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Autore: Jane41258    23/09/2013    6 recensioni
Ex Mente Libera
Per il compleanno di Shikamaru
Shikamaru centric♥, team 10 centric ♥, ShikaTema ♥
ISPIRATA ALL'ULTIMO CAPITOLO, SPOILER CAPITOLI 646-647!!
“Se sopravvivete, prendetevi cura del figlio di Asuma. Andate da mia madre, ditele che mio padre la ama e che io le voglio tanto bene, è un pezzo di me che sta vicino al cuore. Assicuratevi che non si lasci morire. Più a breve termine dopo che sarò morto, non perdete tempo con il mio corpo andate subito a combattere, ma senza esporvi suicidi. Anzi è necessario che sopravviviate a qualsiasi costo, anche se quel pazzo vince e impone lo Tsukuyomi, finché siete vivi avete una possibilità, piccola ma pur più consistente della mia che sarò morto, di sabotarlo dall’interno. Chouji cerca di ricordare bene queste parole, Ino ha dei poteri psichici e l’illusione su di lei potrebbe vacillare, giurami che qualunque sia la situazione, anche se io sarò vivo e ti dirò che va tutto bene, anche se sembrerà vada tutto bene… ascolta Ino e sostienila qualsiasi cosa dica. Aiutala con tutta la tua forza e il tuo cuore. Papà a quanto pare sto per raggiungerti, mi dispiace madre… ah Temari...’’
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Team 10, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Per il compleanno di Shikamaru ♥!
Ispirata all'ultimo cap quindi SPOILER capitolo 647 e riferimenti grossi pure al 646. 
Attenzione quindi se non seguite le scan non continuate e chiudete questa storia XD
Ok ora che non c'è più pericolo di spoilerare, brevemente vi anticipo che questa fic è per il compleanno di Shikamaru, ma in ritardo (!!!!!) di decine di minuti XD
EVVABBÈ in Giappone è ancora il 22 XD
Ho messo l'avviso what if perché non credo che le cose andranno in questo modo nel manga, sul manga sono molto più ottimista :D
Partecipa a:

traccia  (1: traccia libera) ispirata ma non attinente alla traccia (3: la legge di Murphy aka tutto ciò che può andare male lo farà) e con spruzzate di traccia (2: birthday party!) 
 

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del forum SHIKATEMA BLACK PARADE.  

Shikamaru POV, 
Team 10 frienship ♥, ShikaTema.

B
uona lettura





 

Shikamaru non era mai stato un ragazzo pessimista, non aveva mai dato credito a nessuna previsione catastrofista. Nemmeno era ottimista, il suo atteggiamento era semplicemente scettico e realista.

Quando si trovava davanti a situazioni di pericolo, non si faceva prendere dal panico, analizzava, invece, lo stato delle cose con calma, cercando una causa e una soluzione.

Tuttavia a differenza dello stereotipo di persona realista, Shikamaru non era cinico, né cupo, il suo realismo razionale era sempre teso a risolvere problemi, verso un futuro migliore.

Poteva essere definito quasi, in contraddizione con l’affermazione di poche righe prima, un ottimista razionalista e con un QI di 200.

Per la positività che illuminava la sua filosofia di vita doveva ringraziare Ino Yamanaka. La riteneva un sole nella sua squadra, era colei che aveva insegnato a lui e Chouji a sorridere davanti alla avversità e a trovare il lato positivo in qualsiasi cosa, a credere che ci fosse sempre una soluzione, a non lasciarsi andare per pigrizia o per scoraggiamento.

Da Chouji invece Shikamaru aveva imparato la bontà, termine che risulta certamente troppo vago e generico e che necessita di essere meglio definito con una serie di non: non fregarsene se qualcuno sta soffrendo e ha bisogno di aiuto, non rifiutare mai di dare una mano, non abbandonare mai un amico, non lasciare mai che le atrocità della guerra e del mondo ninja corrompessero il suo cuore spingendolo a guardare un uomo morire senza provare pietà.

Avrebbe voluto dire qualcosa per ringraziare i compagni ma non aveva la forza e il respiro per parlare.

Per la prima volta non riusciva a vedere nessuna via di uscita. Shikamaru non si riteneva una persona forte, quella forte nella sua squadra era Ino, tuttavia era riuscito a superare… no, non a superare, la perdita di una persona non si supera mai, si potrebbe dire… a trovare una ragione per andare avanti e un metodo per risolvere almeno le conseguenze materiali disastrose lasciate dalla perdita della persona amata.

