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Autore: Klaine_Always    18/09/2013    1 recensioni
Nella vita di ogni studente universitario "in crisi" che si rispetti, arriva sempre il giorno del fatidico esame.
Quel momento tanto temuto e ancor più rimandato arrivò anche per Kurt e Blaine.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction, una OS senza pretese scritta di getto tra lo sclero per gli esami e quello per la Klaine. Spero di riuscire a risollevare un pochino gli umori di noi studenti universitari “in crisi” ma anche di coloro che hanno iniziato da pochi giorni la scuola, un grosso in bocca al lupo a tutti per questo nuovo anno scolastico.

                            
 
 

Gli esami non finiscono mai



Nella vita di ogni studente universitario “in crisi” che si rispetti, arriva sempre il momento del fatidico esame, quello più difficile per intenderci oppure quello del professore più stronzo della facoltà che non avendo una propria vita sociale soddisfacente, si diverte a tormentare i malcapitati studenti che prima di incontrarlo avevano la speranza e forse l’ingenuità di aspirare alla laurea…Illusi!
Quel momento tanto temuto e ancor più rimandato arrivò anche per Kurt e Blaine.
-Noi daremo quell’esame-
-Abbiamo già saltato l’appello due volte e se il detto dice che non c’è due senza tre…-
-Blaine! Non mi interessa di stupidi detti creati nell’età della pietra, ti sembra che la donna barbuta sia sempre piaciuta? Oppure che nella botte piccola ci sia il vino buono?- fece il ragazzo dagli occhi azzurri inarcando un sopracciglio.
-Be non ho grande conoscenza delle donne barbute ma tu dovresti sapere quanto sia buona la botte piccola- riprese il moro con voce roca avvicinandosi sensualmente al suo ragazzo
-B-Blaine che?-
-Shhh….. tesoro voglio solo farti rilassare, mi sembri un po’ teso- continuò Blaine succhiando una porzione del candido collo di Kurt, uno dei tanti motivi per cui il ragazzo lo faceva impazzire, in realtà Blaine iniziava a pensare che non ci fosse una singola parte di Kurt che non lo facesse impazzire. Tuttavia Kurt aveva sviluppato, grazie al suo ferreo autocontrollo, una lieve resistenza alle avances di Blaine, così a malincuore spinse in avanti il suo ragazzo che preso alla sprovvista evitò per un pelo una rovinosa caduta.
-Kurt ma sei impazzito?- urlò ancora scosso Blaine per quell’attacco improvviso
-Blaine Anderson, non lascerò che tu mi corrompa con il sesso solo per impedirmi di dare l’esame-
-M-ma non è assolutamente vero, non farei mai una cosa del genere- farfugliò Blaine nervosamente
-Ah no?- lo sfidò Kurt avvicinandosi pericolosamente a un centimetro dalle sue labbra -Perché mi era sembrato- disse soffiandogli in un orecchio -che tu- un bacio –stessi- un altro bacio –cercando- un altro ancora
-Kurt- mugolò Blaine bisognoso -adesso sei tu che lo stai facendo-
Kurt sorrise staccandosi leggermente -Hai ragione tesoro però a volte è molto difficile non saltarti addosso-
-Lo dici a me?- ironizzò Blaine baciandogli dolcemente le labbra
-Ti amo- soffiò Kurt guardandolo con quegli occhi meravigliosi che ogni volta lo facevano sentire unico e incredibilmente fortunato perché quello sguardo carico di amore, affetto, desiderio era riservato soltanto a lui
-Ti amo anch’io- rispose sapendo di guardare l’altro nello stesso identico modo.–Ma adesso- disse Kurt allontanandosi ed iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza in maniera abbastanza inquietante -dobbiamo parlare dell’esame-
Blaine sospirò rassegnato, aveva imparato a sue spese che quando Kurt si metteva in testa qualcosa era impossibile convincerlo a desistere. Se fosse esistito un premio per la persona più testarda del mondo avrebbe probabilmente vinto il primo posto.
-Sei proprio sicuro?- chiese debolmente conoscendo già la risposta
-Blaine, non lasceremo che il fratello cattivo di Babbo Natale con la personalità di Adolf Hitler ci rovini anche quest’anno, noi daremo quel maledetto esame e lo supereremo tant’è vero che mi chiamo Kurt Hummel-
-Kurt…..non vorrei che il tuo entusiasmo affondasse come il Titanic ma l’esame è tra una settimana-
- Cosa credi, che non lo sappia? Una settimana basterà, studieremo giorno e notte e faremo esperienza pratica sul luogo d'altronde la sociologia non studia le trasformazioni sociali? Quale modo migliore se non agire direttamente sul campo-
-Lo sai vero che è impossibile?- chiese allora Blaine sfiduciato
- Bhe……- disse Kurt mordendosi le labbra nervosamente- se a questo aggiungessimo l’abolizione del sesso per una settimana allora potremmo farcela-
-C-che cosa?- Blaine sbiancò sbattendo ripetutamente le palpebre
-Niente sesso per una settimana- ripeté Kurt tranquillamente
-K-Kurt tesoro- balbettò Blaine cercando di riprendersi dallo shock -lo sai che ti amo e che ti ho sempre reputato una persona incredibilmente intelligente, ma questa…..questa è l’idea più stupida tra tutte le idee più stupide le mondo-
-Blaine l’hai detto tu stesso ricordi? Manca solo una settimana e non c’è tempo per il sesso e poi…- riprese con voce maliziosa -l’attesa aumenta il desiderio-
-Kurt- sospirò Blaine affranto -lo sai che è più probabile che io esca di qui e incontri Leonardo Di Caprio rispetto all’avverarsi di questa folle idea?-
Kurt sorrise avvicinandosi al suo ragazzo e abbracciandolo dolcemente -Per favore?- disse poi sbattendo le lunghe ciglia e guardandolo con quei meravigliosi diamanti azzurri. Era inutile, una lotta assolutamente impari.
-So già che me ne pentirò- disse quindi baciando lievemente la bocca di Kurt
-Grazie, Grazie, Grazie- saltellò l’altro stringendolo forte -Vedrai questa settimana passerà in men che non si dica…..Amore adesso io vado a casa, ci vediamo tra un’oretta e mi raccomando puntuale- disse Kurt schioccandogli un bacio sulle labbra e allontanandosi.
Blaine non potette far altro che guardare il sedere del suo ragazzo stretto in quei pantaloni di pelle rossi che avrebbero dovuto essere dichiarati illegali. Sospirò ormai rassegnato, non lo avrebbe mai detto ma superare quell’esame non sarebbe stata la cosa più difficile.



