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Autore: Colpa delle stelle    23/09/2013    7 recensioni
-Mi meraviglio che nessuno si sia ancora chiesto che fine abbia fatto. A differenza tua, io ho una certa popolarità qui a scuola e non la manterrò molto a lungo se qualcuno viene a sapere che ho passato una delle mie preziosissime giornate con mia cugina Rose NonHoVitaSociale Weasley.
Eppure sei la preferita della famiglia. E lo sai il perché, Weasley?-
Perché avere un cervello e saperlo usare aiuta di più che sapere di averlo e basta?
-Perché sono tutti dei rompipluffe. Tu sei la regina dei rompipluffe. Per forza andate d'accordo.-
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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(Questa ff si è classificata seconda al contest "La fiera del fanon" indetto sul forum di EFP da The HeartIsALonelyHunter e partecipa al contest "Qual è la migliore Edita che abbiate mai scritto?" indetto da PhoenixQuill sul forum di EFP.)


 

I bradipi sono da sempre una specie sottovalutata




Un sinistro ticchettio proveniva dalla mano di Albus, tesa in avanti. Rose si limitò ad alzare annoiata lo sguardo, per poi posarlo sul pugno chiuso che si ostinava a restare a due centimetri dal suo viso.
-Se in quella mano hai anche la soluzione per farci uscire da qui, accomodati pure.- commentò acida, riabbassando subito gli occhi.
-Niente del genere. E poi non è colpa mia se quella maledetta porta è bloccata.-
Era da anni che i professori consigliavano agli studenti di restare lontani dalla Stanza delle Necessità. “È una stanza difettosa”, dicevano.
Albus aveva pensato anche solo per un secondo di ascoltarli? Che domande.
-Quindi sono io che ti ho trascinato qui dentro con una scusa assurda, facendo apparire l'aula di Pozioni senza un preciso motivo, mandato in tilt la stanza e, pretendo che si aprisse, scagliato Bombarda inutili contro la porta?-
Albus tentennò per un attimo, la mano ancora a mezz'aria. E lui che voleva solo organizzare una sorpresa per il compleanno della cugina.
-Primo: l'aula di Pozioni era l'ultima cosa a cui stavo pensando. Secondo: la mia era una buona azione, non avevo previsto questo disastro. Terzo... Guarda il lato positivo almeno, sei chiusa qui dentro con me.-
-Il quale ha per me la stessa attrattiva che baciare un Dissenatore.-
Potter si infilò le mani in tasca, risentito, e si sedette a gambe incrociate su un banco. Rose si lasciò scivolare con la schiena contro la parete, fino a sedersi sul pavimento.
-Sei la figlia di Hermione Granger, una delle streghe più brillanti del mondo magico. Fatti venire in mente qualcosa, dannazione!- esclamò Albus all'improvviso, dopo parecchi minuti di silenzio tombale.
