Crossover
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Autore: Morgana le fay    24/09/2013    3 recensioni
Durante una gita scolastica Amy, Bree e Nikky si ritrovano in un altro mondo, dove dovranno sapere perché sono lì e cosa centrano con un certo dottore che vuole vendetta.
...
Crossover tra Bleach, Naruto, D.Gray man, tutor hitman Reborn, FMA.
Cammei: Inuyasha, lovely complex, Nana.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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CAPITOLO 21: Where is the love?

 

 

“Buongiorno mie valentine!!”

“Ciao Nikky! Come mai questa gioia senza senso?”  Bree sollevò lo sguardo dalla sua tazza iper-zuccherata di tè mattutino per volgerlo alla corvina di casa Armstrong che stava distribuendo scatole di cioccolatini.

“Ma perché lo chiedi? E’ San Valentino!”

“Si l’ho notato.” Ribatté acida indicando col capo i festoni, i cuoricini rossi e i mini Cupido che tappezzavano ogni stanza della casa.

“E poi voglio festeggiare visto che siamo tutte single.”

“Io in realtà sto frequentando Dino.” Sorrise Roxy.

“Mentre io esco con Ichigo e siamo vicini alla fine dei 10 appuntamenti.” Rispose Amy che aveva già iniziato la sua scatola di cioccolatini.

Nikky spostò lo sguardo su Bree che represse un verso di disappunto per essere l’unica a non avere un appuntamento quel giorno.

Nikky non contava!

Lei neppure sapeva, o meglio aveva capito, che le piaceva Hayato e che si frequentavano.

“Oh Amy, per piacere!”

“Che c’è B?”

“Puoi evitare di mangiare cioccolatini come non mangiassi da un mese? E poi come fai a non ingrassare? Avranno chissà quante calorie.”

“Allora mi cedi la tua scatola?”

“Non ho detto questo!”

Bree strinse saldamente la sua scatola di cioccolatini, mentre Roxy ridacchiava.

“Rox-Rox evita di ridere. Parlaci di Dino invece?”

“Tu vuoi parlarci di Ichigo?” rispose con un sorriso la rossa.

“No!”

“E neppure io voglio parlare prima di avere chiara la situazione.”

“Sempre la solita!”

Amy si alzò. “A stasera, ragazze. Io ho un lavoro!”

“Anche io ce l’ho ma non lo faccio sembrare un lavoro forzato.”

“Infatti a differenza del mio, il tuo lo è B. E ti sfruttano pure!”

La bionda sbuffò. “Non stavi andando?”

“Ciao ciao!”

“Ricorda di tornare per le sette!!!”

Da lontano arrivò la risposta che suona come un ‘si, Nico’.

“Quindi voi due uscite?” chiese con finta nonchalance la bionda.

“Si, vado tra poco.” Sorrise Nikky. “Mi aspettano a casa di Tsuna le altre ragazze per fare i cioccolatini.”

Un brivido gelido scosse la bionda. Il povero Hayato sarebbe morto il giorno di San Valentino avvelenato accidentalmente dalla sua valentina. Era il colmo!

“Sai cucinare, Nikky?” chiese innocentemente Roxy.

“Non proprio. Ma mi limiterò a guardare le altre credo. Anche se Bianchi trova che sia una ottima cuoca.” (per intenderci, Bianchi è una assassina che usa come arma i poison cookies. Avvelena la gente in pratica. NDA)

“Come mai?”

“Non le hanno rilasciato la licenza di uccidere!!”

“Non sono così male!”

“Ti abbiamo lasciato preparare l’insalata una sola volta e hai fatto esplodere il forno, scongelato il freezer e raccolto del erba dal giardino per metterla in una ciotola.” Disse rivolta a Roxy.

“Capita a tutti di sbagliare.”

“Quel erba era così infestata di formiche che abbiamo dovuto chiamare la disinfestazione e vivere una settimana alla villa principale del fratellone!”

Roxy ridacchiò. “Con voi non mancano mai le avventure.”

Bree sospirò. “Vorrei non fosse così!”

 

 

 

 

Amy rivolse un altro sguardo di sottecchi a Sasuke.

