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Autore: Blue Fruit    23/09/2013    2 recensioni
"Donna ci aveva messo ben poco ad accompagnarlo sulla soglia e a sbattergli la porta della TARDIS in faccia, chiudendola poi a chiave.
Il Dottore aveva provato a bussare, protestando prima e pregando poi, per essere riammesso dentro la sua macchina del tempo e dello spazio, ma dopo un paio di minuti aveva capito che l’unica cosa da fare sarebbe stata aspettare che le acque si fossero calmate da sole’."
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa Sera Dormirai Fuori

 

Salve a tutti :)
Eccomi qui con con questa seconda one shot, in cui cambio completamente personaggi e atmosfera rispetto alla prima che avevo pubblicato. Infatti, questa volta  ho provato a scrivere sul Decimo dottore e su una delle mie compagne preferite: Donna Noble.

Buona Lettura :)





Il Dottore si accomodò su una grande roccia nelle vicinanze, tinta di un grigio pastello decisamente più chiaro rispetto a quella che era la tipica colorazione rocciosa terrestre.
Incrociò le gambe e poggiò il viso sul palmo della mano, sfoderando la sua migliore espressione corrugata, che fu resa ancora più seria dal suo indispensabile paio di occhiali neri.
Il Dottore era appena stato sbattuto fuori dalla TARDIS il che, per lui, era un po’ come essere   stato spedito fuori di casa.
L’aria della sera era profumata grazie ad un fiore nelle vicinanze, il cui aroma ricordava molto quello della vaniglia.
Non solo, quella brezza era anche fresca e leggera al punto giusto, il tipo di aria che in molte e molte serate simili a quella avevano fatto da contorno allo scorrere impercettibile e infinito dei pensieri del vecchio Signore del Tempo.
Fu così che il Dottore ricominciò a pensare agli eventi di qualche momento prima rendendosi conto, grazie al senno di poi, di essersela proprio cercata.
Mai, e la sua mente ribadì con un’accurata fermezza il mai per una seconda volta, mettersi contro Donna Noble.
Il Dottore era stato così avventato da tirare fuori un argomento a dir poco scomodo.
Quel pomeriggio avevano esplorato insieme il nuovo pianeta su cui erano atterrati: Fruitell.
Il Dottore aveva raccontato a Donna che anche lì gli alberi producevano diversi tipi di i frutti e di bacche. Erano naturalmente diversi da quelli terrestri, ma comunque commestibili.
All’ora del tè erano entrambi intenti ad assaggiare quella che agli occhi di ogni terrestre noncurante sarebbe sembrata una normalissima banana, ma che in realtà nascondeva nella normale polpa gialla un pizzico cannella.
“Il Cinnamomum Zeylanicum, l’albero da cui voi ricavate la cannella, è originario di questo pianeta. E’ stato portato sulla Terra dagli abitanti di Fruitell come dono, insieme ad altri alberi e arbusti.” Spiegò risoluto il Dottore, dopo aver addentato la seconda banana.
“E allora perché nessuno di noi sa dell’esistenza di questo pianeta?” Chiese Donna, curiosa come sempre.
“I Fruitelliani sono molto gentili e leali, ma sono anche estremamente timidi. Se ci pensi oggi non abbiamo incontrato nessuno in giro, eppure questo pianeta ha una grossa densità di popolazione. Sono piccoli e molto simili a dei folletti, si nascondono facilmente tra le foglie e i fiori.”
“Mi piacerebbe molto incontrarli e complimentarmi con loro, questi frutti sono assolutamente fantastici.
Farebbero affari d’oro nel commercializzarli con la Terra.” Rispose Donna, sfoderando la segretaria che era in lei.
“I Fruitelliani non sono interessati al profitto, preferiscono donare ciò che hanno. In cambio chiedono solo di non essere attaccati o colonizzati, e per ora nessuno si è mai azzardato a farlo: tutti amano i frutti di questo pianeta.
Sono degli esseri molto saggi, con una bellissima filosofia di vita.” Il Signore del Tempo si entusiasmò al pensiero di quei piccoli esserini, capaci di tenere alla larga gli individui più mostruosi dell’universo con la sola promessa di ricevere in cambio un po’ di frutta particolare.