Rose lo fulminò con lo sguardo. -Devo ricordarti che è per colpa tua se siamo chiusi qui dentro, brutto idiota?-
-Non si dicono le bugie Weasley, tuo cugino è tutto tranne che brutto.-
Effettivamente, gli occhi così verdi, i capelli corvini, il fisico addestrato dai numerosi allenamenti di Quidditch... Rose scosse la testa, come a voler scacciare una mosca fastidiosa.
-L'importante è crederci, Potter.-
Da piccoli erano inseparabili, trascorrevano tutto il tempo insieme, erano uno complice dell'altra. Poi un giorno, puf!, addio all'affetto fraterno. D'altronde si sa che gli ormoni giocano dei brutti scherzi fra gli adolescenti.
Rose si alzò di scatto e cominciò a camminare su e giù per la stanza, senza riuscire a stare ferma.
-Prima o poi ci troveranno, non possono dimenticarsi di noi...- borbottò tra sé e sé, tenendo mentalmente conto dei passi che faceva.
Quando arrivò a quota trecento si fermò.
-Si può sapere come diavolo fai a rimanere seduto lì in un momento come questo?- domandò esasperata.
-Se sto in piedi mi stanco.- constatò Albus. -E se continui ad andare avanti e indietro in quel modo, mi farai vomitare il pranzo.-
La ragazza contò fino a dieci, prese un bel respiro profondo e represse a stento la tentazione di porre fine alla miserabile vita del cugino.
-Cos'hai detto a Malfoy? Non c'è la remota possibilità che almeno lui ti venga a cercare?- continuò, il tono di voce più rilassato.
Albus scosse la testa. -Negativo. Scorp doveva studiare tutto il pomeriggio, poi si vedeva con la sua bella e sai che non capisce più niente quando è con lei.-
-Mi stupirei del contrario, a stare per più di due ore consecutive con quell'oca della Brown ti va in pappa il cervello. Si vede l'effetto che ha avuto con te.-
Albus non fece in tempo a ribattere che Rose continuò imperterrita a parlare. -Ho detto a Lily che avrei passato il pomeriggio in Biblioteca e lei sa che non deve disturbarmi quando studio. Poi avrei gli allenamenti di Quidditch, ma ho già detto che li avrei saltati.-
-Come mai non ci vai?- si intromise Albus, improvvisamente interessato.
Rose avvampò imbarazzata e si voltò dall'altra parte. -Sono... indisposta.-
Una fragorosa risata rimbombò per la stanza, facendo tremare le pareti.
-Sei cosa?- tentò di dire Albus, ridendo senza ritegno.
Avrebbe voluto ucciderlo. L'unica cosa che la frenava era la possibile reclusione ad Azkaban, la sua coscienza le aveva dato il via libera già da tempo. Lo ignorò bellamente, tornando ad appoggiarsi sconfortata al muro.
-Riassumendo.- disse ancora Potter, un leggero ghigno sulle labbra. -Rimarremo bloccati qui per chissà quanto tempo e solo per colpa della tua vita sociale inesistente. Già sento di odiarti, ho fame e...ho già detto di odiarti?-
Rose sbuffò esasperata, portandosi le mani nei capelli.
Non sono passati nemmeno venti minuti.



