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Autore: andreaicardi91    19/09/2013    2 recensioni
Altri insoliti episodi capitarono attorno all'ultimo nato della famiglia Dursley. Doveva esserci per forza una spiegazione a tutto ciò. Eppure nonostante la spiegazione fosse così evidente, nessun Dursley voleva ammettere la verità, non poteva essere un 'anormale' quel ragazzino a cui avevano dedicato tutte le loro attenzioni, ci doveva per forza essere una spiegazione.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il signor e la signora Dursley vivevano ormai da anni al numero 4 di Privet Drive. La loro era quella che si poteva definire una famiglia normale, e niente e nessuno avrebbe potuto turbare in qualche modo la loro normalità, della quale andavano fieri. Nessun fatto o avvenimento fuori dal comune ebbe più luogo da quando quello strano ragazzo mise piede per l'ultima volta in casa loro.

Nonostante Dudley fosse cresciuto, per la signora Dursley rimaneva sempre il suo dolce e tenero Dudders. Questi però era ormai un uomo a tutti gli effetti, e quel giorno in cui finalmente mise la testa apposto prendendo in sposa la figlia del signor Mason, fu un'enorme gioia per tutti loro. Non passò molto tempo che la famiglia si ampliò e un nuovo piccolo e grasso Dursley venne alla luce.

Il tempo passava velocemente e il piccolo Vernon cresceva a vista d'occhio.

«È identico al mio Didino quando aveva la sua età» continuava a ripetere nonna Petunia, e in effetti la somiglianza fisica con Dudley era davvero impressionante. L'unico aspetto della personalità da cui si discostava dal padre, e in effetti da tutto il resto della famiglia Dursley era il carattere.

Vernon era tutt'altro che un ragazzino prepotente, e nonostante fosse molto viziato egli sembrava non apprezzare la bambagia in cui veniva cresciuto. Era un ragazzo introverso e sensibile, amava i giochi all'aperto e trascorreva molto tempo nel parco giochi vicino a casa, dove i nonni paterni, con la quale solitamente stava quando i genitori lavoravano, lo accompagnavano ogni qual volta lui lo desiderasse. Inoltre Vernon era anche un amante del calcio, e nonostante la sua stazza fisica non fosse proprio quella di un calciatore, era riuscito a conquistarsi un posto da portiere titolare nella squadra scolastica. Fu anche grazie ad alcune sue prodigiose parate che la squadra arrivò a disputare la finale del torneo studentesco.

 

La partita fu molto combattuta, e la tensione in campo si faceva sentire e nonostante l'impegno delle due squadre fu enorme, la partita si concluse in parità, anche dopo i tempi supplementari, così la disputa si concluse ai calci di rigore.

«Derrick contro Dursley, da quest'ultimo rigore si decideranno le sorti del torneo»

Vernon fissava il pallone impietrito, e si sentiva addosso la responsabilità delle sorti dell'incontro

«Derrick posiziona il pallone, mentre Dursley si posiziona tra i pali, Derrick prende la rincorsa colpisce il pallone con forza...»

Vernon chiuse gli occhi, e quando li riaprì trovo davanti a se il giocatore avversario accasciato a terra con un piede dolorante, mentre il pallone era li, fermo immobile, incollato al campo e duro come una roccia, come se per magia qualcuno lo avesse trasformato in pietra.

Sugli spalti nessuno riusciva a capire cosa fosse successo. Petunia, seduta in mezzo ai parenti dei compagni di squadra del nipote divenne bianca come un lenzuolo e fissò l'anziano marito negli occhi che gli ricambiò lo sguardo, entrambi furono sul punto di sussurrare qualcosa ma nessuno dei due osò pronunciare quella parola.

Altri insoliti episodi capitarono attorno all'ultimo nato della famiglia Dursley, come quando il pennarello con cui stava colorando un disegno cambiò improvvisamente colore, o come quando i vetri scuri della nuova auto di Dudley divennero improvvisamente trasparenti. Doveva esserci per forza una spiegazione a tutto ciò. Eppure nonostante la spiegazione fosse così evidente, nessun Dursley voleva ammettere la verità, non poteva essere un 'anormale' quel ragazzino a cui avevano dedicato tutte le loro attenzioni, ci doveva per forza essere una spiegazione.

 

Una mattina di luglio la spiegazione planò in volo nel salotto del numero 4 di Privet Drive con un becco, due bellissime ali bianche e un paio di sottili zampe a cui era legata una busta contenente un foglio di pergamena.

Proprio come ventisei anni prima.

 

   
 
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