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Autore: hikarisan    25/03/2008    3 recensioni
Attimi di una famiglia "normale"...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La donna entrò silenziosamente in camera dei suoi ragazzi, accostando lievemente la porta per evitare risvegli troppo bruschi;

La donna entrò silenziosamente in camera dei suoi ragazzi, accostando lievemente la porta per evitare risvegli troppo bruschi; si avvicinò al più piccolino e gli carezzò una guancia affettuosamente.

 

“E questo è goal! Yeah!” strillò il piccolo Daibu, mimando una rovesciata nel sonno e catapultando le coperte addosso alla madre. Hayate fu svegliato dalle urla del fratello e si voltò a guardare nella sua direzione.

 

“Mamma, ci sei tu sotto quella massa informe di coperte?” Il ragazzo la sentì sbuffare e la vide drizzarsi per togliersi le coperte di dosso; sorrise osservando il fratellino dormire nonostante il fracasso che aveva provocato.

 

“È tutto suo padre… Io lo sveglio dolcemente e lui mi ripaga così…” borbottò lei sedendosi sul letto e chiamando Daibu per destarlo dal suo bel sogno.

 

“Mh… Mammina…” disse il piccolino voltandosi verso di lei ed aprendo i suoi occhioni neri “Perché urli?” Lei lo baciò sulla guancia “Non sto urlando, ma dico solo che dovresti imparare a dormire più composto… Ma, da quel che ho capito, tuo padre ha cominciato a farlo quando era un po’ più grande e visto che tu sei uguale a lui… Credo che dovrò rassegnarmi…” Sanae si alzò e si diresse verso Hayate. “Buongiorno tesoro…” “Buongiorno mamma…” La donna gli baciò una guancia e poi si diresse verso la porta “La colazione è pronta, lavatevi e scendete.”

 

I ragazzi si alzarono e corsero immediatamente verso il bagno, facendo a gara per impossessarsene per primi.

 

“Togliti piccoletto!” “C’ero prima io!” “Vi sbagliate, c’ero prima io!” disse un ragazzo alto prendendoli entrambi per l’orecchio e spostandoli dall’entrata del bagno.

 

“Zio Daichi, non vale!” sbraitò il più piccolo attaccandosi alla gamba dello zio.

 

“Sapete che non dovete litigare così… Vostra madre odia vedere certe scene… Almeno, litigate per qualcosa di più serio, accidenti!” I ragazzi lo guardarono curiosi, ma poi ricominciarono a discutere per il bagno.

 

“Daichi, così non avrai mai influenza su di loro…” Gli disse Sanae accostandosi a lui. “Guarda…” La donna si schiarì la voce e poi disse autoritariamente “Allora? Ancora discutete come due bimbi piccoli? Dimostrate di essere adulti e fate i turni, forza!” Hayate e Daibu abbassarono lo sguardo imbarazzati e si misero a parlare per stabilire i turni.

 

“Wow, Sanae, sei un portento!” disse Daichi seguendola per le scale “Non è che avresti una sorella gemella da presentarmi? Sai com’è…” Sanae sorrise “Daichi, piantala… Se ti sentisse Tsubasa…” Entrambi scoppiarono a ridere e Daichi si ritrovò ad immaginare la faccia di suo fratello “Sì, me l’immagino… -DAICHI OZORA, Sanae non ha gemelle, e non pensare di fare il carino con lei perché rimane tua cognata, e cioè mia moglie!-…” disse Daichi imitando la voce e i gesti del fratello “È troppo geloso, lo dico sempre, io…” “Sì, ma a casa comando io…” Scoppiarono un’altra volta a ridere e smisero soltanto quando entrarono in cucina e videro la signora Ozora guardarli in maniera interrogativa.

 

“Prima che tu me lo chieda mamma, la risposta è sì, scimmiottavo mio fratello!”

 

La madre lo guardò severa, ma poi si sciolse in un sorriso “Lo puoi scimmiottare quanto ti pare, ma si vede lontano un miglio che gli vuoi un bene dell’anima e che è il tuo fratellone preferito.” “Per forza, è l’unico…” La madre stava per ribattere, ma lui la fermò immediatamente “È vero, gli voglio un gran bene, ma ha sempre lui tutte le fortune… Insomma, trova Sanae e la sposa, tutta la generazione d’oro ha la sua età o quasi, dimmi tu se queste non sono fortune…” E mentre madre e figlio discutevano, Sanae li guardava e si rendeva conto di quanto fossero diversi Daichi e Tsubasa.

