Vampires’s
war
Capitolo
1: Una notte di luna piena tutto ebbe inizio…
Quella
sera il ristorante “Le chat noir” era colmo di
gente, i camerieri si spostavano
in continuazione tra un tavolo all’altro servendo e prendendo
ordinazioni. Per
la festa di S. Valentino il ristorante era stato decorato con
palloncini a
forma di cuore che pendevano dal soffitto, le tovaglie rigorosamente
rosse cosi
come le imbottiture delle sedie, al centro dei tavoli candele profumate
rendevano
l’atmosfera più romantica.
Appoggiata
al bancone dei dolci una ragazza vestita da cameriera osservava le
coppie
sedute ai tavoli scambiarsi regali ed effusioni. Non capiva come per la
gente
potesse essere importante festeggiare S. Valentino, a lei non era
ancora mai
capitato e nemmeno se ne preoccupava stava bene da single. Ad un tratto
il
campanello avvisò che la porta si era aperta, vide entrare
una donna e un uomo
a braccetto seguiti da una ragazza che pensò doveva avere la
sua età. I tre
erano vestiti in modo molto elegante e raffinato. Si erano appena
seduti in un
tavolo al centro della sala che un altro cameriere le si
avvicinò agitato - Sara
non stare ferma qui, vai a servire quei signori che sono appena
entrati, mi
raccomando sono clienti importanti trattali come si deve-. Sara prese
il
taccuino e la penna e si avvicinò al tavolo -I signori
desiderano?- quante
volte aveva detto quella frase, -come antipasto volevamo un Rissoles ai
funghi-
rispose l’uomo -per dopo?- -per me Costolette di maiale alla
Normanna- -la
signora prende?- -Faraona all’arancia -. Sara aveva
trascritto ciò che avevano
ordinato con precisione, infine si voltò verso la ragazza
seduta a capotavola,
che doveva essere ancora indecisa su cosa prendere perché
continuava a
sfogliare il menù. Approfittò di ciò
per osservarla meglio, doveva avere non
più di 17 forse 18 anni, il viso ovale era circondato da
boccoli biondi che le
ricadevano ordinatamente sopra le spalle, gli occhi di un blu profondo
brillavano sotto le lunghe ciglia. Indossava un vestito color lavanda
senza maniche
con la gonna a balze. Sara aspettò con pazienza che la
ragazza scegliesse cosa
ordinare, alla fine richiuse il menù –pour moi une
Bouillabaisse marseillaise,
merci-, era andato tutto bene fino a quel momento, ma quella ragazza
aveva
appena parlato francese, e Sara era da appena tre giorni che lavorava
in quel
ristorante francese, l’uomo dovette accorgersi della
difficoltà in cui si
trovava la ragazza ed intervenì -mia figlia vuole una zuppa
di pesce e verdure-
Sara si affrettò a scrivere poi con un inchino si
allontanò dal tavolo e portò
l’ordinazione in cucina.
Verso
la mezzanotte poté finalmente togliere la divisa da
cameriera a indossare i
suoi adorati e comodi jeans. –Buon S. Valentino! A domani!-
salutò i suoi
colleghi ed usci dal ristorante. Fuori l’aria era fresca,
cosi si strinse nel
suo giaccone imbottito e si avviò verso casa.
Quella
serata l’aveva stancata molto e ora non vedeva
l’ora di infilarsi sotto le
coperte. Aprì la porta ed entrò in casa,
trovò l’interruttore ed accese la
luce. Abitava in un grande appartamento all’ultimo piano di
un moderno palazzo.
L’appartamento era formato da un vasto salone e una piccola
cucina, le camere
da letto erano due, la sua e quella della zia, venuta a mancare da
poco. Le
camere erano separate da un bagno con doccia. Lungo tutto
l’appartamento
correva un terrazzo nel quale l’estate amava prendere il
sole.
Lanciò
la borsa sul divano e andò in camera sua. Si
infilò il pigiama e si fiondò
letteralmente nel letto.
Erano
circa le 2 di notte, e lei stava tranquillamente dormendo quando dei
rumori
sospetti la destarono dal suo sonno.
-che
succede…- mormorò strofinandosi gli occhi. Ad un
tratto un ombra le passò
davanti gli occhi, spaventata si mise a sedere di scatto, guardandosi
attorno.
Le sembrò tutto tranquillo, quando un movimento vicino alla
finestra catturò la
sua attenzione, qualcosa si muoveva dietro la tenda. Si alzò
e prese il cuscino
tenendolo dietro la schiena, si avvicinò alla finestra e con
una mossa veloce
scansò la tenda -chi sei??- urlò pronta a colpire
con il cuscino, ma si bloccò
quando vide che quello che aveva di fronte era un pipistrello
-…che ci fa un
pipistrello in camera mia…- disse più stupita che
spaventata. Ad un tratto il
piccolo animale, probabilmente spaventato gli si lanciò
contro. -ehi no! brutto
animalaccio!- esclamò agitando le braccia per allontanarlo,
cosi facendo lo
colpi con il cuscino scaraventandolo sul letto.