Per colpa della seconda guerra magica che aveva danneggiato l'intero castello, la Stanza delle Necessità non era mai tornata come quella di un tempo. Funzionava a sprazzi ed erano poche le volte in cui si trasformava davvero in quello che desideravi. Il preside ne aveva vietato l'utilizzo quando un ragazzo era rimasto chiuso dentro per due giorni, immerso in un'enorme foresta pluviale. All'inizio la notizia era stata accolta senza particolare interesse, erano tutti troppo impegnati a prendere per i fondelli il povero malcapitato studente di Corvonero. Una settimana dopo però, quando tutti si erano veramente resi conto di cosa significasse quel divieto, il malumore aveva raggiunto le stelle.
Niente Stanza delle Necessità significava la fine delle feste clandestine nei weekend e anche di tutti gli “incontri notturni” che avvenivano al suo interno. Scorpius Malfoy era stato il primo a protestare e a doversi organizzare diversamente. La sua fama di stronzo rubacuori non poteva essere danneggiata, anche a costo di doversi chiudere in un magazzino delle scope.
Alcuni avevano anche provato a nascondersi nella Guferia, ma il becco di una graziosa civetta aveva inevitabilmente suggerito ai ragazzi di cercarsi un altro posto in cui sfogare le loro voglie.



Il pavimento aveva tremato ininterrottamente per minuti, prima che si decidesse a fermarsi e a trasformarsi in un soffice manto erboso. Il banco su cui era seduto Albus era svanito, facendolo cadere di conseguenza in terra, così come le pareti della stanza. Un cielo terso si stagliava ora sopra le loro teste e chilometri di prato li circondavano.
-La porta è scomparsa.- piagnucolò Albus, guardandosi intorno spaesato.
-E al suo posto c'è un simpatico abisso.- esclamò Rose, avvicinandosi cautamente alla sporgenza.
La spaccatura della roccia non era molto larga, ma talmente profonda da non lasciarne intravedere la fine.
-Ormai ci sono troppo dentro... Salti tu, salto anch'io!- scherzò Albus, facendo finta di buttarsi.
Rose roteò gli occhi al cielo, ma poi sorrise. -Perfetto, avevo giusto l'intenzione di accertarmi che fosse davvero profondo come immagino. Mi vuoi precedere?- domandò angelicamente, preoccupandosi comunque di fare tre passi indietro.
-Neanche se mi pagassi, Weasley. Ci sono già troppi ragazzi che si butterebbero in un burrone per te.- disse Albus, imitandola. -E poi sarebbe un vero spreco sacrificare un faccino bello come il mio.-
-Sì, certo.-
Rose si buttò a terra, sdraiandosi sotto un albero. Non le importava un fico secco di essere bloccata da più di due ore in una stanza che dava di matto con Potter, voleva solo rilassarsi. O almeno provarci.
Qualcosa le solleticò il naso, costringendola ad aprire un occhio. Albus era fermo sopra di lei, con una foglia in mano.
-Vuoi uno Schiantesimo tu-sai-dove Potter? Non ci metto molto e lo sai.-
Il ragazzo si spostò con un balzo, per poi sedersi di fianco a lei.
-Ne farei a meno, ho una soglia del dolore fastidiosamente bassa.-
Riuscì a stare zitto per un po' e Rose era quasi sul punto di addormentarsi, quando esclamò: -Per la barba di Merlino e per i capelli di Morgana!-
-Che hai adesso?- ringhiò esasperata, sollevandosi sul braccio.
Albus aveva il naso per aria, in completa venerazione di solo lui sapeva cosa.
-Quella nuvola... Sembra... Una Burrobirra!-
-Per Godric...-



Il sole era lentamente calato, si era ormai fatta sera e i due cugini avevano già girato mezzo mondo. Ora si trovavano in una spiaggia, su un'isola perduta in mezzo al mare.
-Tutta quest'acqua non mi aiuta...- bofonchiò Rose, saltellando sul posto.
Albus la guardò annoiato dalla palma su cui si era seduto. -Che hai da saltellare su e giù, Weasley?-
-Devo andare in bagno.- ringhiò lei, aumentando i salti.
-Qui non ci sono bagni.-
La ragazza roteò gli occhi al cielo. -Certo che sei veramente un genio, Potter. Mi stupisco della tua intelligenza.-
-Fallo dietro a un albero.-ghignò
-Brutto pervertito di...-
-Va bene, allora non pensarci e vedi che ti passa.-
-Più facile a dirsi che a farsi.-
Rose si sedette sulla sabbia, a gambe incrociate. Provò ad escludere dalla mente lo sciabordio del mare, tutta quell'acqua salata che...
-Per SalarMiScopoSegretamenteGodric, sto impazzendo!- esplose.
Albus la guardò di sottecchi, mentre camminava avanti e indietro, e sorrise.
-Goccia per goccia. Rivolo d'acqua. Acqua salata. Lago, oceano, torrente. FIUME IN PIENA CHE STRARIPA!-
-Stupeficium!-



