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Autore: Netmine    24/09/2013    1 recensioni
Cap 17- La giovane sconosciuta rivolse i suoi occhi viola verso la nuova arrivata e la fissò con intensità, poi lo scenario cambiò un'altra volta. [..] Le si avvicinò fino a riuscire a poggiarle le labbra sull'orecchio "Ricorda, fidati di me"
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Cap 21- Sembrava un vecchio in tutto e per tutto ma, se lo si sapeva osservare, ci si accorgeva di quel qualcosa che rendeva la sua età indefinibile.
Si portò l'indice difronte alla bocca "Shh. Non urlare. Non voglio farti del male, non te ne ho mai voluto fare" Carol era impaurita e l'uomo se ne accorse "Non mi credi. So di averti ferita, ma è stato involontario!" quasi urlò quest'ultima frase, come se lo tormentasse.
"Allora perché lo hai fatto?"
"Non mi aspettavo di vedere un'altro come me qui! Ero contento, ma sapevo che ti avrei dovuta avvertire e questo mi faceva soffrire molto. Stavo lottando contro di me, non volevo ferirti" sembrava sincero e Carol non ebbe il cuore di replicare.
"Come te? Che avremmo in comune?"
"Sei reale! Tu sei reale e lo sono anche io!" cambiò repentinamente umore e rise di gusto "Sei reale" ripetè, assaporando quelle parole
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'indomani mattina Carol si svegliò particolarmente tardi. La testa le pulsava e sentiva tutto il corpo indolenzito. Tentò di alzarsi ed ebbe un fortissimo conato di vomito. 
Tutto quello le ricordò di una volta in cui aveva rubato del vino dalla tavola dei suoi genitori ed era andata a berlo di nascosto nella stanza con Connor; a quel pensiero un sorriso le illuminò il volto.
"Vedo che almeno sei allegra!" Carol saltò in aria per lo spavento e sentì lo stomaco capovolgersi dentro di lei.
"Aileen, che ci fai qua?" 
La ragazza soffocò una risata con una mano "Sembra quasi che tu abbia preso una sbronza ieri... Ruel me l'aveva detto di costringerti a mangiare qualcosa, ma sembravi davvero troppo stanca per qualunque cosa!" posò un oggetto sul comodino "E' quasi ora di pranzo, Ruel mi aveva mandata su a svegliarti qualche minuto fa"
Carol girò appena la testa per vedere cosa aveva appoggiato Aileen. Aveva la vista leggermente offuscata e un martellio iniziava a farsi sentire nella sua testa. Si stropicciò gli occhi "E quello cos'è?" sembrava un pettinino argentato, con all'estremità un particolare intreccio di nodi al cui centro c'era una pietra di qualche tipo gialla e vagamente verde. Carol non avrebbe saputo dire bene per quale motivo, ma le sembrava qualcosa di elegante... Quasi regale. Un regalo che non si fa tutti i giorni. "Non è già il mio compleanno e ho perso ogni ricordo degli ultimi mesi, vero?"
"Ah, no, Carol! Ruel ha creato questo per te ieri sera. Sarà un ottimo modo per tenere la foglia di Amanith sempre vicino a te!" si alzò dalla sedia e si andò a sedere sul letto, facendolo sobbalzare "Ce la fai ad alzarti?"
Carol tentò di scuotere la testa, ma si rese conto che così peggiorava solo la situazione. Aileen uscì dalla stanza senza dire una parola.

Uno spiraglio di luce entrava dalla finestra e andava troppo vicino al volto di Carol, che tentò di sottrarsi a quella tortura senza fare movimenti bruschi. Così Aileen la ritrovò con le gambe scoperte e la coperta arrotolata a coprire tutta la nuca.
"Oddio, Carol!! Non ti si può lasciare sola nemmeno cinque minuti!" più la guardava, più le veniva da ridere "Sei davvero unica! Ora mettiti a sedere e bevi quest'infuso, ti farà bene" le tolse di forza la coperta da sotto la nuca e la trovò con gli occhi chiusi, troppo strizzati per essere gli occhi di qualcuno che dormiva, e la bocca ogni tanto aveva uno spasmo simile ad un sorriso. "Guarda che mi riprendo il pettinino se non apri subito gli occhi... Ebbrava, vedo che l'avevi previsto!" il viso di Carol si contrasse nel tentativo di trattenere un sorriso "... Ma avevi forse previsto anche questo?" con un gesto brusco le tolse le coperte di dosso "E ora potrei andare a scostare la tenda... Oppure potresti alzarti e assecondarmi"
Carol aprì solo un occhio per vedere dove fosse l'amica. Effettivamente aveva già una mano sulla tenda e un sorriso di pura cattiveria le si andava dipingendo in faccia "Guarda che lo faccio..." scostò leggermente la tenda.
