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Autore: albalau    22/09/2013    1 recensioni
-Pensavo alla mia vita e di come niente si andato come avevo previsto.-
-E quando sarebbe cominciato tutto?- domandò vivamente interessato, anche se non sapeva dove volesse andare a parare.
Shikamaru Nara sbuffò di nuovo, raccogliendo le idee e cercando di far uscire un discorso abbastanza ragionevole. Chiuse gli occhi e cominciò a parlare.
-Tutto cominciò...
[storia partecipante all'iniziativa "Te l'avevo detto" indetta da The Black Parade]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Disteso sul “suo” prato, guardava le nuvole correre libere nel cielo. Mai vista era stata più sublime, rilassante e appagante per lui. Ammirava e pensava, pensava e ammirava.

Ben presto la solita sonnolenza prese il sopravvento sulle sue membra, rilassandone il corpo e permettendogli di farsi catturare dal quel sonno ristoratore che meritava. Era sul punto di crollare, di estraniarsi, quando un rumore, o tonfo che dir si voglia, lo distrasse e lo costrinse ad alzare, anche se lievemente, una delle palpebre che fungevano da oscurità per i suoi occhi.

-Che bella giornata, non trovi?-

Sbuffò, ma ormai rassegnato che quel suo meritato riposo non poteva essere portato a termine.

-Sì Choji, davvero bella.- mormorò con voce stanca.

L'amico lo scrutò con la coda dell'occhio, per poi alzare le spalle e aprire l'inseparabile pacchetto di patatine. Era talmente abituato a quel suo modo di fare che evitava di scomporsi o di arrabbiarsi per l'apatia che mostrava.

-Che fai qui?- chiese innocentemente.

-Cercavo di dormire, ma a quanto pare dovrò rinunciare.- disse con il solito timbro annoiato.

-Pensavo, invece, che volessi scappare.- lo rimbeccò sorridendo appena.

-E cosa te lo fa credere?- chiese scettico.

-Le urla di tua madre.-

Beccato! Per lui era ormai diventato impossibile nascondere qualcosa al suo caro amico.

-Che hai combinato stavolta?-

-Niente, come sempre. Quella si inalbera anche se una mosca si intrufola in casa. Meno male che Shino non è mai nei paraggi.- spiegò cercando di mascherare l'ansia che le parole di Choji gli avevano messo in corpo.

Cavolo, quella donna era davvero incontrollabile! Prima o poi avrebbe dovuto trovare il coraggio di affrontarla, anche se qualcosa gli diceva che mai lo avrebbe fatto...

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, nei quali Shikamaru si alzò e si mise seduto, incrociando le gambe. Inconsciamente assunse la posa che era solito usare per pensare e che ne aveva motivi per rimuginare. Choji lo scrutò nuovamente e con rinnovato interesse. Era certo che, da lì a poco, Shikamaru sarebbe uscito con qualcosa di molto interessante.

Infatti la sua attesa non venne disillusa. L'amico si rilassò nuovamente, sdraiandosi a terra e incrociando le braccia dietro la testa.

-Allora?- lo spronò.

-Pensavo alla mia vita e di come niente si andato come avevo previsto.-

-E quando sarebbe cominciato tutto?- domandò vivamente interessato, anche se non sapeva dove volesse andare a parare.

Shikamaru Nara sbuffò di nuovo, raccogliendo le idee e cercando di far uscire un discorso abbastanza ragionevole. Chiuse gli occhi e cominciò a parlare.

-Tutto cominciò...

 

 

Tutto era cominciato il giorno della mia nascita. Sembrerà strano che io la pensi in questo modo, dato che nessuno ricorda nulla fino ad un certo punto, ma posso assicurare che effettivamente fu così. Non ero mai stato un bambino molto vivace e mia madre se ne rese conto fin da subito e tutti i giorni non mancava di mandare qualche velata “maledizione” a mio padre e a tutto il clan al quale appartenevo. Il motivo? L'immensa apatia e svogliatezza che i Nara possedevano e che io avevo inevitabilmente ereditato.

