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Autore: GidanNiko    24/09/2013    0 recensioni
Mi vedo. Mentre dormo. Mi vedo commettere atti orribili e scene di morte. Tutti giorni così. Nel mio torpore aggredisco coloro che ho deciso di proteggere, da quando sono così, un vampiro!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi vedo. Mentre dormo. Mi vedo commettere atti orribili e scene di morte. Tutti giorni così. Nel mio torpore aggredisco coloro che ho deciso di proteggere, da quando sono così, un vampiro!
Ma non è sempre stato così, io non ero così!
Ero un umano, un giovane ragazzo con la testa piena di sciocchezze a detta di mio padre. Che non pensavo ad altro ai fumetti dei supereroi o ai manga giapponesi. Ma come facevo a non esserlo. Chi non può rimanere affascinato dall’imprese di Superman, con tutti i super poteri che possiede e a come protegge gli innocenti da Lex Luthor che vuole conquistare il mondo, oppure ancora da Rufy e la sua ciurma di pirati e del loro viaggio per trovare lo One Piece.
Diciamocelo One Piece è il maga più bello che è mai stato scritto, e Eiichiro Oda è un genio, non vedo l’ora che questa opera sia conclusa per scoprire cos’è lo one piece….
Ma sto divagando…
Torniamo a noi, mi chiamo Alec Mikaelson, di roigini Slave, sono nato e cresciuto qui in Italia, a diciannove anni, finita la scuola ho aperto una fumetteria e da quel giorno passavo tutto il mio tempo lì dentro a fantasticare e parlare con altri appassionati di fumetti.
Mi volete chiedere cosa c’entra questo con quello con cui sono ora?
Aspettate un attimo e ve lo dico. Tutti gli appassionati come me fantasticano di avere dei super poteri e io non facevo eccezione, ma l’unico potere che avevo, se così lo possiamo chiamare, è che sono fin troppo eccentrico, e quella sera era meglio se rimanevo a casa.
E cominciato tutto il 30 Ottobre del 2001, quel giorno lo passai a Lucca ad una rinomata fiera di fumetti che si tiene ogni anno e mi vestii a tema insieme ad altri ragazzi da supereroe, passata tutta la giornata, la sera tornai verso casa in treno, erano le 2 di notte ed era l’ultima corsa,ed il treno era quasi completamente vuoto, in tre ore e mezza arrivai a Bolzano alla stazione. Sceso dal treno fui solo e mi incamminai verso il parcheggio sotterraneo della stazione. Scesi i gradini che portavano alla galleria e poi presi le scale per il livello interrato. Appena arrivai trovai due marocchini che tentavano di forzare la portiera della mia macchina e li successe. Non so perché non scappai per poi chiamare la polizia, forse mi sentivo invincibile per via del mio costume, fatto stà che intimai di andarsene e che avrei chiamato la polizia. Purtroppo non ebbi la reazione che speravo. I due vennero contro di me e iniziarono a pestarmi, fino a quando uno dei due non mi accoltellò all’addome e scapparono via. Mi ritrovai a terra incapace di muovermi con il sangue che fluiva dalla ferita, ero convinto che sarei morto li. Che diavolo mi diceva il cervello ad affrontare due scassinatori di macchine da solo con una tutina attillata di quel frocio di Superman, mah!! Lasciamo perdere!
Vi state chiedendo come faccio a essere qui a raccontare questa storiella eh!
Mentre ero li in una pozza di sangue , semi-incosciente, si avvicinò un tizio. “Ti hanno ridotto proprio male ragazzo, fossi stato in te me ne sarei andato a gambe levate! Non ho capito se sei tanto coraggioso o troppo stupido. Bè forse entrambe le cose. Eh! Cosa stai dicendo?”
Riuscii a rantolare solo un “Aiutami”
“Aiutarti? Intendi chiamare i dottori con quel loro furgone rumoroso? E cosa credi che possano farti conciato così come sei?”
“Ti prego” con il poco fiato che mi rimase.
“Mmm, forse c’è qualcosa che potrei fare, ma sei sicuro di volerlo? Non è come ricucire un taglietto e poi guardare la cicatrice che ti è rimasta! Hey, mi senti? Mi vuoi rispondere? Mi stai facendo innervosire!”
“Mi sa che è svenuto.. E va bene, lo prenderò come un si!”
Mi sentii tirare su di peso, il corpo non mi rispondeva più, senti sbruffare “Mi tocca fare tutto a me, mi dovrà almeno una bevuta, e di quelle che intendo io!” poi più nulla, fino a quando non sentii una piacevole sensazione e pensai di essere in paradiso, aprii gli occhi e vidi quell’uomo mordermi il collo, non capii, credevo fosse un’allucinazione, ma poi sentii il sapore del suo sangue in bocca ed era reale.
“Un momento.” Pensai. “Non può essere vero, i vampiri non esistono…”
E fu la prima volta che vidi quelle immagini, che sogno ancora ogni notte!
Un uomo, no, un vampiro che piange lacrime di sangue, che urla e infine impazzisce…
Sono ancora terrorizzato da quelle scene, ma ancora è senza un motivo il perché le vedo….
 
