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Autore: Irina_Yermolayeva    21/09/2013    2 recensioni
-ho aspettato a lungo questo giorno, proprio come te. Sei mio fratello, mio amico. A volte sono geloso. Ma non dubitare mai del fatto che ti amo.-
-grazie.-
-adesso diamoci un bacio.- dissi io sorridendo.
Lui rise:-finiscila.-
-davvero, come sto?- mi chiese dopo un po’.
Mi voltai a guardarlo:-come un re.-
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: PWP
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Ten Gods’ Kisses
 
-CIACK! AZIONE!-
Thor entrò dalla porta, che si stava aprendo, con il martello in una mano e un calice nell’altra che, poi, buttò nel fuoco gridando:-ancora!-
Guardò davanti a se con aria solenne spostando il martello nell’altra mano e scese la corta scalinata.
Io, Loki, che ero nascosto di lato, dietro una colonna, lungo il corridoio che portava alla sala dell’incoronazione, mi feci avanti aspettandolo in mezzo al corridoio.
Quando anche lui arrivò accanto a me, guardammo entrambi davanti a noi verso l’altra porta.
Rimanemmo un po’ così poi mi voltai a guardarlo e sorridendo gli chiesi:-nervoso fratello?-
Lui rispose ridendo, cercando di nascondere il nervosismo, anche se dalla sua voce si vedeva perfettamente che era nervoso:-secondo te? Non sono mai stato nervoso.-
-beh, c’è stata quella volta a Nornheim.- gli dissi io.
-quello non era nervosismo, fratello.- cercò di spiegare:-era la furia della battaglia!-
-oh certo.- annuii io facendo finta di dargli ragione.
-altrimenti avrei potuto farcela ad affrontare centinaia di guerrieri e a portare tutti quanti in salvo?-
Aggrottai le sopracciglia:-ah, per quel che mi ricordo, sono stato io ad evocare quel fumo per coprirci e facilitare la nostra fuga...-
Lui rise:-certo. Alcuni combattono, altri si limitano ad usare trucchetti.- disse mentre un servo gli portava un calice con del buon vino. Il servo sentendo la battuta accennò ad una risata.
Lo vidi e, infastidito, mossi appena la mano girandola velocemente.
Il servo si preoccupò e si spaventò a morte quando vide tre serpenti uscire dal calice al posto del vino e, con un urlo, lasciò cadere tutto a terra facendo un passo indietro.
I tre serpenti gironzolarono appena davanti ai nostri piedi.
Io risi divertito e Thor mi disse a mo di rimprovero divertito:-Loki. Hai appena sprecato dell’ottimo vino.-
-oh mi sono solo divertito un po’, vero amico mio?- dissi al servo, serio e con un gesto orizzontale della mano, feci sparire i serpenti.
-mpf...- disse in un sussurro Thor ridacchiando.
Il servo riprese il calice e il piatto mentre Thor sghignazzava ancora.
Sorrisi soddisfatto.
Una volta che se ne fu andato, arrivò un altro servo che gli portò il suo elmo con le piccole ali.
Lo guardò con una faccia strana mentre lo prendeva in mano.
Mi voltai a guardarlo:-oh, belle penne.- lo presi in giro.
Lui rise:-non vorrai mica ricominciare con questa storia, vero, mucca?-
-guarda che ero sincero!- rimbeccai io.
-tu non sai essere sincero.- disse con ovvietà.
-davvero?- chiesi io.
-si.- mi rispose lui.
Ci guardammo per un attimo poi gli dissi:-ho aspettato a lungo questo giorno, proprio come te. Sei mio fratello, mio amico. A volte sono geloso. Ma non dubitare mai del fatto che ti amo.-
Lui sorrise e mi posò una mano sul collo.
-grazie.- disse battendo appena la mano.
-adesso diamoci un bacio.- dissi io sorridendo.
Lui rise:-finiscila.- ci voltammo di nuovo verso la porta.
-davvero, come sto?- mi chiese dopo un po’.
Mi voltai a guardarlo:-come un re.-
Lui sorrise e ci voltammo di nuovo ma dopo neanche qualche secondo Thor si voltò di nuovo verso di me, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Chiusi gli occhi e posai le mani sulle sue scendendo poi sulle braccia e stringendo il tessuto del suo costume di scena.
-STOOOOP! Ragazzi!!! Non si fa così!! Insomma! Un po’ di serietà!- disse il regista ridendo.
-ci scusi...- dissi io per entrambi sorridendo.
Chris rideva per nulla dispiaciuto... come d’altronde non lo ero neanche io.
 
 
-CIACK! AZIONE!-
Thor, arrabbiato, sollevò l’enorme tavolo della sala da pranzo e l’abbatté al suolo, facendo cadere tutto quello che c’era sopra.
Placata per un attimo la sua rabbia, si sedette sugli scalini ansimando piano.
Avevo visto tutta la scena da dietro una colonna e, quando si fu seduto, uscii allo scoperto e mi sedetti accanto a lui.
-non è saggio farsi trovare in mia compagnia fratello.- disse lui quando mi vide.
-questo era il giorno della mia celebrazione.- continuò.
Lo guardai:-giungerà.- feci una pausa:-col tempo.-
In quel momento entrarono in scena anche Sif e i due guerrieri amici di Thor.
