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Autore: yoloistheway    18/09/2013    2 recensioni
Le persone si creano mostri che neanche esistono, solo per paura di affrontare la realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

Rory Smith era sdraiata sul letto, come non faceva altro da ben trentadue giorni, li aveva contati, come contava ogni volta le gocce che scendevano lente dalla flebo, che apparentemente la teneva in vita, anche se tutti i medici e lei stessa sapevano bene che non c'era più nulla da fare, se non attendere un miracolo.

Un anno prima, all'età di soli ventisei anni, le era stata diagnosticata una grave forma di leucemia. Inizialmente aveva risposto bene alle cure, ma nell'ultimo periodo sembrava che il suo corpo avesse smesso di combattere, anche se lei no. Non aveva smesso neanche per un secondo di sorridere, di farsi forza, di credere che lei ce l'avrebbe fatta, e forse proprio questo la teneva ancora in vita.

Afferrò un giornale che le aveva portato sua madre e lo aprì iniziando a sfogliarlo. Leggeva passivamente quello che c'era scritto, perché in fondo non le interessava nulla di quello che c'era su quella rivista. Erano solo le storie di personaggi famosi, che si godevano la vita, si divertivano, mentre lei era lì a lottare contro la morte.


"Cameron ristruttura casa, cosa avrà in mente il primo ministro?"

"Litigio a corte: Kate ha abbandonato Buckingham Palace furiosamente ieri sera"

"Robert Pattinson nuovo film con la Stewart? Dobbiamo aspettarci un ritorno di Robsten?"

"Taylor Swift avvistata con una nuova fiamma: quando la finirà la cantante di passarsi tutta Hollywood?"

"One Direction: perché è finita?"

"Adele e il suo nuovo album"


Stava per girare di nuovo pagina, quando pensò al titolo letto poco prima.


"One Direction: perché è finita?"


Non era mai stata loro fan, ma il fatto che si fossero sciolti era stato uno scandalo anni prima e aveva incuriosito un po tutti, proprio perché le cause non erano state chiare.


"Nati nel 2010, durante l'edizione di XFactor UK, avevano raggiunto nel giro di poco tempo un successo mondiale. Secondo i critici dell'epoca sarebbero durati un paio di anni, il tempo di far passare la moda, ma si sbagliavano: la band è diventata giorno dopo giorno sempre più conosciuta e apprezzata, fino a raggiungere una popolarità senza limiti. Proprio quando stavano vivendo il culmine della loro carriera, però, per cause sconosciute, nel 2019 annunciarono lo scioglimento della band, lasciando le loro Directioners e il mondo intero senza parole. Ora a distanza di quattro anni io, Scarlet Logan, mi chiedo ancora cosa sia successo e sono certa che anche voi siate curiosi di saperlo. Tornerò nel passato sulle tracce dei cinque cantanti cercando di scoprire cosa è successo ben quattro anni fa. Siete pronti? Io non vedo l'ora!"


Certo che quella giornalista era davvero ambiziosa. In molti avevano tentato di intraprendere quell'avventura, ma mai nessuno era riuscito ad uscirsene.

"Buongiorno Rory!" disse una donna appena entrata nella stanza.

Era la dottoressa Lorely Stuart. Era piuttosto giovane, ma era davvero in gamba. Infatti, non appena laureata a pieni voti, era stata assunta in uno degli ospedali privati più prestigiosi di Londra, all'età di soli ventisei anni, e il primo caso che si era ritrovata di fronte era proprio quello della ragazza alla quale aveva augurato il buongiorno. Aveva preso molto a cuore quella paziente, tanto che la trattava come una sorella. Avevano la stessa età e forse proprio quel numero le rendeva così simili.

"Come ti senti oggi?" chiese avvicinandosi al letto.

"Bene, direi, come al solito.." sorrise dolcemente.

"Oggi ho mandato i tuoi dati alla banca americana dei midolli. Voglio provare anche lì!" disse Lorely speranzosa.

 Rory aveva bisogno di un urgente trapianto di midollo. I genitori, come da norma, erano risultati essere compatibili al cinquanta percento, una percentuale troppo bassa per rischiare di fare un trapianto in quelle condizioni. Occorreva un donatore che avesse una compatibilità maggiore, ma sembrava davvero un'impresa trovarlo. Erano mesi che la dottoressa inviava i dati di Rory agli ospedali di tutto il mondo, ma nulla, sembrava che il DNA della ragazza fosse unico al mondo.

"Grazie per tutto quello che stai facendo per me, ma sappiamo bene che ormai non c'è più nulla da fare.." disse guardando nel vuoto.

"Non è vero, lo sai, dobbiamo provarle tutte, ci sarà sicuramente qualcuno compatibile con te in tutto il mondo!”

"Magari c'è, ma non tutti sono iscritti alla lista dei donatori.."

"Certo, ma dobbiamo provare, non possiamo arrenderci, tu non puoi arrenderti!" disse poggiando una mano su quella della malata per confortarla.

"Sai bene che non lo farò mai, combatterò fino alla fine!"

"È così che ti voglio sentire !" sorrise e si chinò verso la ragazza per abbracciarla. 

Si strinsero forte per un paio di minuti. Gli occhi della dottoressa si riempirono di lacrime, ma fece in modo di trattenerle. Aveva imparato che la prima cosa che un medico doveva fare era proprio quella di rassicurare il paziente, e certo farsi vedere piangere non era il modo giusto. Un'altra cosa importante era quella di non farsi troppo prendere sentimentalmente, ma Lorely questo non riusciva mai a farlo. Metteva sempre tutta se stessa nel suo lavoro e si affezionava ogni volta ai suoi pazienti.