-Dove saremmo ora?-
Albus non si alzava nemmeno più, incurante del pavimento che tremava.
-Stai per cadere in una...- provò ad avvertirlo Rose, ma un sonoro SPLASH l'aveva preceduta -...pozzanghera.-
Scoppiò a ridere di gusto, davanti al cugino completamente fradicio e bagnato come un pulcino.
-Weasley, vuoi un abbraccio?- domandò Albus, avvicinandosi pericolosamente a braccia aperte.
Rose scappò via. -Ma anche no!-
Si fermarono davanti all'ennesimo strapiombo.
-Stavo pensando prima.- esordì Albus, strizzandosi il maglione.
Rose si girò di scatto. -Non mi dire, tu pensi? E come fai se non hai il cervello?-
-Stavo pensando che tutti questi burroni devono avere un significato.- continuò lui, ignorando il commento. -Forse se ci buttiamo riusciamo ad uscire.-
-Vuoi suicidarti? Accomodati pure, non ti fermerò.-
-Che sarà mai, un salto e...-
-Muori.-
Albus sbuffò sonoramente.
-Tu e il tuo pessimismo del cavolo, Porco Weasley!-
-Ehi!- protestò Rose -Non insultare il mio cognome!-
-Scorpius lo dice sempre...-
-Si riferisce a Hugo, idiota.-
Albus girò sui tacchi e cominciò a scendere dalla collinetta su cui erano apparsi, senza più parlare.
Si avvicinò ad un albero e sfoderò la bacchetta -Alohomora!-
Niente.
Provò con una siepe: -Alohomora!-
Ancora niente.
Rose lo guardò interdetta per parecchi secondi, mentre cercava di aprire anche un tronco coperto di muschio e un povero scoiattolo che aveva avuto la sfortuna di passare da lì.
-Per tutti gli Schiopodi o come cavolo si chiamano, mi puoi dire che accidenti stai facendo?-
Albus la guardò, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Qui tutto si trasfigura, cambia aspetto, scompare, riappare. Avevo pensato che magari in questo modo si sarebbe aperta la porta, prima o poi.-
La bocca di Rose si spalancò talmente tanto da arrivare quasi a toccare terra.
-Prova ad aprirti anche la testa allora, brutto idiota!-
-Ma sei fissata, eh? Ti ho già detto che io non sono brutto, non lo sono. Sono perfetto e ho gli occhi di un Dio.- brontolò Albus, agitando la bacchetta a caso.
Rose scosse la testa, evitando il pericoloso bastoncino volante.
-L'importante è crederci, Potter.-



-Ho fame, Weasley.-
Rose si portò le mani alle orecchie, imprecando.
-Ho fame e vedo doppio.-
Uno.
-La tua presenza mi irrita.-
Due.
-Ho fame e ti odio, Weasley.-
Tre.
-Odio anche il tuo compleanno e...-
-Per GodricTuttD'oro e SalazarTuttoD'argento, se non stai zitto ti tappo la bocca con la colla e non te la faccio più aprire per il resto della tua vita, tant'è vero che mi chiamo Rose Weasley!- ringhiò lei, mollandogli un cazzotto in piena pancia.
Albus si portò due braccia al petto e cadde all'indietro, la lingua a penzoloni.
-Mi ha ucciso! Mi ha ucciso!-
La ragazza non lo degnò di un'occhiata, impegnata a cercare di placare i morsi della fame.
Erano chiusi lì dentro da ore, giorni, forse settimane.
-Che giorno è oggi?- domandò ancora Albus, tornando serio.
-Diciassette.-
-Ciassette.*-
Un sorriso comparve sul volto di Rose, che si premurò comunque di nasconderlo.
-Era pessima, Potter.-



-Weasley, ti prego, aiutami tu. Weasley ti odio, ti odio, ti odio. Weasley, ho fame!- canticchiò Albus a squarciagola, ripetendo per la millesima volta la stessa tiritera.
Rose non aprì neanche un occhio, troppo impegnata a cercare di non far caso alla voce del cugino che le perforava i timpani.
-Weasley, ti prego, almeno facciamo qualcosa!-
La ragazza indicò le noci di cocco sull'albero dietro di sè.
-Renditi utile.-
Albus si tolse il mantello della divisa, sollevandosi poi le maniche della camicia, e prese ad arrampicarsi sul tronco. Fece giusto due centimetri, prima che il suo sedere sbattesse dolorosamente a terra.
-Porco Weasley!- ringhiò, dopo la quarta caduta.
-Vuoi uno Schiantesimo nel naso?-
-No no, scusa scusa.-
Stava per arrampicarsi di nuovo, quando Rose lo fermò.
-Non ti è passato per la testa, anche solo per un secondo, di tirarle giù con la bacchetta?- disse ironica, sollevando un sopracciglio.
Albus squadrò l'albero.
-Non ci arrivo comunque, sono troppo in alto.- sentenziò alla fine, lasciandosi cadere per terra.
Rose si batte una mano sulla fronte. -Ma tu fai apposta o sei davvero così idiota? Usa la magia, no?-
Con un Confringo, accompagnato da un rapido movimento del polso, il ramo carico di noci di cocco cadde a terra con un gran tonfo.
Rose ne raccolse una e la porse al cugino.
-Riusciresti per lo meno ad aprirle?-
-Certo...Reducto.-
Il frutto esplose in mille pezzi, ricoprendo la ragazza di latte da capo a piedi.
Evidentemente non fa apposta, è stupido di natura.



