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Autore: PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST    25/03/2008    4 recensioni
Per chi ha letto "I love you", una serie di One-Shot che ripropongono i paring di quella fic e molti altri.
Dedicata a :
Mojojojo
Ino chan
GaaRamaru
Hermione Weasley
Mala_tenera
[postato 3° capitolo]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Corre con la macchina sull'autostrada appena fuori New York.
Sta tornando a casa e non c'è nessuno ad aspettarlo, ma in fondo la cosa non gli dispiace poi molto. Perchè ci ha fatto l'abitudine. Proprio come si è abituato alla morte.
Sorride guardando la strada. Sorride perchè gli piace tornare a casa.
Non è neanche sua la macchina. L'ha rubata a qualcuna della sue vittime. Non si ricorda neanche chi, ma in fondo poco importa.. che ci fa un morto con la macchina?
E' più giusto che la tenga lui, un poveraccio che per vivere ripara orologi.
Canticchia qualcosa che passano alla radio. Sicuramente qualche cantante che tra qualche anno non verrà neanche più ricordato.
Il suo peggiore incubo.
Batte le dita sul volante, tenendo il ritmo della canzone. Sta sera gli gira particolarmente bene.
-Ma non c'è niente di decente?- fruga nel porta oggetti per cercare qualche Cd.
"The Doors". Sorride. Jim Morrison; forse lui non lo sa, ma non lo scorderà mai nessuno.
Un giubbetto catarifrangente lo distrae. Sente suonare un clacson e inchioda. Quella lucetta gialla sulla corsia di emergenza gli è familiare.
No la luce, la persona.
Qualche macchina gli passa accanto e gli automobilisti lo insultano. E' fermo in mezzo la strada cercando di mettere a fuoco la sagoma.
-Imbecille, levati da li!- grida un uomo dentro una machcina blu.
Lui non risponde. Potrebbe alzare un dito e farlo saltare in aria, ma perchè creare un casino?
Fruga nella tasca della giacca e prende gli occhiali.
Stringe gli occhi per vedere meglio.
Sobbalza. Capelli biondi, più corti di come li ricordava, ma sempre piccoletta.
La voglia di ucciderla sedutastante gli appanna gli occhi, ma solo per un attimo. Perchè macchiarsi di sangue, quando Mohinder gli aveva detto che bastava il sangue di quella ragazza per guarire da ogni cosa? La guarda meglio. Gonnellina nera e maglietta dello stesso colore. Forse. Ha il giubbetto giallo sopra.
Perchè ucciderla? Sarebbe uno spreco.
Accosta anche lui sulla corsia di emergenza e scende dalla macchina.
-Quando ti fermi devi mettere il triangolo.-
-Mi scusi è che..-
la frase le muore in bocca. Due anni non sono riusciti a cancellare il ricordo. Quegli occhi nocciola pieni di rabbia odio e un bagliore di follia non li avrebbe mai scordati.
Comicia a tremare, incapace anche di piangere.
Adesso non c'è il suo eroe che tempo fa salvò la situazione.
Adesso avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvarsi ancora, si sarebbe anche aggrappata a Mary Poppins con il suo ombrello.
-Ti si è fermata la macchina?-
Quanto gli piace quella sensazione di puro terrore che vede negli occhi blu della ragazza.
Lei ancora non risponde, incapace di formulare una qualsiasi frase.
Sembra aver perso il controllo delle gambe. Vuole correrre. Ma sarebbe inutile, come del resto sperare di tornare a casa.
-Se non te ne vai mi metto a urlare.- dice tutto di un fiato. Forse fargli vedere che non ha paura è la cosa migliore. Forse. Certo che ha scelto la frase più stupida..
-Dai fallo.-
Lei serra le labbra. Psicologia inversa. Ma continua a mantenere quel cipiglio oroglioso con cui, un minimo, spera di uscirne illesa.
-Hai bucato..serve una mano?-
Perchè indugia così? -Se devi uccidermi fallo adesso!- urla lei. Scoppia a piangere. L'attesa snerva più dell'esecuzione. Un po' come andare dal dentista.
-E perchè? Sarebbe uno spreco.-
La squadra da capo a piedi, facendola rabbrividire. Lei continua a piangere. Forse non ha neanche capito il senso della sua maliziosa batutta.
Lui ride, una risata profonda e malata.

