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Autore: murrina    24/03/2008    2 recensioni
Nuova fanfiction con pairing Mai/Joey... [Forse più Joey che Mai, questa volta!;)] Io ci provo. Mai è vittima di un incidente sulla strada, la sua moto scivola e, in un attimo, perde per la terza volta l'anima. Per sempre. "Un clacson ripetuto e poi una sirena dell'autoambulanza. Ueueue... sembrava un lamento, un ululato. Un grido di dolore. Una telefonata e l'ospedale. Una notizia insopportabile." Joey è distrutto dal dolore... Come reagirà? Io ci provo: ecco a voi il mio piccolo, ma impegnato, lavoro. Spero vi possa piacere... Ve l'allego insieme ai miei auguri di Buona Pasqua. Buona lettura!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Mai Valentine
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una notte crudele, una luna complice e testimone, sangue sulle strade.


Un'auto aveva tagliato la strada ad una due ruote; la moto era scivolata sull'asfalto umido e sdrucciolevole, il casco non aveva attutito lo scontro coll'asfalto a sufficienza: la violenza di quell'impatto era stata troppa.

Un clacson ripetuto e poi una sirena dell'autoambulanza.

Ueueue... sembrava un lamento, un ululato.

Un grido di dolore.

Una telefonata e l'ospedale.

Una notizia insopportabile.


Mai non c'è più e la notizia irrompe in prima pagina sui rotocalchi di moda, o come ulteriore articolo tra i fogli dei quotidiani.


Yugi arrivò a passo spedito a casa di Joey e suonò ripetutamente il campanello.

“ Joey, aprimi, sono io!”

Nessuna risposta.

“ So che sei in casa, per favore, Joey, aprimi! Starò qui a suonare finchè...”

La portà si schiuse, lentamente, e l'alter ego del faraone Yami si precipitò dentro all'appartamento.

“ Joey...Cosa...Come... stai?” osò chiedere, con una domanda evidentemente retorica.

Il biondo lasciò accomodare l'amico su un divano, poi ricadde pesantemente su di esso e, sbattendosi violentemente le mani sul volto, chinò il busto e pianse.

Pianse anche se l'amico si sforzava di trattenere un singhiozzo, il quale, ahimè, fuoriuscì poco dopo come un lamento silenzioso ma sconvolto.

Pianse per parecchi minuti, interrottamente, convulsamente, spasmi di dolore mossero la sua bocca che mormorava ad intervalli cadenzati “Perchè...?”.

Il vento muoveva le tende di quel piccolo appartamento, una brezza primaverile scuoteva le novelle foglie sugli alberi.

Yugi era sconvolto e rapito dal dolore, come l'amico, ma si sentiva responsabile dei nervi di quest'ultimo: Joey con Mai aveva sempre avuto un rapporto particolare, lei era sempre stata il suo punto debole.

“ L'ho vista lì, sul lettino, morta. Yugi, muoio dentro ogni volta che ripenso a quell'immagine! La volevo abbracciare, ma sapevo che non l'avrei più lasciata andare. Dovevo dirle che l'amavo, Yugi! La amavo, la amo... Io...” singhiozzava, mentre il suo fedele amico lo sorreggeva.

La notte precedente, un medico aveva trovato tra i numeri più chiamati quello di Wheeler, che ricevette la nefasta telefonata. Si precipitò in ospedale e vegliò, in sala d'attesa, pregando, pregando, pregando, piangendo.

Non chiamò Yugi e gli altri, lo fece solo quando il tutto si concluse, forse per non guastare quel suo momento di silenziosa preghiera, forse perchè, inconsciamente, temeva di disturbare i chirurghi, che avrebbero dovuto essere concentrati al massimo delle loro possibilità per salvare la sua Mai.


Signor Wheeler?” un dottore uscì dalla sala operatoria.

Come sta? Ce la fatta?” Joey balzò in piedi.

Temo di no, signor Wheeler. Mi dispiace”


Proprio nell'ultimo periodo, in cui tutto sembrava andare nel verso giusto, per i due ragazzi... Proprio quando Joey aveva deciso di “svegliarsi”, di dichiararsi, anche su suggerimento o incoraggiamento degli uomini del gruppo inseparabile d'amici...