 

Innanzi tutto, erano due generazioni completamente diverse, ma erano anche due caratteri che non si sarebbero presi tanto facilmente se fossero cresciuti insieme. Tsubasa era timido, riservato, con una gran voglia di crescere e completarsi, Daichi era aperto, un po’ impiccione, un gran burlone ed un eterno bambino… L’unica cosa che li accomunava era la passione per il calcio. pensò la donna vedendo sorridere il cognato.

 

“… Scherzi a parte, voglio davvero un gran bene a Tsubasa… In fondo, è il mio fratellone maggiore un po’ rompiscatole, no?” La madre annuì e lo baciò sulla testa.

 

“Buongiorno!” dissero all’unisono i bambini entrando in cucina.

 

“Buongiorno piccoli…” rispose la nonna baciandoli sulla testa entrambi “Dormito bene?”

 

“Io sì!” rispose il più piccolo sedendosi su una sedia, seguito dal fratello “Ma sei stato sveglio fino a tardi perché eri emozionato alla sola idea di vedere un ritiro in Nazionale di papà!”

 

“Devi capirlo Hayate, l’ultima volta era piccolino…” Sanae si alzò e cominciò a preparare la colazione ai due bambini.

 

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“Siamo arrivati! Siamo arrivati!” Il bambino si slacciò la cintura ed aprì immediatamente la portiera.

 

“Daibu, aspetta lo zio, ti porta lui!” gli disse la madre tirando il freno a mano e togliendosi la cintura.

 

“Andiamo, andiamo!” il bimbo era talmente euforico che non si accorse della persona avanti a lui e ci andò a sbattere contro cadendo poi con il sederino a terra.

 

“Ehi, piccolino, ti sei fatto male?” gli disse l’uomo chinandosi alla sua altezza e dandogli la mano. “Ma, tu sei Daibu…” “Eh?” Il bimbo alzò gli occhi e la sua bocca si allargò in un sorriso.

 

“Ciao senpai, grazie per averlo fermato!” disse Daichi tirando su suo nipote “È una furia questo bambino…” “Lo so Daichi, in fondo, anche tuo fratello da piccolo era molto esuberante... Vedo che hai seguito il mio consiglio e sei venuto a vedere gli allenamenti.” “Sì, ho detto al mister che me lo avevi consigliato tu e subito ha acconsentito…” “Sto cercando di inserirti in qualche speciale programma di allenamento di qualche squadra professionista o quasi, ma fai in ogni caso pressione su Tsubasa, chissà che non riesca a farti fare qualche allenamento nella sua squadra…” Daichi sorrise e stava per rispondere che già aveva provveduto a parlare con il fratello, ma il piccolo Daibu si buttò tra le braccia di Misaki.

 

“Zio, è vero che oggi farete una partita d’allenamento?”

 

“Sì, è vero…” rispose lui scompigliandogli i capelli.

 

“Daibu Ozora! Non si fugge così dalla macchina!” gli disse Sanae raggiungendoli con il primogenito.

 

“Ciao Sanae, ciao Hayate.” “Ciao Taro… Manco ti rivedo che già approfitto di te per cercare di contenere Daibu…” “Ciao zio…” Disse Hayate sorridendo, e Taro ricambiò il sorriso per poi rivolgersi a Sanae “Tranquilla, tanto siamo diventati una grande famiglia allargata e loro sono un po’ come miei nipoti…” “Ma potresti far ingelosire la tua deliziosa nipotina…” “No, la bimba di Yoshiko sa di essere la mia principessina… Sarà meglio andare, o stavolta il mister mi butta fuori davvero…”

 

Cominciarono tutti a dirigersi verso l’interno dello stadio, passando direttamente dalle porte di servizio riservate agli addetti “Io vado a cambiarmi…Andate sugli spalti e godetevi la partita…” Taro li salutò con un cenno della mano e si avviò versi gli spogliatoi.

 

“Forza bimbi, salite…” Salirono le scale e sbucarono sugli spalti; appena il tempo di riconoscere i giocatori, che Daibu era già arrampicato su una sedia ad incitare il padre.