Aveva prima perso Asuma-sensei: quando era morto il suo maestro Shikamaru non aveva mai perso nessuno e ne riuscì devastato. Pianse e valutò di smettere di fare il ninja, si buttò nella vendetta, uccise e umiliò il suo avversario.

Poi si decise a risolvere i problemi lasciati dalla morte di Asuma, si prese carico di suo figlio impegnandosi a crescerlo e a proteggerlo come fosse il proprio figlio. E così aveva anche trovato una ragione per andare avanti, proteggere e aiutare la nuova generazione, la più grande risorsa di Konoha, l’unico bacino d’acqua pulito in un mondo marcio.

Dopo la morte di Asuma però si era costruito l’assurda convinzione che avesse già pagato il suo dazio di dolore e sfortunatamente né Ino, né Chouji provarono a contraddirlo, probabilmente ne erano vittime anche loro, e che non avrebbe perso più nessuno. La morte del padre era arrivata come un colpo di katana sul collo, inaspettata e letale. Il padre era tutto ciò che lui sarebbe voluto diventare ed era sempre stata una sicurezza per lui, c’era stato quando Chouji aveva rischiato di morire e durante il lutto per Asuma quindi si era convinto che ci sarebbe sempre stato.

Shikaku Nara era al sicuro, al quartier generale, cosa sarebbe mai potuto succedergli?

Aveva vacillato seriamente quando sentì spegnersi la voce di suo padre, poi aveva pensato che, morto il padre, qualcuno avrebbe dovuto provare a elaborare qualche strategia e che suo padre non avrebbe voluto che lui si arrendesse, correndo a suicidarsi tra le braccia del nemico.

E l’aveva fatto di nuovo, si era trovato problemi da risolvere e qualcosa da fare per riuscire a respirare senza scoppiare in lacrime.

Era convinto che i legami di una persona fossero parte di lui e che alla morte di qualcuno queste parti morissero e non fossero più sostituibili, rendendo la persona incompleta e cronicamente ferita.

Probabilmente alla sua morte di suo padre aveva perso un pezzo troppo importante e, troppo vulnerabile, era stato facile preda del Juubi.

Ora giaceva stanco tra le braccia di Ino e Chouji. Per un attimo pensò che egoisticamente fosse meglio morire quando ancora non aveva perso tutti i pezzi, con Ino e Chouji vivi e in salute, con Temari più in forma che mai a combattere come se non ci fosse un domani -ma probabilmente non c’era un domani- , con sua madre al sicuro nel campo dei civili. Forse era meglio morire prima che finisse il mondo, forse per tutti loro sarebbe stato meglio suicidarsi che essere costretti da un pazzo delirante a vivere per sempre nella sua casa delle bambole.

Sentì Sakura mormorare qualcosa di indistinto e Ino urlarle qualcosa in risposta. Probabilmente si stavano agitando nel tentativo di riportarlo indietro. Ripensò a sua madre, che non sapeva di aver perso il marito e non sapeva nemmeno che suo figlio stesse per morire. Shikamaru si sentì terribilmente in colpa e ripeté tra i denti un ‘‘Scusa mamma’’.

Come i suoi legami erano parte di lui, anche lui era parte di altre persone, di sua madre, di Chouji, di Ino. Il pensiero che, dopo la sua morte, le persone care avrebbero potuto sentirsi come si era sentito lui dopo la morte di Asuma e di Shikaku gli fece montare dentro una ritrovata e disperata voglia di vivere. Il battito cardiaco accelerò, riuscì ad aprire gli occhi.

Girò la testa vide Temari scaraventata all’indietro, finire per terra e sporcarsi di sabbia. Aveva un’espressione strana, come quando l’aveva appena conosciuta, dura priva di qualsiasi dolcezza.

Lei si voltò e lo guardò, Shikamaru vide che aveva gli occhi lucidi e capì che era disperata e terrorizzata come quando Gaara era ancora un mostro psicopatico.

Lei restò a fissarlo per un paio di secondi, poi fece qualcosa simile a mordersi l’indice della mano destra a sangue e si ributtò verso il mostro.

Sarebbe morta, pensò Shikamaru, non era abbastanza lucida per combattere e sopravvivere. O forse sarebbe morta comunque. Il dolore e l’impotenza lo scossero meglio di quanto fossero riusciti a fare i buoni propositi.

Guardò Sakura, era in lacrime.

“Shikamaru’’ farfugliò la kunoichi dai capelli rosa “sto facendo il possibile, resisti’’

Sentì la presa di Chouji attorno alle proprie spalle e strinse la mano di Ino, cercando di aggrapparsi alla vita.

“Facciamo un tentativo” disse a se stesso. La sua voce nella sua testa risuonava più forte e sicura di come rendesse nella realtà.