                                                     




Di per se l’esame di Sociologia non era così difficile, Kurt e Blaine avevano superato brillantemente esami ben più complicati tra i quali il tanto temuto Diritto Privato, il problema però era la reincarnazione di Satana a cui era assegnata la cattedra: il professor Adam Delroy. Erano molte le leggende tramandate all’università su quell’uomo bizzarro che a prima vista poteva essere scambiato per un dolce e delicato vecchino, alcuni pensavano avesse più di centocinquanta anni, una pietra filosofale e una scorta illimitata di pozione rinvigorente; altri credevano si trattasse di un alieno inviato dallo spazio per sterminare la razza umana o meglio la razza studentesca in prossimità della laurea; altri ancora non credevano niente e piangevano disperati chiedendosi se fosse troppo tardi per cambiare corso di laurea, città, Stato e magari anche nome e cognome; i più comunque erano quelli che anche non credendo in nessun Dio, continuavano ad invocare divinità sconosciute e a recitare preghiere, sperando che al professore venisse qualche acciacco, una febbre, un misero raffreddore, perché no….non era assolutamente possibile che in tre anni non avesse avuto nemmeno una piccola tosse. Nonostante la terribile situazione però ogni anno un folto numero di tributi armati di forza e coraggio, impavidi del rovinoso destino si presentavano al suo appello…… in media,in un gruppo di 150 persone ne passavono dieci con un voto che oscillava tra il 18 e il 19 ma che per i fortunati equivaleva ad un trenta e lode più la sicurezza di essere miracolati o possedere qualche potere magico. I pochi eletti,comunque, divenivano in poco tempo i fenomeni dell’università: pacche sulle spalle, bigliettini di congratulazioni, abbracci consolatori, sguardi ammirati a cui i temerari rispondevano con bocche tremule e occhi lacrimosi sussurrando frasi come “c’è l’ho fatta” e propagandosi in esplosioni di gioia ed esultanze stile mondiali di calcio.



