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Autore: _Broken_    22/09/2013    1 recensioni
Una ragazza qualunque, sensibile, intelligente, insomma comune...
Che ha passato due anni di inferno, ora è andata via...
Per iniziare di nuovo a vivere, felice questa volta, senza dolori e problemi...
Vuole rincominciare abbandonando il dolore al passato e cogliendo la felicità del presente..
Ma solo una cosa lo può impedire..
E quella cosa, o meglio persona...è già tornata.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiin! Driiin!

Il suono della campanella mi riportò alla realtà, alzai lo sguardo vedendo tutti gli studenti dirigersi verso le loro classi, misi distrattamente il libro di chimica nell'armadietto prendendo quello di biologia...
Ed ecco il primo giorno nella mia nuova scuola : la West High School.
Una scuola colma di figli di papà, ricchi sfondati, snoob...
Insomma di gente con cui non voglio avere a che fare, e poi ovviamente ci sono i “fighi”.
Come potrebbero non mancare.
Per colpa di mio padre, e del suo fottutissimo lavoro, ero costretta a frequentare tre anni in quella stupida scuola, circondata da tutta quella “strana” gente.
Esatto per colpa sua, solo io avevo un padre..come preside.
Esiste cosa peggio di questa? Non credo.
Mi ricordai della lezione di biologia e affrettai il passo sperando di arrivare puntuale, sospirai di sollievo quando notai che il prof dovesse ancora arrivare..
Mi sistemai in prima fila vicino alla finestra : era assolutamente il mio posto preferito.
Adoravo fissarlo. Anche se ero lì da poco mi aveva colpita molto, aveva un non so che di affascinante.

“Bello vero?”
“Sì, è stupendo”
“Credo si chiami Zahara, è arabo” mi voltai fissando il ragazzo seduto affianco a me, annuì riportando lo sguardo sull'albero fuori dalla finestra...
“Anche il nome è stupendo” lo sentì ridere
“Che c'è?” chiesi portandomi una ciocca castana dietro l'orecchio...
“Niente, solo che sono felice che piaccia anche a te, fin'ora nessuno lo aveva notato” disse come se fosse la cosa più strana del mondo, un po' lo era : era bellissimo quell'albero.
Sorrisi e gli porsi la mano.

“Piacere Paige Willon” mi strinse la mano illuminando i suoi occhi color blu mare, sono stupendi.
“Tom Parker, scusami posso farti una domanda?” annuì curiosa
“Hai lo stesso cognome del preside, per caso..” lo precedetti
“Emh sì, sono la figlia di George Willon, ma ti prego no diffondere la voce in giro, non c'è molta gente normale qua dentro” rise
“Hai ragione sinceramente, sono poche le persone con un cervello funzionante qua dentro” sorrisi
“Tu invece non sembri proprio una di queste” si mise una mano sul cuore facendo finta di piangere, scoppiai a ridere..
“Ouh, così mi imbarazzi” gli diedi un colpetto scherzoso sul braccio e continuammo a ridere..
“Sei davvero simpatica”
“Ouh, ma smettila!” dissi imitandolo, scoppiammo a ridere e mi asciugai le lacrime, ero felice di aver trovato qualcuno con cui parlare.
Un rumore verso l'entrata ci fece voltare : era arrivata la prof.
Ci sedemmo composti e parlò.

“Buongiorno ragazzi” tutta la classe rispose con un piccolo e silenzioso 'buongiorno'..faceva così tanta paura?
Lo sguardo maligno dell'insegnante viaggiò per tutta la classe, fino a fermarsi a me. Perfetto.

“Oh signorina Willon, che piacere averla al mio corso”
“Grazie professoressa...” cercai aiuto da Tom e mi sussurrò..
“...Morrow” quest'ultima alzò lo sguardo su tutta la classe, per un pelo.
“Ragazzi, Paige Willon, da oggi in poi frequenterà il mio corso e come vedete dal suo cognome è la figlia del preside, perciò ci tengo che la trattiate per bene, chiaro?” perfetto.
Sentì già qualche parlantina di qualche studente infastidito, ora tutta la scuola mi odierà.

“Professoressa, non serve davvero, anche se sono figlia del preside, ci terrei ad essere trattata come gli altri, davvero.” la Morrow mi fissò sbalordita esitando per qualche secondo, ma poi annuì.
“Va bene, allora ragazzi trattatela come qualsiasi altro studente normale, e con questo iniziamo la lezione”
Tom si voltò verso di me

