E i tuoi
genitori?
Immobile. L’adrenalina che
scorreva nel suo corpo si era arrestata immediatamente, così come la sua mano
ancora saldamente avvolta alla penna bic sospesa
sopra il foglio bianco, nel momento in cui aveva sentito la traccia del tema da
cui dipendeva il suo futuro scolastico. Al contrario dei suoi compagni, lei non
aveva ricevuto alcuno shock nell’apprendere la notizia di quel compito in
classe, anzi, ignorando i brusii molesti dei suoi amici, non vedeva l’ora di
cimentarsi nell’impresa. Nella sua piccola testa si affollavano storie fuori
dal mondo intero come in un vortice, avvertiva pressante la sua fantasia che si
scatenava e circolava frenetica nella sua testa, ancora di più di
quell’adrenalina che le conferiva l’eccitazione più bella di
quell’afosa giornata. Ma tutta questa meraviglia si
era spenta all’udire quella dannata traccia. Cosa avrebbe
fatto ora? Cosa avrebbe potuto scrivere adesso? Non ne
aveva la minima idea, e il terrore l’avvolse nello
stesso istante in cui aveva appreso che qualsiasi forma di protesta sarebbe
stata del tutto inutile di fronte agli occhi impassibili di quell’arpia della
professoressa. L’unica cosa che le rimaneva da fare, a questo punto, era
rimboccarsi le mani e provare con tutte le forze a scrivere quel tema
impossibile:”Descrivi
i tuoi genitori e il rapporto che li lega a te”. Ma
come le era venuta in mente una traccia del genere? Sembrava che la sua
professoressa fosse sadica nel profondo del suo animo! Passi per la madre, sarebbe riuscita a descrivere
il suo carattere in un modo o nell’altro. Ma per quel
che riguardava Vegeta? Cosa avrebbe mai potuto
scrivere? E come avrebbe potuto descrivere il rapporto complicato e speciale
che li univa in una tacita complicità? Dopo un breve istante di
indecisione, “l’arpia” scorse la penna della geniale Bra Brief scorrere rapida sul foglio e macchiarlo d’inchiostro
fino a donargli un’anima, una storia, un’identità. Alla fine delle due ore
concesse posò sorridente il foglio sulla cattedra, soffermandosi ancora un
istante a fissarlo, dopo uscì velocemente fuori dalla
classe per godersi soddisfatta quel meritato riposo offerto dalla ricreazione.
Appena tutti gli alunni
furono finalmente usciti dalla classe prese a fissare con insistenza la pila di
fogli posati sulla cattedra. Poteva scorgere innumerevoli calligrafie, ognuna
tracciava un’identità differente, ne rifletteva l’animo, proprio come uno
specchio. Ma fra tutte quelle calligrafie stentate ed
ordinate, solo una era importante ai suoi occhi: Il tema di Bra Brief risaltava sovrano fra tutti gli altri, brillando
quasi di luce propria. Doveva proprio ammetterlo: era davvero curiosa.
Nonostante tutto, non aveva mai incontrato di persona i genitori di quella
bambina tanto brillante e, sapendo che la madre non era altri che la famosa e
geniale Bulma Brief, non poteva fare a meno di chiedersi come fosse quella donna e
chi mai potesse aver sposato. Così la sera prima, quando si scervellava per
trovare una buona traccia da sottoporre ai suoi studenti il giorno dopo, la
tentazione era stata troppo forte. E adesso, in quel preciso momento, poteva
udire la voce di quel tema chiamarla a gran voce e attendere impazientemente di
essere letto. Fu così che, quasi tremante, lo afferrò fra le sue mani e
cominciò a leggerlo: la prima parte non la stupì più di tanto. Certo, è sempre
ammirevole sentire di una donna capace di unire la sua carriera e la sua
famiglia (nonché il rapporto con sua figlia) in un’armonia
tale, ma dopotutto si aspettava una descrizione del genere relativa alla scienziata.
Ma raggiunta la parte relativa al padre…beh, la cosa
si faceva decisamente più interessante. Come se non bastasse ad accrescere il
mistero contribuivano le numerose cancellature confusionarie con cui la ragazza
aveva ricoperto il foglio. Sforzandosi continuò a leggere:”Mio
padre? Come potrei descrivere mio padre?Qualsiasi cosa io possa dire che lo
riguardi non potrà mai descriverlo. Agli occhi di mia
madre è certamente un marito un po’ brontolone ma unico, un padre un po’
atipico ma molto legato a noi. Agli occhi di mio fratello è un padre
autoritario, forse anche troppo, tanto da incutere timore, ma una persona degna
di tutto il suo rispetto e la sua stima che nutre un ben celato affetto per
lui. Per i suoi amici è un tipo un po’ strambo, forse anche eccessivo, sempre
pronto ad insultarli esattamente come ad aiutarli. Ma per me? Devo ammettere che non saprei trovare una vera
risposta….Vegeta è ciò che vuoi vedere in lui, ciò che
vuoi vedere nei suoi occhi profondi e abissali quando ti scruta con quello
sguardo indecifrabile, ciò che vuoi leggere fra le righe quando esprime quei
giudizi sentenziosi rivolti a te, ciò che vuoi comprendere in quel suo
tentativo di essere duro e freddo che si scioglie inesorabilmente ogni volta
che mi chiama “la sua principessa”. Io non so chi sia veramente mio padre o
cosa mi leghi concretamente a lui, al di là naturalmente del legame di
sangue, ma so per certo che occuperà sempre un posto fondamentale nella mia
vita, perché forse lui è quasi la sintesi della mia vita, lui e il legame che
ci lega.”
Confusa poggiò il tema
sulla cattedra, gettò uno sguardo fuori dalla porta:Bra
guardava fuori dalla finestra con un sorriso radioso a illuminarle il viso.
Mi dispiace
se questa storia è un po’ banale….effettivamente anche troppo ma lì per lì mi è
sembrata carina così ho pensato che in fondo in fondo tentar
non nuoce. Mi scuso anticipatamente se ho fatto errori grammaticali di cui non
mi sono resa conto (non ho riletto la storia) e se non è stata di vostro
gradimento. Ringrazio in ogni caso chi ha trovato il tempo e la voglia di
leggerla e chi anche di recensirla. Per concludere vi
ringrazio tantissimo ( ma proprio tanto) dell’incoraggiamento che mi avete dato
nelle recensioni della storia “Waves in the past”. Siete
stati tutti gentilissimi e vi sono grata anche per
tutti i consigli. Bacioni e ringraziamenti a tutti quanti!!!!!
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