-ma che sta succedendo?- chiese Volstagg.
Sospirai appena e mi avvicinai sussurrando a Thor:-se può consolarti, io dico che hai ragione. Riguardo i giganti di ghiaccio, a Laufey e a tutto il resto. Se hanno trovato un modo per penetrare le difese di Asgard già una volta, chi dice che non ci riproveranno, con un esercito la prossima volta?-
-esatto.- disse Thor infervorandosi.
-non c’è nulla che tu possa fare senza disobbedire a nostro padre.-
Lui si voltò verso di me. Aveva uno sguardo che la diceva lunga:-no... nononono! Conosco quello sguardo.- dissi puntandogli il dito contro mentre lui si alzava.
-se è l’unico modo per garantire la sicurezza dei nostri confini...-
Lo interruppi:-Thor è una pazzia!-
Volstagg si intromise, sentendomi:-pazzia? Che genere di pazzia?-
-andiamo a Jotunheimen.- disse Thor deciso e con tono gravoso.
Lo fissai e lui si voltò a fissarmi un attimo e, mentre l’altro guerriero, Fandra, parlava lui mi tirò a se e mi baciò stringendomi a se e tenendo le mani sul mio sedere.
Sorrisi mentre lo baciavo ad occhi chiusi.
Sif rise mentre i due guerrieri sospirarono.
-STOOOOP! Ancora?! Chris!! Tom!! Datevi una calmata!!-
-non ci posso fare niente se è così, dannatamente, sexy!!- disse Chris senza concedermi di staccarmi da lui.
Risi divertito.
 
 
-CIACK! AZIONE!-
Stavamo correndo con i cavalli lungo il ponte arcobaleno diretti al Bifrost per andare sul pianeta dei giganti di ghiaccio.
Arrivati lì davanti, scendemmo da cavallo ed incontrammo Heimdall.
Mi feci avanti:-lasciate fare a me.- dissi sorridendo.
-buon Heimdall...- iniziai ma lui mi interruppe:-servono indumenti caldi a sufficienza.-
-come scusa?- chiesi non volendo capire le sue parole.
-credi di potermi ingannare?- disse lui imperscrutabile.
Sorrisi appena:-devi esserti sbagliato...-
-basta!- disse Thor dietro di me.
Mi zittii all’improvviso e persi il sorrisino che avevo.
Thor si fece avanti fino a sfiorarmi con la schiena la parte sinistra del corpo:-Heimdall possiamo passare?-
-mai, un nemico ha eluso la mia sorveglianza sino a questo giorno. Vorrei sapere com’è accaduto.-
-allora non dirai dove siamo andati sino al nostro ritorno. È chiaro?- disse Thor.
Io lo fissai serio alternando lo sguardo da Thor a Heimdall.
Thor, cioè Chris, che avrebbe dovuto camminare velocemente verso il Bifrost, si girò verso di me e mi baciò prendendomi tra le sue braccia e insinuando la lingua nella mia bocca come solo lui sapeva fare. Gli infilai una mano tra i capelli.
-STOOOOP! Ragazzi!! Andate in camerino! Non potete fare queste cose tutte le volte che girate una scena insieme!!-
-signor regista; provi lei a resistere a quest’uomo! Poi voglio vedere cosa succede!!- reclamò lui.
Tutti risero.
-sei il solito stupido.- sorrisi:-continuiamo a girare forza... e cerca di trattenerti almeno un po’.- dissi abbassando la voce.
-come se la cosa ti dispiace.- ghignò lui.
-non mi dispiace ma non vorrei che ci cacciassero via.- gli dissi.
-naaa, il film è iniziato e non possono di certo cercare altri attori.- disse lui.
-hai ragione anche te...- constatai io.
Lui sorrise e mi diede una pacca sul sedere.
 
 
-CIACK! AZIONE!-
-oggi non ho intenzione di morire.- disse Thor sorridendo.
-come nessuno.- rispose Heimdall prima di conficcare la spada nel cuore del Bifrost per attivarlo.
Di colpo dovemmo cambiare loco per poter girare la scena sul pianeta di ghiaccio.
Arrivati li partimmo di nuovo a girare la scena.
Ci guardammo intorno.
Jotunehimen era buia, ricoperta di ghiaccio, sferzata da un vento glaciale che ti entrava nelle vene.
Dietro di noi, una voragine che penetrava nel più profondo del pianeta, davanti a noi la strada che ci avrebbe condotto dal re di quel pianeta con tutti i suoi abitanti.
Il pericolo era incombente. Lo si poteva percepire anche a quella distanza. O almeno, lo si doveva far percepire nella telecamera che ci fissava con occhio critico.
-non dovremmo essere qui.- disse Hogun guardandosi intorno preoccupato.
-muoviamoci.- disse Thor e ci incamminammo verso quello che pareva il palazzo reale dei giganti di ghiaccio.
Durante la camminata pezzi di ghiaccio delle alte paratie cristalline cadevano a terra sfracellandosi in piccoli o medi cristalli di ghiaccio portando verso di noi fredde ventate e leggero nevischio.
Dopo ore, che dico, pochi secondi di cammino, arrivammo ad avvistare il palazzo.
