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Autore: Vedelita94    20/09/2013    0 recensioni
Eppure siamo delle persone come tutte le altre. Anche se dietro l’obbiettivo appariamo felici, spensierati, anche noi siamo umani. Abbiamo dei sentimenti, possiamo essere anche fragili.
Anche per noi, gente popolare, non tutto è rosa e fiori.
Anche per me.
Anche per Ian.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’estate ormai era volata, se quella che avevo passato almeno potevo chiamarla estate, lavorando per alcuni servizi fotografici, come quello fatto per  il Cosmopolitan, e partecipando a degli eventi, come il Met Gala, i Comic Con a San Diego, il Variety's Power of Youth. Avevo passato tutta l’estate viaggiando, andando da un paese ad un altro.
Nonostante tutto lo stress accumulato, non riuscivo ad odiare il mio lavoro.
Amo il mio lavoro, il confrontarmi con gli altri, stare a stretto contatto con gente che ha più esperienza di me, incontrare i fans che gioiscono ogni volta che mi vedono passare, facendo sorridere anche me.
Se ero arrivata a quel punto della mia carriera lo dovevo soprattutto a loro. Senza di essi, non ero nulla.
Forse non dimostravo quanto io tenevo a loro. Molti probabilmente mi ritenevano una falsa, una fanatica, una snob solo perché ero popolare, avevo un lavoro fantastico, ero al centro dell’attenzione e soprattutto avevo soldi – perché è questo che la gente pensa di noi ‘VIP’.
Eppure siamo delle persone come tutte le altre. Anche se dietro l’obbiettivo appariamo felici, spensierati, anche noi siamo umani. Abbiamo dei sentimenti, possiamo essere anche fragili.
Anche per noi, gente popolare, non tutto è rosa e fiori.
Anche per me.
Anche per Ian.
 
Il mio iPhone iniziò a suonare senza sosta quando avevo portato le mie valigie nella mia stanza. Speravo con tutta me stessa che non era il mio menager che mi avvertiva che c’era stato un cambiamento di programma e che sarei dovuta partire immediatamente. Guardai il display. Quando lessi il nome di Julianne sullo schermo mi rilassai, almeno per un secondo. Quando chiamava lei significava che il relax era finito.
Portai il telefono vicino all’orecchio e accettai la chiamata.
«Tesoro, ti ho disturbata? Sei rientrata oggi giusto?»
Julianne era il tipico esempio di ragazza che non ti lasciava parlare se prima non finiva il suo discorso. Lascia che finisse di scusarsi e di ripetere numerose volte la frase iniziale prima di poterle rispondere.
«No, non mi hai disturbata, tranquilla.»
«Oh menomale! Pensavo di averti beccata in un momento meno opportuno.»
«Stai tranquilla, ti ho detto che va tutto ok.»
«Va bene. Comunque ti volevo ricordare che stasera ci attende una festa. Non possiamo non andarci.»
‘Una festa? Che festa? Non ero neanche tornata a casa che dovevo uscire nuovamente!’
«Una festa? Che festa è?» Le chiesi con aria confusa.
Dall’altro lato del telefono sentì Julianne trattenere una risata.
Stava ridendo di me, ne ero convinta.
«Lo sapevo che te ne saresti dimenticata! La festa di compleanno di Selena! Ricordi?»
‘Oddio! La festa di Selena! Me ne ero completamente dimenticata.
«Ah si! La festa di Selena! Non mi ero dimenticata» Mentì. Julianne mi fece il verso capendo che quello che avevo appena detto era una menzogna.
«Si si. Comunque ti passo a prendere stasera alle otto e mezza. Fatti trovare pronta e soprattutto bellissima! Ah dimenticavo di dirti, è una festa in maschera.»
‘Che cosa?! Ci mancava solo questa! Dove lo trovavo un costume?’
«Si lo so, me lo ricordavo» mentì un’altra volta. Questa volta Julianne sbuffò ma non disse nulla a riguardo.
«Ci vediamo stasera allora, a dopo.»
Riattaccai la chiamata e andai velocemente verso la mia cabina armadio. Non appena ci entrai dentro iniziai a guardare ogni angolo alla ricerca di un vestito adatto per quella serata.
Evitai di controllare la zona degli abiti lunghi e mi concentrai verso la zona dove conservavo gli abiti che indossavo raramente. Mentre scartavo abito dopo abito mi ritrovai tra le mani un costume che avevo indossato ad una festa di Halloween, precisamente due anni fa. Era il mio costume da Hermione Grenger.
Osservai con attenzione quel costume e ricordai alcuni momenti di quella serata.

