21/09/2013
1 recensioniFuggita da Boston, Hanna finalmente è riuscita a trovare un appartamentino vicino alla nuova Università di Scienze Criminali, dove non è molto a suo agio e il suo carattere timido non la aiuta affatto. Durante i primi giorni, frequenta le ore di lezione e subito dopo torna nel suo appartamento piccolo e spoglio. Un lunedì Hanna, mentre cammina nel corridoio dell’università, si scontra con una ragazza:
“Scusami, non so a cosa stessi pensando. Mi dispiace. ” Disse abbassando il capo e notando degli strani segni sulle braccia dell’altra ragazza.
“Non ti preoccupare, capita a tutti di esser ancora in dormiveglia durante le prime ore. Comunque piacere, io sono Lun.”
Hanna sorrise ed era da molto tempo che non le capitava. Da quel momento Lun ed Hanna cominciarono a parlare del più e del meno divenendo di giorno in giorno sempre più amiche.
Non era un’amicizia comune...
Un sabato sera si diedero appuntamento a casa di Lun.
“Hanna, ormai siamo davvero molto amiche” disse Lun sfiorando la mano ad Hanna “devo togliermi un peso dal cuore, perché non voglio tenerti nulla segreto. Tu mi chiedi ogni giorno di spiegarti che cos’ho fatto alle mie braccia, non è una cosa della quale vado fiera e non volevo dirtelo prima per paura che tu ti preoccupassi... Questi segni sono dei tagli, io stessa me li procuro, hanno un nome ciascuno. Il primo lo feci quando vidi litigare per la prima volta i miei genitori, gli altri sono venuti di seguito; se noti ne ho uno a forma di A, quello l’ho fatto dopo averli uccisi.”
Hanna un po’ inquieta la abbracciò forte, la guardò negli occhi e la baciò. Le rispose dolcemente:
“Sono lieta che tu abbia condiviso con me il tuo passato, per me è davvero importante. Ora sono io a doverti confessare che il mio passato è tutto nero, sono fuggita dalle violenze del mio patrigno e da una relazione che mi era stata imposta da lui stesso. Volevo libertà e non sopportavo mia madre che guardava e non diceva nulla contro tutto ciò! Tu mi hai salvata; Non ti giudico per ciò che hai fatto, perché l’avrei fatto anch’io, magari con motivazioni differenti, ma l’avrei fatto. Ti Amo.”
“Scusami, non so a cosa stessi pensando. Mi dispiace. ” Disse abbassando il capo e notando degli strani segni sulle braccia dell’altra ragazza.
“Non ti preoccupare, capita a tutti di esser ancora in dormiveglia durante le prime ore. Comunque piacere, io sono Lun.”
Hanna sorrise ed era da molto tempo che non le capitava. Da quel momento Lun ed Hanna cominciarono a parlare del più e del meno divenendo di giorno in giorno sempre più amiche.
Non era un’amicizia comune...
Un sabato sera si diedero appuntamento a casa di Lun.
“Hanna, ormai siamo davvero molto amiche” disse Lun sfiorando la mano ad Hanna “devo togliermi un peso dal cuore, perché non voglio tenerti nulla segreto. Tu mi chiedi ogni giorno di spiegarti che cos’ho fatto alle mie braccia, non è una cosa della quale vado fiera e non volevo dirtelo prima per paura che tu ti preoccupassi... Questi segni sono dei tagli, io stessa me li procuro, hanno un nome ciascuno. Il primo lo feci quando vidi litigare per la prima volta i miei genitori, gli altri sono venuti di seguito; se noti ne ho uno a forma di A, quello l’ho fatto dopo averli uccisi.”
Hanna un po’ inquieta la abbracciò forte, la guardò negli occhi e la baciò. Le rispose dolcemente:
“Sono lieta che tu abbia condiviso con me il tuo passato, per me è davvero importante. Ora sono io a doverti confessare che il mio passato è tutto nero, sono fuggita dalle violenze del mio patrigno e da una relazione che mi era stata imposta da lui stesso. Volevo libertà e non sopportavo mia madre che guardava e non diceva nulla contro tutto ciò! Tu mi hai salvata; Non ti giudico per ciò che hai fatto, perché l’avrei fatto anch’io, magari con motivazioni differenti, ma l’avrei fatto. Ti Amo.”
Lun lusingata ed incredula, la strinse forte forte forte, talmente forte che sussurrandole ti amo, la uccise.