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Autore: _Haru__    18/09/2013    0 recensioni
John, Rave, Max e Nick sono quattro ribelli che vivono a New York. L'anno di cui stiamo parlando è il 3000. La libertà di ogni cittadino è limitata dal Sistema Americano che registrando ed utilizzando le Impronte Digitali di ogni individuo sin dalla nascita riesce a controllare le vite di questi. Ma un gruppo di anarchici è pronto per recarsi a Washington e distruggere il Computer Centrale del Sistema donando la Libertà all'America. Il Continente più potente del mondo è sotto il controllo del Sistema e i cittadini non hanno molte possibilità di ribellarsi: ce la farà, invece, la nostra banda di anarchici? Scopritelo leggendo questa storia, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

- Fuga - 


Un tempo, prima che la banda dei quattro ribelli si formasse, Rave e Nick lavoravano nella stessa fabbrica di Armi Digitali, così veniva chiamata una qualunque nuova serie di produzione d'armi da fuoco dopo l'attivazione del Sistema 'Fingerprints', e il loro dovere era immettere un chip 'registra-impronte' all'interno di ogni prodotto. D'altronde non avrebbero potuto avere altro compito lì dentro poiché il resto della produzione era affidata completamente alle macchine di tecnologia avanzata. L'immissione del chip era importantissima e non ammetteva errori, però quest'ultimo richiedeva una pre-registrazione di una qualunque Impronta Digitale per far sì che il chip riconoscesse successivamente ciò che avrebbe dovuto registrare, ovvero l'Impronta Digitale del suo possessore. Una macchina, per quanto veloce e attenta, non godeva di alcuna Impronta e perciò vennero inseriti lavoratori umani. 
I due, in uno dei soliti giorni di routine, cominciarono a darsi da fare mentre il loro capo riempiva le loro teste di urla con tanto di insulti come sottofondo. Il numero di operai non era molto elevato: vi erano quindici file nelle quali passavano le armi pronte per ospitare il chip e queste file erano suddivise a loro volta in due parti e in ognuna di esse vi lavorava un individuo. Insomma, non erano più di una trentina di persone. Le macchine avanzavano rapidissimamente col lavoro e quindi gli operai dovevano essere anch'essi veloci e scattanti. Non vi era tempo né di parlare fra colleghi né di riposare. 
- Ok, basta così stronzi! Per oggi abbiamo terminato, potete andare nelle vostre baracche! - urlò il capo spegnendo parte delle macchine e cominciando ad uscire. Rave e Nick, insieme a tutti gli altri, si dileguarono in un vocìo di lamentele sulla fatica che ognuno aveva fatto in quelle pesanti otto ore. Si dicevano sempre le stesse cose, ma era inevitabile confortarsi con i propri colleghi dopo un inferno passato senza alcun riposo. Quel giorno, prima di andare a lavorare, Nick aveva chiesto ad ogni operaio se a fine lavoro si fosse fermato a parlare di una faccenda importante. Quasi tutti acconsentirono e, quando il capo se ne andò, iniziò la famosa riunione. Si raggrupparono davanti all'entrata della fabbrica e, senza attirare troppa attenzione dagli estranei, Nick prese parola: - Dobbiamo ribellarci, ragazzi. Otto ore consecutive senza nemmeno un secondo di respiro! Siamo fortunati ad avere un lavoro visto lo sviluppo della tecnologia di oggi ma lo sono di più i nostri capi che hanno degli uomini come noi che immettono quei cazzo di chip dentro le armi! Come noi facciamo bene il nostro lavoro loro devono trattarci bene e permetterci di avere almeno due intervalli al giorno! E' il momento di scioperare; e da domani. Siete tutti con me?! - terminato questo discorso intervenne l'amico Rave a dare appoggio alle parole del compagno: - Allora, siete tutti d'accordo? Domani si sciopera finché non ci danno quegli'intervalli?! Io sono con lui, e voi? -. Sguardi timidi vagarono fra gli operai ognuno dei quali sperava che qualcuno iniziasse ad incoraggiare gli altri. Un giovane ragazzo si affiancò a Rave e da lì iniziò la catena di adesioni: uno dopo l'altro avanzarono e diedero una pacca sulla spalla a Nick e Rave come dire - siamo con te, amico -. 