Era una festa di beneficenza, organizzata dalla ISF, la fondazione a favore dell’ambiente e degli animali di Ian. Quella sera c’erano moltissimi invitati, la maggior parte li conoscevo. Candice, Zach, Joseph, Kat, Daniel, tutta gente con cui avevo lavorato nella fantastica serie Tv che occupa gran parte del mio tempo, The Vampire Diaries.
Ero onorata di trovarmi lì. Quella fondazione stava avendo molto successo. Molti progetti contro l’inquinamento ambientale stavano avendo i loro frutti. Tutto questo lo si doveva grazie all’impegno e allo sforzo di Ian. Era un uomo pieno di talenti. Fin da piccolo il suo sogno era quello di cambiare il mondo in meglio. Voleva un mondo più pulito, dove non ci si doveva spaventare di respirare, un mondo dove l’uomo, l’ambiente e gli animali potevano vivere in perfetta armonia. Un mondo dove tutti potevano collaborare per vivere meglio. Forse molte persone consideravano quell’iniziativa priva di un futuro, visto la società consumista in cui eravamo abituati a vivere. Ma Ian non si abbatteva, era ottimista al riguardo.
In quella sala molti giornalisti si fermavano a parlare con lui, volevano sapere cosa aveva in serbo la ISF per i prossimi mesi, come stavano andando i lavori e se ci sarebbero state delle iniziative anche oltre mare.
Ian rispondeva ad ogni domanda con un sorriso stampato sulle labbra, era un uomo sicuro di se che trasmetteva gioia ad ogni persona che la circondava, anche a me.
Stavo parlando con Candice quando mi sentì bussare da dietro. Quando mi voltai e vidi due iridi blu coprirmi il mio capo visivo.
Ian.
«Come procede la serata?»
Chiese sia a me che a Candice, ma sapevo che la domanda era riferita in particolare a me.
«Fantastica! Come al solito, è tutto perfetto!»
«Grazie Candice, sei gentilissima.»
«Serata fantastica. Complimenti Superman!»
Gli risposi ridendo. Lui mi guardò con un sorriso sghembo stampato sulle labbra.
Dio! Quel suo sorriso, quelle sue labbra!
«Grazie Hermione! Scusami Principessa, ti rubo la strega per qualche minuto.»
«Fai pure. Basta che me la riporti intera.»
Senza rendermene conto, io e Ian stavamo camminando, o meglio lui mi stava trascinando, verso delle poltroncine in lontananza. Non appena arrivammo mi fece sedere su una di esse e lui si accomodò davanti a me.
«Sei fantastica stasera, te l’avevo già detto?»
«Solo stasera? Umh potrei offendermi Superman, sai?»
«Oh! Non sia mai. Non voglio far arrabbiare una giovane streghetta.»
Ancora una volta sfoderò quel suo sorriso che mi mandava in iperventilazione.
Lui portò una mano sotto il mio mento e con un dito mi sfiorò le labbra.
«Non morderti le labbra.»
«Perché? Non posso?»
Lo guardai sorridendo maliziosamente per poi mordermi nuovamente le labbra.
‘Una volta ciascun, Somerhalder!’
«Mossa sbagliata.»
In pochi secondi la distanza che separava i nostri volti si affievolì. Le sue labbra sfiorarono le mie e le nostre lingue si incontrarono iniziando una danza maestosa.
Quella sera l’avrei ricordata come quella del nostro primo bacio.

Non avevo trovato alcun vestito da indossare per quella sera. I tempo a mia disposizione era breve e rimanendo in casa a disperarmi non avrei risolto nulla. Dovevo andare a fare shopping e conoscevo la persona adatta che poteva aiutarmi.
Presi il mio iPhone e mandai un messaggio a Colton.
«Ho bisogno di te. Ci incontriamo al centro commerciale?»
In pochi secondi arrivò immediatamente una sua risposta.
«A vostra completa disposizione madame.»
 
   
 
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