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Autore: myosotiis    19/09/2013    3 recensioni
Kuroko no Basket | MidoTaka (Midorima/Takao) | one-shot | 1.009 words.
«Sei incorreggibile».
«Le sue previsioni non sbagliano mai».
«Quasi mai, volevi dire».
«La partita di oggi ne è una prova esemplare», ribatté composto, lanciando un’occhiata di disappunto al moro. «Diceva anche che mi sarei imbattuto in un imprevisto, ma…».
«—ma ha sbagliato~» Takao sembrava soddisfatto; «Hai visto?»
«Non ha sbagliato[...], accadrà stasera».
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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H o r o s c o p e ;



«Non pensi d’essere un po’ fissato con questo genere di cose, mh?»
«Affatto», non gli diede troppa importanza, preso com’era a seguire di nuovo l’oroscopo del giorno.
«Io sono sicuro del contrario».
Dopotutto non poteva aspettarsi una risposta differente da quella appena ricevuta. Infatti in quell’istante non potette neanche replicare diversamente. Schiuse le labbra nuovamente solo quando intravide l’oggetto installato fra le mani (unite a mo’ di conca) dell’altro: una minuta statuina che riproduceva (in maniera piuttosto realistica) due rondini, le quali erano ovviamente unite ad un minuscolo basamento. Il suo “fortunato” oggetto giornaliero, molto probabilmente. A quanto pare Midorima insisteva nel voler seguire tutto quello che il suo oroscopo suggeriva. E in quel giorno gli suggeriva di portare con sé una statuina che riproduceva due rondini e tutto sarebbe andato liscio.
Takao sospirò, lasciando passare l’asciugamano sulla sua nuca, umida; pareva divertito.
«Ed ogni giorno me ne convinco di più» un angolo delle labbra s’alzò in un ghigno, prontamente; «sei incorreggibile».
«Le sue previsioni non sbagliano mai».
«Quasi mai, volevi dire».
«La partita di oggi ne è una prova esemplare», ribatté composto, lanciando un’occhiata di disappunto al moro. «Diceva anche che mi sarei imbattuto in un imprevisto, ma…».
«—ma ha sbagliato~» Takao sembrava soddisfatto; «Hai visto?»
«Non ha sbagliato» lo rimbeccò rapidamente, forse sapeva già che avrebbe detto una cosa simile; «accadrà stasera».
Il moro parve annuire con fare scettico, mentre ridacchiava tra sé e sé, rivolto verso l’armadietto, opposto all’altro. Il membro della Generazione dei Miracoli non sembrava voler farsi sfuggire un sorriso, Takao invece si limitava ad asciugarsi gli ultimi rivoli di sudore (non vedeva l’ora di tornare a casa e finalmente catapultarsi sotto il getto dell’acqua); erano ormai gli ultimi due rimasti nello spogliatoio subito dopo la partita, a causa di Midorima che, invece di prepararsi e di cambiarsi, si era preoccupato maggiormente di afferrare il telefono e seguire l’oroscopo, perché in fondo quell’imprevisto ancora non rivelato lo stava tenendo sulle spine. Ma questo Takao non doveva saperlo. Quest’ultimo si prese persino la briga di attenderlo, mentre gli altri membri dello Shutoku uscivano, decisamente di buon umore.
Di buon umore per una vittoria che Midorima era stato capace di procurare alla propria squadra ancora una volta.
«Per quanto tempo hai intenzione di rimanere qui?» il moro finì di tirar su la chiusura lampo della giacca della tuta, mentre teneva in mano l’asciugamano che ben presto finì riposto nel suo borsone; «E come mai quel muso lungo, Shin-chan~?»
Poté esclamare l’ultima frase solo quando ebbe finito d’avvicinarsi e di sistemarsi in piedi di fronte all’altro che nel frattempo finiva di fasciarsi le dita della mano, come al solito, dopotutto.
«…oh, già, dimenticavo che quell’espressione ce l’hai sempre stampata in faccia. Dovresti sorridere di più, non credi?» continuò – senza neanche far troppo caso al pesante sospiro emesso dalle succose labbra schiuse di Midorima – mentre avvicinava l’indice di entrambe le mani agli angoli delle sue labbra, curvate verso l’alto in un sorriso.