Diciamo che lei era diversa da me e da mio padre, una donna attiva e caparbia e molto intransigente. Come mio padre avesse fatto ad innamorarsi di lei era un mistero. Comunque ben presto, penso di aver avuto circa quattro anni, compresi che era anche molto dispotica e erano guai se la si contraddiceva. Anche mio padre, il molto rispettato Shikaku Nara, abbassava la testa in presenza di quella femmina e, a mio malgrado, fui costretto a seguire il suo esempio, ma più che altro lo facevo per non sentirla gridare per ogni cosa. In verità in molti momenti ero riuscito ad evitare le sue urla, ma c'era un momento in particolare della giornata nel quale non potevo sottrarmi hai suoi strilli e rimproveri, ovvero il risveglio mattutino. Lì la sua voce mi raggiungeva, trapanandomi la testa e destandomi da quel dolce riposo, strappandomi dalle calde e avvolgenti coltri del mio letto. Per anni quella tortura durò e penso che sia stato grazie a lei che “sviluppai” la mia antipatia per il genere femminile. Seccanti, ecco come definii le donne, giovani o vecchie, in generale.

In seguito, data la mia presa di posizione estrema, non ebbi particolari seccature, anzi per niente, ed ero anche riuscito a gestire in qualche modo quella “strega” che chiamavo mamma. Il problema seccatura, inaspettatamente, ritornò a galla quando conobbi colei che sarebbe diventata la mia compagna di squadra.

Ino Yamanaka, un nome, un programma. Lei non era solo seccante, era anche logorroica, petulante e odiosa! Credeva che tutto il mondo le girasse intorno e, come a mia madre, le piaceva comandare. La mia fortuna fu che insieme a noi fu scelto come terzo membro il mio caro amico Choji Akimichi, un ragazzo che sempre era stato preso in giro per la sua mole, ma che dentro di sé aveva una dolcezza e altruismo infiniti. Se le cose erano iniziate male per via di Ino, almeno da quel momento in poi potevo avere un appoggio da lui. Incredibilmente, e non lo avrei mai detto, le cose tra noi cominciarono a filare, grazie anche ad Asuma, il nostro maestro. Solo che i guai erano sempre dietro l'angolo e i miei problemi riaffiorarono quando compresi, con mio enorme stupore, di aver preso la classica “cotta” proprio per Ino! Ma si può essere più scemi di così? Io che avevo sempre “disprezzato” e mal sopportato quel genere di femmina, anzi le femmine in generale, ero andato a prendermi una sbandata (colossale lo ammetto) per “quella lì”!

Ok, dopo qualche tempo cominciai ad accettarlo e ammetto che avevo fatto anche qualche pensierino su come propormi, ma era stata sempre lei a stroncare ogni mio tentativo sul nascere.

La bella e bionda Yamanaka era già persa, come la maggior parte delle ragazze, per quel bello e impossibile (ma dove?) di Sasuke Uchiha. Di bene in meglio! Non devo mica dire che non le dissi mai nulla, vero?

Specifichiamo, giusto per chiarezza, che avevo sempre avuto un pensiero in testa, sia sul perché avevo deciso di diventare un ninja (ovvero fare poco per ottenere il massimo, senza sforzi eccessivi, giusto per guadagnare il giusto per godermi la vita), sia su come doveva essere la mia futura moglie e anche l'ordine di nascita dei miei figli.

Un giorno, disteso sotto il mio albero preferito, compresi perché con Ino era andata male, cioè non era neanche mai cominciata. Volevo sì sposarmi, ma mia moglie non doveva essere bella, ma nemmeno brutta. Ecco il punto, Ino era semplicemente bellissima! No, io e lei insieme non avremmo mai avuto futuro. Ringraziai il “caro” Sasuke per non avermi fatto commettere un grandissimo errore, anche se non credo che lui la pensasse proprio così...ma erano problemi suoi alla fine.

Ritrovai il mio equilibrio interiore, iniziai anche ad impegnarmi relativamente nelle piccole missioni che ci venivano assegnate, anche se spesso notavo una strana luce negli occhi del mio maestro. Decisi di non badarci più di tanto, ma avrei dovuto invece!