-Allora Blaine, come sappiamo esistono quattro tradizioni sociologiche fondamentali e …….. Blaine che stai facendo?- Kurt gemette frustrato, il suo ragazzo era un totale idiota. Mentre lui aveva sistemato gli appunti e riordinato il libri la sua dolce metà era ancora impegnata in un’avvincente partita a candy crush. - Blaine posa quel gioco!-
-Mi dispiace Kurt è come una droga non è colpa mia, io ci provo a smettere ma non ci riesco- farfugliò Blaine colto in flagrante.
-Devo abolire anche questo per una settimana?- chiese Kurt roteando gli occhi, Blaine sbatté le palpebre avvicinandosi immediatamente al suo ragazzo -Prima il sesso poi candy crush, cos’altro mi chiederai ancora? Di non respirare- disse sorridendo sulle labbra dell’altro per poi baciarlo con voglia. Kurt rispose subito al bacio che divenne sempre più passionale,portando una mano ai capelli di Blaine e spingendolo sempre più vicino.
-Quanto ti voglio-sussurrò Blaine nel suo orecchio, provocando una serie di brividi in tutto il suo corpo, sarebbe mai cambiato quello? Kurt si staccò a fatica troppo ligio al senso del dovere -Ti odio- sibilò mettendo tra loro una distanza di sicurezza. -Ah si? Pensavo mi amassi- rispose Blaine con un sorriso sornione.
-Si ed è per questo che ti odio e adesso vogliamo tornare a studiare,o meglio iniziare a studiare?- chiese retorico. Blaine si portò teatralmente una mano sul petto e assunse un tono di voce pomposo -Mio amato, ti prometto che da adesso in poi smetterò di provare a sedurti e inizierò a studiare seriamente-.
Kurt ridacchiò baciandogli poi le labbra -Bene questo era l’ultimo, adesso iniziamo-. Riprese nuovamente il manuale si sociologia apprestandosi a leggere quando fu disturbato dalla sedia di Blaine che fu attaccata rumorosamente alla sua.
-Hai intenzione di spalmarti addosso a me per tutto il tempo?- chiese sarcastico e già troppo distratto dal profumo di Blaine che era decisamente troppo vicino. Blaine si voltò con una delle espressioni più ingenue apparse sulla faccia della terra -ho dimenticato il mio libro e non riesco a concentrarmi se non vedo……per caso c’è qualche problema?-
-N-nessun problema- rispose troppo velocemente cercando di non dargliela vinta ma Blaine aveva intenzione di continuare così chiese in tono roco -che c’è paura di cadere in tentazione?- e Kurt avrebbe voluto soltanto saltargli addosso togliendogli quel sorrisino strafottente dalle labbra ma conosceva Blaine e sapeva che quella era una sfida, così lo guardò malizioso sussurrando a pochi centimetri dalle sue labbra -Nessun problema-. La scena di Blaine che deglutiva rumorosamente mordicchiandosi le labbra era sicuramente impagabile.
1-0 per Hummel




