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Autore: Far away    18/09/2013    1 recensioni
Dal capitolo 14:
“Io ho dei tagli sui polsi Zayn.” Dissi cercando di tirare fuori tutta me stessa ormai con le sembianze di una fontana. “E tu hai solo uno stupido orgoglio dietro.”
Zayn: “Questo non dovevi dirlo.”
“Certo che non dovevo dirlo, guai che ti disturba. Abbi almeno il coraggio di dirmi perché mi stai trattando così.
Zayn: “Mi da fastidio tutto, stasera io non c’ero per te, Louis e Harry, si Harry lui è venuto da te ad aiutarti, ma per favore…”
“E tu mi stai facendo questa scenata per pura gelosia?”
Zayn: “Non è gelosia.” Disse annoiato.
“E se non è gelosia, non è amore. Grazie Zayn, mi mancava da parte tua sentirmi dire che non mi ami.”
Gli diedi le spalle ma lui mi prese a se tremando.
“Che vuoi adesso?” Mi strinse più che mai, sentivo il suo respiro sul mio collo, il mio battito era il suo solo che io stavo soffrendo troppo.
Zayn: “Mi dispiace.”
“Che hai Zayn? Perché mi tratti così?”
Zayn: “Ho paura…”
“Tu paura? Di che cosa?”
Zayn: “Di perdere la ragione per cui vivo.”
“….”
Zayn: “Te.”
Spero vi piaccia, godetevi la storia, visitate il mio profilo e recensite!
1 capitolo alla fine!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Il passato è bello perché è passato, prima era bello perché era presente. Se cercate di far diventare presente il vostro passato, come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi."

"Mi dispiace.” Disse Harry imbarazzato, rompendo quel bacio.
“No, dispiace a me, avrei potuto evitarlo.” Dissi sentendomi avvampare. Ne combinavo una peggiore dell’altra ultimamente.
“Senti Chanel lo sai quello che provo per te, ma sono intenzionato a non lasciare che tu ti riavvicini a me solo per soffocare il dolore causato da Zayn…non sono stupido e ho solo bisogno di vederti stare bene.” Harry sembrava quasi disperato, non l’avevo mai visto così, ci teneva davvero a me e non solo come ipotetica fidanzata, ma come amica.
Sbuffai e mi sedetti sulla sedia appoggiando i gomiti sulle gambe e la testa tra le mani.
“Io…io lo so Harry ma è tutto così complicato, so che ci tiene a me ma è scappato ancora una volta.” Il riccio mi guardò per qualche secondo riflettendo poi prese posto sulla sedia accanto alla mia.
“L’ultima volta che l’ho visto era conciato piuttosto male, non riusciva a camminare e seminava sangue ovunque, il suo volto era irriconoscibile e non riusciva a parlare.” Alzai per un attimo il viso concentrandomi sulle parole di Harry che guardava di fronte a lui come se stesse vedendo quelle che era successo e lo stesse raccontando a me, che non potevo vedere. “Se devo essere sincero non so come sia riuscito a mantenersi vivo dopo le condizioni in cui l’avevano messo.” Sentii gli occhi bruciarmi e una serie di lacrime violente lasciarmi il viso, l’immagine di Zayn distrutto viaggiava per la mia mente incapace di accettare ciò che era successo. Con un pizzico di malinconia nella voce Harry continuò a raccontare. “Aveva detto che doveva fargliela pagare ed è andato nell’appartamento di Stephanie e ha combattuto con due tizi che ti avevano ridotto così.” Ora anche lui piangeva, non come me ma vidi i suoi occhi diventare lucidi e la sua guancia bagnata. “So che sei arrabbiata con lui Chan…” si girò a guardarmi “ma raggiungilo, fagli cambiare idea perché stando lontano da te starà male, lui ora non sta bene e neanche tu. Vai da lui.” Il tono di Harry era lento e pacato, mi guardava come a pregarmi e prima di alzarsi prese il mio volto tra le mani e mi baciò in fronte, prima di entrare dentro casa asciugandosi una lacrima. Io rimasi seduta lì, sul balcone, a stringermi nel mio maglione invernale pensando a cosa fare.

