Quasar

Ero sola come tante lo sono in questo universo pur facendo parte del cosmo, ero isolata da tutto e tutti. Mi chiamo stella e non conosco il calore di un abbraccio o il dolce sapore di un bacio. Sono nata nell'oscurita, ma per uno scherzo del destino gli altri mi considerano un punto di riferimento. Come il perno di un compasso intorno al quale ruota un asse perfetto e circolare. Ma io non sono perfetta. Un giorno me ne stavo affacciata alla terrazza del cielo a guardare la vita scorrere, intenta a fare quello che mi riusciva meglio guardare senza mai agire. Ero stanca di essere l'osservatrice passiva dello spettacolo della vita, così decisi di mettermi in gioco. Come tutti ero destinata a morire, solo, molto dopo rispetto le persone che amavo. Vedevo coloro che avevo amato e sui quali avevo vegliato soccombe inesorabilmente. Spegnersi come io avrei fatto, forse, un giorno lontano anni luce. Il momento preciso nel quale lasciai il mio posto in questo universo incontrai in un luogo sconosciuto la parte che mi mancava, una supernova splendente. La stella più luminosa che avessi davvero mai incontrato. Ma solo io la vedevo così agli occhi degli altri si stagliava come l'oscurita più nera. Un misterioso spettacolo. Poteva essere lucente più di qualsiasi altra invece aveva scelto le tenebre. Mio amore pensai, ma poi capii che non eravamo fatti per stare insieme , troppo vicini ma allo stesso modo lontani. In rotta di collisione eppure mai destinati ad incontrarsi. Vedevo dinanzi a me la via per raggiungerlo e ci provai credetemi per millenni tentai. Una forza a me sconosciuta mi tratteneva eppure una strada era stata tracciata. Una via per raggiungere il mio solo amore. Il destino ci era avverso. Non avevamo i problemi degli uomini. Noi eravamo lontani da ogni genere di pulsione e debolezza umana, ma più di loro eravamo oggetto di scherno da parte del destino. Si amore mio il destino si divertiva a farci soffrire. A farmi soffrire. Sapere di poterti raggiungere eppure non averne la forza era qualcosa che mi consumava, non più in fretta ma in maniera dolorosamente lenta. Finché in me ci fosse stata luce non ci saremo potuti incontrare. Ricordo di averti sempre amato. Due stelle gemelle di una costellazione, attratte ma costrette a respingersi. Solo quando la fine giunse e la mia luce si spense capii. Nate insieme ma costrette a vivere separate, se pur vicine. La tua fine giunse insieme alla mia morte prematura. Eri destinato ad estinguenti prima di me poiché la tua fiamma si era attenuata da millenni ormai, invece come eravamo state generate ci estinguemmo. Solo nella morte trovammo la vita, un bacio mai dato un abbraccio mai ricevuto, ebbi tutto nell'istante di un attimo. Il nostro destino era l'oblio ed invece l'amore che ci animava esplose nella più lucente e magnifica creazione che potessi immaginare. Un quazar. Luce dell'universo destinata a brillare ancora per migliaia di anni. Anche Se l'esistenza da stella dagli occhi degli altri poteva sembrare l'apoteosi della vita vi assicuro che con la morte io cominciai a vivere.