All’improvviso una nube di fumo
invase la stanza, Sara si coprì gli occhi, e quando li
riaprì sul letto,
sdraiato a testa in giù, c’era un ragazzo.
-ahi…- gemette rialzandosi -ehi mi
hai fatto male…- disse una volta in piedi. Sara rimase a
fissarlo a bocca
aperta, -mi…dispiace…- mormorò poi
svenne.
-che
sogno…- disse riaprendo gli occhi, era nel suo letto, fuori
è già giorno. Si
mise a sedere e si guardò intorno, nessuna traccia di
pipistrelli e soprattutto
ragazzi sbucati dal nulla. Si ributtò sul letto fissando il
soffitto “era
sicuramente un sogno…” pensò chiudendo
gli occhi.
Sentì
qualcosa simile a un gorgoglio provenire dal suo stomaco, e si
ricordò che il
giorno prima non aveva mangiato nulla. -sarà meglio che vada
a mettere qualcosa
sotto i denti- disse alzandosi e infilandosi le ciabatte. Si diresse in
cucina
e andò dritta al frigo.
Quando
però lo apri, lo trovo più vuoto del solito
-eppure avevo fatto la spesa due
giorni fa…- disse confusa, -Buon giorno! Spero non ti
dispiaccia che abbia
preparato la colazione- quella voce la fece trasalire. Richiuse il
frigo e
lentamente si voltò. –avrai fame, siediti- disse
il ragazzo dietro di lei. –tu…tu…sei
vero…- mormorò indicandolo con un dito tremante
-certo che sono vero!, ma ora
mangia poi ti spiegherò tutto!- disse indicandogli una
sedia. Sara si sedette e
fissò la tavola imbandita di leccornie: c’erano
croissant semplici, con la
nutella, con la crema, alla marmellata. Torte di frutta, Succhi,
tè e quant’altro.
“giusto negli Hotel di lusso fanno una colazione
cosi” pensò stupita -dai assaggia!
È buono!- esclamò impaziente il ragazzo. Sara
prese un croissant alla crema e
se lo rigirò tra le mani “dovrò
fidarmi?...e se volesse avvelenarmi!...ma no
figurati!...però…”
-ehi! Devo imboccarti io?- -eh?...no no!- Sara addentò il
croissant. -ma…ma è
buonissimo!- esclamò con gli occhi che brillavano. Qualche
secondo dopo aveva
divorato tutto. -bene, mi fa piacere che ti sia piaciuto- disse felice
il
ragazzo -si era tutto squisito, non facevo una colazione cosi da
anni…ma ora,
tornando a noi…tu chi sei?- chiese Sara -il mio nome
è Nicero e sono un
vampiro- disse sorridendo -...piacere sono la regina
Cleopatra…- -davvero?? Oh!
Ma è un onore conoscerla!- disse stringendole la mano -ma
che dici!! Io non
sono Cleopatra! E soprattutto tu non sei un vampiro!-
esclamò allentandolo -certo
che sono un vampiro!- esclamò offeso Nicero, Sara
sospirò rassegnata -io mi
chiamo Sara…- -piacere di conoscerti Sara!- -ma
tu…sei veramente un vampiro?-
-certo! Non hai visto prima che ero un pipistrello??-
-credevo…anzi speravo
fosse un sogno…- -la vedi cosi tragica?- -non puoi
immaginare quanto…comunque
che sei venuto a fare qui?- -sono venuto qui sulla terra per una guerra
che
deciderà il nuovo sovrano del mio mondo. A breve dovranno
arrivare gli altri
100 vampiri…- -aspetta…guerra?...100 vampiri??-
-si arriveranno questa sera,
con la luna piena- spiegò Nicero -ah…- -se vuoi
posso portarti con me,
assisterai ad un evento che avviene ogni 1000 anni!- -prima spiegami
meglio questo
fatto della guerra- disse seria, -certo, allora devi sapere che il
mondo da cui
provengo è popolato interamente da vampiri. Ogni 1000 anni
100 vampiri scendono
sulla terra il primo giorno di luna piena del mese per combattere tra
loro, il
vincitore sarà il nuovo re dei vampiri e rimarrà
in carica 1000 anni finché non
arriverà il momento di una nuova guerra- -fin qui
è abbastanza chiaro, assurdo,
ma chiaro…toglimi una curiosità…come
mai venuti a combattere proprio sulla
terra?- -perché è popolata da umani- -grazie, mi
hai illuminato…- -aspetta mi
spiego meglio, per combattere un vampiro ha bisogno di un umano al suo
fianco,
che noi chiamiamo prescelti, bevendo il sangue di quest’umano
aumenta la nostra
forza e i nostri poteri- -capisco, ma vale con qualsiasi umano?- -no,
ogni
vampiro ha un proprio prescelto che è solo lui e di nessun
altro. O forze