-La prima tradizione è quella del conflitto-
-M-mh - mormorò Blaine cercando di fare mente locale
-In pratica- riprese Kurt leggendo dal manuale -la tesi principale non è soltanto che la società si basi sul conflitto ma anche che in assenza di un conflitto aperto,ciò che si verifica è un processo di dominazione-
-bhe sembra facile, insomma un po’ come la teoria delle classi sociali-
-Infatti, e poi mi ricorda la descrizione del mio Glee Club al McKinley-
Blaine rise di gusto memore dei racconti di Kurt sul suo vecchio liceo.
-Uno degli esponenti più importanti di questa teoria è stato Karl Marx e ….. Blaine tesoro stai bene?-. Blaine in effetti non sembrava stare tanto bene, aveva le mani portate sul viso in una tipica posa disperata -è ovunque, sempre, io ti giuro non ce la faccio più! Studi storia? Presente; Filosofia? Eccolo; Sociologia? Nemmeno a chiederlo. Non è possibile, tra un po’ avrò il timore di aprire un libro di cucina per paura di trovarcelo dentro, già immagino la scena: Torta alle mele di Karl Marx….-
-Blaine- Kurt interruppe ridacchiando quel monologo disperato
-Scusami è che….. Dio ma quell’uomo non aveva una vita?-
-Certo ed era anche abbastanza turbolenta, comunque per quanto riguarda la sociologia importante fu la figura di Engels-
-Ecco parliamone- lo interruppe Blaine stranamente interessato -Tu vuoi farmi credere che tra quei due non ci fosse una tresca amorosa?-
Kurt sbarrò gli occhi inorridito -tra Marx ed Engels?-
-Si Kurt, sveglia! Marx aveva un carattere di merda e l’unico che riusciva a sopportarlo era Engels, non lo trovi strano?-
-Questo non c’entra niente, erano amici e poi Marx era sposato-rispose Kurt piccato lanciandosi in un’accorata difesa di Marx
-Anche Elton John era sposato e sappiamo tutti com’è finita, inoltre gli mandava dei soldi Kurt, lo aiutava economicamente perché lo amava- riprese Blaine accaldato a sostegno della sua tesi
-Blaine non puoi vedere omosessuali ovunque e non ci sono prove su quello che dici-
-Nemmeno su quello che dici tu- sbottò Blaine infastidito portando le braccia al petto in un espressione simile a quella di un bambino capriccioso. Kurt si passò una mano sulla faccia disperato -Non posso credere che stiamo discutendo sulle abitudini sessuali di Marx-.
Blaine abbassò gli occhi pasticciando con le labbra -Scusa è che sono molto romantico e ……- lo guardò dolcemente con quegli occhi color miele che ogni volta gli facevano mancare il respiro -….e sono un totale idiota-. Kurt sorrise scuotendo la testa -Tu non sei un idiota, sei il mio idiota- disse prima di chiudere la distanza con un bacio.



                                                         




La situazione per Kurt e Blaine diventava sempre più disperata, non tanto per i due giorni spesi soltanto ad imparare la teoria del conflitto ma anche per quella logorante tensione sessuale fatta di battutine, sfioramenti, ammiccamenti, baci più o meno casti.
-Kurt  non ce la faccio più-  gemette Blaine frustrato dopo un bacio decisamente audace.
-Credi che per me sia facile?- mormorò Kurt accaldato allontanandosi e sedendosi sul suo letto accavallando distrattamente le gambe, capì di aver fatto uno sbaglio quando incontrò gli occhi di Blaine che lo guardavano carichi di desiderio.
-B-Blaine- balbettò Kurt incapace di esprimere un concetto di senso compiuto di fronte alla visione del suo ragazzo che si avvicinava guardandolo come se fosse la cosa più sexy di questo pianeta, che era poi quello che l’altro pensava.
Blaine lo obbligò a stendersi sul letto mettendosi su di lui a cavalcioni e iniziando a lasciargli una serie di baci umidi, languidi e assolutamente caldi.
-Blaine m-mancano ah…..cinque giorni e Dio….abbiamo altre tre teorie e…-
Blaine in tutta risposta iniziò a succhiare una porzione del collo di Kurt che non poteva far altro che rilasciare soffici gemiti.
–Tesoro- soffiò Blaine sulle sue labbra -Io ti amo più di qualsiasi cosa, più di tutto, più di quanto nessun’altro possa mai amare un’altra persona e forse non è vero ma io sento che nessuno può amare un altro quanto io amo te-
-Io ti amo di più - sorrise Kurt ormai totalmente dimentico dell’esame imminente
- Ed è perché ti amo- continuò Blaine - che voglio fare l’amore con te, sempre- poi sorrise malizioso -inoltre questi pantaloni così stretti non aiutano di certo il mio già scarso auto-controllo-. Kurt lo tirò ancora più a se soffocando quelle parole con un bacio passionale, ed è proprio quando aveva deciso di mandare al diavolo l’esame, il professore e qualunque cosa non fosse Blaine che il telefono iniziò a squillare insistentemente. Un lampo di consapevolezza attraversò gli occhi di Kurt, era suo padre doveva chiamarlo ma lo aveva completamente dimenticato. -Devo rispondere- mormorò guardando Blaine e scusandosi con gli occhi, Blaine si spostò lasciandolo passare e ricadendo poi sul letto decisamente frustrato   -Qualcuno li su deve avercela decisamente con me-.


 
                                                     



 
-La seconda teoria è quella razionale-utilitaristica ed uno degli esponenti fondamentali fu Jhon Locke e……..Blaine non ridere, Blaine smettila-
Tuttavia anche Kurt iniziò a ridacchiare ricordando quell’episodio collegato proprio all’ignaro Locke che senza saperlo, aveva fatto loro da cupido. In effetti quel corso di sociologia tanto odiato a qualcosa era servito, in effetti era servito a tutto.