“Hai fatto bene a parlare, sennò ti avrebbero presa di mira” annuì d'accordo con lui
“Era quello che volevo evitare infatti, di nuovo...” dissi con una nota di malinconia, mi fissò confuso e gli feci segno che dopo gli avrei raccontato..
Finita la lezione di biologia, io e Tom ci avvicinammo ai nostri armadietti, stranamente vicini.
“Cos'hai alla prossima ora?” gli chiesi mentre guardavo l'orario..
“Emh Paige, ora c'è mensa” disse ridendo, mi sbattei una mano in fronte
“Ahh! Oh scusami, mi devo abituare a questi nuovi orari” mi fissò confuso..
“Sì, venivo da un'altra scuola, ed era un po' tutto diverso da qua” annuì capendo, e sperai con tutto il cuore che non mi facesse quella domanda.
“E perché sei venuta alla West High School ?” la fa apposta?
“Emh, non mi... trovavo bene in quella” esitai torturandomi le dita della mano, sembrò capire il mio disagio...
“Scusami, non volevo farti il quarto grado” scossi la testa sorridendo
“Tranquillo, quando ci sarà il momento dove ti dirò tutto” dissi chiudendo l'armadietto seguita da lui..
“Non devi per forza Paige”
“Non devo. Voglio. Sei l'unico con cui mi trovo bene in questa scuola e so che potrei dirti tutto” sorrise illuminando gli occhi e ci avviammo in mensa..
“Sai che hai degli occhi bellissimi” gli dissi sorridendo come un ebete, mi circondò le spalle con un braccio scoppiando a ridere..
“Sei buffa con quella faccia” risi e fissai i suoi pozzi blu...
“Attenta o ci puoi affogare” scoppiai a ridere
“Comunque amo i tuoi, invece” la mia risata sparì, i miei occhi? Facevano schifo.
“Io li odio.” mi fissò sorpreso
“Come fai ad odiare la cioccolata!?” scoppiai a ridere insieme a lui.
“Amo la cioccolata, ma non i miei occhi, sono scuri e non ci trovi niente di magico, invece nei tuoi puoi vedere...il mare!” si asciugò le lacrime dal ridere...
“I tuoi occhi sono stupendi, non significa che se non sono azzurri o verdi non sono magici, dai tuoi occhi si capiscono tante cose, tipo che sei una ragazza sensibile, tenera, buffa, intelligente, misteriosa su certi punti e che sei meravigliosa, ogni volta che sei felice c'è una lucina che appare e li fa quasi sembrare chiari, sono stupendi credimi” lo fissai quasi commossa, mi conosceva da nemmeno un giorno e riconosceva tutto da solo dei semplici occhi marroni.

“Sei magnifico, sai...inizio ad amarli” rise e con una mano aprì la porta della mensa : silenzio.
Tutti gli occhi erano puntati su di noi, beh meglio dire, su di me.
Stritolai il braccio di Tom..

“Tom perché mi fissano così?” sorrise semplicemente
“Ovvio, perché sei nuova” borbottai e Tom scoppiò a ridere..
“Odio stare al centro dell'attenzione” dissi incrociando le braccia, il biondo affianco a me mi fece sedere su un tavolo vuoto
“Come possono non guardare una ragazza col visino bello come il tuo” disse scoppiando a ridere alla vista della mia faccia, spalancai gli occhi e mi feci seria...
“Ehi! La mia faccia è sempre così” dissi borbottando, di nuovo. Mi indicò ridendo
“Eccola! Questa faccina! E' tenerissima!” e si trattenne la pancia dal ridere, lo sto iniziando ad odiare.
“Sai..ti odio” smise di ridere
“Non è vero, tu mi ami” disse facendomi la linguaccia, risi annuendo..
“Hai ragione, ti amo troppo” sentimmo delle parlantine provenire dal tavolo vicino a noi, ci voltammo e vedemmo tutta la scuola fissarci, spalancai gli occhi fissando Tom, altrettanto confuso.
“Dio mio Tom, ma quando la smetteranno?” sussurrai per non farmi sentire
“Spero al più preso..” annuì
“Sì, perché vorrei andare al bagno senza occhi puntati addosso” rise, per poi farsi serio
“Strano però, sei la prima ragazza nuova che fissano così tanto, beh è scontato dire che sei una bella ragazza..” mi strozzai con la saliva..
“Cosa? Io? Bella?” annuì
“No Tom, ti sbagli, credimi” dissi raggomitolandomi nella mia felpa..
“Intendi dire che non sei bella?” chiese spalancando gli occhi, annuì. Sbuffò, guardandosi intorno, si alzò dal tavolo e mi tese la mano, lo fissai confusa..
“Vieni con me” l'afferrai ancora seduta..
“Ma non mangiamo?” scosse la testa..
“Se hai fame ti do la mia mela” mi alzai scuotendo la testa..
“No grazie, ma dove stiamo andando?” gli chiesi mentre uscivamo dalla mensa..
“A far vedere alla gente quanto sei bella” mi fermai i colpo tirandolo indietro..
“Cosa?! No tu sei matto torniamo in mensa” dissi voltandomi, m prese saldamente per la mano e mi trascinò in cortile, questo ragazzo è pazzo.
“Non se ne parla, tutti devono sapere quanto sei bella, e devi capirlo anche tu”
“Okay okay! Sono bella! Lo so! Ora torniamo di là” rise scuotendo la testa, sbuffai arrendendomi.
Arrivati in cortile, si fermò davanti a un gruppo di tre ragazze, oddio no.