-dove sono?- chiese Sif che si guardava intorno all’erta.
-si nascondono! Come fanno i codardi!- le rispose Thor.
Ormai eravamo arrivati al cospetto della corte.
-avete fatto molta strada per morire, Asgardiani.- disse una voce antica.
Thor si guardò intorno e rispose:-io sono Thor, figlio di Odino.-
-sappiamo chi sei.- disse questa voce sibilante.
-come ha fatto la tua gente ad entrare ad Asgard!- proruppe Thor andando subito al sodo della questione.
Finalmente riuscimmo a vederlo.
Era un essere dalla pelle blu e gli occhi rossi, molto alto, era un gigante dopotutto. E non uno qualsiasi: quello era Laufey. Il re di Jotunehimen.
Rimase molto in silenzio poi parlò:-la casa di Odino e colpa di traditori.-
-non disonorare con le bugie il nome di mio padre!- disse Thor infervorandosi.
Anche Laufey si arrabbiò e si alzò dallo scranno sul quale era seduto:-tuo padre è un assassino e un ladro! E tu perché sei qui? Per la pace? Tu aneli la battaglia, la brami, sei solo un ragazzo che vuole dimostrare a se stesso di essere uomo.-
Fummo circondati da altri giganti di ghiaccio.
Se non facevamo subito qualcosa saremmo morti di certo.
-questo ragazzo si è stancato del tuo scherno.-
I giganti si prepararono alla battaglia e anche i guerrieri che Thor si era portato dietro.
Mi avvicinai a lui e sussurrai al suo orecchio:-Thor, fermati e rifletti. Siamo inferiori numericamente.-
Lui mi interruppe:-sta al tuo posto fratello!-
-tu sai cosa potrebbero scatenare le tue azioni? Io si. Andate finché ancora ve lo consento.-
Fece dei passi verso di noi e lo potemmo vedere bene in faccia.
Era davanti a me e a Thor, che ci fissava con i suoi occhi rossi, alto più di due metri.
Dovevamo fare qualcosa:-accetteremo questa tua gentile offerta.- dissi.
Thor si voltò a guardarmi e poi tornò a guardare Laufey arrabbiato.
Cercai di trascinarlo via ma lui tentava di resistere.
-andiamo fratello.- mi voltai per andare via.
-no...- sussurrò in modo impercettibile e dopo aver osservato a lungo il re si voltò per andare via.
Lo tenevo ancora per un braccio, quindi eravamo molto vicini.
Scossi appena la testa ma lui si avvicinò comunque e mi baciò.
Perché ogni volta che mi sfiorava era come se la volontà, se ancora in me c’era volontà, di allontanarlo svaniva? Mi lasciai andare a quel bacio. Cavolo se baciava bene quest’uomo! Era magnifico.
-ehi!! Non osare baciare mio figlio!- disse Laufey e, lì, mi misi a ridere e così fecero tutti i presenti.
-STOOOOP! Chris cavolo!!-
-scusate....- disse lui grattandosi la testa.
-ti ho chiesto se potevi resistere...- sussurrai io.
-guarda che ho resistito fino adesso!- disse piccato indicando il gigante di ghiaccio, per qualche strano motivo solo a lui conosciuto.
Risi:-continuiamo a girare... e mi raccomando questa volta a cuccia.-
-agli ordini.-
riprendemmo a girare.
-torna a casa principessina.- disse Laufey.
-appunto.- dissi io sconsolato prima che Thor rise appena e intorno a me divenne il finimondo.
 
-CIACK! AZIONE!-
La pioggia era scrosciante e cadeva addosso agli attori e a Thor, che era in ginocchio, davanti al martello. Era sconfitto. Non riusciva a prendere il martello e non capiva perché. Quando, mentre gli agenti dello S.H.I.E.L.D. lo portavano via, vide il sigillo impostogli da Odino. Accennò ad una specie di sorriso e si lasciò portare via. Lo misero in una cella in quella struttura fatta di nylon.
Smise di piovere molto velocemente. E il martelli rimase al centro della struttura, da solo.
Phil Coulson entrò nella cella per interrogarlo.
Quello che riuscii a sentire era la metà successiva di una frase.
-... che in confronto a te, i miei uomini professionisti altamente addestrati sembravano guardie sottopagate di un supermercato, è offensivo.-
Thor rimase in silenzio fissando per terra.
-vista la mia esperienza devi aver avuto un addestramento simile al loro per fare quello che hai fatto.- continuò l’agente Coulson.
-perché non mi dici dove sei stato addestrato? Pakistan? Cecenia? Afganistan?-
Thor non parlò.
-no, tu mi sembri più il tipo di soldato di ventura. Dov’era? Sud Africa? Alcuni gruppi pagano molto bene per un buon mercenario come te.-
Coulson lo fissò aspettando una risposta, forse, ma Thor rimase zitto guardano per terra, come se non ci fosse. Aveva uno sguardo assente, perso. Come se tutta la sua vita, ora, fosse svanita con l’ultima speranza di poter prendere il martello, la sua arma, la sua fedele arma.
-chi sei?- chiese ancora Coulson.
Thor, solo allora alzò lo sguardo fissandolo ma non rispose.
