I. Capitolo.
“Stavo pensando che ad
ammazzare le relazioni, di qualsiasi
tipo esse siano, ci pensano le parole o i silenzi. Un po' un
controsenso, vero?”
Lydia stava sfogliando una delle sue solite riviste, distesa
sul letto della migliore amica che stava cercando l'ennesimo posto dove
nascondere faretra e frecce dallo sguardo attento del padre.
Era buffo pensare come la rossa potesse uscirsene con quelle
rivelazioni mentre
sfogliava uno dei giornali più materialisti al mondo, ma
Allison ormai era
abituata e aspettava solo che l'altra continuasse, interessata.
“Dopotutto le parole possono ferirti più di
qualsiasi altra
arma letale. I latini dicevano verba volant ma non si erano mai resi
conto che
il loro viaggio si fermasse nel cervello umano; che ogni minima sillaba rimanesse
attaccata ad un
campo della mente fino a provocare il cosiddetto dolore fisico tramite
pulsazioni nervose. Dovrebbero farci studiare queste cose a scuola
anziché casi
e declinazioni, non trovi?
E poi ci sono i silenzi. Pesanti, insopportabili che
riescono a corroderti ancora una volta il cervello, perché
non trovi una
spiegazione plausibile ad essi.
Oh, guarda, è uscita una nuova linea cosmetica! Dovremmo
fare un salto al centro commerciale!”
La mora era perplessa; non si stupiva più di come la mente
della Martin lavorasse, ma non riusciva ancora a capacitarsi di come
potesse
passare da un argomento filosofico ad uno completamente opposto in poco
tempo,
anche se doveva ammettere che la cosa la divertiva sempre.
Le bastava un battito di ciglia che già la rossa blaterava
d’altro, non
rendendosi davvero conto di cosa avesse detto in precedenza: parole che
– come
le aveva ricordato proprio Lydia – rimanevano scolpite nel
cervello, magari
quando stava per mettersi a letto; spegneva la luce e
l’oscurità le
attanagliava il cuore facendo sì che rimanesse solo il
cervello vigile e questo
ovviamente non voleva saperne di smettere di pensare e farla dormire.
Ormai era un po’ che ci pensava, che aveva capito che le
occhiate che lanciava alla sua migliore amica – sorridenti,
di conforto, da
ebete – non erano semplici scambi di sguardi; con Scott ormai
sembrava andare
tutto per il verso sbagliato e la Martin c’era sempre stata
in tutto il
percorso della sua relazione. Quando le era morta la madre aveva
creduto che il
suo mondo potesse crollarle, che le sue certezze fossero solo stupide
convinzioni inculcatele dal nonno – che avrebbe preferito
vedere al posto della
madre, di certo – e aveva soltanto concluso che la famiglia
non è quella che ti
da la vita ma quella che ti scegli. E lei aveva scelto Scott, Stiles..
Lydia,
tra tutti.
Si era ritrovata a pensare che ciò che provava per
l’amica
fosse una semplice amicizia; che il senso di protezione nei suoi
confronti
fosse dato dal semplice fatto che la rossa sembrava sempre mettersi
nelle
condizioni e situazioni peggiori e che aveva il compito di vegliare su
di lei,
di proteggerla.
Si convinceva ogni notte che era quello, prima di diventare
così stanca nel
tentativo di sforzarsi di pensare ad altro che non fossero gli occhi
verdi
della ragazza o le sue labbra rosse e carnose che si
muovevano sempre sinuose quando le parlava.
Il difficile era quando sognava: prendeva l’arco ed uccideva
Jackson, i ragazzi
che la guardavano, Aiden.. Stiles. Si svegliava sempre di soprassalto e
sudata
quando arrivava a quest’ultimo perché non credeva
che il suo subconscio – la
sua gelosia – potesse davvero arrivare a ferire mortalmente
qualcuno.
Quella stessa notte si ritrovò a passare una mano tra i
ciuffi usciti dalla coda che usava portare per dormire, poi sulla
fronte per
asciugarla e quasi le venne una fitta allo stomaco mentre cercava la
sveglia e
notava che aveva dormito solo un’ora da quando si era decisa
a mettersi a letto.
Solo un’inutilissima ora.
Si ritrovò a controllare il telefono per vedere se nel
frattempo qualcuno le avesse scritto, se lei
le avesse scritto. Non poteva certo aspettarsi nient’altro
che la buonanotte,
lo sapeva perché ormai era un rito scriversela e lei,
Allison, le scriveva
sempre ‘a domani’ alla fine. Ci teneva sempre tanto
a ricordarle che lei ci
sarebbe stata ogni giorno dopo una notte passata a dormire; ci teneva a
ricordarle che non doveva preoccuparsi che lei sparisse dalla sua vita
perché
non aveva intenzione di andare da nessuna parte che non fosse il suo
fianco.
