Era una notte di primavera
in una radura incantata,
quando dolci mani di fata
scrissero questa storia;

vera č dunque la favola
che di seguito č riportata,
e possa leggerla chiunque
non l'abbia mai ascoltata:

"Luccicavano le stelle sulla volta
di un cielo cosė limpido e bello,
in una notte tanto clemente...
ma era lei, la stella pių splendente.

Da tutti invidiata e tanto ammirata,
voleva in vero solo essere amata.

Caduta dal cielo, un giorno lontano,
decise di non farci mai pių ritorno
ma sulla terra si sentiva perduta
e piangeva e singhiozzava piano.

Un cavaliere avanzava nascosto
dagli alberi del fitto bosco,
provando qualcosa nel cuore
che molti chiamano amore.

Quando, non pių lontano,
vide il suo volto perfetto
nel sovrumano silenzio
un lampo gli trafisse il petto.

La fanciulla stava cantando
una melodia cosė bella... 

Era una stella dal cuore spezzato
e lui il cavaliere, di lei innamorato.

Quando la fanciulla tacque,
delle nubi corsero ad oscurare
il cielo; una densa ombra scura
come un velo nascose ogni cosa
e la tenebra si impose nella radura.

Ma lei, che delle stelle era la pių bella
era rimasta accesa, luminosa sulla pelle.

La sua luce, da sempre bianca 
come la stella pių splendente,
fu solo una rossa fiammella
- intensa e vibrante -
che rispondendo a mute preghiere,
brillando con calore
andō a posarsi sul palmo del cavaliere,
e da qui gli si posō sul cuore."