Avvincente vero? Sembra un film dell’orrore o no? Volete che continui? Va bene…
 
Mi risveglia la notte seguente, con le viscere che bruciavano e una sete mai provata prima!
“Finalmente ti sei svegliato! Hey non agitarti cosi, ti ho legato e non riuscirai a liberarti. Non è che era necessario legarti ma è una piccola precauzione, ci tengo alla mia casa e non voglio che me la metti a soqquadro se mi impazzisci all’improvviso. Ora tieni e bevi”
Mi porse una cannuccia e bevvi, il liquido mi scese nella gola come un nettare e piano piano il bruciore che sentivo si attenuò ma ancora sentivo qualcosa nel profondo pronto a fare un balzo.
“Va meglio?”
“Sento una strana sensazione, qui” e mi toccai l’addome
“Capisco che intendi, ti posso dire due cose, la prima è che si attenuerà e ti ci abituerai e la seconda è che non andrà mai via, è come una bestia che ci divora da dentro e tutti l’abbiamo, per quanto possiamo combattere non andrà mai via!”
“Ma di che diavolo stai parlando? Mi sembra il discorso di Jiraya, che spiega a Naruto della volpe a nove code al suo interno”
“Eh! Ma che stai blaterando? Hai già conosciuto qualcuno come me che ti ha spiegato queste cose?”
“Qualcuno come te? Ma se non so nemmeno chi o che cosa sei! E liberami subito da questi legacci!”
“D’accordo, d’accordo, non ti agitare. Vedo che non sei uscito difettoso, quindi stai fermo un attimo e ti libero.”
“E comunque mi puoi chiamare Andrea il Mago, guarda ti faccio vedere il volantino.Vedi? Questo sono io e faccio cabaret nei locali!”Disse mentre mi slegò mani e piedi.
 Mi misi a sedere. Notai subito una cosa che mi scioccò. Non stavo respirando. “Non può essere vero…”
“Cosa intendi ragazzo?” chiese come se avessi detto qualcosa di illogico.
“Questo!” E indicai me e lui.
“Non credi che sono un mago? Risolviamo subito, ti faccio un giochetto con le carte..”
“Non quello, ma che non respiro, il taglio si è rimarginato, mi hai fatto bere sangue” mi accorsi che avevo urlato.
“Ahhh, questo… Bè si, io sono cosi dal 1932 e ritieniti fortunato, senza di me saresti morto. Cioè teoricamente sei morto lo stesso, ma almeno cosi ti muovi” disse facendo un grande sorriso.
“E adesso?”
“Adesso… Aspetta, mentre eri disteso li svenuto ho scritto un discorsetto di benvenuto!”
Prese un foglio poggiato sul comodino accanto al letto in cui ero disteso.
 
Benvenuto nella lunga notte fratello, sono Andrea Dubrev, fratello del clan Malkavian e da oggi ho preso l’onere e l’onore di essere il tuo sire, mi impegno ad insegnarti tutti i trucchi di magia che conosco e anche a come non farti morire in modo atroce e truculento!

“Piaciuta la presentazione? Troppo breve? E dì qualcosa, sto parlando solo io ragazzo!”
Ero seriemente sbigottito da tutto e il mio interlocutore non sembra nemmeno se ne accorgesse.
“Avrei delle domande da farti”
“Chiedi pure ragazzo, ma non ti racconterò come funzionano i miei trucchi di magia finchè non ti terrò all’altezza!”
“Non mi interessano i tuoi trucchi di magia. Voglio sapere che cosa mi hai fatto, cosa racconto ora che torno a casa? Sono un vampiro ora? Perché esistete? Non era un mito la vostra esistenza?” Mentre lo dicevo però un senso di gioia si faceva largo nella mia mente.
“Non scaldarti cosi e rischi di perdere il controllo. Comunque, sì esistiamo, sì lo sei anche te da oggi, e no, a casa non racconterai nulla perché non ci andrai più e ho fatto in modo che nessuno faccia domande sulla tua scomparsa, quindi non preoccuparti e sii felice perché la tua non-vita è appena iniziata. Gurda qui, ho preso 2 biglietti del treno, domani alle 19:00 partiremo per Bratislava, io sono nato lì, sarà più di mezzo secolo che non ci metto piede, andremo dal mio sire, è un po matto ma in fin dei conti è una brava persona, guarda come mi ha tirato su bene!”
“Ma veramente io, cioè è fighissimo ecc. ma non sono pronto a questo, non hai il diritto di decidere tu per me”
“Hai ragione, vabbè allora rimani qui, e quando avrai di nuovo sete ricorda di non trovarti nei paraggi dei tuoi familiari o rischi di mangiarteli! “
“Non è che così mi lasci molta scelta”
“Lo so, ma il tempo stringe e ho troppe cose di cui occuparmi e sincerante tu sei il primo che ho Abbracciato e non so cosa devo fare! Vedrai il mio Sire saprà spiegarti meglio di me, sempre se si ricordi ancora qualcosa… L’ultima volta mi diede un pugno in faccia credendo che fossi il Grinch e che ero la per rubargli il Natale…”
 