"E va bene, va bene!" Carol alzò una mano in segno di resa "Certo che sei stressante, tu! Nemmeno i miei fratelli sapevano essere così odiosi"
Aileen le fece una smorfia e la aiutò a sedersi "Oh, daaaaaaai, non tenermi il broncio!" il tono era volutamente civettuolo e strappò a Carol un sorriso accompagnato da uno sguardo di finto odio "Ora bevi quest'infuso che ti ha preparato Ruel. Con tutti i capricci che hai fatto si sarà pure freddato"
Carol avvicinò la bocca alla tazza e un odore nauseabondo le fece torcere il naso "Ma che ci ha messo dentro? Questa cosa puzza!"
"Non fare i capricci e bevi, o non avrai la forza di alzarti per tutta la giornata"
Carol grugnì e mandò giù un sorso di quella roba, tentando di non respirare. Dopo il primo sorso, la bevve tutta in un batter d'occhio. "Era davvero buona! Bastava tapparsi il naso... Non è che Ruel ne ha un'altro po'?"
"Non credo, ma vestiti e raggiungici al piano inferiore. Potrai chiederglielo  tu."
Carol si sentiva effettivamente mille volte meglio di qualche minuto prima. Si alzò dal letto, il mondo girò leggermente intorno a lei, ma dopo una frazione di secondo era già tornato tutto alla normalità. Andò ad aprire un'anta dell'armadio e, accanto al suo vestito verde, era appesa una nuova mise molto simile a quella indossata da Aileen. Sopra vi era stato appuntato un foglietto con uno spillo. 'Indossate questa oggi, Carol. I vostri vestiti non sono più adatti a quello che dovrete fare.' 
Carol era un po' perplessa ma indossò quei pantaloni di pelle, troppo aderenti per lei, la canottiera color bianco sporco, con uno spazio per le braccia esagerato, e gli stivali alti fino al ginocchio, stranamente comodi e morbi. Si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Il suo aspetto era molto mutato con quei vestiti, ma c'era anche qualcos'altro di diverso. Il suo volto le sembrava più sottile, il naso era sempre stato in quel modo? Raccolse i capelli in una coda alta. E le orecchie? Erano davvero sempre state di quella forma? Carol sospirò, doveva essere semplicemente ancora stanca dopotutto e, in ogni caso, si piaceva molto quel giorno. Inoltre notò che nei pantaloni c'erano i passanti, così si sarebbe potuta portare dietro il suo marsupio. Se lo allacciò alla cinta, lasciandolo pendere un po' sulla coscia destra. Non si era mai sentita così soddisfatta di sè in vita sua... Con quell'aspetto sembrava forte, non più una ragazzina incapace di difendersi da sola.
Qualcuno bussò alla porta "Carol, stai bene?"
"Si, si, ho solo avuto qualche problema con questi vestiti!"
"Posso entrare?"
"Ma certo, così mi dirai anche se li ho messi nel modo giusto... Sai, non vorrei fare una figuraccia."
Aileen aprì la porta e rimase ferma a guardare Carol con gli occhi quasi fuori dalle orbite "Fai attenzione, o ti cadranno a terra!"
Aileen la guardò con aria interrogativa. Carol sorrise, imbarazzata "Intendevo gli occhi, sembrava che stessero per schizzarti via."
"Lo so è che... Sei davvero strana vestita così! Ma ti manca ancora un dettaglio." Aileen le sistemò qualcosa appena sopra l'orecchio destro "Non sarebbe cortese non indossarlo oggi"
Carol si rese conto solo in quel momento che la sfumatura verde all'interno di quella pietra era la foglia che aveva dato il giorno prima a Ruel. Ora si sentiva ancora più grata per quel dono, perché le ricordava casa.

Pranzarono e si sedettero tutti insieme nel soggiorno. Ruel prese un enorme tomo impolverato, soffiò via la polvere che riuscì e si andò a sedere nella sua poltrona. 
"Questo è un libro che ben presto dovrai iniziare a leggere, Carol. Parla di tutte le piante e delle loro risposte alla magia. Spiega come dominarle ed entrare in contatto con loro ad un livello più profondo. Ti sarà molto utile. Per oggi mi limiterò ad introdurti la prima parte; parla dei vari tipi di connessione con il mondo della natura e dei metodi di concentrazione. Al momento tu hai bisogno di parecchi minuti per riuscire a cogliere l'essenza di una pianta e senza il contatto diretto non riusciresti ad ottenere nemmeno quello. Per iniziare va bene, è uno dei metodi più facili, ma vedrai che ci sono diversi metodi da poter utilizzare. In futuro, con l'allenamento e il nostro aiuto potrai collegarti a più piante contemporaneamente, potrai guarirle... E chissà quante altre cose scoprirai di poter fare!" lo sguardo di Ruel era acceso dalla passione e la sua voce era quasi un sussurro. Un bisbiglio evocatore di sentimenti e passioni sconfinate. "Ma per fare tutto questo dovrai dare il massimo, ogni giorno. Non dovrai mai arrenderti alle difficoltà. Pensi di essere in grado? Pensi di poterlo fare?"