Quella sera però non c’era nessun messaggio ad
attenderla,
nessuna risposta; subito la mora si ritrovò a pensare che
doveva smetterla di
stare così male per una persona che tutti avevano sempre
definito egoista.
Eppure lei la conosceva, sapeva com’era la vera Lydia Martin:
era una ragazza
spaventata da tutto e tutti con un cervello superiore alla norma e che
ragionava in maniera diversa perché era lei per prima ad
essere diversa: speciale.
Sì, lei era decisamente
qualcosa, dovevano solo scoprire esattamente cosa.
Cercò di riprendere sonno, di mettersi a letto ancora una
volta ma un urlo lancinante squarciò la notte e lei non
poté far altro che
tornare sull’attenti, scostando le coperte e prendendo arco e
frecce
precipitandosi subito al garage per uscire con la macchina tentando di
rintracciare la rossa.
“Dio, come funziona questo
coso..? Allison! Allison, sono
Stiles! E’ tutto ok, Lydia è con noi, ci ha
chiamati, siamo vicino casa degli
Hale, puoi raggiungerci?”
Quando la Argent non aveva sentito la voce di Lydia ma
quella di colui che solo una mezz’ora prima aveva colpito con
una freccia al
petto, in sogno, capì che forse il suo subconscio non andava
così lontano dalla
realtà. Certo, non avrebbe mai ferito davvero il migliore
amico del suo ex
ragazzo, ma il solo sapere che la rossa aveva cercato prima lui che lei
le fece
quasi fare marcia indietro; però non poteva, era quasi un
suo dovere andare da
quei tre e risolvere ogni misterioso caso gli si parasse davanti.
A volte si chiedeva perché non poteva essere
un’adolescente
normale, con amici normali – sul serio.
Guidò il più velocemente possibile, parcheggiando
vicino la
casa di Derek prima di scendere dall’auto e seguire le voci
che si alzavano dal
fitto bosco.
“Guarda che sei stato tu a dirmi di chiamarti a qualsiasi
ora, Stilinski.”
“Oh, sa il mio cognome, Scott, ti rendi conto? ..e no,
aspetta, se una ragazza ti chiama per cognome non è mai un
buon segno, diavolo.
Comunque non stavo dicendo che non avresti dovuto chiamarmi, solo che
stavo
facendo questo sogno assurdo dove io e te e.. ok, rewind, non volevo
dire te.
Cioè io e te non facevamo niente! Nel senso che non eri tu,
tu, quella con cui
io facevo..”
La risata di Scott era trattenuta, più per rispetto
all’amico che all’occhiataccia fulminante di Lydia
rivolta ad entrambi che
sembrò calmarsi solo quando arrivò la migliore
amica a cui andò incontro a
passo spedito.
“Spiegami ancora una volta perché siamo loro
amiche.”
Aveva sibilato tra i denti la rossa, prima che la mora
sentisse le sue braccia attorno a sé e si ritrovò
a farsi passare tutta la
gelosia nei confronti di Stiles, dopotutto si era già
umiliato abbastanza da
solo. Piuttosto si era concentrata ad accarezzare i boccoli della
ragazza che
adesso scioglieva piano quel contatto che sentì mancarle
quasi subito; la pelle
che era stata avvolta per poco le bruciava quasi e cercò di
calmarsi guardando
Scott che la osservava con quegli occhioni da cucciolo che tanto
l’avevano
conquistata. Se solo avesse saputo.
“Che è successo?”
“A Lydia piace urlare la notte!”
Esordì Stiles, per poi rendersi conto
dell’ennesimo doppio
senso quando il migliore amico passò una mano sul volto.
“Oddio, non in quel senso,cioè magari le piace eh,
io non lo
so, ma... no, Lydia aspetta, ahia! Non picchiarmi! Non intendevo che..
oh,
lasciate perdere.”
“Lydia ha trovato un altro cadavere.”
Spiegò brevemente il
ragazzo lupo che cercava di tirar su l’amico.
“Fate come se non ci fossi.”
Un broncio spuntò su quelle labbra che Allison ormai
guardava troppo spesso, persino in classe, e non riuscì a
trattenere un sorriso
all’espressione corrucciata della rossa, trovandola
bellissima anche in quel
momento.
Se solo avesse colto quei piccoli segnali.
Se solo lei se ne fosse accorta.
GirlOnFire’s
Notes.
Yay, ce l’ho fatta a trovare
ispirazione
per questa Allydia, sperando che siano IC, soprattutto Stiles a cui
tengo
particolarmente essendo il mio personaggio preferito della serie!
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo [è
mezzo abbozzato ma c’è, promise!] e
verrà postato quando avrò 3 o 4 recensioni.
(:
Alla
prossima, V. ♥