Nella
fierezza di uno sguardo
Incredibile come la mente
umana possa sfuggire ossessivamente alla realtà covando quei pensieri così
distanti e irreali. Proprio come in quel momento mentre, guardandolo, non provava
alcun odio nei suoi confronti così come non lo temeva
Era un assassino come tutti gli altri. E il
suo nome si era macchiato di indicibili colpe, nessuna
di queste era stata frutto di un invenzioni, tutte erano inesorabili specchi di
una vita passata immersa nella violenza e nel disprezzo delle vite altrui. Ma, nonostante tutto, era uno schiavo, esattamente come lei.
Non importava quanto il suo animo potesse essere irrequieto e assetato di quel
sangue e di quelle grida di cui si saziava famelicamente ed
ingordo, no, non aveva alcuna importanza. Perché nella fierezza di uno sguardo,
rivoltole distrattamente fra una violenza e l’altra, nella piega di ogni
cicatrice, nelle sue membra stanche e al tempo stesso vigorose, si poteva
leggere solo la pallida ombra di quello che era stato un destino, un futuro
strappatogli brutalmente. E per quanto si ostinasse a mostrare quello che era
ormai il debole ricordo di un impero potente e terrificante, lui rimaneva solo
uno schiavo, intrappolato in quell’orrido destino, proprio come lei.
Per questo quando lo guardava l’unico
sentimento che sentiva generarsi nel suo animo era un’eterea sensazione di
soddisfazione e rivalsa. Rivalsa su di un carnefice spietato che condivideva il
suo stesso destino e che, come lei, era destinato a soccombere fra le spire di
quell’universo tanto freddo ed ostile, a morire come
chiunque lui avesse ucciso avvertendo un piacere immenso scorrergli nelle vene.
Lo osservava prepararsi
alla prossima battaglia, alla prossima conquista, alle
prossime scosse di adrenalina nell’attesa di un’imminente strage.
Non aveva alcuna importanza
se nella sua mente si ripresentassero testardi quei rigurgiti di rancore che
accompagnavano ogni sua parola, violenta, carnale, ancora di più di quell’atto
risalente solo alla precedente notte. Non aveva importanza perché qualsiasi
cosa lui potesse dire, ai suoi occhi era solo sangue che avrebbe presto sputato
dalla sua bocca in attesa delle sofferenze più atroci. Con sua somma sorpresa
si scoprì ad essere sadica nei confronti di quel
ragazzo di soli diciassette anni nel corpo, ma di alcuni secoli nella sua anima
logora. Già, perché lei non dubitava che lui ne avesse una, anzi, erano appunto
le fitte alla sua anima orgogliosa che gli provocavano quel dolore, quegli spasmi
indicibili in un punto indefinito nel petto che lui tentava disperatamente di
nascondere, di celare agli occhi di tutti. Ma lei
ormai aveva capito benissimo il crudele principe dei saiyan.
Eppure tutto questo non
bastava, non era sufficiente a lenire quel suo animo vendicativo, voleva
vederlo in ginocchio supplicare per la sua stessa vita, in modo miserevole.
Perché in fondo era solo un miserevole schiavo, come lei.
Perdonatemi
e trattenete gli istinti omicidi che ormai sentite pressanti nei miei confronti!!! Sono venuta a scocciarvi con un’altra noiosissima
storia, ma non ho proprio resistito alla tentazione di scriverla. Come al solito spero che non ci siano errori grammaticali (e che
abbia un minimo di senso) visto che non l’ho riletta causa la mia solita ed
inappropriata scelta degli orari (E’ già la seconda storia che scrivo alle tre
di notte). Inutile dire che ringrazio calorosamente tutti coloro
che hanno recensito e letto le mie due precedenti storie e coloro che
leggeranno e recensiranno questa (si spera che qualcuno lo faccia!!!^_^). Ho
cercato di seguire tutti i vostri consigli e spero di esserci riuscita almeno
un po’ (eccetto quel che riguarda la lunghezza delle storie… mi scuso ma non mi
sento ancora pronta a scrivere storie più lunghe)….Bhè,
ora vi ho scocciato abbastanza quindi vi saluto (finalmente!!!^_^).
Bacioni a tutti!!!!!!
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