-Come mai da queste parti?-
Claire abita in Texas, che ci fa a New York?
Lei si schiaccia di più contro il sedile. Ha accettato il passaggio. O meglio è stata obbligata ad accettare. -Se ti volevo uccidere l'avevo già fatto ragazzina.-
-Affari miei.-
lei risponde alla domanda di prima. Quello che era venuta a fare non lo riguarda e non glielo racconterebbe comunque.
-Eloquente vedo.-
Come sarebbe lui con un assassino accanto? si chiede lei. Forse si troverebbe a suo agio..tra simili ci si vuol bene.
-Ho accettato un passaggio, non di dialogare con te.-
Si da mentalmente della stupida. Cazzo deve assecondarlo non rispondergli a tono! Ormai è fatta.
-Sai una cosa?-
Lei lo guarda. Perchè continua a parlare? Forse adesso vuole annunciarle la sua morte?
-No.- ovviamente Claire non sa neanche che alle domande retoriche non si risponde.
-Pensavo fossi una ragazzina piagnucolosa, che non è capace di fare niente senza qualcuno che le copre le spalle. Se continui a rispondere così mi ricredo.-
Lei appoggia la testa al vetro. Quella voce le fa venire i brividi di terrore. Implora a mente tutti i santi del paradiso, ma chi di questi di sarebbe preso il disturbo? Si gira verso il conducente dell'auto. Continua a sorridere e questo le da ancora di più sui nervi. Lo guarda meglio. Porta una maglietta nera, stretta che gli evidenzia i muscoli. Mica male però.. no ma che pensa? vuole uscire dalla macchina.
-Quanto manca?- chiede ansiosa.
-Che fretta c'è?-
Si da mentalmente della stupida. Aveva trovato due ore fa il suo ragazzo con un altra. L'aveva presa per i capelli e riempita di calci e poi un bel calcione era toccato a lui. Era corsa via e aveva bucato. E poi Sylar. Aveva pensato che era la sua giornata sfortunata. Però è ancora viva, per cui un punto in più per la fortuna.
-Dai quanto manca?-
-Ho accettato di darti un passaggio non di dialogare con te.-

Bastardo. Se solo lui fosse una persona normale lo avrebbe preso a pugni. Lui si gira a guardarla, squadrandola come aveva fatto prima. Lei si ritira, per quanto può.
Lui ha di nuovo qual sorriso. La voglia della ragazza di prenderlo a schiaffi aumenta ogni secondo di più. Si incrociano gli sguardi. Lei distoglie subito. Vuole che questo viaggio finisca presto, sta dando di cervello.
-Perchè mi stai dando un passaggio?-
-Non ti credevo così stupida, Bennet.-

Ma perchè? Perchè gli uomini devono avere il chiodo fisso?
-Scordatelo.- risponde categoricamente lei. Anche se..No, niente.
-Opponiti.-
Ecco. vince lui, sempre. Le viene voglia di piangere, ma non lo fa.
-Allora aprimi la testa.-
-Se non mi sei piaciuta, lo faccio.-
risponde ridendo lui.
Lei si mozzica le unghie. Poi sorride; forse le è venuta un' idea.


Queste sono le cose che quando le racconti nessuno ci crede.
Si guarda intorno. Un appartamento sobrio senza pretese. Prima di entrare si immaginava una casa con le porte che scricchiolano e i cervelli a mo di trofeo. Che idea idiota.
E adesso la camera di lui. Normale anche questa. Forse si aspetta ancora di vedere un cervello spuntare da sotto il letto.
Cavolo, quasi se ne dimentica. Non è la per una visita di piacere. O almeno non lo sarà per lei.
-Ragazzina ti sei incantata?-
-No, tutto a posto.-

Lo guarda. Dalle sue esperienze aveva imparato a guardare il lato positivo. E bhè.. wow la c'è..
Si mozzica un labbro. Sta diventando matta.
Lui la prende e la solleva da terra e posandola delicatamente sul letto.
Lei rabbrividisce. E per la prima volta quella sera, non è un brivido di paura.


Odessa, Texas. Tre mesi dopo. Lui non l'aveva uccisa, e lei era rimasta tre giorni a casa sua. Da quel giorno era un vizio e tutt'ora non ne possono fare a meno. Un po' come la droga.
-Te l'avevo detto di non venire! C'è mio padre sta sera! Cocciuto come una capra!- sussurra lei al ragazzo che sta chiudendo nell'armadio.
-Idiota i miei vestiti!-
Lei glieli tira in faccia e chiude l'armadio, appena in tempo per accogliere nella sua cameretta Noah Bennet. Le sta raccontando qualcosa. Ma lei non ascolta. Tutti le sere, un battibecco. A volte non lo sopporta, a volte lo prende anche a calci e lo fa cadere dal letto. Ma non può fare a meno delle sue mani che la sfiorano, del suo corpo sul suo..
-Orsacchiotta mi senti?-
-Si papy ma sono stanca..-

Buonanotte. E lui che esce dall'armadio. -Orsacchiotta.- la scimmiotta.
-Zitto, non urlare!-
-Non ti sopporto, Bennet!-
-Neanche io, signor Sylar!-
-Allora me ne vado.-
-No.-
Lei lo affera per un polso. -rimani-
-Con piacere.-



Spero vi sia piaciuta.. è una cavolata che mi è venuta così..Se volete qualche paring in particolare accetto suggerimenti.
Ciao!!!
  
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