Sorrisi alla sua schiena, mentre lei entusiasta si affaccendava attorno ad un alberello di modeste dimensioni che sarebbe stato il nostro abete natalizio.
Scossi la testa, praticamente sghignazzante, e lei si girò verso di me con aria di puro rimprovero.
«Non sei simpatico» mi fulminò, le labbra arricciate in un adorabile broncio. Odiava che io mi prendessi gioco di lei, ed ogni tanto facevo del mio meglio per evitare di darle fastidio; ma proprio non ce la facevo, era più forte di me: guardarla con le braccia conserte, un piede che batteva per terra, la lunga coda scossa dai suoi movimenti nervosi, le labbra piene e carnose che mi urlavano di andare al diavolo… per me era una droga.
«Tu invece sei pazza» risposi quindi, inarcando elegantemente un sopracciglio «fare l’albero di Natale a settembre… è come festeggiare Ferragosto a gennaio!»
«Mi preparo in anticipo!» si difese lei con le guance rosse. «A me non piace arrivare in ritardo» precisò con tono acido a cui aggiunse un’occhiata malevola.
Sospirai: potevano passare tre anni, dieci, o un secolo, non mi avrebbe mai perdonato il nostro primo appuntamento.
«Sai com’è, ero appena tornato da una missione» precisai per l’ennesima volta, alzandomi dalla comoda poltrona in cui ero sprofondato.
Lei sbuffò sprezzante e mi diede le spalle. La vedevo ancora chinarsi sullo scatolone per trarne dei brutti angioletti di porcellana decorata, poi alzarsi sulle punte per ancorarli ai rami più alti. Non potendone fare a meno, mi allungai verso di lei e l’aiutai nel suo compito. Non sopportavo l’idea che potesse farsi male o che dovesse faticare inutilmente.
«In due si fa tutto meglio» illustrai, posando la statuina dove lei mi indicava. La mia voce rimbombò nell’appartamento spoglio. Il nostro appartamento.
«Anche l’amore?» mormorò lei maliziosa prima di rubarmi un bacio a fior di labbra, sollevata sulle mezzepunte. Quella era l’unica situazione in cui le permettevo di fare un po’ di sforzo.
«Soprattutto l’amore» risi, coinvolgendola in un bacio più profondo.
Lei allacciò le braccia attorno al mio collo e si avvicinò a me, mentre io la attiravo vicina con le mani sui suoi fianchi. Era assurdo il modo in cui aderiva perfettamente alla forma delle mie scapole, del mio petto, delle mie gambe, della curva del mio collo, delle mie labbra che avevano sempre bramato lei sola.
Ci staccammo con un sorriso e lei mi guardò, le sue mani sulle mie guance.
«Buon compleanno, Shika» soffiò sulla mia bocca. Risi, guardandola scettico.
«Tanto te lo sei ricordato soltanto perché domani è il tuo» rilanciai con un ghigno e lei, sfacciata, annuì.
«E ora ti farò un regalo così bello che per ripagarmi domani dovrai per forza comprarmi un anello» ribatté, togliendosi la maglia viola.
«Che ne dici di un vestito da sposa?»
 
ladie’s a gentleman! (author’s corner):
Scritta in mezzora, un regalo anticipato per la White Midnight, il mio vero, succulento e inaspettato (?) gavor arriverà a mezzanotte di quest’oggi, quindi rimanete sintonizzati!
Volevo scrivere un po’ di fluff, dato che manca dal mio account da parecchio, e mi è uscita questa sol romantica molto dolce, devo dire che sono soddisfattissima del risultato finale, mi piace (anche se non ho usato incisi, questa cosa mi spaventa)! In fondo, Shikamaru ed Ino si meritano tregua dopo tutto quello che sta succedendo!
Ah, a proposito, credo che oggi riuscirò a pubblicare anche il terzo episodio della serie 647 (click!) -come omaggio al compleanno di Shika-, quindi rimanete sintonizzati se la seguite! Avverto subito che non sarà ShikaIno, ma incentrato su un altro personaggio… *coff coff*
Buona White Midnight a tutti, signori e signore. Che possa sempre il bianco essere con voi, e ricordate: THE NIGHT IS WHITE (L).
Amore imperituro ai lettori e venerazione ai recensori!
Kiss,
la vostra emozionata Ladie.