La compagnia degli eterni amici sapeva cosa aveva sempre covato in sè Joey, in realtà, per la giovane, bionda modella: sapevano tutti, infatti, che lui ne era ciecamente innamorato, la amava di un amore puro e sincero, nonostante la donna in questione fosse una gatta seducente e bellissima.

Il biondo sicuramente apprezzava tali caratteristiche, ma la questione era ben diversa: le era così legato che, per paura di allontanarla o di guastare quei bei momenti spensierati che avevano passato insieme, non le aveva mai confidato ciò che il suo cuore custodiva gelosamente, ma, faticosamente, lo nascondeva.

Serenity, sua sorella, d'altro canto non era meno addolorata: aveva perso la sua sorellona, come spesso la chiamava. Il suo modello d'ispirazione, perchè lei lo sapeva, Mai era molto più di una statuaria modella tutta curve e di una giocatrice di Duel Monsters senza paura.

Tea non aveva detto una parola da quando aveva appreso il fatto, nè aveva alzato gli occhi dal pavimento in tutto quel pomeriggio; qualche volta, si ricordava, si era ritrovata ad invidiare la bionda per le qualità che l'avevano portato al successo: fascino, bellezza, coraggio, determinazione e anche una buona dose di sfrontatezza. Ma l'aveva amata, anche lei come tutti. L'aveva vista orgogliosa, mentre vinceva un duello, l'aveva vista stringere i denti e concentrarsi sull'avversario, l'aveva vista triste e sconsolata, l'aveva vista indifesa di fronte al grande amore, un'impresa che forse non aveva ancora conosciuto e di fronte al quale non sapeva come porsi. L'impavida e altezzosa Mai Valentine le aveva raccontato delle sue avventure amorose, del suo orgoglio nei confronti della sua indipendenza: ma Tea lo sapeva, sapeva che Mai, almeno per una volta nella sua vita, si era innamorata davvero, e proprio del suo piccolo Joey.


Un pomeriggio, pochi giorni dopo la tragedia, la compagnia si era ritrovata al gran completo a casa della moretta, ma il tempo non era trascorso molto felicemente.

“ Be', ragazzi, mi sa che è ora di andare a casa...” disse Joey, che iniziò a salutare gli amici.

“ Fratellone...?” la sua sorellina gli domandò

“ Sì, Serenity?”

“ Potrei andare a dormire da Reiko, questa notte? Mi ha invitato ad un pigiama party.”

Joey stava per rispondere (in modo negativo, a giudicare dall'espressione che assunse), poi riflettè, aiutato dalla spalla di Yugi che evidentemente gli infondeva fiducia e positività. La ragazzina avrebbe potuto distrarsi un po', passando del tempo con le amiche.

“ Chi è Reiko?” le domandò, allora.

“ Eh, dai! E' quella mia compagna di scuola...bionda, occhi blu, è alta una spanna più di me, più o meno... Non la ricordi?”

Bionda, occhi blu... Joey, Joey... Te la ricordi, com'era bella, la tua Mai?

“ Ah, giusto, giusto, Reiko. Be'... Va bene.”

Serenity sorrise, con occhi velati di tristezza.

Arrivati a casa, i due fratelli si accordarono, la minore preparò il piccolo borsone con il quale sarebbe di lì a poco uscita, il maggiore l'avrebbe accompagnata e l'avrebbe riportata a casa il mattino seguente, verso le dieci e mezza.

Dopo la cena, il biondo afferrò le chiavi e chiamò Serenity.

In auto (ormai il nostro piccolo Joey aveva raggiunto e superato la maggiore età), durante il tragitto, il maggiore cercò di alleggerire l'atmosfera che da qualche giorno aleggiava intorno alla sua mente.

Arrivati a destinazioni, Serenity ringraziò il “fratellone”; gli schioccò un bacio sulla guancia e aprì la portiera: “ Sei sicuro di non sentirti solo, questa sera? Se vuoi dico a Reiko che...!”

“ No, piccolina, non preoccuparti, va' dalle tue amiche. Starò bene. Farò un salto da Yugi, probabilmente!”

“ Allora okay...allora vado. Buonanotte, Joey!”

Lui rispose con un sorriso e con un cenno della mano a Reiko, la ragazzina bionda affacciata dalla porta di casa.

" Sta' bene, sorellina..." pensò.


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Grazie a tutti coloro che hanno letto il mio primo capitolo.
Me lo lasciate un commentino?

^^
Murrina
  
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