Albus l'aveva letteralmente trascinata fuori dall'aula, appena la professoressa di Trasfigurazione aveva dato loro il permesso di alzarsi, e per tutti i corridoi, fino ad arrivare al settimo piano con il fiatone.
Rose era stata freddata con uno sguardo e privata della possibilità di ribattere con una sola frase: “Sono stato costretto, sia chiaro, a fare questa baggianata per il tuo compleanno e se non fosse stato per i muscoli spaventosamente sviluppati di tuo fratello, ne avrei fatto volentieri a meno.
Lei si era limitata ad alzare le spalle e ad assecondare il cugino. Aveva atteso pazientemente che Albus camminasse per tre volte davanti al muro ed era entrata in una camera buia e dal vago sentore di muffa.
-Ascoltami bene, Potter, se questo è uno scherzo, sarà l'ultimo della tua vita. Rimpiangerai i muscoli di mio fratello quando avrò finito con te.- sussurrò Rose, strofinandosi le mani sulle braccia.
L'umidità che impregnava la stanza le faceva venire la pelle d'oca e aveva dimenticato come al solito il mantello nel dormitorio.
Albus sembrò non ascoltarla.
-Non riesco a capire cosa diamine ha questa stanza...- imprecò a bassa voce, gli occhi chiusi in una smorfia di concentrazione.
Prese a camminare su e giù, le mani alle tempie.
-Cambia, maledetta, cambia. Torta, regali, festoni... Aiutami a fingere di essere contento di festeggiare il compleanno di quella lì... Invoco il tuo aiuto!- continuò a borbottare, aprendo di tanto in tanto un occhio.
-Non funziona. Me ne vado.- sbuffò Rose, ma prima che potesse fare anche solo un passo, il pavimento tremò e dal nulla spuntarono dei banchi, accompagnati dalle sedie, dai calderoni e da un enorme armadio logoro.
-Odio Pozioni, devi avermi scambiata per quel tuo compare di Malfoy e la cosa non mi va molto a genio.-
-Zitta un po' Weasley, non vedi che la situazione è critica?-
Un enorme botto mise fine a quel faticato processo di trasformazione e la stanza cadde nel silenzio.
-La porta si è chiusa.-
-Perspicace, Potter.-
Albus si precipitò nel punto in cui poco prima si intravedeva il corridoio del settimo piano e cominciò a tastare la parete.
Rose gli si affiancò subito.
-Ti do due minuti per farmi uscire da qui Potter, lo scherzo è bello quando dura poco.- commentò la ragazza, incrociando le braccia al petto.
Albus non rispose, bianco in viso.
-Che hai adesso?-
Il ragazzo la guardò con gli occhi sbarrati.
-Ti ricordi quando il preside ha vietato l'utilizzo di questa stanza?-
-Precisamente.-
Deglutì, voltandosi di nuovo verso la parete.
-Ecco, ora penso di sapere il perché-
Serrò gli occhi, aspettando una qualsiasi reazione della cugina.
-Albus Severus Potter, mi hai fatto entrare qui ben sapendo che era una stanza difettosa e che avremmo rischiato di rimanere chiusi dentro?- esplose lei, serrando i denti.
-Precisamente.-
-Sapevo che eri un'idiota, senza cervello, montato e rompipluffe.- continuò Rose- Ma non immaginavo fino a questo punto!-
-Hai dimenticato sexy, Weasley.- aggiunse Albus, facendole l'occhiolino.
Rose strinse i pugni , furibonda.
Non sarebbe rimasta nella stessa stanza con quello lì per più di due minuti consecutivi.