“Mi piacerebbe molto conoscerli.” Ribadì Donna, sorridendo.
“Domani cercheremo di fare amicizia con i Fruitelliani!” Rispose il Dottore, felice di farsi trasportare da tanto entusiasmo.
Tra i due calò il silenzio per qualche secondo, impegnati com’erano a gustarsi quella merenda speciale.
Il Dottore si lasciò trasportare dalla sua mente in alcuni ricordi legati proprio alle banane.
 Tra un’associazione e l’altra il delizioso viso di Renette fece capolino dal mare dei ricordi, facendo cambiare completamente strada alla corrente dei pensieri del Dottore.
“Io bacio bene.” Aveva detto, infine, con fare spavaldo in quel tardo pomeriggio, dopo aver ripensato a tutte le donne  che era riuscito ad incantare con il suo fascino.
“Come, scusa?” Aveva chiesto Donna, trattenendo una risata.
“ Bè sono un gran baciatore, e lo sai anche tu.” Aveva risposto lui sorridendo e scrollando le spalle, ancora più convinto di prima.
“Ahahah! Oh no caro, proprio no. Quello non era stato altro che il modo più efficace per creare un forte shock. Non è stato un bacio, è stato uno spavento in piena regola.
I veri baci sono altri.
Ricordo quelli scambiati alle superiori: erano frettolosi e un po’ troppo brevi  perché tra un’ora di lezione e l’altra, ma passionali e sospirati.
Oppure, in tempi più recenti, quelli scambiati dopo un romantico appuntamento in piena regola, in cui sei stata trattata da vera signora per tutto il tempo e il tuo lui ha fatto di tutto per stupirti.
Tu, caro il mio marziano, non hai fatto nulla di tutto questo. Ti sei limitato a tossire, e non è stato piacevole.” Concluse Donna, con il suo fare forte e deciso.
“Oh dai, non ci credo. Hai baciato me, il Dottore! Le labbra di un Signore del Tempo devono averti intrigata almeno un po’.” Ribatté lui, con tutta la tranquillità e la noncuranza  possibili. Piegò la testa di lato e sfoderò uno dei suoi più larghi sorrisi.
Dal punto di vista del Dottore questo discorso non era altro che uno dei tanti modi per stuzzicare e far ridere Donna, uno dei tantissimi su cui ogni giorno entrambi amavano scherzare e battibeccare.
“Fuori.” Disse semplicemente Donna, in modo calmo.
“Cosa?!” Rispose il Dottore, preso in contropiede.
“Fuori! Ripeté Donna, ora con un tono più duro e deciso.
“COSA?!”  Rispose ancora il Signore del Tempo, con un’espressione allibita e incredula.
Donna ci aveva messo ben poco ad accompagnarlo sulla soglia e a sbattergli la porta della TARDIS in faccia, chiudendola poi a chiave.
Il Dottore aveva provato a bussare, protestando prima e pregando poi, per essere riammesso dentro la sua macchina del tempo e dello spazio, ma dopo un paio di minuti aveva capito che l’unica cosa da fare sarebbe stata aspettare che le acque si fossero calmate da sole.
Dopo un’ora buona dal fattaccio il Dottore si trovava ancora lì su quella graziosa pietra, intento a passeggiare tra i suoi ricordi e a torturare tra le dita i fili d’erba color crema di Fruitell.
Dopo l’ennesima  e accurata analisi della situazione decise di  andare a sfidare la sorte.
Diede tre piccoli colpetti alla porta blu, sperando di poter ricevere un qualsiasi tipo di risposta.
Anche un insulto in quel momento sarebbe stato sufficiente, ma non ci fu neanche quello.
Scostò leggermente il suo trench per infilare le mani in tasca e si appoggiò con la spalla alla TARDIS, indeciso sul da farsi.
La buona vecchia macchina del tempo e dello spazio decise di graziarlo per questa volta, spalancando discretamente e senza fare nessun rumore la porta d’entrata.
Il Dottore le sorrise vittorioso e felice, lasciandole un bel bacio sul legno prima di entrare.
Allons-y!” Disse fra se e se, per farsi coraggio.
Mise la testa dentro per sondare la situazione, ma tutto ciò che riuscì a vedere e a percepire furono la tranquillità e il silenzio.