 

“Daibu, scendi subito da lì!” disse lo zio prendendolo in braccio e mettendolo a terra “Ma io voglio tifare per papà… Ehi, ma quello è lo zio Hiyuga, giocherà contro papà? E lo zio Misugi con chi giocherà?”

 

“Per caso è arrivato Daibu?” disse Yayoi in tono ironico verso Sanae “Non si sente, vero?” rispose questa avvicinandosi all’amica “Come stai, Yayoi?” “Bene, grazie” “Mamma, guarda, c’è papà!” strillò Daibu indicando un uomo al centro del campo “Tesoro, vieni qui a salutare prima, poi tiferai per papà quanto vorrai…” Il bimbo si avvicinò e inchinò leggermente la testa in segno di saluto “Ciao zia!” Non diede neanche il tempo di rispondere che già era ritornato in prima linea “Scusalo, non cambierà mai..” “Ma ti pare…”

 

“Ah, un tempo c’era Sanae, ora c’è suo figlio… Sugli spalti non c’è mai un attimo di pace!” sbuffò Hiyuga in direzione del capitano “Almeno, Daibu è meno rompiscatole…” “È il tuo modo di dire che, in fondo, quel bambino ti ispira simpatia? Stai invecchiando Kojiro, un tempo non saresti stato così…Come posso dire?… Dolce.” Disse Misaki entrando in campo “Taro, piantala o ti metto a fare il palo per reggere le porte…” “Oh, che paura…” Tutti scoppiarono a ridere, ma furono interrotti dal mister che cominciò ad urlare “Piantatela di fare i cretini e cominciate con i giri di campo, forza!”

 

Intanto, gli spalti cominciarono a riempirsi di tutti i familiari e gli addetti che potevano assistere a quegli allenamenti speciali.

 

“Hayate, ora che fanno? Ma papà gioca, vero? E perché si fermano?” “Daibu, mi stai esasperando…” Rispose il fratello con le mani poggiate sulle ginocchia “Da chi può aver preso? Io non sono mai stata così loquace…” disse Sanae, rimediandosi solo un’occhiataccia da Yukari e Yayoi che le erano sedute accanto “Non è vero, non ero chiacchierona!” disse la donna mettendo il muso alle sue due amiche.

 

“Mamma, voglio giocare con loro! Ti prego!” disse Daibu attaccandosi a lei “Tesoro, non puoi…” “Perché??” “Perché sei ancora piccolino…” Ma il piccolo non le diede ascolto e cominciò a scendere dalle gradinate “Non ti preoccupare Sanae, ci penso io…” disse Daichi correndo dietro al nipote.

 

“Scusi…” disse il bambino affacciandosi dal parapetto delle gradinate ed attirando l’attenzione del commissario tecnico che era vicino agli spalti “Posso giocare anch’io?” “Ciao piccolino… Tu sei il figlio minore di Tsubasa Ozora, vero?” Il bimbo annuì vivacemente con la testa “Daibu, non devi affacciarti, è pericoloso!” disse lo zio prendendolo per le braccia e staccandolo dal parapetto.

 

“Ehi, Daichi Ozora… Vieni qui e porta quel bambino…” “S… Subito signore…” disse il ragazzo allontanandosi dal parapetto e prendendo per mano suo nipote.

 

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“Allora piccolino, facciamo così…” disse il commissario tecnico piegandosi alla sua altezza “Vedi quell’uomo?” disse lui indicando Aoi “Beh, se riuscirai a prendergli la palla, darò il permesso a tutti i ragazzi di rientrare a casa per la notte, altrimenti dormiranno al centro e domattina si alzeranno alle sei per allenarsi…” “Ci sto!” disse il bimbo convinto e stringendo la mano al signore di fronte a lui.

 

“Ragazzi, venite qui!” I ragazzi si radunarono tutti attorno a loro “Aoi, questo bambino ha deciso di sfidarti, vediamo se riesce a prenderti la palla… Tieni…” Il mister gli passò la palla e si sedette sulla panchina “Facci vedere cosa sai fare…” disse rivolto al bambino che annuì vivacemente.

 

“Bene, ci mancava un altro Ozora in campo!” sbuffò Hiyuga “E dai, è solo un bambino…” rispose Tsubasa facendo il segno della vittoria in direzione del figlio minore.

