Potrei scriverti tante di quelle belle cose che ne ho perso il conto, sai?
Potrei scriverti che sei bella, che sei dolce e che t’amo ogni giorno di più ma non è vero, non è vero per nulla.
Bella lo sei e siam d’accordo ma dolce per niente, anzi, sei la ferocia e la rabbia e quello sguardo nervoso al limite dell’isteria.
E non t’amo ogni giorno di più, ci mancherebbe. 
Ti ho amata la prima volta che abbiamo fatto sesso, a terra, in un parco, come se non avessimo mai fatto altro per tutta la vita.
Ed è di questo che parlerò, del sesso, perché probabilmente è la cosa migliore che siamo mai stati in grado di fare.
Non so se fosse la violenza, quel fare quasi a gara a chi sta sopra e a chi sta sotto, se i posti assurdi tipo i camerini o i vicoli, se i miei morsi o i tuoi gemiti ma qualcosa, te lo giuro, era capace di rendere il sesso perfetto.
Forse la cosa che lo rendeva così pazzesco era il fatto che tu non ti vergognassi a gemere, a far sentire con ogni parte del tuo corpo il tuo piacere, eri spudorata, alcuni direbbero, forse, volgare ma Dio eri perfetta con quella faccia da bambina e gli occhi velati dagli orgasmi.
Se ci pensi lo abbiam sempre fatto una meraviglia, anche quella volta –ti ricordi?- quando stavi ancora con quel coglione, abbiam suonato e poi siamo finiti a terra con la mia faccia tra le tue gambe e le tue mani sulla mia schiena a graffiarla a non finire.
Non siamo mai stati una coppia da copertina né nessuno ci ha mai visti girare mano nella mano o cose simili.
Noi due ci toccavamo troppo, diciamocelo, era un continuo cercarci e cercarci ancora con violenza, cattiveria, quasi a punirci del male che ci infliggevamo ad ogni litigata, per ogni minima parola.
Quante volte mi son svegliato al mattino a terra e ti ho guardata bofonchiare parole nel sonno con i vestiti strappati intorno a noi?
E quante di quelle mattine ti ho svegliata e ci siamo trovati a volerci l’un l’altro come ogni dannatissima volta?
Diciamocelo, il sesso tra noi due era la massima espressione di quel che provavamo, era quel mix tra una violenza distruttiva –non so se più tua o più mia- e una specie di dolcezza a fare di tutto per far provare piacere all’altro.
Ed ora che ci siamo lasciati e io faccio sesso con mia moglie mi rendo conto di quanto non sia la stessa cosa. Non è così dannatamente eccitante, travolgente, sconvolgente. Non mi riporta alla vita tanto quanto lo facevi tu che ogni volta mi facevi morire e rinascere.
Io non ti ho mai amata in modo dolce e lo sappiamo entrambi, o nel modo giusto, o ogni giorno di più o come si ama nei libri e nei film.
Io ti ho amata con violenza fino a farti perdere la testa, ti ho incatenata e stretta talmente forte a me da farti scappare ma t’amo e sempre t’amerò non perché sei bella, non perché sei dolce o intelligente, t’amerò sempre perché il sesso come con te, beh, mia maledettissima serpe, nessuno mai.
Tanti auguri.