La mattina dopo mi svegliai con il suono della voce di Louis che mi annunciava che la colazione era pronta, così aprii gli occhi e mi alzai controvoglia dal letto, dirigendomi verso il bagno. Mi pettinai i capelli, mi sciacquai la faccia e feci tutto quello che si fa in un bagno e poi con solo una maglietta lunga e azzurra di Louis e un paio di culottes scure scesi dagli altri già attivi e allegri.
“Mi spiegate cosa vi porta ad essere così allegri di prima mattina?” dissi sbadigliando. Avevo di fronte a me Liam, Louis, Harry e Niall intenti a mangiare tutti sorridenti e di buon’umore. Liam indossava una maglietta leggera e un cappello di Batman al contrario, Niall un maglione di lana, Louis una maglietta a righe a maniche corte ed Harry indossava solo un paio di jeans. Madison non c’era perché era all’accademia.
“Ehi quella è la mia maglietta.” Disse Louis guardandomi con un’aria piuttosto stupida. Presi posto di fianco a Liam e cominciai a mangiare le mie frittelle con del cioccolato sopra.
“Ma vi vestite sempre così? Cioè non facendo intendere alla gente in che mese si trova.” Intervenni io.
“Sei tu quella con solo una maglietta sopra.” Rispose pronto Harry.
“Si ma sei anche tu quello senza maglia ed è il tizio di fianco a te con un maglione…cioè si, questa casa è abbastanza calda da girare a maniche corte anche d’inverno ma mettetevi d’accordo.”
“Mangia e taci tra poco avremo visite.” MI zittì Lou scherzosamente.
“Visite?” esclamai confusa. Dopo un poi sentii il campanello suonare e mi affrettai a gridare: “Vado io!” Ma Harry parlò con me e ci lanciammo uno sguardo di fuoco prima di correre insieme verso la porta; dopo aver combattuto un po’ per aprirla riuscii a prendere il controllo della situazione e girando la maniglia per spalancare la porta finì addosso ad Harry che prontamente mi afferrò, tutto sotto lo sguardo scioccato dei miei….genitori.
“Uhm mamma, pa ….” Mi fermai appena mi accorsi di come lo stavo per chiamare . “Che ci fate qui?”
“Avevamo avvertito Louis della nostra visita. Non ti ha detto niente?” Rispose sorpresa mia madre. Non capii i loro sguardi confusi e imbarazzati finchè non ricordai di indossare solo una maglietta ed Harry solo un paio di jeans, così arrossì di colpo e aprendo un altro po’ la porta li feci entrare in casa.
“Buongiorno ragazzi.” Disse mia madre.
“Buongiorno sig.ra.” risposero tutti in coro. Seguii un silenzio imbarazzante che mi permisi di rompere io dicendo un “Vado a cambiarmi, torno subito.” Per poi lanciare uno sguardo agli altri per fargli capire che avrebbero dovuto cambiarsi anche loro. Poi salii le scale di fretta e mi infilai un maglioncino e un paio di jeans, abbassai il riscaldamento e scesi in salone dove sul divano mi aspettavano seduti i miei genitori.
I ragazzi erano probabilmente di sopra ed io mi affrettai a prendere posto sul divano, chiedendomi cosa ci facessero qui e di cosa mi volessero parlare.
“Chanel sappiamo che questo è stato un periodo molto difficile.” Incominciò impacciato quello che io per una vita avevo chiamato papà…ora era semplicemente John, John Dawson.
“Davvero?” Lo bloccai commentando sarcasticamente e guardandolo con un’aria tutt’altro che comprensiva, che naturalmente non fece piacere a mia madre.
“Tesoro come ti ho già spiegato il tuo vero padre è morto da tempo ed io mi sono risposata e so che sono stati anni difficili ma io e John siamo sposati…”
“Non è una giustificazione mamma.” Dissi alzandomi in piedi schifata dal loro modo di venire da me e pretendere di aggiustare tutto giustificandosi a vicenda. “Per anni ci ha trattato come stracci e mi hai fatto credere che mi amasse e che sarebbe tutto finito ma io me ne sono dovuta andare di casa per smetterla di essere torturata e fargli promettere che avrebbe smesso di farti obbedire ai suoi ordini e sottometterti a lui.”
Riconobbi i passi di Lou che scendevano le scale e si fermavano alla fine della rampa ma non mi girai e tirando un respiro profondo mi asciugai velocemente gli occhi.
“Hai ragione Chan ma permettimi di ricominciare…voglio spiegarti io…” continuò con fare dispiaciuto quel tizio. Era un bugiardo e non gli avrei creduto neanche morta.
“Lui non mi sottometteva!” gridò mia madre in preda ad un pianto isterico. Rimasi a fissarla confusa…mi prendeva in giro forse?
“Volete dire che è stata tutta una messa in scena? Che per 18 anni ho vissuto nella menzogna e con una famiglia che non mi ama?”
“Come puoi dire una cosa del genere Margot?”
Mi madre si alzò ormai piangendo posizionandomi di fronte e cingendomi le spalle con le sue mani.
“Non mi chiamare in quel modo e non credere di poter risolvere tutto questo in un attimo.” Commentai sconvolta e completamente scioccata, facendo una passo indietro per ritrarmi dalle sue braccia.
“Chanel è meglio se esci fuori con me, ne parlerai meglio un altro giorno.”
Fu Louis a parlare questa volta, prendendomi per le spalle e accompagnandomi alla porta. Mia madre mi fissò con aria colpevole prima di lasciarsi trasportare da un pianto che la portò tra le braccia di John in modo che fosse consolata.