In un modo o nell’altro noi scopriamo quello che ci serve sapere. Siamo bravi.-
Thor non disse nulla, come prima. In quel momento il cercapersone dell’agente squillò.
Lui lo guardò spegnendolo e poi alzò lo sguardo di nuovo su Thor:-non andartene.- disse e uscì dalla cella.
Quando la porta si fu richiusa comparvi io, vestito con abiti della Terra.
Lo fissai per un attimo, serio. Lui mi vide ed era contento:-Loki, che ci fai qui?- mi chiese.
-dovevo vederti.- dissi io.
-cos’è successo? Dimmi, si tratta di Jotunheimen? Fammi spiegare a nostro padre.-
-padre è morto.-
Lui mi fissò rimanendo scioccato alla notizia che gli avevo appena dato:-cosa?-
-il tuo allontanamento e la minaccia di una nuova guerra erano fardelli troppo pesanti. Non dare la colpa a te stesso. Io so che tu lo amavi.- dissi mentre Thor sembrava sull’orlo delle lacrime.
-ho provato a dirglielo ma non mi ha dato ascolto. Oh, è stato crudele farti trovare il martello sapendo che non avresti potuto sollevarlo.-
Lui rimase in silenzio abbassando la testa, pensieroso.
-il peso del trono è caduto su di me, ora.- dissi interrompendo quel silenzio.
Lui alzò lo sguardo, forse speranzoso.
Ci mise un po’ a parlare:-fammi tornare ti prego.-
-la tregua di Jotunheimen è subordinata al tuo esilio.- risposi.
-si, ma non potremmo trovare un modo...- iniziò.
-e madre...- lo interruppi:-ha proibito il tuo ritorno.-
Una lacrima scese dal volto di Thor.
-questo è un addio, fratello.- ci guardammo per un attimo.
-mi dispiace davvero.- aggiunsi.
Thor scosse appena la testa:-no, è a me che dispiace.- disse trattenendo le lacrime.
-grazie per essere venuto qui.-
Annuii appena:-addio.- lo salutai dopo qualche istante di silenzio.
Mi voltai per andare via ma Thor mi prese la mano e mi tirò verso di se.
Gli finii in braccio; le nostre labbra congiunte in un bacio.
Chiusi gli occhi posando la mano sul suo viso asciugandogli la lacrima che gli era uscita dall’angolo dell’occhio. Lui mi strinse a se, stringendo nelle grandi mani gli indumenti che portavo.
Coulson tornò, ci vide e sospirò alzando gli occhi al cielo.
-STOOOOP! Insomma ragazzi!! Non potete fare così!! Chris! Dovevi resistere per una sola battuta! Dovevi solo dire “addio” e lasciarlo andare!-
-è proprio quella la cosa più difficile... lasciarlo andare.- disse Thor.
Sorrisi:-e poi era triste...- dissi io come per discolparmi:-e non posso vederlo triste! Non ci riesco!! Se è triste io lo abbraccio ecco!! E non potete impedirmelo!- brontolai.
Questa volta fu il turno di Thor, ehm Chris di ridere alle mie parole.
Sorrisi guardandolo. Era davvero bello.
 
-CIACK! AZIONE!!-
Thor e Jane si avvicinarono.
-scusate?! Ma deve per forza baciarla?!- intervenni, ancora vestito da Loki.
-si, Tom.-
-scusate, volete un bacio?! Ne abbiamo 50 mila dei nostri! Metteteci quello!! Oppure adesso vado li io e lo bacio!-
-NO!- disse il regista e mi allontanò dalla scena.
-DI NUOVO! CIACK! AZIONE!!!-
Thor, appena giunto su Asgard ordinò ai suoi guerrieri di portare Heimdall nella camera della guarigione e poi venne da me volando con il suo martello dicendo ai suoi compagni:-mio fratello lasciatemelo a me.-
La porta della camera dove Odino riposava iniziò a congelarsi, segno dell’arrivo dei giganti di ghiaccio.
Madre prese una spada per poter difendere il marito.
Laufey e un suo uomo entrarono nella camera.
Madre colpì il gigante e lo ferì mortalmente ma quando tentò di fare lo stesso con il re, quest’ultimo la lanciò lontano facendola sbattere contro il muro dorato.
Laufey si avvicinò al letto di Odino e si sedette sopra di lui aprendo l’unico occhio che aveva:-si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te. Spero che sia vero così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey.- disse e nello stesso momento creò, con il ghiaccio un pugnale. Alzò il braccio per colpire l’All-father ma io lo colpii da dietro, facendolo cadere a terra. Mi fissò, forse, capendo il mio piano, forse non capendo cosa stavo facendo, perché lo avevo fermato, perché lo avevo colpito.
Lo guardai con lo scettro in mano, schiena dritta, fiero e gli sputai addosso queste parole velenose:-la tua è giunta per mano del figlio di Odino.-
Il suo ultimo sguardo nei miei confronti fu odio allo stato puro.
Lo colpii senza pietà e lui sparì, distrutto dal potere dell’arma.
Madre si alzò:-Loki! Lo hai salvato!- disse venendomi in contro e stringendomi.
Feci pochi passi e la strinsi di rimando, per la prima volta, qualcuno era fiero di ciò che avevo fatto. Ed io ero contento. Finalmente, dopo tutti questi millenni vissuti all’ombra di Thor, qualcuno si accorgeva di me e delle mie capacità.