 

Aoi guardò il bimbo di fronte a lui e sorrise “Scusa, piccolino, avresti fatto meglio a scegliere qualcuno del tuo calibro…” Daibu si guardò intorno in cerca di un modo per poter rubare la palla e vincere così la sua scommessa; mentre era impegnato a pensare, fece capolino nella sua testolina un ricordo poco lontano…

 

Quando Shingo vede mia sorella non capisce più nulla ormai… Quando vado a casa loro, o sta sempre appiccicato a Yoshiko o alla loro bambina… Basta che Shingo veda le sue due donne e va in tilt…“ “Lo sai come sono i padri con le loro figlie femmine…”

 

… Poi il ricordo sfumava con una serie di chiacchiere tra sua madre e suo zio Taro che trattavano argomenti noiosi che lui non aveva sentito. Il bimbo alzò lo sguardo e sorrise, poiché gli era balenata in testa un’idea niente male.

 

“Zio Taro, guarda! C’è Yoshiko con la tua principessina!” Strillò il bimbo spostando lo sguardo sulle gradinate per qualche secondo; tutti seguirono il suo sguardo, compreso Aoi che si voltò con il viso illuminato da un sorriso sperando di vedere sua moglie e sua figlia.

 

“Ora!” Il bimbo scattò in avanti e rubò la palla ad Aoi passando poi sotto le sue gambe; dopo si diresse tranquillo verso il padre.

 

“Aoi, brutto imbecille, ti ha fregato la palla!” gli strillò Hiyuga quando vide Daibu attaccato a suo padre “Ti fai fregare da un bambino, ti pare normale?!”

 

Shingo volse lo sguardo di fronte a lui e fissò interrogativo il punto in cui c’era la palla; quando realizzò di essere stato fregato cominciò a sbraitare “Non vale, bricconcello, mi hai fregato!” Il bimbo cominciò a ridere nascosto dietro le gambe del padre.

 

“Sei stato tu a dirgli di Yoshiko, vero?” “Non è un segreto che tu sei sposato con mia sorella, sai? E neanche il fatto che stravedi per tua figlia…” rispose Misaki tranquillo alle accuse del cognato “E neanche il fatto che io straveda per mia nipote…” “Argh! Non vale!”

 

“Ho vinto la scommessa…” disse il bimbo rivoltò al mister, che lo guardava con aria stralunata “D’accordo…”

 

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“Non vale però… Tu hai sempre tutte le fortune…” Sbottò Daichi mentre guardava fuori del finestrino “Almeno qualcuna potevi lasciarmela…” “ E sentiamo, cosa vorresti?” disse Tsubasa mentre guardava attentamente la strada “Per esempio, Sana…” “Non ti azzardare… Lo sai che sono geloso di lei più di chiunque altro…” “Ok…” Sbuffò il ragazzo poggiando la testa allo schienale “Allora il senpai Misaki… Almeno lui potevi lasciarmelo… Ah, se fosse stato più giovane vi avremmo superato già da un pezzo…” Sognò Daichi chiudendo gli occhi.

 

“Daichi…” Lo chiamò Sanae dal posto dietro “Ho fatto pressione su tuo fratello e ha promesso che ti porterà con lui, questa estate, e ti allenerà personalmente con Rivaul…” “Grazie Sanae, sei un tesoro…” disse il ragazzo girandosi verso di lei e mandandogli un bacio con la mano “Ti sposerei se non fossi già occupata!” “Daichi, io ti…” “Oh, guarda fratellone, siamo arrivati, ciao ciao!” disse Daichi saltando giù dalla macchina e fuggendo dalle grinfie del fratello.

 

“Tu non hai fatto solo pressione, mi hai minacciato e irretito, Anego!” disse lui mettendo il broncio “Mi farò perdonare…” rispose lei cominciando e scuotere i figli addormentati.

 

“Tanto, comanda sempre e solo lei…” mormorò sottovoce Tsubasa slacciandosi la cintura.

 

“Tsubasa, ovviamente, anche i bambini saranno allenati, quest’estate…”

 

“Appunto…”

 

 

Tornata dopo un periodo faticosissimo...

Non so ogni quanto riuscirò a scrivere, ma spero che mi seguirete sempre...

 

Buone feste a tutti (anche se in ritardo!)

 

HK^^

 

 

  
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