E invece ci era rimasta, eccome se ci era rimasta.
Avevano passato più tempo insieme in quel giorno, che mettendo insieme tutta la loro vita passata.
-Weasley, sai che ore sono?- sbuffò Albus, rigirandosi nel mantello.
Maledetto lui che ne ha uno.
-Non ne ho idea Potter, e anche se lo sapessi non lo verrei di certo a dire a te!- rispose seccata, rannicchiandosi addosso alla parete.
Poi lo guardò.
-Quel maledetto pezzo di tessuto, che per te è insignificante quanto il solo pensiero di studiare Storia della Magia, mi salverebbe da un possibile congelamento.- commentò alla fine.
Albus ricambiò il suo sguardo.
-Quindi?-
Rose digrignò i denti, ricacciando indietro l'insulto che stava per uscire dalla sua bocca.
-Inoltre- continuò -È abbastanza grande per due persone.-
-Ti aspetti veramente che condivida il mio preziosissimo mantello con una Grifondoro come te, Weasley?- rise Albus.
La ragazza prese un bel respiro profondo e sorrise.
-O mi dai quel maledetto mantello o giuro Potter che distribuisco a tutta la scuola la tua foto con i boxer a paperelle.-
Albus ghignò. -Ottimo, vorrà dire che io invece distribuirò quella del pigiama... Del pollice in bocca... Due anni fa... Ti ricordi?-
-Vile ricattatore, giocavamo a Obbligo o Verità!- protestò Rose, avvampando.
-Provalo.-
Si sfidarono in silenzio con lo sguardo, ma dopo poco Rose fu costretta a cedere. Ritornò nella posizione di prima, le ginocchia ben strette al petto, e si girò dall'altra parte. Mai era stata umiliata così in vita sua.
Albus ridacchiò in silenzio. -Potrei anche farlo, ma solo...-
La ragazza girò appena il viso, in attesa.
-... Se mi dai un bacio.-
Uno schiaffo lo colpì in pieno sulla guancia destra, prima che potesse anche solo rendersi conto di quanto aveva rischiato.
-Preferisco morire di freddo piuttosto che baciarti.- soffiò Rose, a due centimetri dagli occhi sbarrati di Albus.
Il ragazzo però non ci mise molto a riprendere baldanza.
-Che ne sai, magari mi trasformo in un principe!-
-Alquanto improbabile, meglio non rischiare. L'ultima cosa che voglio è un rospo che saltella per la stanza.-