Quell'uomo (che non pensavo fosse così furbo) era riuscito a giocarmi uno “scherzetto”,giusto per togliersi un dubbio, e facendo leva sul mio interesse particolare per gli shoji , con la scusa di una partita, mi incastrò con quello stupido giochetto del “cubo di legno”. Non compresi subito a che servisse e, sotto gli occhi stupiti di Asuma, risolsi quell'intricato incastro in un batter d'occhio. Mannaggia a me! Saltò fuori che la mia intelligenza era sopra la media, anzi! Un QI pari a 200!

Signore e signori vi presento il genio di Konoha!

Quella scoperta mi fece paura, anche perché ero convinto che questo portasse un nuovo scompenso nella mia vita, ma almeno quella volta mi sbagliai. Asuma non disse niente, a parte al Terzo Hokage ovvio, e io potei continuare con la mia solita routine, fatta di sonnellini sul prato.

Ma quando tutto va bene, c'è sempre qualcosa che va male. E il “male” arrivò con quei maledetti esami di selezione dei chunin. Ma dico io, era davvero necessario parteciparvi? Erano appena stati promossi genin in fondo!

Ma secondo il mio maestro ( accidenti a lui!) e, sopratutto Ino ( manco a pensare che lei si sarebbe tirata indietro...), sì, bisognava. E addio sonnellini!

Ammetto, però, che la prima prova non era stata niente di difficile, ma la seconda...

Non solo avevamo dovuto farci in quattro per difendere/recuperare quel dannato rotolo e, io e Choji, sopportare gli ordini sbraitati dalla “soave” voce di Ino, ma abbiamo dovuto pure cercare di salvare l'intero Team 7 e Lee che erano stati attaccati! Una faticaccia imprevista!

Mano male che Sasuke-son-figo-Uchiha si era ripreso in tempo a aveva dato sfoggio della sua potenza mettendo ko gli avversari.

Bene, adesso mancava solo la terza e ultima prova e poi tutto sarebbe finito. Evviva!

Evviva un cazzo!

Pure gli scontri diretti mi sono dovuto sorbire! E, guarda caso, il mio fu contro una donna, la stessa che aveva attaccato Sakura&Company...

Dannate seccature...

Comunque, con mio immenso piacere, la sconfissi in breve tempo, non era poi un granché. Neanche Choji non avrebbe avuto problemi con quella. Solo che la mia solita sfortuna mi perseguitava e, guarda il caso, fui l'unico della mia squadra a passare. Ma potevo essere meno...meno impegnato? Figuriamoci...

Nonostante la mia intelligenza, non avevo calcolato il mio orgoglio che saltava fuori sempre quando meno me lo aspettavo e che mi impediva di farmi battere da una donna. Troppo umiliante.

Beh, poco male, non sarei più incorso in quel pericolo, anche perché oltre a noi cinque di Konoha, erano passati i due del Suono rimasti (maschi) e quelli della Sabbia e solo tra loro spiccava una femmina di nome Temari. Che io incappassi in lei? Naaaa!

Ecco, facevo davvero prima a non pensare...Lei fu il mio avversario!

Inizialmente fui tentato di ritirarmi (come quel Kankuro della Sabbia, il vero genio era stato lui!), ma Naruto (dannato Naruto!!!) mi aveva “lanciato delicatamente” nella fossa del leone. E io?

E ridannato orgoglio!

Il nostro scontro, benché io non avessi la minima voglia, si rivelò entusiasmante e difficoltoso. Quella donna era davvero brava, svelta, agile e intelligente. Era riuscita a mandare a monte le mie strategie con quel suo dannato ventaglio, ma mica potevo arrendermi, no? Per un momento, comunque, mi fermai ad osservarla trovandola...quasi carina. No, no, no e poi no! Non era carina, era dannatamente bella! E feci la cosa più stupida, ma davvero stupida che potessi fare. La battei, ma...mi arresi sul serio!

