Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: revlution    19/09/2013    0 recensioni
«Salve signor Watson» l’uomo dai capelli neri lo saluto studiando una cartella, la sua cartella «Salve Dottor…» l’uomo lo fisso, i suoi occhi erano azzurri e John questo non lo scorderà mai, «Holmes, Dottor Sherlock Holmes» disse freddamente, con quel tono che John sente ancora rimbombargli nelle orecchie nei suoi sogni, in quelli più oscuri e segreti.
Platonic Love | Malinconico | Psychologist!Sherlock/Patient!Jon
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Irene Adler, John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
He didn't know that we've got
Io non ero nulla senza Lui.
Ma Lui questo non lo sapeva ancora


John Watson aveva sempre pensato che la guerra fosse il suo destino, aiutare le persone e sentirsi un uomo migliore. John Watson è sempre stato impulsivo quella volta in cui salvo un bambino, una vita, per alcuni anche stupido o per altri addirittura pazzo, ma John Watson si sentiva fiero anche ora che zoppicava ed ogni notte faceva incubi ed al suo risveglio tremava come una foglia. John Watson aveva ancora la sua vita, anche se zoppo, aveva sua moglie Mary e presto qualche bambino perché no ed era felice fino a che un giorno sua moglie non disse quella frase che avrebbe portato alla più totale scombussolamento di John Watson, «Amore credo che sia meglio che tu vada psicologo» ancora ricorda come quelle parole siano suonate strane, insensate e in fine totalmente esatte.

Mary era sorridente quando lo accompagno alla sua prima seduta, i capelli biondi svolazzavano al vento e gli teneva la mano saldamente e John cercava di mantenere il più possibile una faccia felice, lo accompagno fino all’interno del palazzo quel giorno, avevano commentato su quanto fosse retrò la carta da parati e John era riuscito a fare una battuta poco divertente ma lei rise comunque. Rimasero seduti sulle piccole sedie di legno della sala d’attesa per una mezz’ora o poco meno fino a che la porta di legno massiccio e scuro non si apri, una voce lo chiamo all'intero della sala, una voce profonda che John non scorderà mai. Mary gli sorrise ancora quando lui si volto verso di lei prima di chiudere la porta e John ricambio il sorriso.
«Salve signor Watson» l’uomo dai capelli neri lo saluto studiando una cartella, la sua cartella «Salve Dottor…» l’uomo lo fisso, i suoi occhi erano azzurri e John questo non lo scorderà mai, «Holmes, Dottor Sherlock Holmes» disse freddamente, con quel tono che John sente ancora rimbombargli nelle orecchie nei suoi sogni, in quelli più oscuri e segreti. Il Dottor Holmes fissava John come se fosse una cavia, un piccolo topo biondo chiuso in una gabbia fatta di grandi finestre e mobili antichi, il Dottore lo fece accomodare su una poltrona rossa e gli offri un tè come se fosse obbligato e fu allora che John si accorse di quanto si sentiva a disagio seduto di fronte all'uomo sotto il suo sguardo.
«Mi parli di lei signor Watson» John esito guardandolo negli occhi, la gamba gli tremava e gli faceva male «Voglio sapere tutto ti lei» lo disse così intensamente che ancora oggi John pensa che sia quella la scintilla che fece scattare il meccanismo, che mise in lui l’idea che Sherlock Holmes e lui sarebbero stati perfetti insieme, anche se lui stesso ancora non lo sa spiegare.
Ogni volta che lui e Mary si sedevano nella sala d’aspetto erano una tortura, una cosa che lo mangiava dentro, cercava di non farlo notare a sua moglie, ma forse non ci riusciva così bene come pensava allora, «Cos’hai John?» una volta gli chiese e lui si senti sprofondare non sapendo cosa rispondere e quindi disse una bugia, la prima di tante «Niente tesoro, sono solo un po’ stanco».
Giorno dopo giorno, seduta dopo seduta, il pensiero di Mary e del loro futuro si faceva sempre più distante e la faccia del Dottor Holmes e il suo tono di voce si faceva sempre più presente, aveva persino cominciato a scrivere di loro, anche se loro non erano niente se non una minuscola immagine nella più profonda immaginazione di John, aveva creato il suo mondo felice, senza incubi o suoni di esplosione lontane, ne sangue, ne morte solo loro due, uno Sherlock dolce che lo trattava come un principe e con cui preparava i pancake la mattina, solo ora John capisce quanto sia falsa la sua illusione, ma gli piaceva così tanto il poter passare una mano tra i ricci neri e svegliarsi guardando le iridi azzurre del suo psicologo, anche se era solo un illusione, una bellissima illusione.
Poi venne il giorno in cui tutto si ruppe, e quello John lo ricorda meglio di tutti gli altri, meglio di ogni cosa. Il suo ultimo giorno di terapia Mary non aspetto con lui, aveva delle commissioni da fare e di certo non poteva immaginare per quell'ormai sorridente John Watson sarebbe andato in frantumi come un bicchiere di cristallo caduto a terra.
«Siamo alla nostra ultima seduta signor Watson» John poteva sopportare quelle parole si disse, tanto quel giorno in chi Sherlock smetteva di essere il suo dottore poteva dirglielo, poteva dirgli quanto l’amava e quanto sapeva che sarebbero stati perfetti e già immaginava Sherlock stringerlo a se e baciarlo dolcemente come nei suoi sogni, «Vogliamo tirare le somme?» chiese gentilmente e John sorrise, si senti felice, felice veramente.
Camminava spedito, sorpassando le piccole pozzanghere che la tipica pioggia londinese aveva creato e lo vide da lontano e un nuovo sorriso si creo sul suo volto ed era pronto, pronto veramente ad abbandonare tutto e a vivere felice con lui e solo con lui, si avvicino all'uomo pronto a parlare quando la vide una donna abbraccio il suo uomo, o quello che lui pensava fosse suo, «Mi sei mancato bel capello» e a Sherlock usci una lieve risata, un suono angelico per John, «Ciao Irene» gli disse mentre si staccava dall'abbraccio e in quel momento, lo ricorda ancora, si senti bruciare all'interno, morire silenziosamente. La donna, Irene a quanto pareva, lo fisso con i suoi occhi azzurri «Salve lei è?» anche Sherlock si girò e lo guardo,ancora con quello sguardo così simile a quello di uno scienziato che fissa una cavia «Salve signor Watson» lo saluto freddo come sempre
«Abbiamo dimenticato qualcosa da dirci?»
«No volevo salutarla solamente e augurarle un buon natale, ancora»
Irene sorrise a John e si sistemo la sciarpa blu «Un tuo paziente Sherly?» Sherlock annui muovendo i ricci neri guardando la donna «Signor Watson, credo che la buona educazione implichi che io le presenti mia moglie Irene Alder in Holmes» fu in quel momento che il mondo di John Watson crollo come se fosse un castello di carte, in Holmes ricorda ancora come strano e orribile gli fossero suonate quelle due parole, John sforzo un sorriso e disse una bugia, l’ultima dopo molte «Piacere di conoscerla».