Neanche un'ora dopo, la voce di Albus riprese a rimbombare per la stanza. I cari vecchi banchi dell'aula di Pozioni erano riapparsi e Rose ne aveva usato uno come letto, sdraiandocisi sopra di pancia. Albus era stravaccato sul pavimento, il mantello a mo' di cuscino.
-L'unica cosa che non capisco è perché. Perché sono chiuso qui dentro proprio con te. Per Merlino, non ho mai fatto niente di male. 
Ti prendo in giro solo lo stretto necessario e solo quando mi annoio veramente, come in questo momento, ho copiato tutti i compiti, anche quelli di Storia della Magia, sono andato in Biblioteca almeno una volta ogni tre mesi e non per sfottere quei secchioni dei Corvonero...-
Rose ad occhi chiusi non lo ascoltava.
O almeno, ci provava.
-Poi sono stato onesto in quasi tutte le partite di Quidditch, a parte quando ho tirato un bolide al commentatore, ma quello se lo meritava, era di parte.-
-Se ti do ragione la smetti di parlare?- lo interruppe Rose, guardandolo disperata.
Albus scosse la testa. -Certo che no. Se parlo mi distraggo e mi dimentico che sono chiuso qui dentro con te da più di un giorno. Mi dimentico che ho fame, che mille ragazze là fuori scalpitano per la mia prolungata assenza e che avrei altre mille cose più importanti da fare che stare con te.-
Rose si accasciò sul banco, le braccia intorno alla testa.
Che qualcuno mi dica cos'ho fatto di male per meritarmi uno strazio del genere.
-Mi meraviglio che nessuno si sia ancora chiesto che fine abbia fatto. A differenza tua, io ho una certa popolarità qui a scuola e non la manterrò molto a lungo se qualcuno viene a sapere che ho passato una delle mie preziosissime giornate con mia cugina Rose NonHoVitaSociale Weasley.-
Rose scosse la testa. In un altro momento non gli avrebbe permesso di insultarla senza conseguenze, ma in quel momento era così stanca da non riuscire neanche a prendere in mano la bacchetta.
-Eppure sei la preferita della famiglia. E lo sai il perché, Weasley?-
Perché avere un cervello e saperlo usare aiuta di più che sapere di averlo e basta?
-Perché sono tutti dei rompipluffe. Tu sei la regina dei rompipluffe. Per forza andate d'accordo.-
Rose mosse meccanicamente la testa, come a dargli ragione.
-E non sono l'unico che la pensa così. Scorp mi appoggia e non ti insulta solo perché dice che hai un bel culo. Anche se avere un bel culo non aiuta poi molto nella scalata al successo.-
Avere una testa bacata e la capacità di ragionamento di un bradipo invece contribuisce.
-Prendi me per esempio, basta che io alzi un dito e tutti corrono ai ripari. Le ragazze ringraziano ogni giorno il Fato della mia nascita e il solo fatto che io respiri le manda in fibrillazione. Gli altri ragazzi mi temono e mi ammirano allo stesso tempo, i professori mi adorano. La mia è perfezione Weasley, ma una mediocre come te non potrà mai capire.-
Ritraggo tutto, i bradipi sono da sempre una specie sottovalutata.
-Sono il migliore anche nel Quidditch, mi hai mai visto cadere dalla scopa?-
Rose fece per ribattere, ma Albus non le diede il tempo.
-No, infatti. Sono veloce, dinamico, adattabile a qualsiasi situazione.-
-Neanche fossi fatto di legno. Cosa sei, un manico?-
Albus la fissò, risentito.
-La tua è tutta invidia. Continua pure a cuocere nel tuo brodo, ma un giorno o l'altro te ne accorgerai, quando io diventerò qualcuno e tu potrai solo rimanere a guardare.-
Se mio cugino è modesto, io sono bionda e cammino a braccetto per i corridoi con la Brown.



-Weasley?-
Albus si era seduto di fianco a sua cugina, le spalle contro il muro.
Rose sospirò. -Che c'è ancora?-
-Mi annoio.-
-Conta le piastrelle del pavimento.-
Albus abbassò lo sguardo.
-Saranno più di mille!-
-Prima inizi, prima finisci.- constatò Rose, allungando le gambe davanti a se e chiudendo gli occhi.
Un ticchettio stranamente familiare raggiunse le sue orecchie.
-Cos'è? Una sveglia?- domandò curiosa, sbirciando dalle spalle del cugino.
Un grazioso uccellino di legno, con un quadrante incastrato nella pancia, la guardava con un'espressione vagamente inquietante.
-Sarebbe il tuo regalo di compleanno.- rispose Albus, porgendogliela -Comunque sì, è una sveglia. Magica. Continua a suonare finché non ti alzi dal letto e se provi a ritornarci, ti becca il naso. Provare per credere.-
Rose la afferrò, studiandola. -Un regalo riciclato quindi? Meglio di niente.- commentò, battendo l'indice sulla testolina dell'animale.
Non l'avesse fatto. L'uccellino si animò all'improvviso e prese a volare impazzito per tutta la stanza, cinguettando a più non posso. Albus lo afferrò al volo prima che si alzasse troppo e puntualmente schiacciò un pulsante sulla schiena dell'animale.
Il chiasso cessò all'istante.
-Prima regola, questo “coso” è vivo. Non insultarlo, non picchiarlo, non scuoterlo, non farlo cadere. Ti farà rimpiangere il giorno in cui sei nata.- precisò, guardandola male.
Rose riafferrò la sveglia, questa volta più delicatamente.
-Ha almeno un pregio questo affare?- domandò, dopo averlo guardato dubbiosa.
-Certo, non arriverai mai in ritardo alle lezioni.-
-Ma io sono sempre puntuale!-
-Vedi? Funziona!-