E quindi partii, fu un viaggio tranquillo tutto sommato, se togliamo il fatto che Andrea per poco non stacca la testa al controllore del treno e che poi abbia dovuto fare lui il controllore, l’ho trovato piuttosto divertente a dire il vero. La nostalgia si faceva sentire, ma il senso di essere diventato qualcosa di più di un semplice umano per me era come un sogno realizzato ed ero euforico e spaventato allo stesso tempo.
Arrivati  a Bratislava, andammo in un vecchio teatro abbandonato, e li trovammo Ivan Sturè, il Sire di Andrea, intento a parlare ad un poster di Marilyn Monroe. Quando si accorse di noi esclamò “Eccoci, ci risiamo, il Grinch è tornato anche quest’anno!”
 
I 15 anni successivi furono qualcosa di completamente nuovo per me, era come tornare a scuola. Ivan Sturè nei suoi momenti di lucidità mi insegnava, nei suoi modi si intende, cosa significava essere un vampiro,il dovermi nutrire per controllare la bestia che ora alberga in me, il motivo dell’esistena della Masquerade e le regole della società creata dai vampiri, “La Camarilla” e come fare per non farmi scoprire dagli umani, ma io fantasticavo d’ altro, dal giorno in cui mi insegnò che ognuno di noi ha dei doni che chiamano discipline, decisi di diventare il supereroe che il mondo aveva bisogno, “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” mi dicevo.
Ma la realtà era diversa, il dovermi nutrire di coloro che volevo proteggere era un fardello troppo grande per me e gli incubi mi tormentano, io che aggredisco la gente che ho promesso di salvare, un giorno lo so mi faranno impazzire. “Muori da eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo”
Per fortuna Andrea mi stava sempre accanto, scoprii che era un vero genio, specializzato sia in fisica e meccanica, sia in medicina. Quando gli chiesi il motivo per cui facesse il prestigiatore, mi disse semplicemente: “Quando hai a disposizione l’eternità, inizi ad annoiarti facilmente, per questo lo faccio, mi diverte. E in più sono bravo, e ho deciso che sarai il mio assistente!”
Quindi quando non ero con il sig. Sturè, ero in giro per la Slovenia con Andrea, a far spettacoli di magia di città in città, ed intanto riusciva a leviare le mie paure, facendomi anche delle sedute di psichiatria “Vampirica”.
La storia del nostro clan mi ha sempre affascinato e anche se né Andrea né il sig. Sturè ne fossero degli esperti riuscii ad avere un quadro generale della nostra storia e delle nostre peculiarità e ha mi ha fatto sentire orgoglioso del mio clan.
 
Nel 2013 era giunto il momento di lasciarmi la Slovenia alla spalle, accompagnai Andrea alla stazione, era diretto in Russia a continuare i suoi spettacoli, il sig. Sturè scomparve, non sappiamo dove possa essere andato a finire, “Spero che il sole lo baci in fronte una buona volta!!” fu il commento di Andrea quando lo scoprì.
“Ragazzo, prendi questi” mi disse dandomi una lettera sigillata con il simbolo del clan e un fascicolo con dei documenti di vario genere.
“Andrai in Italia, quella lettera è per presentarti al Primogenito del nostro clan, andrà tutto bene, ricorda i nostri insegnamenti, ho preso una casa per te, ormai sei un ottimo prestigiatore e riuscirai a guadagnarti da vivere, non trasgredire le regole dei fratelli se non vuoi che la tua testa si stacchi dal collo, mi raccomando! Non ho fatto tutta questa fatica per farti ammazzare così. Ah, vedi di ravvivare un po’ quella città che sono troppi secoli che non succede niente di divertente!” mi fece l’occhiolino e salì sul treno, “Ci proverò, buon viaggio e grazie di tutto”.
  
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