John Watson ora era diverso, zoppicava ma non aveva più incubi, John Watson cucinava i pancake con sua moglie, Mary e sua figlia Lucy, era felice ma ogni notte quando andava a dormire tutti i piccoli dettagli e ricordi che gli ricordavano Sherlock, il Dottor Sherlock Holmes tornavano a fargli visita ed erano così belli e dolci che non voleva lasciarli andare ancora, anche ora che era felice con la sua famiglia, perché Sherlock non l’aveva mai saputo e non avrebbe mai saputo, ma loro sarebbero stati perfetti.


New Message!
Hola! Questa è la seconda volta che scrivo questa shot, la prima era totalmente diversa anche se l’idea di base non cambia. Mi piace tantissimo anche se può risultare un po’ confusa(?) non saprei, non volevo scrivere la solita cosa dove uno si innamora dell’altro e felici e contenti fino alla fine dei giorni, volevo scrivere qualcosa di diverso e quindi è uscita sta cosa contorta, premetto che shippo sia John/Sherlock che Sherlock/Irene e non voletemi male se ho deciso di farla diventare Irene la moglie di Sherlock e che questo abbia rotto il cuore di John. Non ho voluto approfondire il fattore sedute perché non so come si svolgono in generale (si lo so che è strano) e non sapevo come descriverle quindi le ho lasciate parecchio sullo sfondo, l’idea mi è nata pensato all'amore platonico che Dante prova per Beatrice, visto che stavo appunto studiando Dante quando mi è venuta in mente l’idea per la storia.
Se vi è piaciuta, o anche se non vi è piaciuta lasciate una recensione e mi scuso per ogni singolo errore grammaticale che troverete
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: revlution