Quando fummo fuori Louis mi posizionò di fronte a lui e mi guardò incapace di parlare.
“Erano tutte bugie Lou, dal primo giorno. Che ho fatto per meritarmi una cosa del genere? Ero terrorizzata da mio padre e lui non… non era mio padre, Insomma sembra una presa in giro, uno scherzo per stupidi.” Dissi lasciando scendere le lacrime e passandomi diverse volte le mani nei capelli per toglierli dal viso.
“C’è qualcuno che mi vuole ancora bene?” urlai tirando un calcio alla porta. Ero davvero arrivata al limite e Louis l’aveva capito.
“Io Chanel, io, io, io lo sai non ti ho mai mentito e non ho intenzione di farlo, sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto e abbastanza matura da ascoltare e comprendere tutto quello che c’è da capire. Ma fallo non abbatterti subito.”
“Gli hai sentiti anche tu però.”
“Si, gli ho sentiti ma questo non vuol dire niente.”
In un modo o nell’altro lui era l’unica che riusciva a calmarmi sempre, era abituato ad ascoltare prima di parlare ed era una cosa che cercava di insegnarmi da quando ci eravamo conosciuti. Sapeva che ero molto impulsiva e che avevo poco autocontrollo ma riusciva a gestirmi, come solo pochi sapevano fare… come solo Zayn sapeva fare. Ed ecco che in un attimo lui era diventato ancora una volta il centro dei miei pensieri, tutto ruotava intorno a lui ed ero io che continuavo a farmi del male perché se avessi voluto avrei potuto cancellarlo dalla testa in un momento. Ma ero consapevole che non era da lì che doveva andare via e la sua assenza si faceva sentire sempre di più.
Rimasi tra le braccia di Louis a fissarlo provando a reggere il suo sguardo ma non ce la feci. Volsi gli occhi verso il basso e cominciai a piangere come non facevo da tanto, avevo pianto molto nelle ultime settimane ma mai così.
“Mi manca così tanto.”
Mi feci avvolgere dalle braccia di Louis affondando il viso nel suo petto e bagnando la sua maglietta.
“Lo so Chanel…ma non puoi rimanere con le mani in mano e prendertela con i tuoi.”
Ed ancora una volta aveva ragione: ero stata ferita, derisa, umiliata, distrutta ma non permettevo agli altri di starmi a fianco e se le facevo mi mettevo nei casini tipo baciando Harry o mettendomi ancora una volta contro i miei genitori.
“Devo tornare in accademia Lou.”
“Oh avanti Chan tra una settimana è Natale non ne vale la pena abbiamo già parlato. Ma cosa centra ora?”
“Devo distrarmi Lou…”
“Distrazione migliore di tutti noi in casa mia a Natale? Non credo.” Risi non credevo che qualcuno fosse disposto a rischiare tanto per me ma mi sbagliavo.
I miei mi avevano lasciato partire per il mio sogno.
Mia zia, Demi, si era nascosta dietro un’insegnante per avermi al suo fianco.
Harry aveva rinunciato a me per vedermi felice con Zayn.
Louis mi aveva aspettata, sopportato, consigliato e ospitato per tutto quel tempo.
Niall e Liam mi facevano sorridere sempre.
E Zayn aveva rinunciato a me e all’accademia solo perché credeva che fosse la cosa giusta per ME.
Avevo distrutto tutti.