Carol era rimasta col fiato sospeso. Annuì, decisa. "Si, lo posso fare"
Ruel si girò verso di Aileen, i due si scambiarono un cenno d'intesa che Carol non colse. "Vieni con me, Carol. L'allenamento inizia ora"
Carol e Aileen andarono nel giardino sul retro "Per prima cosa dobbiamo irrobbustire il corpo. Oggi inizieremo con dei semplici esercizi per gli addominali e per le braccia, domani mattina, all'alba, inizieremo con la corsa"
"All'alba?"
"Si, così avremo il resto della giornata per dedicarci allo studio, alla magia e al resto degli esercizi"
Passarono così la prima ora a fare addominali, piegamenti sulle gambe e sulle braccia e tanto altro. Alla fine Carol non riusciva più nemmeno a parlare per il fiatone, Aileen, invece, sembrava fresca come una rosa. "Come...Come fai?" 
Aileen sorrise "Mi alleno da tutta la vita, Carol. Ora ti porto una spremuta d'arance, ti farà bene"
Si presero una mezz'ora abbondante di pausa in cui conversarono sulle attività del giorno e su come le avrebbero organizzate nei giorni seguenti; alla fine stabilirono mezz'ora di corsa la mattina e quattro sessioni da mezz'ora di allenamento durante il giorno.
"Te la senti di provare a comunicare di nuovo con qualche fiore?"
Carol non era molto sicura di riuscirci in quello stato ma annuì "Posso provarci" Si diresse verso la margherita del giorno prima, vi si inginocchiò accanto, chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi come faceva di solito, ma i dolori ai muscoli la distraevano molto. Affondò con forza le dita nel terreno. Serrò gli occhi e pensò ad Amanith, alla sua radura... Tutte immagini che avevano sempre evocato in lei uno stato di serenità e calma, ma la pace del mondo non riusciva a penetrare nel suo animo. 
Rimase lì, con gli occhi sbarrati e il corpo a contatto con il terreno per svariati minuti senza alcun risultato. 
La frustrazione si fece largo in lei, aveva detto che non avrebbe mollato difronte alle avversità, ma in quel momento non avrebbe desiderato altro. Sentì un calore fortissimo provenire dal ciondolo posato sul suo petto. Estrasse una mano dal terreno e lo afferrò con forza, desiderando di essere più forte e più determinata. Desiderando di non deludere nessuno. Il calore aumentò a dismisura fino a farle bruciare il palmo della mano. Carol urlò e cadde a terra. Aileen era alle sue spalle, la stava scuotendo con forza, ma Carol non se ne accorse perché il quel momento il suo corpo era superfluo. Percepiva ogni arbusto in quel giardino, anche il più piccolo filo d'erba. Vedeva il suo corpo e da esso, all'altezza del cuore, fuoriuscivano sottili fasci di luce che formavano un reticolo su tutto ciò che lo circondava. Era estasiata, non aveva mai visto niente di più bello in vita sua e non aveva mai provato niente di più bello in vita sua; era  leggera, libera dal vincolo materiale del corpo, e sarebbe potuta diventare ognuna di quelle piante... Sentì una forza impossibile da frenare tirarla indietro, allontanarla da quello stato di ebbrezza e, con un suono assordante, ritornò nel suo corpo. Aprire gli occhi le risultò particolarmente difficile, le palpebre erano pesanti e il suo corpo sembrava di nuovo a corto di energie. Momentaneamente rinunciò.
"Che le è successo, Aileen?"
"Io... Io non so davvero come sia successo, Ruel. Carol stava facendo quello che aveva sempre fatto, non le stava riuscendo molto bene, ma era concentrata e determinata... E, ad un certo punto, ha stretto in un pugno il suo wengan e ha scatenato un'energia fuori da ogni immaginazione per una ragazza alle prime armi come lei. Non credevo che sarebbe mai potuto succedere."
"Invece lo avresti dovuto sospettare, Aileen. Non ti sei accorta che sta mutando?" il tono di Ruel era di rimprovero e leggermente minaccioso. Carol avrebbe voluto alzarsi e chiedere di cosa stessero parlando, ma non ne aveva le forze.
"Non ho dato molta importanza a quei cambiamenti, pensavo fossero dovuti al contatto con noi"
"In parte hai ragione, ma di solito la trasformazione è più lenta. In quella ragazza c'è più di quanto tu possa immaginare." Ruel sospirò pesantemente e Carol percepì lo scricchiolio della sua poltrona. Dovevano averla portata in soggiorno. "Presto dovremo dirle tutto, per il suo bene"
Carol era tanto concentrata ad ascoltare il discorso da non rendersi conto che il suo corpo iniziava a formicolare. Ora coglieva solamente una frase ogni tanto. "Speriamo..."
"..Dovrà accettarlo... Non può più sottrarsi.."
Non riusciva più a distinguere di chi fosse la voce. "E' soltanto una ragazzina..."
"... il mondo intero"
Carol sprofondò in uno stato di completa alienazione dal mondo esterno e dormì per giorni e giorni, affinché il suo corpo recuperasse totalmente le energie.
   
 
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