3 anni prima


Era il primo giorno di università e Blaine era in aula seduto accanto ad altri ragazzi appena conosciuti aspettando nervosamente l’arrivo del professore- com’è che si chiamava?- Ah si, Adam Delroy. I ragazzi del secondo anno lo avevano descritto come un mostro assetato di bocciature ma Blaine aveva imparato a non credere a stupide dicerie, insomma non poteva essere così male.
Il rumore della porta che si apriva fece sobbalzare i presenti, Blaine si aspettava di vedere entrare un uomo vecchio, brutto con una pesante valigetta ma nulla di tutto ciò avvenne. Colui che entrò era un ragazzo della sua età leggermente affaticato per il ritardo e assolutamente bellissimo. Blaine restò a guardarlo mentre raggiungeva un posto accanto ad una ragazza che si ritrovò istintivamente ad odiare, perché diamine era estremamente fortunata. Non fu consapevole di aver avuto per tutto il tempo la bocca aperta, fin quando il suo amico Alex non richiamò la sua attenzione -amico ti sei incantato-. Ed in effetti Blaine si era proprio incantato perché non riusciva  a distogliere lo sguardo da quella meraviglia, il ragazzo però sentendosi forse osservato alzò gli occhi nella sua direzione e quello fu il totale black-out. Distolse lo sguardo imbarazzato maledicendosi per la pessima figura, che cosa avrebbe pensato quel ragazzo stupendo di lui? Che era uno stalker? Decisamente. Quella fu la prima volta che l’oro e l’azzurro di incrociarono ma fortunatamente non fu l’ultima.

 

Era passato un mese dall’inizio dell’università, un mese in cui tutte le teorie sul professore-mostro si erano rivelate assolutamente vere, un mese in cui aveva trovato nuovi amici e corsi decisamente interessanti, un mese da quando aveva perso la testa per Kurt, totalmente.
Non si erano mai parlati, frequentavano esattamente gli stessi corsi ma sfortunatamente diversi gruppi. Blaine però lo osservava, sempre, lo osservava quando parlava con altre persone mantenendo la sua postura elegante, quando si mordeva in labbro pensieroso, quando rideva diventando ancora più bello, quando sorrideva in maniera falsa soltanto per compiacere qualcuno, quando alzava gli occhi al cielo, quando sbuffava con quell’adorabile broncio e poi la sua preferita, quando credeva di essere solo e si estraniava da tutto sorridendo dolcemente. Chissà a cosa pensava. Aveva ormai la consapevolezza di essere diventato uno stalker professionista ma nonostante questo non riusciva né a smettere di guardarlo né ad avvicinarsi con qualche scusa patetica. Kurt a volte lo guardava di rimando credendo di non essere visto, ogni volta che accadeva Blaine sentiva il cuore battere furiosamente nel petto. Tre volte i loro sguardi si erano incrociati ed ogni volta era come perdere la cognizione dello spazio e del tempo, l’ultima volta Kurt gli aveva rivolto un sorrisino timido spiazzandolo totalmente perché non gli aveva mai visto fare quell’espressione con nessuno, inoltre Kurt non sembrava un ragazzo timido, aveva un abbigliamento molto estroso che Blaine amava e odiava allo stesso tempo, lo amava perché pur non conoscendolo tutto di quei vestiti urlava Kurt, lo odiava perché quei pantaloni erano sempre troppo stretti e i suoi pensieri sempre troppo impuri.


