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Autore: cruelintentions    20/09/2013    5 recensioni
Harry avrebbe tanto voluto urlargli di chiudere, di non far circolare l'aria, così che quell'odore di vaniglia e pioggia non se ne andasse.
Voleva sentirlo costantemente.
Addosso a sé, attorno a sé.
Ovunque.
Qualcosa però lo costrinse a non farlo, la sensazione che fosse l'unico ad avvertirlo.
I suoi amici non sembravano essersi accorti di quell'aroma – dolciastro ma fresco – che alleggiava nell'aria.
« Harry, sei ancora tra noi? »
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[ capitolo quattro ]
Chiudendosi alle spalle e rimanendo in un silenzio riflessivo, arrivò ad una conclusione. La più giusta e sensata che potesse trovare in quel momento.
Esistevano le eccezioni per tutti, quindi potevano esistere anche per lui.
Ormai era chiaro come il sole.
Era Louisessuale.
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Il raiting al momento è arancione, giusto perchè é ancora all'inizio, ma poi diventerà rosso – con mio sommo piacere - .
Anh, se non ti piace il Larry, se non approvi il Larry, se non sopporti il Larry o – aggiungere qualcosa di estremamente simile - , ti sconsiglio vivamente leggere la mia FF.
Lieve accenno di Ziam – non so che mi è preso -.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso : i personaggi della mia storia non mi appartengo in alcun modo, tutto quello che è riportato qui di seguito è semplicemente frutto della mia fantasia.

Avviso - parte due (?) - : Spero vivamente di riuscire ad aggiornare con una tempistica buona e corretta - ovvero il prima possibile -, per quanto ammetto che è un periodo piuttosto caotico della mia vita e potrei - sicuramente - ritardare nella stesura. 

 


LUST BURNING IN HELL. 

INVISIBLE TOUCHES.


Avete mai fatto qualcosa di irreparabilmente avventato, senza pensarci due volte e forse anche un po' stupido? Harry Edward Styles, era bravo a fare questo ultimamente. Aveva scoperto questa sua dote innata di “fare senza pensare”. Poteva avere i suoi lati positivi, come la totale mancanza di rimpianti, ma poteva anche portare a gravi conseguenze. Conseguenze che nemmeno lui sapeva dove lo avrebbero condotto.

I suoi pensieri lo stavano lentamente torturando, perchè oltre alle conseguenze si aggiungevano i sensi di colpa. Confidando nel “tanto Zayn nemmeno se ne accorgerà” e pensando a un “io non ne so niente”, in caso se ne fosse reso conto, si stava martoriando la massa grigia.

Era passato un giorno dal loro incontro, ancora nessun messaggio dal pakistano. Questione di tempo prima che saltasse sull'attenti e capisse che cosa fosse successo. Una cosa che si poteva dire tranquillamente di Malik era quanto fosse intelligente, incredibilmente furbo e ancora di più scaltro – quando voleva sprecare energie nel farlo, invece che guardarsi costantemente allo specchio ripetentosi quanto fosse figo - . Nulla togliendo al fatto che conosceva come le sue tasche Harry, cosa che riduceva la difficoltà, nel fare luce sull'agitazione del riccio, pari a zero.

Aveva preso in prestito – rubato – la tavola che avevano usato durante la loro seduta. Il vago pensiero di lasciare Louis in casa di Zayn, non lo allettava nemmeno un po'.

Quei brividi inspiegabili, quel profumo, quegli occhi, quella voce era solo ed esclusivamente di sua proprietà. Proprio come lo era diventato quel foglio di carta, ben riposto fra le pagine di “Stardust” nella sua libreria.

Peccato che il suo Louis - da quando fosse diventato suo poi non lo sapeva, ma non gli interessava minimamente - non si faceva sentire dallo scorso pomeriggio.

Troppo impegnato? Che poi a fare cosa? Forse una partitina a golf nel mondo degli spiriti. Poco probabile, ma decisamente divertente come idea. Aveva provato a documentarsi, ma era tutto inutile. Non sapeva nulla di lui e non poteva digitare “Louis” su Google sperando che comparisse dal nulla una qualsiasi faccia con quegli occhi decisamente inconfondibili. Ce n'erano fin troppi di Louis al mondo, ma a lui nemmeno gli interessavano quelli vivi.

Che fosse diventato necrofilo? Nel caso in cui il suo amichetto – se lo poteva chiamare così – fosse stato un cadavere in una qualche tomba, allora sì.

In più non aveva ancora preso bene in considerazione la possibilità che quello faceva di lui un gay con i contro fiocchi. Ogni qualvolta si trovava a pensare di essere attratto da quel ragazzo, immateriale, scacciava via l'idea con un sonoro sbuffo. Harry Styles non poteva essere omosessuale, uno spreco – se lo diceva da solo – nei confronti della popolazione femminile.