Quando ci separammo le dissi:-ti giuro madre, pagheranno per quello che hanno compiuto oggi.-
-Loki!- disse una voce. Ci voltammo e trovammo Thor, vestito della sua splendida armatura, impugnando il martello.
-Thor!- disse Madre correndole incontro e lo strinse, ricambiato da mio fratello.
-sapevo che saresti tornato.- aggiunse.
Ma Thor fissava me, lui sapeva, sapeva quello che avevo fatto. Ma non sapeva il perché. Non avrebbe potuto saperlo.
Thor si avvicinò e io mi spostai di lato.
-perché non le dici anche come hai mandato il distruttore ad uccidere i nostri amici? Ad uccidere me?-
Ci eravamo così tanto spostati che ora ci trovavamo ai due lati del letto di Odino.
-cosa?- Madre era confusa, non capiva cosa stava succedendo.
-si stava portando a termine l’ultima disposizione di nostro padre.- risposi io in fretta.
-sei un bugiardo di grande talento fratello, lo sei sempre stato.- mi disse lui.
Mi posai una mano sul petto:-è bello rivederti. Ora, con il tuo permesso, devo distruggere Jotunheimen.-
-no!!- gridò nostra madre.
Puntai lo scettro contro Thor ma invece di essere spinto indietro, prese lo scettro e mi spinse verso di se.
Salimmo con le ginocchia sul letto dove dormiva Odino e ci baciammo.
Un bacio quasi disperato, come se quella fosse stata l’ultima volta che ci saremmo visti.
Gli strinsi forte i capelli tra le dita della mano, inseguendo in modo famelico la sua lingua, cercando le sue labbra. Lui fece altrettanto.
-ehm... scusate... posso almeno scendere da questa posizione? Non mi piace essere su un letto mentre due uomini si baciano.- disse Odino.
Ridemmo entrambi.
-STOOOOP!! Ora basta!! Per fortuna è l’ultima scena in cui potete fare una cosa del genere!- brontolò il registra.
-mi sono vendicato.- dissi io.
-per cosa?-
-per il bacio che avete fatto dare a Chris da Natalie!- brontolai capriccioso.
Chris rise:-sei peggio di me.-
-dubito...- sogghignai. Non ero ancora del tutto uscito dal personaggio, è vero, ma quel ghigno ci stava da dio in quel frangente!
 
-CIACK! AZIONE!-
Stavo combattendo contro il Capitano Rogers quando alle mie orecchie giunse il suono di una canzone.
-agente Romanoff, ti sono mancato?- disse una voce e la musica si alzò di più fino ad interrompere il nostro combattimento.
Arrivò Iron Man che con un colpo dei suoi stabilizzatori sui palmi delle mani mi spinse facendomi cadere a terra e gemere appena dal dolore. Atterrò e tirò fuori, puntandomela addosso, tutta l’artiglieria che possedeva.
-fai la tua mossa piccolo cervo!- mi disse.
Cosa aveva detto?! Piccolo cervo!? Quanto odiavo questo tipo di nomignoli!
Lo fissai e, facendo sparire l’armatura, alzai le mani in segno di resa.
-bella mossa.- disse Stark ritraendo tutte le sue armi e abbassando le mani.
-signor Stark.- lo salutò Rogers.
-Capitano.- rispose lui.
Salimmo sul jet che aveva tentato di fermarmi diretti alla loro base. Mi sedetti aspettando tranquillo di arrivare.
-ha detto qualcosa?- chiese la voce di Fury dalla ricetrasmittente della Vedova Nera.
-non una parola.- rispose lei quasi esasperata.
-portalo subito qui, non c’è tanto tempo.-
Rogers si voltò e guardò un attimo Stark:-non mi piace.-
-chi? Il rockettaro molto arrendevole?-
-non mi è sembrato così arrendevole.-
Stark fece una smorfia di non curanza, passività.
-Quello picchia molto forte.- continuò il capitano.
Li osservai sorridendo tra me.
-anche tu sembravi alquanto brioso per essere un attempato.- tirò appena su col naso.
Si guardarono un attimo, uno sguardo di sfida.
-qual è il segreto? Pilates?-
-cosa?- chiese Rogers.
-hai come la callistenia. Ti sei perso delle cose, sai, mentre eri capitan ghiacciolo.-
L’occhiata che gli dette Rogers non fu per niente equivoca:-Fury non mi aveva detto che saresti venuto.-
-si, ci sono molte cose che Fury non ti dice.- rispose il miliardario.
In quel momento arrivarono tuoni e lampi.
-e questo adesso?- chiese Natasha.
Capii che stava arrivando. Mi preoccupai guardandomi intorno.
Anche Stark e Rogers si guardarono intorno ma non erano preoccupati. Per loro erano solo lampi e tuoni.
Rogers vide la mia preoccupazione:-cosa c’è, paura di un paio di fulmini.-
Aprii appena la bocca, sapiente:-io non apprezzo quel che ne seguirà.- dissi continuando a guardare intorno.
Stark girò lentamente il viso per guardare il Capitano.
