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Autore: Shainareth    23/09/2013    1 recensioni
Garu l’aspettò ai piedi dell’albero, sedendosi pigramente sull’erba a gambe incrociate, mentre già la sua mente e il suo stomaco iniziavano a fantasticare su cosa potesse esserci all’interno del paniere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Pucca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PEPERO DAY




Quando la vide arrivare da lontano, un primo istinto gli fece accarezzare l’idea di fuggire prima che lei potesse avvistarlo. Poi, però, quando si accorse che portava con sé un piccolo paniere in vimini, il ragazzo prese in considerazione un’altra ipotesi, e cioè quella di aspettarla. Dopotutto, quando Pucca lo cercava recando in mano un cestino, era quasi sempre perché aveva appena cucinato qualcosa appositamente per lui; e, solitamente, tutto quello che lei gli faceva assaggiare – a meno che non fosse capitato qualche insolito incidente di percorso non dovuto all’inettitudine della cuoca improvvisata – era estremamente delizioso. Sicuramente doveva essere merito delle lezioni di cucina che i suoi zii le impartivano di tanto in tanto, quando potevano concedersi una pausa dalla numerosa clientela del più rinomato ristorante di Sooga.
   Pucca arrestò il passo, guardandosi attorno. Con tutta probabilità non lo aveva ancora visto, lasciandogli una nuova opportunità di fuga. Tuttavia, la curiosità e la golosità del ninja presero il sopravvento, tanto che lui balzò giù dall’albero su cui si era arrampicato durante uno dei suoi instancabili allenamenti. Quel guizzo attirò immediatamente l’attenzione della fanciulla che, sfoderando un enorme sorriso, subito prese a saltellare allegra nella sua direzione, facendo oscillare buffamente i due odango in cui soleva raccogliere la lunga chioma scura.
   Garu l’aspettò ai piedi dell’albero, sedendosi pigramente sull’erba a gambe incrociate, mentre già la sua mente e il suo stomaco iniziavano a fantasticare su cosa potesse esserci all’interno del paniere. Con un versetto gioioso, Pucca si lasciò cadere in ginocchio accanto a lui, il piccolo canestro in grembo. Subito il ragazzo allungò una mano per avere quel che gli spettava, ma lei gliela schiaffeggiò, assumendo un’espressione imbronciata e spiazzandolo completamente.
   A quel punto, Garu dovette farsi un esame di coscienza: forse non era proprio carino decidere di sopportare la sua presenza unicamente per mettere qualcosa di buono nello stomaco… Quel comportamento poco onorevole ebbe il potere di farlo accigliare e arrossire, e lui abbassò lo sguardo, lasciando ricadere il braccio che aveva teso verso la fanciulla.
   Quella reazione indusse nuovamente Pucca a sorridere, così gli porse il cestino. Occhieggiando verso di lei, il ninja esitò qualche attimo prima di inarcare gli angoli della bocca verso l’alto e tornare ad allungare la mano. Per la seconda volta, la fanciulla gli sottrasse il tanto atteso regalo, spingendolo ad aggrottare la fronte più di prima e a fissarla con aria contrariata, soprattutto perché lei sembrava divertita dalla faccenda. Infine, ecco che quella sfacciatella mostrava il suo reale intento, chiudendo le palpebre e atteggiando le labbra a forma di cuore: un bacio in cambio dei suoi manicaretti.
   Garu lo trovò scorretto. Di più, scorrettissimo. Anche e soprattutto perché era riuscita nuovamente a fregarlo. Ma, sfoggiando un sorrisetto scaltro, il giovane decise che non poteva essere da meno: in un attimo ricorse ad una delle sue strabilianti tecniche ninja, sostituendo se stesso con una copia del tutto identica a lui e portandosi con un silenzioso balzo sul ramo più basso dell’albero, pronto a sottrarre il cestino dalle mani della ragazzina calandosi dall’alto e cogliendola così di sorpresa.