Sebbene questo aveva controllato accuratamente, nella sua scuola vi erano sette Louis e nessuno di lora aveva quei dannati occhi azzuri. Questo però non lo rendeva un'ossessivo compulsivo o comunque un probabile aspirante presso la dottrina “piegami a novanta e fammi tuo”, giusto?

Affondando il viso nel cuscino del proprio letto, abbandonandosi inerme contro il materasso, incominciò a porsi le solite domande – futili – esistenziali.

Perché a me? Tra tutti proprio io? Ho fatto qualcosa di male?
Aveva fatto l'imbecille, a dire il vero, e ora non poteva certamente lamentarsi come uno sfigato.

Lamentarsi, poi, come se lo stava facendo seriamente.

Non avrebbe mai ammesso, per lo meno a voce alta, che era tremendamente eccitato e contento di quello che gli stava vorticando attorno.

Precisamente da ieri.

Voltandosi a pancia in su, sospira nuovamente, mettendosi ad osservare il soffitto senza un particolare interesse.

Si dice che quando sospiri costantemente, senza un'apparente motivo, sei innamorato. Il primo sintomo di quella malattia – così alle volte la chiamava – conosciuta come : amore.

Per quanto si trattenesse dal rilasciare l'aria dai propri polmoni a quel modo, era più forte di lui. Voleva uscire, liberarsi, insieme a quel lieve sorriso che non vedeva l'ora di distendere le sue labbra. No, non glielo avrebbe permesso.

Serrando le labbra trattiene il respiro, pensando che era meglio soffocare che cadere in quell'astuta trappola.

Harry Edward Styles non avrebbe perso le sue facoltà mentali per nessuno, tanto meno per Louis.

Come al solito, però, è più facile a dirsi che a farsi.

 

 

 

una settimana dopo.

 

 

Era tornato.

Un'uragano che lo travolse nel pieno del suo placido pomeriggio, che fino a qualche minuto prima aveva pensato di adoperare per dormire - alquanto banale - .

Ora quel profumo intenso e inebriante aveva sostituito l'aria all'interno della sua camera, all'interno dei suoi polmoni.

Non sapeva come comportarsi, annaspava respirando a labbra schiuse, accogliendo quel calore che lentamente si faceva strada all'interno del suo corpo.

“Ti sono mancato, curly?”

Sì, dannazione. Terribilmente e inconsciamente.

La sua voce ovattata e il suo respiro, il suo profumo e quella sensazione – come elettricità statica – che alleggiava attorno a lui. Gli era mancata ogni piccola sfaccettatura di quella presenza altalenante e invisibile.

Gli era mancato Louis.

Il suo Louis.

“Come siamo possessivi. Mi piace.”

Improvvisamente avverte qualcosa di strano addosso, solleva lievemente il capo dal cuscino e indirizza gli occhi nella zona sospetta. La maglietta si stava lentamente sollevando da sola, scoprendo la sua pelle diafana costellata da diversi tatuaggi. Che diamine stava facendo? Un brivido di paura, mista ad eccitazione, lo percorse dalla testa ai piedi.

Stava per portare le mani a tirarla giù, così da opporsi a quella serie di eventi, quando la sensazione di labbra morbide sul proprio ventre lo bloccò anullandogli completamente il cervello.

Qualsiasi pensiero razionale era impossibile sotto quel tocco così preciso e soffice.

Lentamente stava risalendo, percorrendo ed esplorando ogni centimetro della sua pelle, insieme alla stoffa della sua maglietta. Indumento che finì sul pavimento in pochi secondi, sfilato da qualcuno che non riusciva a vedere.

“E' troppo presto.”

Quel sussurro al proprio orecchio gli fece inarcare lievemente la schiena, ritrovandosi a mordersi il labbro inferiore preso da quella scarica di adrenalina.

Sentiva un moto di frustrazione invaderlo.

Voleva toccare Louis.

Voleva sentire Louis.

Voleva gustare Louis.

Voleva annusare Louis.

Voleva vedere Louis.

Voleva. Voleva lui.

“Arriverà quel giorno, Harry.”

Il suo nome pronunciato da quella voce che gli giungeva lontana per quanto vicina, suonava perfetto.

Sembrava fatto su misura per essere pronunciato da lui.

Artiglia il lenzuolo, emettendo un gemito, nel sentire i suoi capezzoli venire torturati da una bocca e da una mano invisibile.

Quella era una dannatissima tortura e se la stava facendo fare senza problemi. Che diamine gli stava prendendo? Cosa fondamentale : gli interessava seriamente saperlo? 

A dire il vero no, e nemmeno della sua probabile dubbia sessualità o della sua confusione. Voleva letteralmente essere posseduto da quel fenomeno inspiegabile, unico pensiero concreto nella sua testa. 

“Attento, potrei prenderti in parola.”