Fu allora che dopo un paio di fulmini qualcuno atterrò sullo scafo del jet.
Ora tutti erano preoccupati, e a ragione.
Stark mise l’elmo e aprì il portellone sul retro.
-che fai?!- chiese il capitano mentre si metteva la maschera.
Thor atterrò sul portellone che Iron man gli aveva gentilmente aperto.
Ora avevo paura.
Thor si avvicinò, Tony fece per colpirlo ma, prima che riuscisse a caricare il colpo, Thor lo colpì con il martello, si voltò verso di me, mi prese per i vestiti e si buttò giù dall’aereo con me attaccato a lui.
-pure lui adesso.- disse Tony.
-un altro asgardiano?!- chiese Natasha.
-quello sarebbe un alleato?!- si intromise Rogers.
-non importa, se libera Loki o lo uccide il Tesseract è perduto.- disse Stark avviandosi a seguire me e Thor.
-STARK! Ci occorre un piano d’attacco!- urlò il capitano.
-io ho un piano: attacco.- disse e si lanciò dal jet.
Steve sospirò e prese un paracadute.
-io lascerei stare capitano!- disse Nat.
-non vedo come sia possibile.-
-loro provengono da leggende, sono praticamente degli dei- rispose.
-esiste un dio soltanto e sono certo che non si veste in quel modo.- prese lo scudo e si lanciò dall’aereo.
Quando io e Thor atterrammo, lui era in piedi e io ero caduto per terra gemendo poi i miei gemiti si trasformarono in risate.
-dov’è il Tesseract?- chiese Thor.
-anche tu mi sei mancato.- dissi ridacchiando.
-ti avverto che non sono di buon umore.- disse lui arrabbiato.
-oh dovresti ringraziarmi.- dissi mentre cercavo di alzarmi:-ora che il Bifrost è andato quanta energia oscura ha raccolto Padre, tutto per farti manifestare qui, sulla tua preziosa Terra.-
Thor appoggiò il martello per terra e mi sollevò di peso tenendomi vicino a se.
Gemetti appena dal suo modo brusco di fare le cose.
-ti credevo morto.- disse cambiando voce, diventando commossa.
-eri in lutto?-
-lo eravamo tutti. Nostro padre...-
-tuo padre.- lo interruppi alzando un dito.
mi strattonai appena riuscendo a liberarmi e continuai:-ti ha rivelato le mie vede discendenze, vero?- feci qualche passo per andarmene.
Lui rimase dietro e mi fissò:-siamo stati allevati insieme, abbiamo giocato insieme, abbiamo combattuto insieme. Non ricordi nulla di questo?-
Mi voltai:-ricordo un’ombra. Una vita all’ombra della tua grandezza.- gli sputai quelle parole cercando di farlo sentire male, colpevole.
-ricordo che tu mi hai scaraventato nell’abisso, io che ero e dovrei essere re!-
-e prendi il mondo che amo come ricompensa di una tua visionaria inferiorità? No, la Terra è sotto la mia protezione, Loki.-
Io risi di gusto:-e ammetto che stai compiendo un lavoro egregio. Gli umani si uccidono tra loro in massa mentre tu ti agiti pigramente. Io intendo governarli e per una giusta causa.-
-tu ti ritieni superiore a loro?- mi chiese Thor quasi con commiserazione.
-be, si.- dissi pensieroso.
-tu sfugge il vero significato del governare fratello! Un trono non è adatto a te.-
Mi arrabbiai e lo spinsi tornando sulla cima di quella roccia dove eravamo atterrati e Thor mi seguì.
-io ho visto mondi che tu nemmeno conosci! Sono cresciuto, figlio di Odino, nel mio esilio, ho visto il vero potere del Tesseract e quando lo esercito...-
Thor mi interruppe:-chi ti ha mostrato questo potere?- mi chiese.
Non risposi.
-chi controlla il mancato re?-
-IO SONO UN RE!- urlai e lui mi prese per la maglia.
-no! Non qui!! Devi rinunciare al Tesseract! Devi rinunciare a questo delirio venefico!- mi strattonò poi si calmò e mi posò la mano sulla spalla:-e tornartene a casa.-
Risi appena e scossi la testa:-non è qui con me.-
Thor si arrabbiò e si allontanò riprendendo il martello.
-serve il cubo per riportarmi a casa ma l’ho spedito lontano e non so dov’è.- dissi con un tono canzonatorio.
-ascoltami bene fratello.-
-ti ascolto.- dissi io e lui mi baciò stringendomi il viso.
Anche in Avengers sarebbe successa la stessa cosa, ora mi era chiaro.
Sorrisi appena. Purtroppo però quel contatto durò solo pochi secondi perché arrivò Stark, in ritardo, che lo sbalzò via ed io rimasi da solo, al buio, le labbra leggermente aperte e gli occhi chiusi.
Maledetto Robert! Poteva evitare? è possibile che si diverta in questo modo, lui?
-STOOOOP! Robert, eri in ritardo!-
-lo so scusate.- disse lui.
-e poi Chris!! Tom!! Vi prego anche qua no!!-
-ci dispiace.- dissi io.
-non è vero.- rispose Chris.
Risi divertito: già non era vero.
 
-CIAK! AZIONE!-
Gli avengers stavano litigando tra di loro.