“Mam...’’ un colpo di tosse lieve bastò a zittirlo.

Ci stava provando a resistere, davvero.

Per una volta che non voleva chiudere gli occhi e dormire, il suo corpo lo stava trascinando verso un torpore eterno. Era quasi ironico.

Pensò che se fosse sopravvissuto e il mondo fosse sopravvissuto, non avrebbe più dormito inutilmente e avrebbe usato ogni secondo di vita in maniera produttiva.

La sua mente iniziò a vagare.

Avrebbe aiutato sua madre in casa.

Avrebbe chiesto a Temari di uscire.

L’avrebbe sposata e avrebbe messo al mondo due bambini, abbandonando la carriera di shinobi, lasciando che continuasse piuttosto sua moglie, guerriera molto più valorosa di lui. Avrebbe aperto un’attività con Ino e Chouji, cosa sarebbe potuto essere? Ino aveva un negozio di fiori, qualcosa relativo ai fiori… avrebbe chiamato la figlia sua e di Temari Hana, Sabaku no Hana.

Forse per il prossimo compleanno avrebbe potuto fare qualcosa di decente… era il nove ottobre, mancavano esattamente trecentoquarantotto giorni al suo compleanno, avrebbe potuto affittare Ichiraku e, sì, avrebbe dato a Ino il compito di organizzare, avrebbero mangiato tantissimo come sarebbe piaciuto a Chouji. Ovviamente avrebbe invitato anche Temari e i suoi fratelli, s’immaginò ballare con lei...

Troppo tardi si accorse che quei vaneggiamenti erano sintomo del delirio della sua mente prima della morte, la perdita della razionalità.

Quella consapevolezza gli diede l’ultimo scatto di dignità e gli svegliò il pensiero.

“Prova ad analizzare la situazione’’ si disse “Allora punti sicuri negativi: sono a terra senza energie, la lumacona ha detto che non c’è niente da fare, sono privo di Chakra e la mia mente sta dando segni di squilibrio, il nemico è in vantaggio e potrebbe dare il colpo di grazia in qualsiasi momento, più cerco di resistere e più la situazione peggiora perché la mia energia si disperde. Non è come una ferita che con il tempo si rimargina. Punti positivi: mi stanno curando due tra i migliori medici di Konoha, se non le migliori dopo Hokage-sama e Shizune. Punto sicuro negativo extra: i due medici sono a corto di Chakra, Sakura in particolare è stata prosciugata. Punto in dubbio: Shizune. Punto in dubbio: il nemico non ci sta attaccando, è forse occupato? Punto in dubbio: Dopo la mia morte…”

Shikamaru si fermò, accorgendosi che era già passato a valutare la propria morte. Ma per quanto si sforzasse non poteva risolvere le mancanze derivanti dalla propria morte e sarebbe stata inutile una ragione per vivere.

Ah sì, qualcosa gli era rimasto da fare. Dare una ragione per vivere ai suoi compagni.

Cercò di parlare: “Ino… Cho… grhgn no!’’

“Shikamaru!” la voce stridula di Ino, normalmente molesta per le sue orecchie pigre gli risollevò il morale solo perché riusciva ad udirla ancora bene.

“Mi fate una prom...?”

“Shika, risparmia le emergie” gli sussurrò Chouji dolcemente nell’orecchio.

Shikamaru provò a ridere ma rimase senza fiato. Tossì e Sakura strinse le mani sulla pelle del suo petto, la vita affannarsi per lo sforzo di ridargli un minimo di autonomia cardiorespiratoria

“Se sopravvivete, prendetevi cura del figlio di Asuma. Andate da mia madre, ditele che mio padre la ama e che io le voglio tanto bene, è un pezzo di me che sta vicino al cuore. Assicuratevi che non si lasci morire. Più a breve termine dopo che sarò morto, non perdete tempo con il mio corpo, andate subito a combattere ma senza esporvi suicidi. Anzi è necessario che sopravviviate a qualsiasi costo, anche se quel pazzo vince e impone lo Tsukuyomi, finché siete vivi avete una possibilità, piccola ma pur sempre più consistente della mia che sarò morto, di sabotarlo dall’interno. Chouji cerca di ricordare bene queste parole: Ino ha dei poteri psichici e l’illusione su di lei potrebbe vacillare, giurami che qualunque sia la situazione, anche se io sarò vivo e ti dirò che va tutto bene, anche se sembrerà vada tutto bene… ascolta Ino e sostienila qualsiasi cosa dica. Aiutala con tutta la tua forza e il tuo cuore. Papà, a quanto pare sto per raggiungerti. Mi dispiace, madre… ah, Temari...’’