“Salve ragazze, vi presento la mia amica Paige” disse indicandomi sorridendo, le salutai nervosa, mentre mi ci fissavano scettiche.
Anche simpatiche, bene.

“Avrei bisogno che diceste la verità, quindi in modo sincero ditemi..” disse sempre indicandomi, fra poco gli taglio il dito.
“E' una bella ragazza, vero?” spalancai gli occhi come tutte loro d'altronde..mi fissarono per qualche secondo, per poi annuire..
“Sì, caruccia” dissero con una faccia disgustosa, che dolci. Ironia ovvio.
“Ho detto di essere sincere, non invidiose” disse ghignando, gli strinsi la mano, per farlo smettere, ma capì che non ne voleva sapere..
Intuì dalle loro facce che ci rimasero male, perciò mi allontanai da loro con Tom.

“Tom, smettila. Davvero, sei stato fantastico a fare tutto questo, ma davvero non ce n'è bisogno" mi guardò triste..
“Ma..”
“Tranquillo, davvero, non mi importa essere bella o carina, per ora sto bene così” esitò per qualche secondo a poi annuì arreso..
“Torniamo dentro va'” iniziò ad incamminarsi davanti a me, mi voltai verso quelle tre ragazze ancora sconvolte e mi avvicinai a loro..
“Emh ragazze..” mi fissarono indignate..
“Scusatemi davvero è tutta colpa mia, lui non centra niente” una annuì, sembrava la più normale tra loro, mentre le altre due erano ancora un po' scettiche, ma cazzo.
Quella al centro si fece avanti..

“Tranquilla, solo che ci è sembrato stran..”
“Paige! Che diamine fai?!” la voce di Tom bloccò la conversazione, o no.
Si avvicinò a passo svelto..

“Che fai?” la ragazza con cui parlavo rispose
“Ci stava solo chiedendo scusa” Tom la fissò infastidito e poi si rivolse a me sorpreso
“Ma che sei matta? Scusa di cosa poi? Tu non hai fatto niente, vieni andiamocene” mi tirò per la mano, ormai è diventata un'abitudine..
“Comunque mi chiamo Helen!” mi urlò salutandomi con la mano
“Paige!” sorrisi..
“Perché sorridi?” fissai il biondo accanto a me
“Credo di essermi fatta un'amica” dissi con una faccia da ebete, scosse la testa ridendo..
“Non mi va tanto a genio” si riferiva ad Helen?
“Insomma... hai visto che faccia quando le ho chiesto una semplice domanda?” risi
“Tom. Andare in giro a chiedere se la persona al tuo fianco è bella non è normale” mi fissò sorpreso
“Mi stai dando del pazzo” risi per poi annuire
“Sì, in effetti non sei tanto normale” rise anche lui
“Lo faccio solo per divertire, amo vedere la gente ridere” risi, mi fissò indicando la mia bocca
“Ecco vedi! Amo quando lo fai!” scoppiai a ridere, mamma mia oggi ho riso troppo. E' così tenero.
“Okay adesso basta però, per oggi ho riso troppo”
“Meglio no?” già, meglio ridere che piangere. A quella parola, 'pianti'...mi ritornò in mente LUI.
La causa dei miei :
Incubi
Pugni
Graffi
Tagli
Lesioni
Pianti
Dolori
Solitudine...solo io e la mia mente.
Erano stati due anni orrendi, e tutto per colpa sua.
E mi sono trasferita qua, appunto per lasciare quei ricordi in quella scuola, nel passato, lontano da me...insieme a lui, ma sapevo che sarebbe tornato, lui torna sempre.
Ma voglio iniziare di nuovo tutto daccapo e nessuno me lo impedirà, nemmeno lui.

Una mano sventolante davanti ai miei occhi fermò i miei pensieri...

“Paige! Ci sei?” lo fissai disorientata, mentre i suoi occhi erano un misto fra la confusione e la preoccupazione..
“Emh si scusa, mi ero solo incantata..” mentì
“Oh okay, ma non farlo più, mi hai fatto prendere uno spavento”
“Hai ragion..”
Colpo al cuore.
Lui.
No! Non poteva essere.
Stessi vestiti firmati, stesso sguardo penetrante, stessi occhi chiari e profondi come il mare, lo stesso passo determinato e deciso, verso una direzione, che solo lui e il destino sapevano.
Non è possibile, mi sarò sbagliata.
Non poteva essere già tornato, o forse sì.
La causa dei miei due anni più terribili...era a pochi metri da me.
  
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