Già, avevo buttato alle ortiche quella cosa chiamata orgoglio e non né sapevo nemmeno il motivo!

Comunque non ebbi il tempo di pensarci, dato che affrontammo proprio loro della Sabbia e quelli del Suono per difendere il villaggio e riuscimmo pure a scacciarli, anche se perdemmo il nostro amato Hokage.

In ogni caso, dopo quel periodo turbolento, la mia vita tornò tranquilla e mi scordai anche di quella specie di furia col ventaglio.

E come ho già detto, che succede quando tutto va bene? Già...

Quella gran cara donna (perché ancora le donne mi perseguitavano anche senza che io lo volessi) del Quinto Hokage mi aveva promosso chunin! L'unico di quell'anno!

E non solo! Quando quel disgraziato dell'Uchiha era scappato con quelli del Suono, a chi poteva essere affidata la missione recupero dello “svitato mentale”? A me, logico!

E ha chi toccò affrontare l'unica femmina presente il quel dannato quartetto? Sempre a me!

Non solo! No, perché le disgrazie non vengono mai sole, s'intende...

Quando ero in difficoltà e stavo per essere “bucato” nello stomaco da quel maledetto kunai, chi è stato a salvarmi? Quella specie di furia in gonnella col ventaglio! Che mica mi risparmiò le sue solite frecciatine!

Quello fu definitivamente il giorno dell'inizio della mia fine. Non solo fui costretto, a mio malgrado, a riconoscere la forza di Temari, ammisi pure che quella donna era peggio di mia madre (e questo non era un bene), ma quella strega di Temari mi sorrise pure! E io trovai quel sorriso...splendido (maledico ancora mio padre per quella frase sul sorriso delle donne...).

E si potrebbe pensare che poi io me ne feci una ragione (di nuovo) e dimenticai l'accaduto. Sì, come no...

Piansi pure davanti a lei quando mi dissero che tutti i miei compagni, impegnati con me in quella missione, si sarebbero salvati e lei, quando partì con i fratelli, non poté evitare di farmelo notare, ma in un modo che...Ok, mi ero fritto il cervello, dato che adoravo letteralmente il suo sorriso.

Meno male che infine mi scordai del tutto di averla incontrata (va beh, a parte il fatto di averla poi salvata a mia volta, ma mica si degnò a ringraziarmi come avevo fatto io in qualche modo...), e passarono tre anni, nei quali le cose andarono più o meno bene.

Bene sopratutto perché quella peste di Naruto se ne era andato a fare quel suo allenamento speciale con quell'altro pervertito di Jiraya (che contendeva il primato di porcaggine con Kakashi...). Ma il “male” era tornato quando credevo che niente nella mia vita potesse più turbarmi ( e lì capii che dovevo veramente smettere di pensare...). Temari, la cara e simpatica Temari era giunta a Konoha come ambasciatrice di Suna, e chi mai le poteva essere affibiato come guida da quell'altra pazza? Naturalmente io!

Già, perché l'Hokage (che tanto sana davvero non era) aveva decretato che io dovessi occuparmi degli imminenti esami dei chunin insieme alla rappresentante di Suna.

Grazie tante Tsunade!

Così mi ritrovai a fare da balia, da scorta, da portacarte e chissà da cos'altro ancora a quella bionda straniera, stacanovista e schiavista. Ora che ci penso...ma sempre da bionde isteriche devo essere circondato?

E senza contare che ci si era messo anche Naruto a rompere e a complicare le cose(sì, ancora lui, dato che era tornato) ironizzando su una nostra fantomatica storia d'amore.

Sì, e io sarei così scemo da cadere nelle grinfie di quella tigre così simile a mia madre?

Ebbene sì, lo ero... E il bello era che non sapevo nemmeno come era successo!

Più ci pensavo e meno ci capivo. Era vero che passavamo parecchio tempo insieme, era vero anche che io ero l'unico con cui interagiva senza mostrare alcun fastidio (oddio, quando mi beccava a sonnecchiare invece di compilare carte su carte, mi faceva ricordare come fosse efficace il suo ventaglio...), ma da lì ad innamorarmene ce ne passava!