Il ragazzo aprì gli occhi un po’ di più e la vide correre verso di lui, strattonando un’altra ragazza dai capelli rossi. Un terzo correva loro dietro, dicendo cose che Shikamaru non capiva.

“Temari, io ti…”

Temari buttò la redhead a terra, di fianco a Shikamaru.

“Sbrigati” disse con voce dura e fragile.

La ragazza sbuffò infastidita, mormorò qualcosa come “Dopo questa guerra, mi farò toccare solo da Sasuke” e infilò a forza il braccio nella bocca del ragazzo morente, togliendogli la parola.

Shikamaru guardò il buio avanti a sé e per la prima volta nella sua vita sentì come tutta la sua intelligenza fosse inutile, solo una preda di quel buio assassino.


                                                                                             348 giorni dopo

Era passato quasi un anno dalla quarta guerra mondiale ninja, che si era risolta in maniera favorevole per il mondo degli shinobi.

Naruto e Sasuke avevano tagliato il gambo del fiore del Dio/Albero Juubi. Non avevano restituito il chakra al suo proprietario e continuavano ad usarlo, non per combattere ma per accelerare la ricostruzione di case, ospedali, scuole e fattorie. Gli shinobi stavano sfruttando l’opportunità di ricostruire una società di giusta, per diminuire le differenze economiche tra classi sociali e per rendere inviolabile la vita umana. Tutti i jonin di Konoha stavano lavorando a una Costituzione che vietasse l’uso della vita umana come strumento e la elevasse sopra ogni cosa.

Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke erano riusciti ad entrare nell’assemblea costituente anche se non erano jonin, il primo perché era riuscito a diventare Hokage, il secondo come vittima superstite di uno strage di stato.

Anche Shikamaru era stato invitato, ma aveva declinato per pigrizia e perché non si riteneva all’altezza, aveva fiducia nei suoi compagni.

Come si era ripromesso quando stava per morire, aveva organizzato, o meglio commissionato a Ino, un party di compleanno.

Ino aveva affittato proprio lo stand di Ichiraku e aveva avuto il permesso di trasformare la strada in un locale a cielo aperto. Era disseminato di tavoli strapieni di leccornie, ramen, carne arrosto e patatine. Scorreva alcool a fiumi, erano tutti in un leggero stato di ubriachezza, ma fortunatamente non si stavano creando disordini.

Sakura e Hinata stavano ballando ridendo, per buon auspicio nei confronti dei loro ragazzi, il team Gai aveva improvvisato uno strano torneo di braccio di ferro, i loro sensei bevevano e chiacchieravano. Era una serata calda, di fine estate, le persone vestivano tutte leggere e il cielo era pieno di stelle.

“Forza, seccatura, che palle se ti fai battere!”

Shikamaru stava incoraggiando Temari in un duello di braccio di ferro contro Rock Lee. Da ben quindici minuti erano in stallo e non si riusciva a stabilire chi avrebbe vinto la partita.

Ino aveva tra le braccia Sumiko, la figlia di Asuma e Kurenai, mentre la donna chiacchierava ridendo con Yoshino.

All’improvviso, con uno scatto improvviso, Temari vinse la partita e urlò un ‘’WHOAAAA’’ di esultanza alzandosi. Subito si fiondò tra le braccia di Shikamaru ed esultò.

“Ho vinto amore”

Lo baciò in bocca.

Chouji sorrise guardandoli e si girò verso Karin. Le accarezzò lentamente i capelli per poi toccarle il viso con dolcezza.

“Non smetterò mai di ringraziarti. Grazie a te Shikamaru ha potuto realizzare tutti i suoi sogni”

Si sentì, quasi fuori campo, la voce di Yoshino felice che mormorava a Kurenai “Ci pensi, ora mio figlio fa tutto lui a casa! Non riesco a crederci ahahah! Penso che con Temari faccia una di quelle coppie moderne, dove la moglie va a lavorare e il marito si prende cura dei bambini ahahahh… figuriamoci!”

“Grazie a te” rispose Karin. Lo abbracciò e lo baciò a stampo sull’angolo della bocca “Mi hai dato una famiglia”

Shikamaru e Temari iniziarono a ballare, sorridendo, sfiorandosi velocemente.

“OH-HO! È mezzanotte! Dobbiamo fare gli auguri a Shikamaruuuuuu!” urlò Ino entusiasta.

Si scaraventò verso il ragazzo e lo abbracciò, sotto lo sguardo tranquillo di Temari che ben sapeva che erano come fratello e sorella.

