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Autore: Britin_Kinney    24/09/2013    2 recensioni
Merlino e Artù sono a caccia. Merlino brontola come non mai e inveisce contro l'asino, perché è contrario a tutto ciò che riguardi la caccia e l'uccisione di piccoli animaletti indifesi.
Fin quando, Artù, non decide di uccidere una bellissima cerva. Merlino pensa che... beh, passassero le piccole prede, ma quella cerva splendida non può morire!
Quello che il servo non immagina e che dovrà essere grato a quella cerva per il resto dei suoi giorni.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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È uscita fuori dall'immagine di copertina di una mia carissima amica xD l'ho vista e... non potevo non scriverci una ff! xD Lo so, lo so, sono davvero pazza xD 
Beh, questa ff la dedico alla mia amica! <3 Anna, è tutta per te!! u.u :3 
Buona lettura a tutti <3

Questa è l'immagine!! xD


 
Thank you, little deer...

Ecco, ci risiamo, pensò Merlin, un’altra povera preda!
Il mago abbassò lo sguardo sulla piccola lepre che giaceva penzoloni sulla sua sella e poi guardò male Artù.
“Ne avete ancora per molto, Sire?” domandò, sfidandolo “Non abbiamo già preso abbastanza?” sottolineò, irritato.
Artù si voltò indietro e sollevò un sopracciglio.
“Stai scherzando. Vero, Merlin?”domandò, ma sapeva ormai la risposta. Per questo si affrettò ad aggiungere: “Non abbiamo preso quasi nulla, ancora”.
Merlin spalancò la bocca e sgranò gli occhi.
“Due lepri, tre quaglie e due conigli. Non sembrano “quasi nulla” a me” esordì Merlino, scioccato.
“Ahhhhh, come la fai lunga, Merlino!” esclamò il Re, voltando gli occhi al cielo ed evitando di voltarsi indietro. Mentre lo sguardo contrariato di Merlino lo raggiungeva alle spalle.
“Asino…” brontolò Merlino.
Artù non lo sentì e Merlin non sapeva se esserne dispiaciuto oppure no. Mmm, forse no. Non era dell’umore giusto per reggere un battibecco con Sua Maestà. Poteva rischiare di insultarlo pesantemente.
Artù tirò le briglie, in un movimento brusco e Merlin fermò il cavallo appena in tempo.
“Ma che diavolo…?!” esclamò Merlin e Artù lo bloccò con una mano.
“Shh” soffiò il Re e Merlin vide il mantello svolazzare e seguirlo mentre smontava da cavallo con un balzo abbastanza aggraziato per essere un guerriero.
Merlin imitò Artù e scese da cavallo, mettendosi dietro di lui.
“Odio tutto questo” commentò Merlin e Artù gli tappò la bocca con una mano.
“Cerca di stare zitto. Oppure ti farò prendere il posto del cervo…” lo minacciò Artù, scostando la mano dalle sue labbra.
“Del cervo? Quale cerv…?” Le parole di Merlin gli si fermarono in gola. Un splendido esemplare di cervo femmina stava lì, a brucare tranquillamente l’erba nel sottobosco.
“Artù…” cominciò Merlino.
“Shh!” bisbigliò il biondo.
“Artù, vi prego…”
“Vuoi stare zitto, Merlino?” lo sgridò sottovoce il Re.
Merlino si voltò e camminando verso il suo ronzino, schiacciò con lo stivale un rametto secco che si spezzò, producendo un ‘Crack’ che risultò altamente sonoro, nel silenzio della foresta.
La cerva sollevò il capo e fece scattare le orecchie, due volte. Merlin era rimasto dov’era, con il piede sul rametto ormai spezzato.
“Idiota…” soffiò Artù.
Merlin buttò gli occhi al cielo.
Artù puntò la povera preda. Si chinò sulla balestra, quel tanto per migliorare la mira e… la freccia schioccò.
“No!” esclamò Merlino, con le sopracciglia aggrottate. “Siete un assassino!” commentò poi, con voce rotta. “E datemi qui!” esclamò, afferrando la balestra e tirandosela a petto “Dovrebbero bruciarle tutte queste diavolerie!”