Dieci giorni dopo al corso di sociologia il professor Delroy, alias lo sterminatore di studenti , spiegava Locke minacciando di bocciare tutti se all’esame non fossero stati esaustivi su quell’argomento. Blaine però non lo ascoltava troppo impegnato a guardare Kurt che quel giorno era ancora più bello del solito, anche se questo sembrava umanamente impossibile. Forse fu per quello o forse per il fatto che quel giorno gli amici di Kurt mancavano e il ragazzo era seduto da solo o forse perché quella notte non aveva chiuso occhio pensando a lui, ma Blaine lo fece, fece quello che avrebbe dovuto fare dalla prima volta che l’aveva visto. Al termine della lezione si avvicinò mentre Kurt scarabocchiava qualcosa sul quaderno.
–Ciao- disse sedendosi al suo fianco
-Ciao- rispose l’altro guardandolo, e Blaine dovette ricredersi perché se gli occhi di Kurt da lontano erano belli da quella distanza erano così stupendi da far male.
Si accorse di essersi nuovamente incantato mentre Kurt lo guardava per la seconda volta con quel sorrisino timido
-Io sono…-
-Blaine- e il suo nome pronunciato dalla voce di Kurt sembrava la cosa più dolce del mondo, poi la consapevolezza che l’altro conoscesse il suo nome lo investì come un treno in corsa facendogli perdere qualche battito.
-I-io conosco il tuo nome, non perché…..cioè conosco i nomi di tutti pur non conoscendoli- Kurt parlava nervosamente mordendosi il labbro inferiore e Blaine pensò che non ci fosse nulla di più adorabile al mondo
-Tranquillo Kurt, anche io conosco il tuo nome-.

Restarono lì a chiacchierare per parecchio tempo ignorando l’aula ormai vuota, dimenticandosi persino del corso successivo. Parlare con Kurt era una delle esperienze più belle che Blaine avesse mai fatto; era sagace, divertente, ironico, brillante ma anche dolce e per certi aspetti timido e Blaine ad ogni parola aveva la consapevolezza di potersi innamorare di lui.
Il tempo intanto passava e Kurt dopo aver ricevuto una telefonata capì che era ormai ora di andare.
-I-io si è fatto tardissimo, devo andare-
-Si, scusami ti ho fatto perdere un sacco di tempo e…….hai capito qualcosa di Locke?- lo chiese a bruciapelo tentando il tutto per tutto.
-Cosa?- Kurt sgranò gli occhi incredulo per quell’imprevedibile cambio di conversazione
-S-si io volevo chiederti se tu potresti darmi una mano con Locke, non ci ho capito niente e mi chiedevo se tu…..-
-Certo mi piacerebbe aiutarti-. Il cuore di Blaine perse un battito al sorriso entusiasta di Kurt e per la prima volta ringraziò il professor Delroy e i suoi stupidi insegnamenti.
-Allora possiamo fare domani dopo l’università, c’è il bar qui accanto potremmo se tu vuoi……oppure se vuoi fare in aula studio io…-
-Ehy Blaine- Kurt gli sfiorò una spalla per tranquillizzarlo ma l’effetto ottenuto fu l’opposto perché il tocco di Kurt bruciava come fuoco sul corpo di Blaine -Per me il bar va benissimo- disse dolcemente prima di allontanarsi e lasciarlo lì con un sorrisino ebete stampato in faccia.



La verità era che Kurt di Locke non sapeva proprio nulla, la verità era che l’ultima cosa che voleva fare con Blaine era discutere di sociologia, la verità era che quando aveva visto quei due occhi, che da un mese a quella parte riempivano i suoi sogni, rivolgersi a lui “finalmente”, aveva accettato senza pensare alle conseguenze.
Poteva essere biasimato? Aveva una cotta assurda per Blaine dalla prima volta che l’aveva visto, aveva sperato per un mese di riuscire ad avvicinarlo anche solo per una parola, un saluto ma nulla. Blaine- sospirò affranto- Blaine che lo guardava sempre,ma distoglieva lo sguardo se lui lo guardava di rimando, Blaine che non si sa perché era seduto sempre due file dietro di lui ma se Kurt era a destra lui era a sinistra e viceversa, Blaine che aveva gli occhi più belli e particolari che Kurt avesse mai visto, Blaine e il suo sorriso da principe delle fiabe, Blaine e i suoi capelli ricci indomabili spesso nascosti sotto ampi strati di gel, altre volte lasciati al naturale, ultimamente con l’arrivo del freddo, dopotutto erano a novembre, portava un cappellino di lana e gli occhiali da vista che lo rendevano ancora più sexy, cosa che di per se sembrava umanamente impossibile.
Grugnì frustrato accendendo il pc e iniziando a cercare informazioni su John Locke, quella sarebbe stata una lunga notte.