Io ero nella mia cella, tranquillo, aspettando che Barton arrivasse per portarmi via di qua.
Il jet arrivò e iniziò l’operazione per portarmi fuori di li.
Dopo un po’ sentii un colpo, un esplosione.
Sogghignai: erano arrivati.
Le difese della mia cella aumentarono ma erano inutili contro il mio potere.
Un urlo animalesco strappò quella tensione.
Alzai la testa e sorrisi soddisfatto.
Le porte si aprirono e comparvero alcuni miei servi che mi liberarono.
Uscii dalla cella creando un mio sosia lasciandolo dentro.
Mi avvicinai al controller e attesi.
Quando sentii qualcuno entrare aprii la porta.
-nooo!!- urlò mio fratello e corse verso il sosia che si mise in posizione per combattere ma poi svanì quando Thor gli andò addosso.
Una volta che fu dentro alla cella, chiusi la porta:-possibile che tu ancora non abbia imparato?- gli chiesi.
Thor, arrabbiato, caricò il colpo con il martello e colpì la parete di vetro che si scheggiò ma non si ruppe.
Rimasi un attimo a guardare, sperando che resistesse e quando notai che non dava segno di cedimento risi:-Gli umani ci ritengono immortali. Vogliamo verificarlo?- stavo per premere il pulsante quando sentii un gemito.
Alzai lo sguardo vedendo l’agente che mi aveva liberato, messo al tappeto. Al suo posto c’era Coulson con un’arma in mano:-per favore indietro.- disse puntandomela addosso.
Lo fissai e alzando di poco le mani feci alcuni passi indietro.
Coulson ne fece alcuni in avanti:-ti piace?- disse, riferendosi all’arma:-abbiamo lavorato sul prototipo dopo che tu hai mandato il distruttore. Neanche io so cosa faccio.- disse stringendosi nelle spalle e poi lo accese:-vogliamo verificarlo?-
L’unica cosa che però fece dopo fu quella di gemere perché gli avevo piantato lo scettro nel petto, da dietro.
-NOOOOO!- urlò Thor dando un pugno al vetro.
Cadde al suolo, il mio sosia svaporò ed io superai il corpo dell’uomo.
Ansimavo appena camminando verso di lui, fino a trovarmi davanti alla cella, a pochi centimetri dal suo viso. Lo guardai e lui mi guardava. Ci baciammo, attraverso il vetro che si appannò, fu solo per pochi secondi perché poi, sfiorandogli le mani, tornai indietro verso il controller, mi voltai e, con un ghigno sadico, aprii il portellone per lasciar cadere la cella e poi guardandolo attentamente premetti il pulsante rosso.
La cella cadde nel vuoto. Dopo un po’ richiusi il coperchietto che proteggeva il pulsante rosso, con fare disinvolto.
-STOOOOP! Non che sia una scena da buttare... ma insomma... non possiamo tenerla! In fondo siete fratelli!- disse il regista.
-non siamo fratelli!- brontolai io incrociando le braccia.
-vabbe ma vedi di attenerti al copione.- ridacchiò Coulson, ancora seduto con il sangue finto che usciva dalla bocca.
Sbuffai mentre Thor veniva liberato.
 
-CIACK! AZIONE!!-
La guerra era iniziata: i Chitauri erano arrivati. Stark li stava già combattendo.
Mi feci comparire addosso la mia armatura asgardiana e guardai la distruzione dall’alto. Da quella torre. La mia vendetta si stava compiendo. Quel pianeta stava per diventare mio.
Ma non avevo tenuto molto da conto l’arrivo di Thor.
Planò sulla torre:-LOKI!- urlò.
Mi voltai a guardarlo.
-spegni il Tesseract o lo distruggerò!-
-non puoi! Non c’è modo di fermarlo!- gli puntai lo scettro contro:-c’è soltanto... la guerra!-
-così sia!- mi rispose lui.
-WAAAAAA!!!- feci un salto e gli caddi addosso per poterlo uccidere ma lui si spostò di lato, mi colpì col martello ma io interposi lo scettro tra di noi. Scintille scaturirono da quel colpo.
Fendetti l’aria con lo scettro ma lui si abbassò evitandolo. Lo colpii con una scarica di energia ma la parò con l’ausilio del martello.
Caricammo entrambi il colpo da sferrare ma ce lo bloccammo a vicenda colpendo la “K” di Stark che andò a frantumarsi sopra un altro edificio più basso.
Continuammo a lottare, fendente dopo fendente, colpo dopo colpo, parata dopo parata.
Evitai una martellata facendo un mezzo ponte poi lo presi per il collo, di dietro, e gli feci sbattere la testa contro un vetro che si spaccò. In quel momento arrivarono gli altri Avengers, buttai Thor per terra e loro tentarono di distruggermi con il jet ma lo colpii al motore e questi partirono per un atterraggio di fortuna.
Thor mi colpì alle gambe e non seppi cosa successe al jet che stava precipitando.
Noi continuammo a lottare imperterriti, pugno dopo pugno.
Ad un tratto fummo in una posizione di equilibrio e Thor si concesse di parlare:-guarda bene!- urlò.
-guardati intorno!- e così feci.
