Fallimenti

L'unica cosa che lo faceva tirare avanti era il pensiero di Gaara, avrebbe dovuto salvarlo, ad ogni costo.
Era lui che per tutto il tempo gli aveva dato la forza di lottare, correre, gridare.
Per lui aveva inseguito il biondo dell'Akatsuki, per lui Kiuuby aveva sprigionato il suo potere, corrodendolo dall'interno e sempre per lui aveva pianto lacrime amare, quando era giunto a scoprire la verità.
Gaara era morto.
Il suo corpo giaceva immobile per terra, su quella terra che lo aveva sempre rifiutato e che solo da poco aveva imparato ad amare.
Era una verità che gli venne sbattuta in faccia con una brutalità immonda.
Non era riuscito a salvarlo, esattamente come non era riuscito a salvare Sasuke.
Era forse quello il suo destino?
Vedere i suoi compagni, le persone a cui teneva di più, sparire ad uno ad uno, mentre lui lotta invano, ancora troppo debole per difenderli.
Dopotutto era per quello che Sasuke se n'era andato, perchè lui non era abbastanza forte per impedirglielo.
Ma dopo tre anni, non era cambiato nulla, continuava ad essere debole, continuava a perdere chi amava.
Li aveva persi entrambi, ma quanti ancora avrebbe dovuto perderne perchè tutto quello si fermasse?
Chi sarebbe stato il prossimo?
Forse Sakura, o Kakashi-sensei, o chiunque altro dei suoi amici.
Ma in quel momento gli sguardi tristi dei suoi compagni davanti a lui, non fecero altro che aumentare l'ira che portava dentro, assieme ad un'immensa tristezza.
Come potevano capire loro?
Gaara era l'unico che avrebbe potuto comprenderlo completamente.
Loro non avevano un demone dentro al proprio corpo, non avevano mai visto gli sguardi gelidi della gente mentre camminavano per strada, non avevano mai sofferto la mancanza di un'unica persona amica.
Gaara aveva sofferto più di tutti: lui non aveva avuto mai nessuno a proteggerlo, per quel motivo era diventato così.
Eppure era riuscito a combiare, stava cominciando ad amare, era divenuto Kazekage.
Ma tutto quello gli è stato strappato per la mancanza che lui aveva avuto, perchè continuava ad essere un debole.
L'aveva deluso, aveva fallito miseramente, abbandonandolo per l'ennesima volta.
Si sentì sprofondare in un oblio di fallimenti.