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Autore: BreezyLeveret    20/09/2013    1 recensioni
One shot in risposta a una sfida delle mie cugine.
Fatevi una risata e perdonate la mia stupidità.
Genere: Demenziale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One-shot piuttosto demenziale, in risposta ai prompt che quest’estate, annoiandomi a morte, ho chiesto a Nipotina e a Sweetophelia.

PROMPT: Nero, costellazione, dolce.

Colpo di scena: il criceto che si pensava morto è ancora vivo.

 

Buona fortuna.

 

 

 

 

Il sole aveva già da un po’ lasciato spazio alle tenebre nel cielo estivo.

L’oscurità era scesa sulla piccola via di paese, ma migliaia di stelle illuminavano la serata.

-Vedete, bambini, quella è Cassiopea – disse la giovane donna che, insieme a due bambini, era seduta nell’erba del giardino.

-E quella invece è la costellazione del Cigno -.

Indicò tre stelle in fila e altre due vicine.

-Mamma! Non vogliamo una lezione di gastronomia! – si lamentò Peter, con tono scocciato.

-Astronomia, tesoro. Va bene. Allora andiamo a dormire? –

-No! Prima io e Lucy dobbiamo raccontarci le storie dell’orrore! – sentenziò il bambino.

-Oh, sì, per favore – pregò la bambina, agitando la testa e facendo muovere ovunque le lunghe trecce bionde.

La madre di Peter sospirò –Va bene. – acconsentì –ma venite in casa entro mezzora.-

Si alzò e tornò verso casa, portando il vassoio con i -pochi- avanzi del dolce al cioccolato.

 

-… e le formiche gli divorarono gli occhi! –

Lucy aveva terminato il suo racconto angoscioso, ma Peter non sembrava molto impressionato.

-Sai che paura, la storia di un porcospino che si schianta contro un albero e muore. Aiuto! – disse infatti con sarcasmo.

-Oh, scusa. Allora raccontala tu una storia, se sei tanto bravo – rispose la bambina incrociando le braccia, indispettita.

-Molto bene, ma ricordati che me l’hai chiesto tu, quando scapperai urlando – sussurrò Peter, fingendo un tono lugubre e malvagio.

-Ma per favore!-

-Ok, ok. Allora… c’erano una volta due bambini. Questi bambini erano in giardino e stavano parlando tra loro. Forse si stavano raccontando delle storie di paura. –

-Sei davvero originale, Peter…-

-Oh, fammi andare avanti, sapientona…-

Lucy tirò fuori la lingua.

-Dunque… mentre i bambini parlavano, sentirono un fruscio nei cespugli dietro di loro e sembrò loro di vedere un’ombra tra le piante, ma credettero fosse solo un’impressione o forse uno dei gatti della vicina. Ma non era così…-

Lucy stava ascoltando attentamente e d’istinto lanciò un’occhiata alle rose dell’aiuola al bordo del giardino, fatto che non sfuggì a Peter, che sogghignò sotto i baffi.

-I bambini continuarono a parlare – proseguì –ma avevano l’impressione che ci fosse qualcun altro in giardino. O qualcos’altro. Ad un certo punto sentirono un ringhio e dall’oscurità uscì un enorme mostro con denti aguzzi, un gigantesco corno nero sulla fronte e delle ali di pipistrello sulla schiena. I due bambini, terrorizzati, si alzarono e corsero verso casa, ma il mostro era troppo veloce Si abbatté sulla bambina, che non ebbe nemmeno il tempo di urlare. Il bambino si era quasi messo in salvo, ma il mostro lo raggiunse e lo divorò proprio davanti alla porta di casa. Dopo la carneficina il mostro tornò indisturbato nella sua tana in mezzo alle piante e nessuno lo vide più. –

Peter terminò il racconto con un sussurro. Si era alzato in piedi, aveva le mani a forma di artiglio e gli occhi spalancati.

-Ti ho spaventato, eh, Lu? – chiese.

-T-ti piacerebbe – rispose la bambina, ma la sua voce flebile e la pelle d’oca sulle braccia la tradivano.

-Ma se sei terrorizzata! – disse infatti Peter, soddisfatto.

-Smettila. Non è affatto v… - Lucy si interruppe.

-Che c’è? – chiese il bambino. Lucy lo zittì mettendosi un dito sulle labbra. I due si girarono verso e piante dietro di loro.

FRUSH FRUSH

In un attimo i bambini si guardarono spaventati negli occhi e li prese il terrore. Di scatto si alzò anche Lucy e si misero a correre verso casa più velocemente possibile.

-AAAAAAH! –

 

Eh, che cosa strana la paura. Se solo avessero saputo che il mostro che immaginavano nei cespugli non era altro ce il piccolo Hamtaro, il criceto di Peter, che il bambino aveva seppellito quella mattina. “E’ morto” aveva sentenziato e la madre non si era certo presa la briga di accertarsi dell’effettivo decesso di “quell’orribile topastro”. Ma il vecchio Hamtaro, svegliandosi dalla pennichella pomeridiana e ritrovandosi in una scatola sotto terra, non aveva perso tempo e facendosi strada a rosicchiate e unghiate si era liberato e quella sera era puntato fuori pacatamente, spaventando i due ignari amici.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice.

Non giudicatemi, sono piccola e stupida. XD

E non avevo nulla di meglio da fare.

  
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