 

Il giorno dopo all’università Blaine si sedette un posto dietro Kurt e i due passarono la giornata a chiacchierare nei ritagli di tempo tra un corso e l’altro fin quando l’orologio non segnò le 18:00 e tutti gli studenti lasciarono l’università per raggiungere finalmente le loro case.
Se sei stanco possiamo fare la prossima volta?-
-No, no Blaine per me va benissimo-
Il sorriso luminoso che gli rivolse Blaine gli fece battere il cuore giusto un pochino in più. Infreddoliti arrivarono alla caffetteria e cercarono un posto appartato per non disturbare gli altri studenti. Dinanzi a due grosse e fumanti tazze di caffè chiacchierarono della loro vita scoprendo di provenire da due città vicine, e di aver fatto entrambi parte di un glee club al liceo. Parlarono delle loro famiglie e dei loro amici, dei musical che entrambi adoravano e dell’insana passione per Vogue, altro interesse in comune. Com’è che si dice? Quando stai bene con qualcuno il tempo vola, e in effetti fu proprio così.
Erano le 19:30 e nessuno dei due aveva accennato al vero motivo per cui si trovavano lì.
-Mi dispiace di averti fatto perdere tempo, ti ho fatto venire qui per spiegarmi Locke e non ho fatto altro che blaterare - esordì Blaine scusandosi                                         -Tranquillo, mi piace molto parlare con te-.
Il cervello di Blaine a quelle parole andò in corto circuito e reagì di getto senza fermarsi a riflettere.-Io…….Dio quanto è difficile- sorrise nervosamente -Kurt…..Locke era soltanto una scusa per passare del tempo con te-. Vide Kurt sgranare quei meravigliosi occhi azzurri mentre le sue guancie assumevano un adorabile colorito rosso -I-io non è che sappia poi così tanto su Locke. disse sorridendo timidamente e Blaine non potette far altro che sorridere di rimando - E a me non è che interessi poi così tanto che tu non sappia-.




                                                   


 
-Non mi piace questo paradigma razionale- sbuffò Blaine sorseggiando quella che era la terza tazza di caffè nel giro di due ore.
-Non avevo dubbi amore, visto che sei composto per il 95% di irrazionalità-
-Tu ami la mia irrazionalità- fece Blaine posandogli un bacio sulla punta del naso -e poi sei tu quello razionale- un altro bacio -quindi siamo una coppia fantastica- un altro ancora.
-Proprio perché sono io il razionale della coppia devo fermarti ed obbligarti a tornare al nostro studio matto e disperatissimo-. Blaine sorrise roteando gli occhi -Ci ho provato-.


-Blaine, sono sicuro che questo ti piacerà, si chiama “il dilemma del prigioniero” -
-Mmh sembra interessante, cosa dice?-
-Allora…..”Deriva dalla teoria dei giochi dove ciascun giocatore deve scegliere tra due alternative e ognuno sa che anche l’altro può scegliere tra due alternative. Immaginiamo che due individui sospettati di aver commesso una rapina si trovino in una cella. La polizia da a ciascun sospettato la stessa scelta; se confessi e l’altro no, avrai una lieve pena e l’altro riceverà una severa; se non confessi e l’altro si, la situazione si rovescerà. Naturalmente se nessuno dei due confessa mancano le prove di chi ha commesso il crimine e tutti e due saranno liberi, se confessano tutti e due, la confessione non conterà troppo, e la sentenza sarà moderata. Ovviamente il miglior risultato si avrebbe se entrambi i prigionieri avessero fiducia l’uno nell’altro e rifiutassero di confessare: sarebbero tutti e due liberi”……..Blaine tu cosa faresti?-
-Eh?-
-Se io e te fossimo in prigione, tu cosa faresti?-
-Kurt, io e te non andremo mai in prigione quindi il problema non si pone-
-O Mio Dio, mi lasceresti marcire in prigione?-
-Kurt-
-Mi accuseresti del reato senza pensare a difendermi-
-Kurt-
-Credevo mi amassi-
-Kurt- fece Blaine scuotendo vigorosamente le spalle del suo ragazzo. -Guardami……io preferirei marcire in prigione con te, piuttosto che passare una vita libero senza di te-
-Davvero?-
-Si, davvero perché ti amo-
-Ti amo anch’io- rispose Kurt baciandolo
-Non eri tu il razionale della coppia?- ghignò Blaine
-95% Anderson, ogni tanto riesci a sfruttare il tuo 5%-.