“Amy. Cosa succede?” Orihime le sorrise mentre si avvicinava.

“Prissy! Tutto bene.” (non mi sono dimenticata di lei NDA)

“Davvero? Stai fissando Sasuke da un po’ e mi par strano.”

“No.. E’ che.. Oh! C’è una cosa che vorrei chiedergli ma non so se farlo o meno.”

Orihime si guardò in torno e le si avvicinò per sussurrarle al orecchio. “E’ per Georgie?”

Amy annuì leggermente.

Erano passate due settimane più o meno da quando Sasuke l’aveva avvertita che lui non poteva aiutarla più di così.

Per quanto loro due si odiassero, o meglio fossero troppo uguali per andare d’accordo con l’altro, lei sapeva che lui era a conoscenza di informazioni su di loro e che poteva essere collegato col dottor Gray, ma non ne aveva la certezza.

Forse voleva solo proteggere lei e le sue amiche, però era curiosa di conoscere le motivazioni del vecchio.

Poi c’era Georgie..

Come poteva Sasuke metterla così in pericolo?

Amy scosse il capo.

Non riusciva a collegare nulla e di parlarne con le altre senza avere conferma avrebbe solo spaventato loro senza motivo.

“Anche io sono preoccupata” continuò Orihime “Georgie non viene da settimane..”

Amy sollevò lo sguardo sul viso triste di Orihime.

Non ci aveva fatto caso!

Oh e se il vecchio l’avesse rapita?

Era loro amica! Poteva essere..

“Scusa Prissy!” Amy seguì Sasuke che stava entrando nella cucina.

Il corvino la guardò un po’ stranito, mentre lei chiudeva la porta.

“Dov’è Georgie?”

Sasuke non cambiò espressione. Era atono come sempre.

“Mi hai sentita?”

“Si, ma non capisco perché te ne preoccupi.”

“Allora dov’è?”

“E’ andata a est dai suoi parenti.”

“Lei è orfana.”

“Questo non vuol dire che non possa avere altri eh.”

“Non ne ha mai parlato.”

Sasuke sbuffò stanco più che infastidito. “Cosa ti dà da pensare.”

Amy si morse le labbra.

“Dimmelo.”

“Non farà del male a Georgie?”

Sasuke sembrava stupito, ma accadde solo per un secondo.

“Chi?”

“Il vecchio Grey! Lei è nostra amica e potrebbe esserle successo qualcosa!”

Sasuke prese il cellulare e compose un numero.

“Hei! Qui c’è una persona che vuole parlare con te.. no, è Amy… si, eccola..” le porse il cellularee mimò un ‘veloce’.

“Georgie? Sei tu?”

‘si. Cosa c’è?’

Amy tirò un sospiro di sollievo. Stava bene.

“No, nulla. Mi ero preoccupata. Ma Sasauke ha detto che sei da parenti.. E’.. E’ da un po’ che non ti vedo ed ti sei persa un sacco di cose.”

‘Appena torno, ne parliamo per certo!’

“ok, ciao Georgie!”

‘Ciao!’

Chiusa la telefonata restituì il cellulare a Sasuke.

“grazie!”

Lui la fissò in silenzio. “Ti sei affezionata a lei”

La mora inclinò la testa. Era una domanda? Un’affermazione? Non si era capito.

“Georgie è una brava ragazza, ma non sempre fa la cosa giusta.”

“Non capisco.”

“L’ipotesi del male.”

Amy non era sicura di aver capito. Anzi, non aveva proprio capito.

Cosa centrava l’ipotesi del male?

“Fare del male per fare del bene..? Sasuke, ma cosa..?”

“Amy!” Orihime entrò in cucina. “Ichigo ti aspetta, vai!”

Amy sorrise di riflesso incondizionato.

Agli inizi pensava che Orihime l’avrebbe odiata per uscire con lui, ma poi aveva scoperto che lei ‘frequentava’, in modo strano ma ad ognuno il suo, Uryu Ishida, di cui aveva un vago ricordo di spigolosità dal concerto dei Blast.

Si voltò un’ultima volta verso Sasuke, ma lui se ne era andato.