La risata cristallina che avvertì, non fece altro che farlo fremere, continuamente sovraeccitato da quei tocchi.

Poi successe l'irreparabile, fu un attimo, come una secchiata di acqua fredda.

La porta spalancata e sua sorella sulla soglia, parole che non fecero nemmeno in tempo ad uscirle dalle labbra, troppo intenta a fissarlo nel letto fremente e con il respiro affannato.

Essere scoperto in un momento del genere, che a dirla tutta non si poteva nemmeno spiegare, non gli era nemmeno passato per l'anticamera del cervello.

Rimasero a fissarsi, nessuno dei due muoveva un muscolo. Il profumo e la presenza di Louis svaniti nell'aria, se non una lieve e lontanissima risata nelle orecchie che pian piano scomparve.

Bastardo.

Gemma avvampò, per un attimo credette che avesse preso fuoco. L'autocombustione era rara, ma lei sembrava andarci - troppo - vicino.

Cercava - inutilmente - di formurale una frase mentre si sollevava e tirava giù la maglietta, che cosa si poteva inventare? Il problema scomparve quando lei chiuse la porta boffonchiando uno “scusanonvolevolaprossimavoltabusso” tutto d'un fiato.

Louis aveva detto che sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbero visti? Bene, lo avrebbe strangolato, preso a calci nel sedere e inultato come mai aveva fatto in vita sua. Non che si credesse veramente possibile di una cosa del genere, siccome la sua coscienza gli stava gridando che il giorno in cui l'avrebbe visto avrebbe pensato decisamente ad altro.
Sarebbe mai arrivato quel giorno? Non sapeva se poteva realmente fidarsi di lui, per quanto qualcosa lo spingeva a farlo.

Passandosi una mano tra i ricci, sposta lo sguardo sulle proprie gambe notando il rigonfiamento più che evidente all'interno dei suoi pantaloni.

Avesse almeno finito quello che aveva cominciato.

Ora doveva pensarci da solo e detestava il fai-da-te, però, magari se pensava intensamente ad una vecchia con la dentiera poteva riuscire a mettere “a cuccia” il signorino.

Gli ci volle un notevole sforzo, dal momento che i suoi pensieri andavano costantemente e solo da una parte. Verso di lui.

Un'unica direzione.

Ringraziò l'anziana signora - una volta risolto il dramma - che lo aveva salvato nelle situazioni più impensabili più e più volte, solitamente per colpa di ragazze. Ecco, questo era l'altro problema.

Mentre si alzava e andava verso la porta, doveva assolutamente parlare con sua sorella e vedere se si era ripresa, ripensò alla possibilità di essere gay.

Zayn, Liam e Niall avrebbero riso fino alle lacrime per una sua possibile dipartita dal mondo etero, senza contare che non ci avrebbero mai creduto. Lui, il badboy che se ne faceva una a sera, omosessuale?

Chiudendosi alle spalle e rimanendo in un silenzio riflessivo, arrivò ad una conclusione. La più giusta e sensata che potesse trovare in quel momento.

Esistevano le eccezioni per tutti, quindi potevano esistere anche per lui.

Ormai era chiaro come il sole.

 

 

Era Louisessuale






 

- - - - angolino dell'autrice - - - - -

 

 

Premetto che é la prima volta che scrivo qualcosa su di loro, non sono nemmeno un fan accanita – non so tutto delle loro vite – ma avevo questa mezza idea da un po' per la testa.

E' un genere – parlo del sovvranaturale – che non ho mai trattato. Inserire per di più gli One Direction – quattro per la precisione più uno, lol – in un contesto del genere lo trovo molto divertente.

Probabilmente vi saranno alcuni – troppi – errori grammaticali, chiedo anticipatamente scusa per avervi fatto sanguinare gli occhi – io e la grammatica non abbiamo un rapporto molto buono - .

Il raiting al momento è arancione, giusto perchè é ancora all'inizio, ma poi diventerà rosso – con mio sommo piacere - .

Anh, se non ti piace il Larry, se non approvi il Larry, se non sopporti il Larry o – aggiungere qualcosa di estremamente simile - , ti sconsiglio vivamente leggere la mia FF.

Lieve accenno di Ziam – non so che mi è preso -.

Credo di non aver tralasciato nulla – non ho intenzione di darvi spoiler sulla faccenda di Louis, asd – per cui, siate dei buoni recensori e digitatemi il vostro parere – critiche accettatissimissime - .

 

 

Ringrazio – sinceramente – chi ha inserito la mia storiella – stupidaggine – fra le “storie da ricordare”, “storie preferite” e “storie da seguire”.

Un grazie ancora più grande a chi ha speso il suo tempo per lasciarmi una recensione – graditissima – e per leggere fino in fondo – con tanta pazienza-.

 

 

 

So, that's all! Good reading! 

  
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