UNA SETTIMANA DOPO
“Ti prego dimmelo dimmelo dimmelooooo.”
Era da più di mezz’ora che Fizzy tirava la maglietta di Louis per sapere cosa il fratello le avesse regalato, ma naturalmente la risposta era sempre la stessa.
“Quando lo aprirai lo scoprirai Fizzy.”
Risposta che di minuto in minuto diventava sempre più pesante e mi faceva sorridere, facendomi pensare a quando ero piccola io.
“Ehi Fizzy, che ne dici di sederti di fianco a me per la cena di stasera?”
“Siiiiii.” Urlò correndo verso di me e salendomi in braccio. “Ma mi dirai cosa mi hai regalato?”
“Ah allora non era per stressare tuo fratello.” Risi lanciando un’occhiatina a Lou che mi rispose con una smorfia.
Dall’altra parte del salone c’erano i miei genitori che, dopo il discorso con Louis, ero più decisa ad ascoltare, in particolare il mio patrigno, sembrava che mi volesse parlare sul serio e, anche se non sapevo se sarei stata pronta, avevo bisogno di smetterla di avere segreti e complicazioni e riprendere la mia vita, ero troppo giovane per cadere in una pseudo-depressione.
“Tutti a tavolaaaaa.” La voce di Jay risuonò nella casa facendo sedere tutti ai loro posti, facendo uscire dalla stanza dei giochi Phoebe, Lottie, Daisy accompagnate da Harry e Demi, facendo scendere dal piano superiore Liam e Niall che discutevano sul risultato della partita a Fifa appena disputata, mentre Madison prendeva le parti di Niall abbracciandolo e baciandolo di tanto in tanto. Dire che quella scena mi fece ridere è un eufemismo.
Io mi trovavo seduta tra Fizzy e Louis e di fronte a me c’era Madison con cui mi scambiavo dei sorta di messaggi in codice che bastavano a commentare tutto ciò che succedeva a tavola e a ridere di tutto.
“Buonissimo il pollo Jay.” Commentò Niall dopo appena tre bocconi.
“Grazie Niall, sempre così gentile.” Rispose di rimando la signora Tomlinson.
“E affamato.” Si aggiunse Mad ridendo.
Quando tutti finimmo di mangiare, avevamo nello stomaco Pollo, antipastini, frittura, polpettine, dolcetti, torte e altre calorie varie, credo di non aver mangiato così tanto neanche in una settimana di pranzi e cene con amici.
“Altra fetta di torta?” Esultò Jay sorridente mettendosi in piedi, ricevendo una serie di “No” esausti e disgustati al solo pensiero di vedere altro cibo.
“Si aprono i regaliiiiiii.” Urlò Fizzy riprendendo a strattonare la camicia di Louis che cadde dalla sedia. Tutti scoppiarono a ridere per la scena e alla fine anche mr. Tomlinson accennò un sorriso divertito solamente per avermi visto così felice. Mi piaceva quella serata, era un’atmosfera magica che non avevo da molto tempo.
E così, allontanando il tavolo dall’albero, ci sedemmo tutti in semicerchio a scartare i miliardi di regali sotto l’albero. Scartammo prima quelli per le bambine in modo che sarebbero andate a letto e noi avremmo avuto più tempo per i nostri regali.
“E questo è per Chanel, da parte mia e di Niall.” Disse Madison porgendomi un pacchetto.
“Per me?” domandai sorpresa.
“Avanti aprilo Chan.” Mi incitò Horan.
Quando scartai il regalo, mi trovai davanti ad un CD che guardai in modo confuso per qualche secondo.
“Lì dentro ci sono tutte le nostre esibizioni e le canzoni che abbiamo scritto e cantato fino ad ora. Niall mi ha aiutato con il montaggio e tutto. Spero ti piaccia.”
“Non avrei potuto chiedere regalo migliore.”
“Oh si che avresti.” Disse Louis facendomi l’occhiolino.
“Che vuol dire?” chiesi confusa.
“Certa gente non sa proprio tenere la bocca chiusa, lo rimproverò Harry.
E così trascorse un’altra ora tra carta da regalo, fiocchi, battute divertenti, lacrime, risate e amici.
“Ed ultimo ma non meno importante il regalo per Chanel da una persona importante.”
Avete presente quel momento in cui gli occhi vi si riempiono di lacrime che non riesci a decifrare, il respiro vi si ferma in gola e vorreste correre in mezzo ad una distesa immensa di fiori solo per far sapere al mondo quando siete felici? E’ questo che succede nel momento in cui davanti a voi si presenta una lettera della persona più importante della vostra vita, quella che pensi di odiare ma ami, quella che fa di tutto per te nonostante porti dolore, quella che ti scrive una lettera di spiegazioni a Natale solo per farti capire che….

