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Autore: KimLennox    21/09/2013    0 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, quasi sei anni di differenza. Si conoscono da una vita, lui l'ha vista crescere, lei ne è innamorata da quando era bambina. Sono amici, poi le cose cambiano, in meglio o in peggio sarete voi a deciderlo.
Genere: Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Ho aperto una pagina vuota di Word. Non so se ti va bene lo stesso, forse preferivi che ti scrivessi a mano, ma sinceramente non mi va di consumare fogli A4, mi servono per la stampante. Ma tanto che ti frega, ciò che ti scrivo non lo leggerai mai.                          
Hai presente che ieri sera non ti ho salutato? Boh, forse tu nemmeno ci hai fatto caso, ma te lo dico lo stesso che non l'ho fatto apposta, perché ti conosco, lo so che sei permaloso. La verità è che per salutare le persone bisogna guardarle in faccia, e io a guardarti in faccia non ci riesco più. Mi sento una cogliona, perché non ho fatto niente di cui vergognarmi, eppure non riesco a guardarti negli occhi, come se avessi sbagliato qualcosa. Non ho sbagliato qualcosa, ho sbagliato tante cose, di cazzate ne ho fatte, lo sappiamo entrambi. Ma le ho fatte per paura di rovinare una bella amicizia, tu invece non ci hai messo niente a cancellare tutto così in fretta. Non potevi cancellare gli errori? Ma torniamo a ieri sera. Smettila di metterti in disparte a fare il cane bastonato, mi dai ai nervi. Forse nemmeno te ne accorgi, forse non lo fai neanche di proposito, ma è questa l'impressione che mi dai. Tu la vittima, io il carnefice. Ah, e smettila anche di fissarmi a quel modo, non ce la faccio a sentire il tuo sguardo addosso, pesa. E quando chiedo qualcosa a qualcuno non rispondermi tu, perché se volessi le tue risposte le chiederei direttamente a te, che poi devo pure ringraziarti. A proposito di ringraziamenti, grazie per tutte le lezioni che mi fai perdere a scuola, per gli sguardi nel vuoto, per le frasi depressive su Tumblr, per tutti i "ma a chi pensi?" di mamma, per gli sguardi furbi delle mie amiche, per lo stomaco accartocciato, e per le canzoni di De Gregori che per colpa tua non hanno più lo stesso significato di prima. Ah, e grazie per aver rovinato la nostra amicizia, stavo quasi per dimenticarlo. Ricordi le lunghe chiacchierate e i discorsi filosofici? Ecco, io no. Sembrano passati anni invece che due mesi. Ma se di essere-più-che-amici non se ne parla, almeno possiamo tornare indietro? Possiamo tornare amici? Non si può, vero. Perché c'è sempre il problema degli sguardi. Potremmo anche tentare di rifare una delle nostre chiacchierate, ma ogni volta che mi guarderai io distoglierò lo sguardo, anche se tra amici non si fa, anche se tra amici ci si guarda con gli occhi che sorridono. Perché ogni volta che mi guarderai probabilmente penserai a quella ragazzina che in fondo un po' ti piaceva. E ogni volta che io ti guarderò ti lascerò parlare a ruota libera, mentre io mi perderò in quei tuoi occhi di un verde quasi azzurro, e penserò a quanto sei bello, anche se pensi che nessuno te lo dica mai; io te lo direi tutti i giorni, perché già lo penso tutti i giorni, ma non lo dico a nessuno, perché dirlo è diverso.  

 

Penso che questa sia la prima di una serie di lettere che ti scriverò ma che non ti arriveranno mai. Non mi chiedere perché, questo è ciò che vorrei ma che non avrò mai il coraggio di dirti. Perché se te le dicessi allora tutto sembrerebbe accaduto davvero. Così invece è successo tutto nella mia mente, o forse nelle nostre, non lo so, ma è come se non fosse accaduto davvero. Meglio, no? No. 

  
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