Cominciò allora ad avanzare di soppiatto, cercando di fare meno rumore possibile.
Immaginò che probabilmente Donna era intenta ad esplorare una delle tante stanze del TARDIS.
Infatti, era una persona avventurosa anche grazie a tutta la curiosità che si portava dietro.
Una cosa che gli saltò subito all’occhio fu il grande ordine e l’ottima pulizia della sala comandi. Donna doveva essersi dedicata alle grandi pulizie mentre lui era fuori in castigo.
Sorrise, ringraziandola mentalmente per il semplice fatto di essere con lui e di riuscire rendergli la vita non solo sopportabile, ma anche allegra, divertente ed interessante.
Dopo essere arrivato ai comandi finalmente il Dottore trovò Donna:
era rannicchiata sul sedile a destra della consolle, abbandonata in un sonno tranquillo.
Aveva i capelli raccolti sulla testa e ancora umidi, segno di una doccia abbastanza recente.
Ai piedi del sedile era stata abbandonata una tazza di tè ormai vuota, mentre tra le  mani rilassate era custodito un libro dalla copertina verde scuro, visibilmente rovinato dalla sua ipotetica vecchia età.
Riconobbe  quel testo: era stato acquistato da Donna qualche giorno prima in un enorme mercato.
Lei amava approfittare della capacità della TARDIS di tradurre ogni lingua per leggere e documentarsi sulle storie più disparate dell’universo.
Il Dottore rimise le mani in tasca e sorrise in modo dolce davanti a quella vista: Donna sembrava così piccola, serena e innocente nel sonno. Così stupendamente umana.
Il Signore del Tempo, ormai intenerito, decise di raccogliere Donna tra le braccia per trasportarla nella sua camera.
Se avesse passato l’intera notte su quel sedile probabilmente il giorno dopo avrebbe avuto un terribile torcicollo.
Il Dottore cominciò ad avanzare lentamente nel tentativo di non svegliarla, ma dopo pochi passi Donna cominciò a lamentarsi lievemente, socchiudendo lentamente gli occhi.
Lui le sorrise in modo dolce, ancora completamente immerso in quel tenero momento, ma lei non fu dello stesso avviso.
Trovandosi il Dottore a pochi centimetri dal viso e con un sorriso stupidamente sentimentale, Donna alzò lestamente la mano e gli diede un leggero schiaffo.
“Ahia!” Si lamentò lui, facendo svanire la magia di quel momento in un secondo.
“Cercavo di essere gentile!” Disse, in un tono tra il disperato e il rassegnato.
“Tu le mani a posto non le sai proprio tenere, eh?” Rispose Donna, ridendo divertita.
Il Dottore la guardò di sbieco per una frazione di secondo, ma poi si unì alle sue risate.
Stava per farla scendere, ma lei lo bloccò prontamente:
“Cosa credi di fare?”
“Ti sto mettendo giù, almeno potrai andare a dormire.” Rispose lui, confuso.
“Non ti ho detto di mettermi giù. Già che ci sei Dottore, da bravo, fai che portarmi in camera. Ho rassettato tutto il giorno questa infinita cabina e sono stanchissima. A proposito, dovremmo cambiare i mobili.”
Dopo un momento di smarrimento il Dottore riprese a camminare, ridacchiando e scuotendo la testa.
“Donna Noble, tu sei davvero brillante!” Disse, facendo un giro su se stesso e alzando il tono di voce.
E fu in quel momento che il Dottore capì, fu in quell’esatto istante in cui i suoi due cuori,  allegramente palpitanti e leggeri come in poche occasioni, gli dissero di aver finalmente trovato  una buona amica, la migliore amica che si potesse desiderare.




 


Spero di essere riuscita a strapparvi un sorriso con questa storia :)
Che dire? Io adoro l'amicia che legava Donna e Ten e volevo renderle omaggio in qualche modo, spero di esserci riuscita.
Vi ringrazio ancora tanto perchè siete un fandom stupendo, sono felicissima di essere una Whovian :D
Grazie anche per tutti quelli che hanno letto e/o recensito la storia precendente, mi ha fatto veramente tanto piacere e siete stati gentilissimi ^.^
Se avete voglia lasciate un commento anche a questa :)

Buona settimana, a presto! :D

   
 
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