Il giorno dopo quella piccola massa si posizionò davanti al portone d'entrata con vecchi cartelli e scritte d'ogni tipo. Il capo arrivò in una lussuosissima automobile e non credette ai propri occhi: era ormai raro vedere scioperi, tutti si accontentavano del lavoro che avevano e non osavano di certo opporsi allo Stato poiché sapevano che non avrebbe avuto pietà. A quanto pare questo non spaventava gli operai di quella fabbrica che subito fischiarono e urlarono alla vista del loro superiore. Quest'ultimo fece cenno al proprio autista ed egli capì subito che doveva chiamare la polizia. Non si fece attendere più di tanto e la polizia giunse sul luogo: i fischi e le urla si fecero più intense. Il comandante di quel gruppo di poliziotti ordinò ai suoi di circondare i manifestanti e di puntare contro loro le armi. Gli altri alzarono immediatamente le braccia dichiarando che era una manifestazione pacifica. I due ideatori dello sciopero, al centro della massa degli operai, si guardarono preoccupati e immaginarono già cosa sarebbe potuto succedere. Il comandante sembrò ignorare quelle parole innocenti e ad un suo quasi invisibile cenno i suoi spararono sugli operai. - Vedo che non siete a conoscenza della Legge imposta dallo Stato: chiunque rallenti la produzione e lo sviluppo del nostro paese è considerato un ribelle del Sistema. - detto questo ormai quasi tutti gli operai erano morti mentre quelli più al centro erano riusciti a sopravvivere facendosi scudo dietro i cadaveri dei propri compagni. Nick e Rave corsero contro un poliziotto: lo buttarono a terra con una violenta spinta e, calpestandolo, corsero via per la prima via di fuga visibile. Fortunatamente, i due stavano fuggendo verso la direzione opposta degli altri e quindi la polizia si concentrò maggiormente sul gruppo più folto. Trovarono un ingresso sotterraneo e decisero di stare lì finché gli sbirri non avrebbero smesso di cercarli. Si udirono degli spari seguiti da delle grida di sofferenza: erano i loro compagni che stavano morendo. - E' stata una pessima idea, Nick, una pessima idea... - disse Rave agitandosi come un bambino.



Il giorno successivo uscirono da quella fogna puzzolente e si guardarono attorno spaesati, come se fossero capitati in un luogo estraneo. Furono abbagliati dall'intensa luce solare e respirarono finalmente aria fresca. 
Intanto, lì vicino, Max e John stavano fuggendo con un camioncino da una volante. Sentendo le sirene, Nick e il suo compagno rientrarono nuovamente nel sotterraneo. Uno dei poliziotti riuscì a bucare una ruota del camioncino e quest'ultimo sbandò nel vicolo sotto il quale i due ribelli si stavano nascondendo. I due sbirri scesero dall'auto puntando le armi contro i fuggitivi: - Arrendetevi! Siete in trappola, non avete vie di scampo! - urlò uno dei due. John e Max rimasero nel veicolo riflettendo su come potessero agire: - Max, io scendo e fingo di arrendermi e ,quando uno dei due viene ad ammanettarmi, tu corri verso l'altro e usalo come ostaggio -. Max rimase stupito dal rapido ragionamento di John e fece cenno di sì con la testa. La porta del camioncino si aprì e John scese con le mani in alto. Uno dei due gli si avvicinò e fece cenno al compagno di tenere d'occhio l'altro. Max uscì e si catapultò verso il poliziotto più lontano. Quest'ultimo se ne accorse in tempo e sparò un colpo alla gamba del ribelle facendolo cadere a terra. - No, Max! - urlò John che venne subito ammanettato. Intanto nel sotterraneo si sentiva tutto e i due decisero di entrare in azione: avevano capito che sarebbero stati quattro contro due e che sarebbe stato un gran bel vantaggio. A quel punto il portellone si aprì e la coppia Nick-Rave si divise. Nick sgozzò con un coltello il poliziotto che aveva ammanettato John mentre Rave colpì nelle parti basse l'altro e gli spezzò il collo. Il primo cercò subito la chiave delle manette nella tasca del cadavere e liberò John. Tutti si misero intorno a Max che era ancora a terra in preda al dolore. I tre lo caricarono sul retro del camioncino e John decise di stare con lui: - Guidate verso West 72nd Street New York, lì c'è una piccola abitazione dove potremo rifugiarci e curare Max. -.
Da quel giorno i quattro rimasero uniti dall'odio comune per il Sistema: Rave e Max avevano perso il lavoro e degli importanti compagni mentre John e Max si scoprì che scappavano da un centro di ricerca segreto. - Io sono uno scienziato e non potevo sopportare che delle cavie umane fossero utilizzate per delle futili ricerche. - disse John, poi si schiarì la voce e continuò: - Il mio amico Max era una di quelle cavie e dopo una ribellione comune di tutti noi scienziati, prima di scappare, l'ho liberato e devo dire che mi è stato anche molto d'aiuto là fuori. - Max gli diede un'occhiataccia e dopo essersi controllato le tasche il suo viso impallidì: - Dove cazzo sono le mie sigarette?! - 
  
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