“Auguri!” urlò la Yamanaka dandogli un bacio sulla guancia.

“Auguri amico!” Chouji lo strinse in un abbraccio forte e caldo, ringraziando il cielo di poter sentire la consistenza muscolosa dell’amico tra le braccia.

“A-auguri Shikamaru-kun”

Hinata gli strinse la mano e gli diede un bacio velocissimo e pudico sulla guancia.

“Auguriiiiiiiiii!”

L’abbraccio di Sakura fu tra i più stretti, aveva stretto un’amicizia salda con Shikamaru dopo la guerra.

Yoshino e Kurenai lo abbracciarono e baciarono entrambe come una madre.

Temari aspettò alla fine, guardando con il cuore traboccante di orgoglio, le decine di amici che stringevano, abbracciavano e si congratulavano con il suo ragazzo. Era amato da tutti, aveva proprio ragione a pensare che sarebbe stato un ottimo Hokage, non che Naruto non lo fosse, era meraviglioso anche lui.

Quando tutti avevano avuto il proprio pezzetto di Shikamaru, Temari lo strinse in un abbraccio mozzafiato, le mani sul sedere di lui e le tette premute forte contro il suo petto, e lo baciò intensamente.

“Auguri Crybaby”, mormorò leccandogli l’orecchio. Shikamaru ricambiò il bacio, la accarezzò e si separò dolcemente da lei. Si avvicinò sorridendo ai suoi compagni di team.

“Ora c’è la torta?”

“La torta prima e i regali dopo!” Rispose Ino, sull’orlo della commozione, poi si slanciò ad abbracciare il festeggiato senza motivo apparente. Chouji li guardò fiero e felice e abbracciò entrambi.

Sorrise ancora, poi sentì Ino divincolarsi e liberò i suoi compagni dalla stretta amichevole.

Shikamaru sorrise ancora lievemente, Ino si girò verso Chouji e gli artigliò il braccio.

Lui la guardò comprensivo, pronto ad ascoltarla.

Era pallida, tremava un poco e si guardava attorno sconvolta e disorientata, come se non sapesse dove fosse. Muoveva gli occhi freneticamente e il fuoco dei falò le si rifletteva nelle sclere.

“Che palle, di nuovo” biascicò scocciato Shikamaru.

Ino aveva avuto un forte disturbo da stress post traumatico e cadeva spesso in stati di numbing, in cui sembrava non sapeva più dove fosse, e di flashback in cui ricadeva nei suoi ricordi traumatici, credendo vividamente di viverli, e iniziava a delirare. Erano mesi che non aveva una crisi.

Ino si allontanò di scatto da Shikamaru.

“Ino”, Shikamaru, con tono paziente, le mise una mano sulla spalla “Va tutto bene”

Ino scacciò la mano dell’amico dalla sua spalla come se fosse un estraneo e si concentrò completamente su Chouji.

“Hai dimenticato cosa hai promesso a Shikamaru prima che morisse?”

Chouji sussultò e richiamò alla memoria i terribili mometi in cui Shikamaru era quasi morto.

Karin si intromise tra i tre.

“Ino, ti accompagno a casa, stai avendo una crisi di numbing, flashback…”

“Stanne fuori!” Ino urlò fuori controllo. Spinse via Karin con tanta violenza buttandola a terra.

“...e hyperarousal”

“Chouji” la bionda parlò nell’orecchio del suo amico.

“Va tutto bene, Chouji, sono qui, sono vivo” Shikamaru intervenne toccandogli un braccio, probabilmente notando lo sconvolgimento sul suo volto “Non rompete il giorno del mio compleanno, dai, seccature”

Ino afferrò saldamente il faccione di Chouji e sussurrò spaventata “Qualcosa non va, qualcosa non va”

“Fidati di Shikamaru” rispose l’amico cercando di tranquillizzarla.

“No, TU fidati di Shikamaru, ce l’aveva detto”, rispose Ino, stringendo le mani di Chouji senza fargli male, “Qualcosa non va”.











*Note sul disturbo da stress post traumatico, utili a capire cazz avete letto XD:
Dall'articolo su Wikipedia:  http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_post-traumatico_da_stress

I principali disturbi, accusati dalla maggior parte dei pazienti, sono riassunti dalla cosiddetta "triade sintomatologica", per come definita dalla classificazione del DSM-IV: intrusionievitamentohyperarousal. In particolare, si possono riscontrare tra gli altri sintomi:

  • Flashback: un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento.
  • Numbing: uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione.
  • Evitamento: la tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente).
  • Incubi: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
  • Hyperarousal: caratterizzato da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate.

 

   
 
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