 
                                                   
     
 
-Mancano tre giorni e noi dobbiamo ancora studiare due teorie-
-Amore siamo ancora in tempo per ripensarci-
-Non ci provare Blaine e…….. Dio abbottonati quella camicia-
-La carne inizia ad essere debole?- chiese il moro con un sorrisino fintamente ingenuo
-Blaine, la terza teoria- urlò Kurt spalancando la finestra, nonostante fosse gennaio faceva decisamente troppo caldo. Kurt riprese il suo autocontrollo e il suo libro, maledicendosi perché non credeva fosse così difficile praticare l’astinenza da Blaine.
-La terza tradizione è quella Durkheimiana-
-Durkheim no, è da suicidio- sbottò Blaine
-Complimenti per la fantasiosa battuta che viene ripetuta da millenni Anderson-
-No tesoro davvero, e poi è lunghissima occupa quasi mezzo libro, perché non passiamo alla prossima lasciando questa per ultima?- chiese Blaine con occhi da cucciolo abbandonato, occhi che facevano cedere Kurt ogni dannata volta.
-Va bene……vada per la quarta- iniziò a sfogliare svogliatamente le pagine fin quando non trovò l’ultima teoria -La tradizione microinterazionista-
-Questa mi ispira, non so bene il perché ma……..Kurt, tesoro perché hai quel sorrisetto inquietante da “ho avuto un’idea folle e tu non potrai fare nulla per farmi cambiare idea?”-. Kurt lo guardò con una strana scintilla negli occhi -Blaine, prendi il cappotto, faremo esperienza sul campo-.
 


Fu così che Kurt e Blaine si ritrovarono per strada ad applicare le teorie di Garfinkel.
-Kurt sei proprio sicuro?- chiese Blaine ancora titubante
-Blaine non preoccuparti, Garfinkel divenne famoso perché mandava i suoi studenti a fare esperimenti che implicavano la”rottura” delle cose date per scontate, quindi adesso io e te andremo in quel supermercato cercando di mercanteggiare il prezzo del dentifricio-
-Kurt io non credo che….-
-Blaine, è un esperimento sociologico non potranno farci nulla di male-.
Della serie “le ultime parole famose”.
Dopo aver cercato di trattare il prezzo del dentifricio da 99 cent a 25, Kurt e Blaine furono cacciati fuori dalla sicurezza , non prima di aver incassato una valanga di insulti e minacce con l’obbligo di non farsi mai più rivedere.
-Non è stata una delle mie migliori idee- fece Kurt sconsolato, i due si guardarono scoppiando a ridere contemporaneamente -Non posso credere che abbiamo davvero fatto una cosa del genere-
-Bhe sarà uno di quei racconti da tramandare ai posteri- disse Blaine mentre le risate scemavano.
-Mi dispiace…..io mi sono fatto prendere troppo la mano, ho esagerato- Kurt teneva gli occhi bassi e si mordeva nervosamente le labbra, e Blaine a quella visione non potette far altro che innamorarsi, giusto un pochino in più. –Kurt- disse cingendolo dolcemente per i fianchi e fregandosene del fatto che erano in mezzo ad una via affollata -è stato divertente, inoltre questo non è il momento per deprimersi, abbiamo ancora mille cose da fare…-
-Andiamo a casa- disse Kurt guardandolo intensamente
-C-cosa? Non vuoi continuare?-
-No, ci resta ancora la sessione primaverile e io….voglio soltanto andare a casa e stare con te-. Il cuore di Blaine prese a battere furiosamente, e a volte il ragazzo si domandava se tutto quello fosse normale dopo tre anni -Sei sicuro?-
-Si….solo se anche tu…-
-Si-.
Camminarono mano nella mano fino all’appartamento di Kurt e poi fecero l’amore, spogliandosi con  una lentezza quasi dolorosa, fu dolce e allo stesso tempo passionale come sempre tra loro, perché il loro era un amore totale,unico, raro, un amore di quelli da “Oh, eccoti…..è tutta la vita che ti cerco”.
-Ed anche questa volta salteremo l’appello- disse Blaine ridendo e posando un bacio delicato sulle labbra di Kurt
-Mmmh….la prossima volta potrebbe essere quella giusta- ridacchiò Kurt accoccolandosi ancora di più al petto di Blaine
-Riuscirà il nostro amore a sconfiggere il malefico professore e a superare l’esame?- chiese Blaine in un fil di voce chiudendo gli occhi
-Chissà-.

Eh già chissà…….ma questa è un’altra storia, d'altronde com’è che si dice?
Gli esami non finiscono mai.
  
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