La mattina successiva, molto prima dell'alba, degli studenti erano già fuori dai loro letti e correvano a perdifiato per i corridoi della scuola.
Lily Potter e Hugo Weasley erano preoccupati per la prolungata assenza dei rispettivi fratelli e avevano deciso di chiedere aiuto al preside. Entrambi poi, erano dello stesso parere: Albus aveva rapito Rose solo per non farle festeggiare il suo compleanno. Quando poi la parete della Stanza delle Necessità fu sfondata e li videro vicini, addirittura abbracciati, per poco a Hugo non venne un infarto. Furono le sue urla incredule a svegliarli: Cosa Merlino ci fai chiusa qui dentro con Potter? E tu, che incantesimo hai fatto a mia sorella?
Rose era scattata in piedi e aveva provato a spiegarsi, ma il brusco risveglio le complicava la situazione.
Albus, dal canto suo, era corso fuori e prima che qualcuno avesse potuto fermarlo, si era fiondato in Sala Grande, con un solo pensiero in mente.
Cibo.



Fu puntualmente chiarito tutto, dal primo all'ultimo dettaglio: Albus che cercava di giustificarsi e Rose che si impuntava sul “come fosse stata trascinata lì dentro contro la sua volontà”, specificando i disagi che avevano accompagnato la sua prigionia e concentrandosi specialmente sul “quanto fosse stato difficile condividere spazio con un cugino che ogni due secondi urlava Porco Weasley, senza poter nuocere gravemente alla salute del suddetto”.
Di conseguenza Albus venne messo in punizione e Rose accompagnata personalmente dal fratello in infermeria, con la paura che il cervello della ragazza fosse stato danneggiato permanentemente da quella spiacevole esperienza.



Una settimana passò e tutto tornò alla normalità.
La Stanza delle Necessità fu sbarrata e protetta da un incantesimo anti-studenti curiosi, così da scoraggiare chiunque a entrarci. L'episodio che aveva visto coinvolto i due cugini però, non fu facilmente dimenticato. Rose reggeva di gran lunga meglio gli scherzi rispetto ad Albus, che si lamentava continuamente di quanto la sua popolarità fosse stata compromessa.
Una mattina, all'ora di pranzo, Rose discuteva con Lily di una possibile festa di compleanno fuori programma quando, con la coda dell'occhio, intercettò Albus che si stava dirigendo verso il tavolo dei Grifondoro.
-Weasley, alla fine come ti è sembrato il mio uccello? Niente effetti collaterali spero.- esclamò Albus, lanciando un'occhiata divertita ad Hugo.
-Tutto normale. Non l'ho scosso, non l'ho picchiato e non l'ho insultato. Devo ammettere che alla fine mi è stato davvero utile, almeno ora ho un pensiero in meno in testa.- rispose con noncuranza Rose, senza far caso al vero senso della frase.
Lily si strozzò con la sua stessa saliva e iniziò a tossire, guardando Rose incredula.
-Il merito è tutto suo, è un esperto nel fare il suo lavoro.- concluse Albus, concedendosi un genuino sorriso, evidentemente soddisfatto.
Un trambusto accompagnò la sua uscita di scena: Hugo era svenuto.


*Ringrazio francyvolturapotter per quest'ispirazione non voluta.

   
 
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