Annabelle Johnson.

Mystic Falls, 2009. Quella cittadina non era per nulla cambiata, si era solo modernizzata. Al posto dei carri trainati da cavalli c'erano macchine; la locanda in cui solitamente gli uomini andavano ad ubriacarsi si era trasformato in un bar aperto a tutti, ma ugualmente c'erano gli ubriaconi e quelli che attaccavano briga; le ampie gonne portate dalle ragazze erano diventate gonne leggermente corte, che non lasciavano spazio all'immaginazione. Nonostante tutti gli ammodernamenti, amavo quella città. Era così piena di sovrannaturale da far paura e di sicuro sarei passata inosservata visto che non ero la prima vampira che si ristabiliva lì dopo molto tempo. Al contrario di alcuni però io avevo uno scopo ben preciso: riportare indietro mia madre. Non sapevo esattamente come fare, ma mi sarebbe servito l'aiuto delle streghe, quelle della generazione della mia amica, Emily Bennett. Avevamo progettato quel momento, ma purtroppo lei non sarebbe potuta vivere abbastanza per vedere quella cometa che si faceva spazio nel cielo e faceva compiere desideri a tutti, credendo che si sarebbero arrivati.
Ed eccola lì, quella cometa che sarebbe stato il primo passo per riportare indietro mia madre. Tutte le coppie che mi erano davanti cominciarono ad abbracciarsi e non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto. A braccia conserte mi allontanai da quella folla, vedendo in lontananza Damon Salvatore. Se solo sapesse che il suo grande amore se l'era spassata durante quegli anni! Non potei trattenermi a lungo, purtroppo non era ancora tempo per fargli sapere del mio arrivo in città.
Mi ero sistemata in un motel, almeno per quel periodo non volevo comprare una casa lussuosa, avrebbe pensato mia madre alla nostra vera e propria sistemazione. Sospirai, mi tolsi le scarpe e mi misi davanti alla finestra, scrutando le persone che mi passavano davanti senza accorgersi di me. Una di queste persone attirò la mia attenzione. Capelli corti castani, occhi leggermente rossi, smalto nero non proprio messo nel migliore dei modi, vestiti trasandati. Non sapevo chi fosse, ma se aveva attirato la mia attenzione, io che ero sempre fredda nei modi, di sicuro era qualcuno che mi sarebbe servito. Era seguito da una banda di ragazzini, erano tutti molto simili a lui e ipotizzai che fossero tutti fatti. Scossi la testa, sicura che avrei dovuto fare delle ricerche su quel ragazzo, quando fui distratta dal campanello della mia porta. Sbuffai e andai ad aprire, sapendo già chi fosse. Ben, il barista del Mystic Grill era davanti a me. L'avevo soggiogato qualche ora prima ed era venuto da me come avevamo concordato. Lo feci entrare e richiusi la porta dietro di me.
-Ti piacerebbe essere un vampiro, non è vero, Ben? - il ragazzo annuì, perciò procedetti con la trasformazione.