Cara Chanel,
so che preferiresti la mia voce ad un pezzo di carta ed hai ragione perché anche io, nel giorno più importante dell’anno, vorrei avere il tuo piccolo corpo nelle mie braccia e sentirti cantare delle canzoni di Natale e poi vedere la tua faccia una volta scartato il mio regalo per te.
Forse quest’anno non è stato possibile però ora leggi solo quello che ho da dirti: non merito di essere compreso o perdonato e ti prego di non prendere questa lettera come un’inutile lagna perché voglio che tu non mi prenda per un vigliacco che non sa amare.
Non posso tornare in accademia perché la mia famiglia non se lo può più permettere per tutti e cinque gli anni e solo una borsa di studio mi salverebbe. Prima o poi sarei dovuto andare via ed ho preferito andarmene quando tu avevi bisogno di ricominciare, e ho detto: perché non lo fa senza di me?
Ecco, lì mi sono sbagliato, qui senza di te nulla ha senso per me, le tue risate, la tua voce nella stanza che canta mentre mi faccio la doccia, i tuoi continui ritardi alle lezioni e il dover cacciare Madison dalla nostra stanza per stare con te… non capisco come sia stato possibile pensare che la tua assenza mi avrebbe fatto stare bene. Ti avrebbe fatta stare bene.
E per questo ti chiedo scusa perché so che tu non mi hai dimenticato, anche se magari sei ancora arrabbiata con me, vorrei solo poter tornare indietro e capire che il mio posto non è Bradford, non da quando non ci sei più tu in questa cittadina.
Forse tu non lo sai ma è dal primo anno che la mattina ti fisso in autobus, ho il quaderno pieno di tuoi ritratti o disegni di cose che ti rappresentano, per cinque anni il mio mondo girava intorno a te e il sesto anno il mio mondo girava intorno a noi… e continua a farlo anche a distanza.
Per me non è mai realmente finita, non lo sarà mai, e non sai cosa farei per avere quella borsa di studio e finire l’anno con te prima di vederti partire per l’America per provare a realizzare il tuo sogno.
Ho abbandonato chi amavo perché pensavo che avrei fatto del bene, ma mi sbagliavo: ascolta i tuoi amici, ascolta tuo padre, non perderli perché hai una capacità incredibile di farti amare da tutti e amare e perdonare, perché so che tu mi pensi anche se un secondo al giorno, per me è molto più importante di non essere nella tua testa.
Al mio fianco ho il tuo regalo e non potrei esserne più felice, per questo ho voluto ricambiare.
Saprai dove andare e a chi andrà a finire quel biglietto.
Ho scritto troppo, ricordati che ti amo.
Per sempre tuo,
Zayn Malik

“Tutto bene tesoro?” Mi domandò Demi mentre una serie di occhi complici mi osservavano aprire il regalo di Zayn
Fu molto più che una sorpresa aprire la busta del suo regalo e trovare un biglietto di sola andata per una città a scelta entro il 17 giugno 2013.
La mia data di partenza per Los Angeles….
Saprai dove andare e a chi andrà a finire quel biglietto… per sempre tuo, Zayn Malik.


THE VOICE CARRIES A DREAM..
Questo è il penultimo capitolooooooo!! L'ultimo se non si conta l'epilogo...in questo spazio autrice non scriverò molto e all'ultimo capitolo/epilogo farò tutti i ringraziamenti ufficiali e preparerò i fazzoletti perchè almeno per me sarà commovente finire questa storia, non so per voi spero di si. Almeno una piccola minuscola recensione me la lasciate per la fine della storia? Vi pregooo...Okay allora ringrazio la ragazza che è ritornata a recensire e dico che tipo la amo e credo anche di averti accontentata su Chan e Zayn asdfghjkl.
Capitolo spettacolare, bhe magari fa schifo ma io amo la lettera di Zayn quindi diventa tutto spettacolare (lo so, parlo molto). Poi si parla della situazione tra quei pazzi di Chanel ed Harry, la nostra bella protagonista che litiga con i suoi ancora una volta e poi Nataleeeeee
"Merry Christmas"...ricoveratemi.
Perfetto, se non avete capito qualcosa chiedetemi o leggete il prossimo capitolo in cui sarà spiegato tutto.
MI farebbe piacere anche se passaste alla mia nuova storia scritta in collaborazione con delle amiche quindi il merito non è tutto mio, anche se l'idea di base si.
Dovevo parlare poco ma ho fatto un poema. Tanto amore belli alla prossima <3

Maybe it's...Love? :
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2152158&i=1

Piesse: Che bel banner vero??? Non l'ho fatto io...
  
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