“Merlin! Mollala! Sei impazzito?!” esclamava il Re, tirando verso di sé la balestra, ma Merlino non era dello stesso parere e infatti la tirò nuovamente verso di lui. “Lasciala!” ordinò di nuovo Artù “MERLINO!” Gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
Ma il servo continuava a fingere che Artù non stesse parlando.
Merlin mollò accidentalmente la presa e la balestra volò dalle mani di Artù, finendo in un avvallamento della foresta.
Entrambi avevano seguito il tragitto della balestra, mentre volteggiava nell’aria e spariva dalla loro visuale.
“No!” urlò Artù sconsolato “Guarda cosa hai combinato!” esclamò, correndo verso il punto in cui la balestra era sparita.
Merlin si ritrovò a correre dietro all’Asino e a meno di un metro dall’avvallamento, scivolò su una pietra ricoperta di muschio e cadde su di Artù.
Entrambi si trascinarono lungo la parete del piccolo precipizio ricolmo di foglie secche e rametti.
Quando arrivarono a destinazione, Artù sentì qualcosa pungolargli la spalla. Era la sua balestra. Ma, dopo aver colto questo particolare, si accorse di un’altra ‘minuzia’.
Merlin era su di lui e respirava affannosamente, spaventato dal pericoloso ruzzolone che avevano appena fatto.
Quando vide la sua espressione terrorizzata, sul suo viso così vicino al proprio, scoppiò a ridere.
“Dovresti vedere la tua faccia, Merlino!” esclamò Artù, continuando ad inondare gli arbusti e le foglie dell’eco della sua risata.
“Non c’è niente da ridere! Potevamo giocarci l’osso del collo, Asino!” lo sgridò Merlino.
Artù, con un colpo di reni, ribaltò le posizioni e Merlin si ritrovò intrappolato tra il sottobosco e il corpo di Artù.
Il Re, avvicinò le labbra al suo orecchio: “Oggi ti stai prendendo troppe libertà con me, Merlino” disse, sottolineando il suo nome, -in un modo che a Merlino piaceva da morire, ma che non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura- e sfiorandogli il lobo con le labbra “Permettimi di prendermene qualcuna, a mia volta” sussurrò. E, scostando il viso dal suo orecchio, avvicinò le labbra alle sue, baciandolo. Fu un bacio strambo. Di quelli che, se ami follemente una certa testa di fagiolo coronata, ti lasciano spiazzato, quasi tramortito.
Quando il biondo si staccò da lui, lo guardò in viso. Merlin si sentì osservato e arrossì, imbarazzato.
“Mi dispiace per il cervo, e…” Artù non finì la frase, poiché lo sguardo di Merlin era stato catturato da un manto marroncino e si aggirava nelle vicinanze dell’avvallamento.
“Guardate, Artù…” soffiò incantato “l’avete mancata” constatò meravigliato e sorpreso Merlino.
Artù mise da parte l’orgoglio e ammise l’ovvio “Sì, l’ho mancata.” Disse, ma nella sua voce non c’era traccia di pentimento o rabbia… bensì, sentimento.
Se non fosse stato per quella cerva, non si sarebbe ritrovato con quell’idiota tra le braccia.
Merlin riportò il suo sguardo sul viso di Artù.
“Promettetemi che non cercherete mai più di uccidere i cervi” pronunciò solennemente Merlin e riuscì, grazie a chissà chi, a strappare quella promessa al biondo.
“Promesso.” soffiò il Re, prima di tuffarsi nuovamente tra le sue labbra.
“Grazie” sussurrò Merlino.
Artù poggiò la fronte sulla sua.
“Di niente, idiota” rispose il biondino, prima di incollare nuovamente le labbra alle sue.
Quel giorno, Artù, non riuscì a cacciare più nemmeno un coniglio. Entrambi tornarono presto a Camelot e durante il tragitto, si tenevano per mano.
“Promesso” disse Artù, quando ormai Merlino era sparito nelle scuderie per assicurare i cavalli nei rispettivi box. Il principe si voltò indietro, verso il bosco. “Grazie, piccolo cervo”
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Spero vi sia piaciuta, anche se è parecchio da pazzi! XD

-Aithusa_Emrys 

 
  
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