Eppure...le volte che mi seguiva, terminato il lavoro, e si stendeva accanto a me sul mio prato preferito e mi sorrideva in quella maniera così serena, mi sentivo felice e completo. Ecco il punto, tra di noi non servivano le parole, ci capivamo con un solo sguardo, avevamo raggiunto un grado di affinità unico.

Il mio solo problema, dopo questa scoperta, era stato un altro. Che cosa provava Temari nei miei confronti?

Quella donna era davvero ermetica per quel che riguardava i sentimenti, anche se non potevo rimproverarla di questo visto ciò che aveva passato con la sua famiglia (ergo padre disinteressato, fratello ambiguo dato che si divertiva a giocare con delle “bambole” e altro fratello appena appena psicopatico, furioso ex omicida ora fortunatamente leggermente rinsavito).

In vero avevamo avuto qualche contatto fisico, più che altro degli sfioramenti di mano, hai quali mai si era sottratta, anzi mi aveva dato il sospetto che era proprio lei a cercarli, ma niente di più preciso. In ogni caso decisi (usando finalmente la testa in modo sensato) di non farmene un cruccio come un tempo con Ino, non solo perché i nostri incontri, vista la distanza, erano davvero scarsi, ma anche per un fattore anagrafico. Avevo solo sedici anni e Temari diciannove, come poteva nascere qualcosa di serio e per di più corrisposto?

Fortunatamente il tempo e la lontananza non influirono su quel sentimento nato in me e, con tutta serenità, tornai alla mia vita di sempre, divisa tra missioni, allenamenti e scartoffie.

Io devo realmente preoccuparmi quando tutto procede senza intoppi...

Infatti lì arrivò la batosta più dura, cioè la morte del mio maestro Asuma, grazie a quei pazzi dell'Akatsuki. Non solo, gli promisi che mi sarei occupato di suo figlio, non ancora nato che stava crescendo nel grembo di Kurenai.

Me le cercavo le rogne, ma questa l'avevo accettata con piacere.

Comunque una nota positiva questa volta ci fu. Riuscii a sconfiggere da solo quella specie di scheletro sadico che aveva privato Asuna della vita e della felicità, votato a chissà quale Dio, seppellendolo nella foresta della mia famiglia. E col cavolo che si sarebbe mai mosso da lì!

A parte questa parentesi dolorosa, che comunque era doverosa ricordare, il tempo tornò a scorrere come sempre, scandito dalle solite cose. Tutto normale, tutto semplice, tutto a posto...

No, tutto niente! Un altra batosta era giunta tra capo e collo!

Jiraya era morto pure lui (ma che c'era la moria di maestri a Konoha? Mi sa che dovevano cominciare a preoccuparsi seriamente...) e mi toccò consolare Naruto caduto in depressione, dato che c'ero già passato. Inoltre l' Eremita dei Rospi aveva anche lasciato un messaggio indecifrabile e l'Hokage, giustamente, lo doveva affidare a me. Ma io che ci capivo? Per fortuna che quella testa quadra venne colpito da un'illuminazione e, incredibilmente, fu proprio lui ad aiutarci.

Solo che...io ricaddi nel solito circolo vizioso del “quando tutto va bene, tutto va male”...

No, non successe niente di che, mi ritrovai soltanto una specie di “cozza” attaccata alla mia ombra. Già, colei che mi aveva aiutato col codice, una certa Shiho che aveva un debole per me. In verità mi ero perso ad osservarla più di una volta e mi ero reso conto che proprio lei era il mio canone perfetto di donna. Non seccante, non bella, ma nemmeno brutta (anche se su quel punto qualche dubbio l'avevo, dato che portava degli occhiali orribili e mi sembrava che nemmeno si pettinasse). Quasi quasi...beh, un pensierino ce lo potevo anche fare, nonostante ci fosse un angolino della mia testa che richiamava l'immagine di Temari anche senza che lo volessi realmente. Lo ignorai e addirittura decisi di rischiare la vita per proteggere proprio Shiho durante l'attacco che distrusse totalmente Konoha ( ok, l'avrei fatto per chiunque) e che la sconfitta dell'assalitore proclamò eroe del villaggio Naruto.