   Il colpo andò gloriosamente a segno, perché, impaziente come al solito, Pucca non aspettò che fosse lui a fare la prima mossa, e decise di buttarsi a peso morto sulla sua copia che subito si dissolse nel nulla, facendole stampare un bacio sull’erba e lasciandola per qualche istante del tutto intontita. La rabbia s’impadronì di lei quando, guardandosi attorno e trovandosi sola, si accorse che Garu, cestino alla mano, era già in fuga. Lanciò un urlo di indignazione e subito gli fu dietro. Benché i più scettici stenteranno a crederci poiché Pucca non aveva mai preso una sola lezione di ninjutsu, ella fu rapidissima nel compiere le seguenti mosse: raggiungere in breve tempo quell’imbroglione, spiccare un salto enorme e atterrare mirabilmente con entrambi i piedi sulla sua schiena, facendolo capitombolare al suolo e lasciandolo lì stordito e senza fiato. Non paga, gli si sedette a cavalcioni sul dorso ed afferrò i suoi codini fra le mani, strapazzandoli fino a fargli lacrimare gli occhi e implorare pietà.
   Finalmente soddisfatta, Pucca si rialzò in piedi, si spolverò il vestitino e si impadronì nuovamente del paniere prima di agguantare il proprio innamorato per una caviglia, al fine di trascinarlo sotto l’albero dove erano stati accovacciati fino ad una manciata di secondi prima. Fu lì che sistemò Garu, come fosse stato un bambolotto vittima dei suoi capricci, e che tornò a protendere le labbra nella sua direzione per ricevere il suo bacio. Ma cedere a quel ricatto, per lui, sarebbe stato un disonore più terribile della sconfitta appena subita; d’altro lato, non è che ci tenesse davvero ad avere le ossa rotte da quella pazza esagitata…
   Mentre ragionava di questo, di nuovo Pucca fu presa dall’impazienza e, riacciuffandolo per i buffi codini, lo strattonò verso di sé e incollò le labbra alle sue, producendo un lungo schiocco umidiccio e riuscendo così finalmente ad ottenere il proprio premio. Fu quindi con espressione e modi amorevoli che mise il cestino in grembo a Garu, rosso per l’imbarazzo e la mortificazione, nonché intento a pulirsi la bocca con il dorso della mano. Cercando comunque il lato positivo della faccenda, il ninja si avventò sul proprio regalo; non appena lo aprì, fu sorpreso di trovarvi dentro una gran quantità di lunghi biscotti a forma di bastoncino, ricoperti quasi nella loro interezza di cioccolato e granella di nocciole. Facendo mente locale, si ricordò che quel giorno era l’11 di novembre e, come ogni anno, Pucca gli aveva regalato dei pepero. Non dimenticava mai di farlo.
   La sentì incoraggiarlo a frugare fra i biscotti e Garu obbedì solerte, tirandone fuori altri del tutto simili, ma di diversi altri tipi. Intenerito e commosso, le fece dono di un sorriso e di uno sguardo riconoscente prima di afferrare uno dei pepero e di infilarne un’estremità in bocca, trovandolo a dir poco ottimo. Alzò di nuovo gli occhi verso la fanciulla: forse, dopotutto, Pucca se lo era davvero meritato, quel bacio, sia pure preso con la forza.
   Scosse il cestino, rimescolando i biscotti, e glieli offrì. La fanciulla lo fissò stupita ma felice: anche se quelli erano un suo regalo, Garu aveva deciso di condividerli con lei, proprio come facevano tutte le coppiette in quel romantico giorno dell’anno.












Per chi non lo sapesse, il Pepero Day è una festività coreana del tutto simile a quella di San Valentino, durante la quale si regalano dei biscotti come quelli da me descritti in questa shot, i cosiddetti pepero, appunto. L'idea mi è venuta guardando uno degli episodi in flash di Pucca, facilmente reperibile online, che porta il medesimo titolo di questa mia breve fanfiction. A onor del vero, anche il siparietto fra i due direi che è del tutto simile a quelli dei flash animati della serie, benché in mente avessi in generale tutti quelli in cui Pucca regala a Garu qualcosa da mangiare. Sono quelle, forse, le uniche occasioni in cui lui non fugge ed è anzi contento di vederla... Insomma, Pucca avrà i suoi bei difetti, ma anche Garu sarebbe da sculacciare, di tanto in tanto. :°D
Alla prossima!
Shainareth
P.S. Temo ci siano diversi svarioni in questa shot, poiché l'ho scritta di getto e non ho voglia di aspettare domani per rileggerla con calma prima di postarla. Sistemerò tutto quando avrò la vista e la mente più riposate, giurin giurella.




  
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