"Dottoressa c'è un urgenza!" disse l’infermiera, entrando nella camera.

Le due ragazze si allontanarono e la dottoressa si ricompose, sistemandosi per bene il camice.

“Ci vediamo domani Rory!” disse salutandola, e uscendo dalla stanza.

Percorse velocemente il corridoio grigio che conduceva alle scale e con al suo fianco l’infermiera, scese al piano terra, dove si trovava il pronto soccorso.

“Cosa è successo?” chiese Lorely all’infermiera.

“Il paziente è stato investito da una macchina, forse c’è una leggera frattura alla tibia.” spiegò la donna al suo fianco.

Lorely entrò nella stanza dove si tenevano le visite del pronto soccorso e senza dare troppo attenzione al paziente, si sedette alla scrivania che era in un angolo della sala, di fronte alla barella sulla quale giaceva il malato.

“Devo compilare una scheda con i suoi dati. E’ in grado di farlo o si sente un po’ confuso?” chiese dolcemente, come faceva sempre di solito, per mettere al suo agio il paziente che le era davanti.

“No, sto bene, anche se mi fa male un po’ la gamba..” ammise il paziente, che, dalla voce, sembrava essere piuttosto giovane.

“Certo, sarò molto veloce e poi vediamo meglio cosa le è successo!” concluse. “Allora, nome?”

“Zayn..”

“Cognome?”

“Malik.” disse tutto d’un fiato.

Zayn Malik. Rilesse nuovamente i dati, doveva essere una coincidenza.

“Nato a..?” chiese con un filo di voce.

“Bradford.”

Non poteva essere.

“Giorno?”

“12 gennaio 1993” dissero all’unisono, lui ad alta voce e lei mentalmente.

Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti un ragazzo sulla trentina dagli occhi color nocciola e i capelli neri alzati in un cresta. La barba era incolta e indossava una giacca di pelle nere, una t-shirt bianca e dei jeans scuri. Era alto circa un metro e ottanta ed era piuttosto magro.

Non poteva essere lui, non era lui.

“Cosa c’è?” chiese il ragazzo e poi sorrise.

E quel sorriso le fece tornare a galla tanti ricordi. Quel sorriso era quello di sempre, lo avrebbe riconosciuto fra mille. Era Zayn Malik, uno dei suoi idoli adolescenziali, uno dei cantanti dei One Direction. Lorely era stata una directioner per anni, poi lo studio le aveva portato via la forza e la voglia di seguirli e il suo amore era andato scemando, ma non poteva negare che in quel momento avere uno dei suoi cantanti preferiti davanti le faceva un certo effetto.

“Nulla.” rispose seria, alzandosi dalla sedia.

Si avvicinò al ragazzo e gli fece segno di stendersi. Poi chiamò un infermiere e gli chiese di portarlo a fare dei raggi. Doveva capire se c’era qualcosa di rotto o no.

“Dove sto andando?” le chiese Zayn.

“Deve fare una radiografia, stia tranquillo.” lo rassicurò.

La barella uscì dalla stanza e Lorely si sedette alla poltrona rossa che si trovava in un angolo. Non poteva credere di essersi trovata a parlare con Zayn Malik. Una volta si sarebbe messa a urlare come una pazza.

Era davvero incredibile come situazione.

“Sbaglio o quello che stava sulla barella che è uscita da qui era Zayn Malik?”

Lorely alzò lo sguardo e vide sulla porta la sua migliore amica e coinquilina. Scarlet si presentava in ospedale ogni qualvolta si annoiava e aveva bisogno di parlare con un’amica e sapeva che Lorely, in un modo o nell’altro, c’era sempre per lei.

“Si, credo di si, insomma..” disse la dottoressa confusa.

“E certo che era lui, Lorely!” esclamò entusiasta.

“Lo credo anche io..”

“Devo intervistarlo!” affermò convinta.

Scarlet era una giornalista, si era laureata da poco e aveva trovato lavoro in uno dei giornali scandalistici più famoso di Inghilterra: “Mirror”.

“Perché?” chiese Lorely sconcertata. Cosa passava per la mente della sua amica?

“Mi hanno dato il compito di scrivere un articolo sui motivi per cui i One Direction si sono sciolti e intervistare uno di loro sarebbe davvero un buon punto di partenza!” disse entusiasta.

“Non puoi farlo.” affermò la dottoressa seria.

“Perché?” domandò sorpresa della risposta.

“Non è concesso che nell’ospedale entrino giornalisti!”

“Ma io sono la tua migliore amica..” cercò di pregarla Scarlet.

“Se potessi farlo te lo farei fare, ma davvero non posso!” concluse.

“Che cosa ha?” chiese curiosa.

“Non posso dirlo. Ti prego Scarlet non mettermi in difficoltà!” tentò di persuaderla.

“Troverò un altro modo! Grazie per l’aiuto, amica!” disse con un tono acido, sottolineando la parola ‘amica’.

Evidentemente si era arrabbiata per la poca disponibilità di Lorely, non capendo però che con il suo atteggiamento stava mettendo in difficoltà l’amica. Lorely, infatti, era una persona sempre disponibile, ma quando si trattava del lavoro era molto seria e rispettosa delle regole.

La giornalista guardò per un’ultima volta l’amica e poi uscì dalla stanza senza dir una parola. Nemmeno Lorely aggiunse altro. Già sapeva che Scarlet, non appena ci avrebbe riflettuto un po’, si sarebbe resa conto di aver sbagliato e sarebbe tornato tutto come prima, come se non fosse successo nulla.  


 
  
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