Per fortuna che io mi ruppi solo una gamba e questo però portò un avvicinamento tra me e la coz...Shiho. Mi accompagnava sempre dappertutto, aiutandomi e io pian piano riuscì ad abituarmi a lei, al suo modo strambo di fare e al suo aspetto, arrivando a trovarlo gradevole ( sì, le mie rotelle dovevano essersi inceppate...). Lentamente anche l'immagine di Temari cominciò a sbiadire nei miei ricordi, in fondo erano mesi che non ci vedevamo, sostituendosi con quella della cittografa ( ripeto, il mio geniale cervello era partito per altri lidi...).

Stavo nuovamente raggiungendo la tranquillità interiore che necessitavo, ma...ma cavolo, ormai non l'avevo ancora capito?

Un giorno passeggiando per le strade di Konoha, che lentamente stavano tornando alla normalità, affiancato sempre da Shiho, chi mi ritrovai davanti? I due fratelli della Sabbia!

Ma non il pazzo marionettista e l'ex omicida Kazekage, sarebbe stato troppo bello, ma vidi sì il pazzo marionettista, solo che con lui c'era la seccatura delle seccature, Temari!

E lo sguardo che mi lanciò...tremo ancora quando ci penso...Sembrava volesse incenerirmi e la mia accompagnatrice con me.

Ricordo che mi oltrepassò senza degnarmi nemmeno di un saluto, mentre Kankuro non la smetteva di parlare e di sogghignare. Che mai avrà avuto tanto da sorridere...mah.

Comunque quello che mi lasciò più di sasso fu la mia reazione. Il cuore smise di battere per qualche secondo, il respiro mi si mozzò, le gambe tremarono e credo pure di essere sbiancato, perché Shiho mi chiese se stessi bene. No, diamine! No, che non stavo bene! In un solo attimo, in un solo secondo, in un solo momento, tutto quello che credevo sopito, dimenticato, era tornato a galla con prepotenza. Cavolo, mi resi conto che mai mi sarei liberato di quella donna!

Mollai Shiho nel bel mezzo della strada, correndo ( sì, il gesso ormai l'avevo tolto) nella direzione in cui avevo visto sparire i due di Suna. Riuscii ad individuarli poco prima che entrassero nella piccola dimora dei due consiglieri di Konoha, senza però arrivare a parlargli, ma avevo tempo e pazienza. Ok, lasciamo perdere...mi addormentai nell'attesa e così li ripersi. Ma si può essere più scemi? Sì, io potevo.

Mi risvegliai che era notte fonda, imprecando e...imprecando! Ma non solo perché non sapevo assolutamente dove poter trovare Temari, ma anche perché mia madre mi avrebbe semplicemente squartato per via del ritardo.

Col capo abbassato mi diressi verso casa, già pronto alla fine della mia esistenza, quando accadde e la vidi. Passeggiava per la strada guardando il cielo, col le mani incrociate dietro la schiena e senza ( evviva!) il suo inseparabile ventaglio. Decisi che era giunto il momento per qualsiasi cosa e al diavolo le conseguenze. No, forse a quelle avrei dovuto pensarci, ma francamente quella vocina che mi avvisava non l'ascoltai.

La raggiunsi senza prenderla ovviamente di sorpresa (come si può prendere di sorpresa Temari...) e attesi che si fermasse. Cosa che puntualmente non avvenne, così mi vidi costretto a...improvvisare. E come? L'afferrai per un braccio, costringendola a voltarsi.

Non serve dire che cercò di ammazzarmi, vero? Solo che...perché quell'atteggiamento, quella rabbia, quel...era dolore che vedevo in lei? Non ci potevo credere!

Riuscì a bloccarla contro uno dei pochi alberi rimasti in piedi, addossandomi a lei. A quel punto compresi veramente cosa sentivo e cosa avessi provato a soffocare, non riuscendoci e capendo che mai ci sarei riuscito. Non le lasciai nemmeno il tempo di parlare, tappandole la bocca con la mia. Va bene, mi ero definitivamente giocato tutti i neuroni per colpa di quella femmina seccante...

