Un rivolo di sudore gli scivolò dalla fronte e seguì la linea del naso, piccolo e perfetto.

La testa gli pulsava dal dolore così forte che gli impediva persino di ragionare.

Eppure doveva sforzarsi.

Raccolse tutte le proprie forze ed ignorò il fiotto di sangue che gli si riversò tra le labbra, quando, passandosi una mano tra i lunghi capelli corvini, accennò un sorriso strafottente.

Non gli importava del dolore.

Faticò a fissare gli occhi in quelli del fratello.

Il suo sguardo velato percorse prima i suoi lineamenti, così simili ai propri eppure così diversi. Il ragazzino aveva il viso più pieno del suo ed i tratti del suo volto gli conferivano un aspetto meno effeminato. Gli occhi d’ebano del fratello erano fissi nei suoi.

Nonostante il suo mondo fosse ormai fatto di sole ombre scure, sapeva che al loro interno vi avrebbe potuto leggere rabbia, odio e terrore.

Poggiò la mano sinistra contro la roccia dello strapiombo che segnava la fine della loro corsa.

Erano così vicini che poteva sentire il fiato caldo e spezzato del ragazzino infrangersi contro il collo.

Fece un altro passo e premette il corpo contro il suo, immobilizzandolo.

Stentava a credere che i tremiti che scuotevano il fratello fossero provocati dal troppo sforzo.

Portò la mano alla bocca, quando un colpo di tosse gliela riempì di sangue.

Ora tremava anche lui. Ma non temeva di mostrare la propria paura.

Sapeva che se avesse fallito tutto sarebbe finito. Avrebbe perduto tutto quello per cui aveva sempre lottato. Avrebbe perduto tutto quello che aveva ottenuto.

Il sorriso aveva abbandonato le sue labbra.

“ I tuoi... occhi”

Mormorò poi così piano che Sasuke faticò a sentirlo, nonostante fossero così vicini.

Voleva i suoi occhi. Se li avesse ottenuti, il buio del suo sharingan si sarebbe dissolto per sempre. E li avrebbe sottratti proprio al fratello.

“I tuoi occhi…” ripeté ed alzò la mano verso il viso del ragazzino, che si ritrasse, come se la roccia avesse potuto inghiottirlo.

Sasuke si sentì come catapultato indietro nel tempo. Paralizzato dal terrore come quella notte ormai lontana ma sempre così vivida nel suo cuore. Impotente di fronte a quel fratello che aveva tanto amato...e poi odiato fino a spingersi oltre ogni limite.

Strinse forte gli occhi, come se quel gesto avrebbe potuto aiutarlo a salvarsi.

Poi si sentì sfiorare la fronte.

Un tocco leggero di due sole dita.

Aprì gli occhi solo per vedere il fratello crollargli prima addosso e poi a terra.

Il tempo sembrava essersi fermato ed il silenzio attorno a loro era così profondo da essere irreale.

Si lasciò cadere in ginocchio, accanto a lui. Poi, tremando, lo prese tra le braccia.

Era come se non avesse capito ciò che stava succedendo. Scrollò Itachi come se avesse dovuto svegliarlo. Come faceva al mattino, quando era più piccolo e si infiltrava nella stanza del fratello maggiore: approfittando del suo stato del dormiveglia gli piaceva strappargli la promessa che quel giorno avrebbe giocato assieme a lui. E la manteneva sempre.

Itachi riaprì gli occhi lentamente, ma li tenne fissi davanti a se.

Riuscì a ritrovare il volto del fratello solo quando questi gli voltò con delicatezza il viso verso di se.

Non poteva vederlo, ma volle immaginarlo.

E nella sua immaginazione Sasuke piangeva per lui.

Sasuke, quel fratello più piccolo che lui aveva sempre amato. Comportandosi nel modo esattamente contrario aveva sempre cercato di spingerlo a diventare più forte e di proteggerlo. E quando la sorte non gli aveva dato più alcuna alternativa, aveva preferito soccombere.

Sentì una goccia cadergli sulla guancia e scivolargli fino alle labbra, calda e salata.

Le labbra gli si piegarono a fatica in un sorriso.

Alzò la mano verso il viso del fratello, ma non arrivò mai a sfiorarlo.

Mosse le labbra per dire qualcosa che nessuno avrebbe mai sentito.

“ Sarai….i miei occhi”