi tiro uno schiaffo appena sento ancora quelle voci. “Zitte. Andatevene via.”

Alzo il frammento di specchio e lo porto a metà avambraccio.

Spingo. “Dovete andarvene.”

Un rivoletto rosso cola fino al mio polso. “Via. Via. Via.” Altri tagli, altre risate.

“Andatevene.” Impugno meglio il frammento insanguinato.

Lo porto al polso. “Adess0 mi libero di voi, si, si. Mi libero di voi.”

Spingo. “Mi libero di...voi.”

L'ultima cosa che sento è il frammento di specchio che cade a terra.

L'ultima cosa che vedo sono i mostri rossi che escono da me.

Per sempre.

 

Io sono Tsubaki, il fiore che non ha profumo.

Sboccio in silenzio, senza farmi notare.

Perfino il modo in cui appassisco è lugubre e miserabile.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: icansimplydisappear