Dopo poco mi staccai già preparato ad un contrattacco violento, ma con mia sorpresa questo non avvenne, anzi. Trovando il coraggio di guardarla, vidi che aveva gli occhi sbarrati, increduli e che finalmente (finalmente!) era senza parole. Questa sua reazione mi diede quella spinta definitiva che mi serviva, ormai non potevo più nascondermi. Dissi tutto quello che avevo in testa, da quello che pensavo, a quello che mai c'era stato con Shiho, fino a quello che provavo per lei, Temari, cioè che l'amavo e alle titubanze che non mi avevano mai fatto dichiarare, vista la distanza che ci separava e al fattore età. Quando terminai avevo il fiato corto, dato che mi ero dimenticato di respirare nel frattempo, e nemmeno ero sicuro che lei avesse capito tutto quello che avevo detto. Rimase a fissarmi per istanti, minuti, non lo sapevo, senza dire nulla. Ok, forse era meglio che prima parlavo e che solo dopo la baciavo, almeno avrei avuto una risposta al posto di quel micidiale silenzio. E che con me non stava mai zitta!

Va bene, forse doveva elaborare, oppure molto più probabilmente stava cercando un modo per rifiutarmi. Decisi di allontanarmi io per primo, per toglierla dall'imbarazzo della situazione (se mai Temari conoscesse quella parola). Lasciai la presa sulle sue braccia, facendo un passo indietro e mentre le davo le spalle... Ricordo solo la sua presa sul mio giubbotto, l'inciampo nei miei piedi, le sue labbra nuovamente sulle mie. E non a stampo come avevo fatto, ma che ricercavano un contatto più...e quel più mi mandò in paradiso!

Inutile dire che da quel momento facemmo coppia, ma senza rivelarlo a nessuno. Mica volevamo rogne, men che meno io con i suoi fratelli. Con che razza di famiglia avevo deciso di imparentarmi...

Io devo veramente aver fatto qualcosa di male in passato...non stava andando tutto bene?

Ci mancava solo la Quarta Guerra per completare l'opera, grazie a quel pazzo di Madara Uchiha! No, mi correggo, Obito Uchiha!( devo ancora conoscerne uno sano di Uchiha comunque....)

Ovviamente sorvolo su quello che era accaduto prima di entrare nella viva battaglia, prima del discorso del nostro comandate Gaara , prima...

Non posso?No? Sul serio? Uff, va bene...

Accadde quando noi di Konoha raggiungemmo il campo preparato per accogliere i ninja dell'Alleanza. Girovagavo per le tende, ansioso di rivedere Temari, dato che per colpa di quegli Uchiha erano passate settimane dal nostro ultimo incontro, quando l'avvistai e...

E chi l'avrebbe mai detto che il pigro, svogliato e apatico Shikamaru Nara potesse essere così geloso e possessivo?

Stavo letteralmente per saltare al collo di quel damerino biondo che si era azzardato a mettere una mano sul fianco di colei che era mia! Fu l'intervento inaspettato di Ino a fermarmi.

Le sue braccia mi cinsero il collo da dietro, si era completamente addossata a me e rideva felice come una bambina. Il motivo di tanta gioia? Semplice, era contenta che io e Choji fossimo nella stessa divisione, così non avrebbe dovuto preoccuparsi per noi.

Le sorrisi di rimando, perdendomi così...lo compresi dopo cosa mi persi...

Con poca grazia, circa un'ora dopo da quell'episodio, venni lanciato dentro ad una delle stanze che erano state allestite nel quartier generale. Avvertì solo la porta sbattere e la serratura scattare.

Temari mi fissava con uno sguardo furente, ma anche io non ero da meno. Rivedendola le immagini di lei con quello mi riaffiorarono nella mente e la gelosia riprese ad ardere. Non seppi come, non seppi quando, ci ritrovammo a sbatterci in faccia insulti, offese e chi più né aveva, né poteva tranquillamente aggiungere!