dovrei dire prescelta perché solo il sangue di una ragazza
può aumentare i
nostri poteri- -e quando alla fine di un combattimento un vampiro perde
che
succede?- -il vincitore deve levargli questo ciondolo, cosi il vampiro
ritornerò nel suo mondo, ma non potrà
più combattere per la prossima guerra,
ogni vampiro ha un ciondolo diverso o anche un bracciale- disse
mostrandogli un
ciondolo a forma di triangolo capovolto. Tutta quella storia cominciava
a
incuriosirla -e tu hai già trovato la tua prescelta?- -no,
la sto cercando- -come
fai a capire che sarà lei?- -mordendola, i vampiri puri lo
sentono solo dall’odore,
i semi-vampiri come me invece hanno bisogno di assaggiare il sangue per
capirlo- -semi-vampiri?- -si, coloro che per metà sono
umani. Perché
probabilmente durante una di queste guerre i vampiri finiscono per
innamorarsi
della loro prescelta e dalla loro unione nasce un semi-vampiro-
-ecco…pensavo
che magari, se vuoi potrei aiutarti a trovare la tua prescelta- -e chi
ti dice
che non sia proprio tu?- disse con un sorrisetto malizioso
-che???.....no è assurdo!
Impossibile!- -e dai...fammi dare un morsetto…solo un
assaggino…- disse
prendendola per le spalle, mentre i canini emettevano uno strano
bagliore -tieni
i tuoi denti lontano dal mio collo!- esclamò spingendolo via
e poi colpendolo
con un cuscino della sedia -ahia! Ma come siamo manesche! Sei una
ragazza
dovresti essere più gentile!- -te riprova a fare quello che
stavi per fare e
vedi questa ragazza che ti combina!- esclamò con il fuoco
negli occhi.
Quel
giorno non doveva lavorare, e la giornata passò veloce,
finché non arrivò la
sera. -tra quanto arriveranno?- domandò mentre seduta sul
divano guardava l’ora
ogni 5 secondi -dovrebbero essere qui a momenti, possiamo anche andare-
disse
Nicero guardando fuori dalla finestra. Sara ebbe giusto il tempo di
infilarsi
la giacca. -Sali sulle mie spalle- disse Nicero -ma peso…-
-non dire
sciocchezze e sali-. Sara si aggrappò a lui stringendogli le
braccia intorno a
collo. -e ora, tieniti forte!- esclamò un attimo prima di
saltare giù dalla
finestra, a Sara quasi venne un infarto e chiuse gli occhi stringendo
ancora di
più la presa delle braccia. -apri gli occhi- disse Nicero,
Sara li aprì,
stavano volando a parecchi metri da terra, sotto di loro brillavano le
luci
della città. -è bellissimo…- disse
Sara. Poco dopo si
fermarono sul tetto di un palazzo
vicino il porto di Ostia. -siamo arrivati?- chiese Sara scendendo dalla
schiena
di Nicero -si, e ora preparatati all’evento del secolo!-
disse indicando il
mare. Sara rimase a guardarlo, ma non successe niente. -io non vedo
niente…-
-porta pazienza…ecco ci siamo!-. Il mare un attimo prima
calmo, aveva
cominciato ad agitarsi, piccole onde si abbattevano sulla sabbia, tutto
senza
che tirasse un filo di vento. Le onde si fecero via via più
grandi, nel mare
apparve un mulinello gigante. E quello che accadde dopo
lasciò senza parole
Sara. Un raggio di luce partito dalla luna colpi il centro del
mulinello, e
lentamente da esso cominciò ad innalzarsi un enorme colonna
bianca. Quando fu completamente
fuoriuscita si divise a metà rivelando un cancello, che
aprendosi fece uscire
tante piccole luci che volarono lontano in posti diversi. Poco dopo la
colonna
tornò normale ma cambiò colore diventando
d’oro. -sta per arrivare il re- disse
Nicero -il re?-, in cima alla colonna si stagliava una figura dal lungo
mantello. Restò immobile per qualche secondo poi scomparve
come tutti gli altri
-combatte anche lui?- -si, ma solo nello scontro finale, allora Sara
non è
stato un evento fantastico? È la prima guerra a cui
partecipo e sono davvero
emozionato…ehi Sara, ma mi stai ascoltando?- Nicero si
voltò verso la ragazza e
la trovò seduta a terra addormentata -ma
guarda…dorme- disse sorridendo. La
prese in braccio e fece ritorno verso casa.
N.B.:
L’idea di
questa storia nasce dalla mente di una mia amica. Io mi appresto solo a
postarla e dare qualche consiglio.