-pensi che questa follia cesserà con il tuo regno?!-
Mi voltai a guardarlo:-è troppo tardi! E troppo tardi per fermarlo!- gli feci credere che ero pentito.
-no, possiamo farlo. Insieme.- lui ancora sperava.
Sorrisi, ma il mio sorriso si trasformò in un ghigno e lo colpii con un piccolo pugnale nel fianco.
Lui mi prese il collo e mi baciò, rabbioso, dipendente da quell’emozione, vorace, famelico ma nello stesso tempo dolce e gentile... un bacio d’addio, poteva sembrare.
Successe velocemente perché poi si accasciò, lasciò cadere in terra il martello e si allontanò di qualche passo posando le ginocchia per terra.
-sentimentale.- dissi quasi con disgusto guardandolo poi sorrisi.
-waa!!- lui mi si lanciò contro, mi prese, mi tirò un calcio nello stomaco facendomi sbattere contro una vetrata poi mi sollevò sopra le testa e mi fece cadere di nuovo per terra.
Feci una giravolta e caddi dalla torre.
-STOOOOOP!! Meno male che siete andati avanti! Quel pezzettino dove vi siete baciati si riesce a tagliare... siete impossibili voi due!!- brontolò il regista.
Sbucai con la testa e risi seguito a ruota da Chris.
 
-CIACK! AZIONE!-
Quando mi ripresi dalle botte di Hulk cercai di alzarmi, arrampicandomi su per gli scalini.
Dopo che alzai la testa li vidi tutti sopra di me: Clint mi puntava addosso una freccia, Natasha con in mano il mio scettro era accanto a Thor con in mano il martello, poi Capitano mi fissava con la maschera abbassata.
Tony con l’armatura mezza distrutta era davanti a Hulk che con la sua possente presenza oscurava la mia visuale. Mi appoggiai agli scalini con le mani fissandoli e dissi:-se per voi è lo stesso... accetterò quel drink.-
Hulk fece un grugnito, Tony sorrise appena e poi mi portarono via.
Una volta che tutto si fu sistemato Thor e io fummo pronti per andarcene.
Mi furono legate le mani e messo un bavaglio di ferro sulla bocca, forse questo avrebbe fermato Chris dall’interrompere la scena, pensai.
Ci incontrammo tutti in un parco. E c’erano davvero proprio tutti. Non con le loro armature ma erano li per assicurarsi che io tornassi a casa.
Thor mi tirava per il braccio, costringendomi a camminare.
Tirarono fuori il Tesseract e lo misero in uno strano scrigno in modo da poterlo usare come passaggio da un mondo all’altro, sotto il controllo però di Asgard.
Lanciai uno sguardo carico di odio a tutti i vendicatori. Me l’avrebbero pagata. Uno per uno.
Lo scienziato diede il Tesseract a Thor, mi guardò e mi porse l’altra estremità che dovetti prendere per forza.
Lui fece un cenno di saluto e prima di girare la manovella per attivare il tesseract si voltò di nuovo verso di me e mi baciò nonostante avessi il bavaglio. Nello stesso momento in cui le nostre “labbra” erano unite girò il marchingegno e ci fu una luce accecante.
-STOOOOP! Chris! Pure con il bavaglio!?- chiese il regista.
Tutti stavano ridendo.
-be sa... Tom legato e imbavagliato... è ancora più irresistibile... quasi come un sogno.-
-fgtt%/E£3hyhr&&/($s%$g&%/gh- dissi io cercando di parlare dalla museruola.
-si, tesoro si. non ti libero prima di stasera.- rise lui facendo ridere tutti gli altri.
A dire il vero io avevo detto sorridendo:-sei un bastardo!-
 
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Qualche giorno dopo che il montaggio del film fu terminato ci chiamarono alcuni fotografi per fare delle foto.
C’erano proprio tutti. Chris, Robert che si era portato appresso Susan, Jeremy che faceva il galletto con Scarlett, Mark ed infine io e Chris che eravamo arrivati insieme... dato che per ora si era trasferito a casa mia.
Facemmo tutti delle foto insieme, facendo gli stupidi. Cercavamo sempre di fare pose più stupide e ridicole. Ci divertivamo un casino. Fecero alcuni scatti singoli e poi a coppie.
-Tom! Chris! Adesso voi!- annuimmo e ci mettemmo come volevano loro: uno davanti all’altro a poca distanza. Chris era più alto di me, di poco ma era più alto. Per guardarlo negli occhi dovetti alzare un po’ il viso. Lui invece non mi guardava negli occhi.
-Chris... calmo... resisti...- cercavo di dire senza muovere le labbra.
-non ci riesco...- sussurrò lui.
Robert dietro ci stava indicando agli altri e rideva. Quando anche loro ci videro, immaginai quello che stavano pensando: quello che io avevo detto a Chris di non fare.
Ma non sarebbe stato possibile per entrambi continuare a restare impassibili.
-basta non ce la faccio!- disse Chris prendendomi il viso tra le mani e baciandomi con calore.
-nemmeno io...- sussurrai stancandomi per pochi secondi dalle sue labbra.
Ci stringemmo e continuammo a baciarci senza staccarci.
I fotografi erano sconvolti. Questo era uno scoop eccezionale!!

-------fine------
   
 
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