Quella furiosa litigata, però, fu la svolta definitiva per me, per lei, per noi. Ma risparmio i dettagli...troppo scabrosi...erano cose nostre in fondo quello che facemmo, anche se non bisognava avere la sfera di cristallo per arrivarci...

Il nostro rapporto era definitivamente, inequivocabilmente decollato. E con mio grande sconforto, capii che anche i fratelli ne erano venuti a conoscenza, dato che occupavano la stanza accanto alla “nostra” e avevano sentito tutto quello che era successo. Ma sorprendentemente nessuno dei due disse nulla, solo Gaara decise di chiarire una “cosina”. Se avessi fatto del male alla sorella, niente mi avrebbe salvato da un grandioso, fenomenale, imperioso Funerale!

E ritorniamo al solito problema, però. Quando tutto va, niente va....

No, non parlo della guerra che avevamo fieramente vinto, dimostrando la forza di ogni shinobi in campo, figuriamoci! Nemmeno del fatto che finalmente il valore di Naruto era stato riconosciuto da tutti e nemmeno del fatto che quello squilibrato di Sasuke fosse tornato con gloria e onore, facendo nuovamente impazzire di gioia tutte le donzelle di Konoha, Sakura e Ino in primis.

No! Tsunade mi diede quel colpo!

Non perché mi avesse promosso jonin (con mio disappunto perché tale carica comportava altri lavori seccanti e impegnativi), ma per quello che mi disse su Temari.

Quel litigio aveva portato a risvolti incredibili!

Va bene che l'amavo, va bene che lei amava me, ma ero troppo giovane per avere un figlio! Per diamine! Diciotto anni!

Meglio evitare di raccontare la reazione dei Sabaku...(a parte un'evirazione scampata grazie proprio alla mia “dolce” metà)

E adesso....

 

 

-E questo è tutto.- disse con un sospiro, attendendo la replica che certamente sarebbe giunta.

-Capisco.- rispose l'amico, ma dopo qualche attimo di silenzio riprese la parola.- Ma ancora non ho comprendo perché tua madre stesse sbraitando in quel modo.-

Shikamaru socchiuse gli occhi, sempre osservando le sue tanto amate nuvole.

-Mi sono scordato di dirle che oggi arrivavano Gaara e Kankuro.- e tirò un profondo respiro.

Choji sbarrò gli occhi a quella notizia.

-Sei morto.- disse solo.

-E aspetta quando lo saprà Temari!-

-Doppiamente morto.- ma questa volta ridacchiò.

Dopo quello scambio si lasciarono riavvolgere dal silenzio, rotto solo dal fruscio dell'erba causato dal vento e da qualche lontana risata.

-Comunque non è andato tutto male, vero?- domandò con la sua solita dolcezza.

Il Nara sorrise, approvando completamente le parole dell'amico, chiaramente riferite al suo discorso.

Si mise a sedere, poggiando i gomiti sulle ginocchia sollevate e voltando lo sguardo verso il prato. Due bambini giocavano e rincorresi.

Una femmina e un maschio.

Sua figlia e il suo figlioccio.

Karura e Asuma.

Sorrise come spesso gli accadeva quando vedeva i due bambini, sua moglie, i suoi amici, sentendo l'amore e l'affetto dilagare in lui, rendendolo completo come non mai.

Era vero, pensandoci niente era andato come aveva previsto, troppi intoppi, troppi problemi, troppi dolori

Eppure...

-No, Choji, ma va bene così. E non cambierei nulla per niente al mondo.-

-NARA!-

Ecco, cosa aveva appena detto?

Girò lentamente il capo, incrociando quella figura che tanto sapeva di temere...

Gambe leggermente divaricate, braccio destro che sfiorava il fianco, braccio sinistro alzato e la mano di suddetto braccio appoggiata sulla sommità luccicante del suo ventaglio. Occhi assottigliati, con una luce sinistra che brillava in essi.

-Te...Temari...- balbettò Shikamaru.

Bene? Forse...forse...





 
  
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