L’ennesimo fiume di parole disperso senza riuscir ad ottenere l’attenzione del più alto.
«Sei fastidioso».
«Andiamo, sono l’unico della tua squadra che ti ha atteso; e poi non avresti mai passato tutto questo tempo con me se davvero mi trovassi fastidioso».
Il moro parve leggermente sollevato, mentre s’appoggiava una mano sul fianco e liberava una lieve risata. L’osservare per altri infiniti minuti l’altro che finiva di prepararsi ed il suo sguardo perplesso, gli fece ipotizzare la causa di quella sua lentezza ed incertezza.
«Non dirmi che ancora stai aspettando che tutte le previsioni di quell’oroscopo si avverino?»
Le sue manie l’avrebbero fatto impazzire da un giorno all’altro.
«No, perché sono assolutamente convinto che esse, prima dello scoccare della mezzanotte, dimostreranno di avere ancora una volta ragione».
Il membro della Generazione dei Miracoli sembrò essere finalmente pronto per andare via; l’altro estrasse il cellulare dalla tasca sinistra della giacca, controllando l’ora. Le nove. A quell’ora avrebbe dovuto essere già a casa. Forse non doveva fermarsi ad aspettarlo.
«Si sta facendo tardi, io devo andare».
«Bene».
«Ma come, non t’importa nulla?»
La punta di sarcasmo era ben distinguibile, come la nota di disappunto nella risposta muta di Midorima, che consisteva in una delle sue solite occhiate truci. Oramai aveva imparato a conoscerlo, per questo non si adirò.
Prima di salutarlo e prima di spalancare la porta dello spogliatoio, Takao si voltò ad osservare per qualche altro istante. La sua mente, attraversata da un lampo di follia, spinse il suo corpo a voltare il busto ed indirizzare i passi di nuovo verso l’altro, per avvicinarsi, ora senza ingombri a ricoprire i palmi delle sue mani. Forse il moro fu più rapido, perché prima che il cervello dell’altro potesse trasmettergli cosa stava accadendo realmente, il primo non fece altro che afferrare il suo mento, per riuscire ad incrociare i loro sguardi, in modo tale da facilitare il compiere del suo vero volere: ovvero quello di scoccare le labbra sulle gemelle, dotate della stessa colorazione corallina, con un’inaspettata dolcezza. Con imprudenza, approfondì il contatto, che concluse, sfumandosi, solo in seguito al movimento della mancina di Takao, che attraversò la forma della mascella di Midorima, il cui viso pareva di una colorazione e di una temperatura più vivace del solito. Non conosceva per filo e per segno la situazione del maggiore, ma il moro era sicuro che anche lui sentisse quel forte battere del cuore; quel tamburo instancabile che tentava di far udire il proprio suono nonostante abbracciato dalla cassa toracica.
Eppure ancora non riusciva a crederci: quelle strambe manie erano riuscite a conquistarlo, in un modo o nell’altro.
Solo dopo aver acquistato la distanza di qualche passo Takao riuscì a liberare di nuovo una successione di vocaboli, stavolta accompagnati da un rossore ben visibile che s’impossessò delle sue gote.
Afferrò il suo borsone, senza neanche osare immaginare l’espressione dell’altro, che invece non riusciva a pronunciare una sola sillaba, inzuppato com’era nella confusione e nell’imbarazzo.
«Hai vinto tu, Midorima» attraversò la soglia d’ingresso, senza riuscire ad incontrare lo sguardo dall’altro. «credo proprio che quell’oroscopo alla fine non sia poi così male».






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note dell'autrice:

non so sinceramente cosa scrivere, se non che la MidoTaka è una delle coppie che preferisco di più in questo anime. Beh, come avrete potuto intuire questa ff non ha un senso vero e proprio, e sinceramente non è neanche uno dei miei lavori più riusciti, ma nonostante ciò ho voluto pubblicarla, piuttosto per leggere cosa ne pensate voi. Perciò, se volete, potete lasciare tranquillamente una recensione, ne sarò più che felice~.

 
   
 
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