 

 

 

Georgie chiuse la chiamata e si lasciò cadere indietro.

Mentire diventava difficile.

Si guardò attorno. Era a nel suo piccolo monolocale, altro che da parenti!

Lei non ne aveva, mai avuti.

O meglio forse si, ma questo non le aveva impedito di vivere in un orfanotrofio in un posto lontano. Troppo lontano!

Qualcuno bussò alla porta e lei si sollevò dal futon.

Non aspettava visite.

“Si?” aprì giusto uno spiraglio di porta, pronta a prendere a pugni chiunque non avesse buone intenzioni.

“Ciao!”

“Takeshi?” la ragazza aprì la porta.

“Come hai trovato casa mia?”

“Beh ricordavo la strada che avevamo fatto mesi fa (capitolo 15 NDA) e mi sono messo a cercare in ogni edificio il tuo cognome e ti ho trovata!”

Sembrava imbarazzato, ma felice.

Georgie si stupì di provare lo stesso.

“Cosa sei venuto a fare?”

Le era uscito un po’ più duro di quando non volesse, ma non sapeva se era  una buona idea che stesse lì.

Il corvino intanto sembrava sempre più imbarazzato e preso un po’ in contropiede. “Ti ho portato del sushi.”
“Sushi?”

Lui annuì.

Georgie non poté fare a meno di sorridere. “A San Valentino si porta il cioccolato all’amato/a , non sushi.”

“Ah.” Sembrava sempre più imbarazzato. “pensavo si potesse portare qualunque cosa.”

Takeshi si maledì per non aver ascoltato la mattina Hayato che parlava di San Valentino e invece di avergli fatto notare che si dava parecchio da fare per Nikky per non aver una cotta per lei, facendolo quindi arrabbiare.

“Hai fatto bene, odio il cioccolato!”

Lui però era certo di avere una cotta e per chi.

Da quando Georgie gli era caduta addosso al concerto dei Blast, aveva capito che non avrebbe potuto mai accedere per nessun’altra.

Suo padre gli aveva detto che era un difetto di famiglia: amore al primo sguardo.

E lui negli occhi della bionda rame aveva visto subito che nascondeva segreti, ma che se si fosse fidato di lei, lei avrebbe ricambiato. Questo gli dava sicurezza.

“Ti piace quindi il sushi?”

Georgie arrossì. Era una domanda normale, ma non sapeva perché le sembrava che la risposta non fosse così semplice.

“S.. Si certo. Non so come tu faccia ad aver indovinare uno dei miei piatti preferiti.” Sorrise nervosa.

Ora era lei quella agitata, mentre lui sembrava essere più tranquillo.

“Georgie.. non sono venuto solo per questo.. Io..”

La ragazza fu presa dal panico. No! non doveva dirlo! E fece l’unica cosa che le parve sensata: gli coprì la bocca. Ma con le sue labbra!

Sembrava che Takeshi non aspettasse altro. (voglio ricordarvi che nonostante gli autori se ne siano dimenticati, questi uomini sono adolescenti e hanno dei dannati ormoni, quindi ho intenzione di usarli! NDA)

Più il bacio procedeva passionale, meno ossigeno arrivava al cervello della ragazza, più le pareva l’idea migliore di sempre.

Si staccò giusto per riprendere aria, per poi spingerlo a terra a sedersi sulle sue gambe e riprendere a baciarlo.

Da quanto tempo qualcuno non le dimostrava così tanto amore?

Da quanto?

Non lo ricordava. Sasuke non era certo passionale e non se la sarebbe presa se avesse fatto ciò che voleva.

“Georgie.. Io..”

Takeshi quasi non respirava.

“Non dire nulla. Continua, ti prego.” Gli disse mentre lo spogliava.

Le sue mani avevano bisogno di quel calore. La sua pelle, la sua mente, tutto.

Si bloccò un secondo. Se avesso scoperto questo? Oh! Avrebbe messo Takeshi in pericolo.

“Georgie..” la richiamò Takeshi con quella voce gentile, quegli occhi buoni di cui aveva tanto bisogno. “Se vuoi..”

“No, lo voglio!” lo disse forse con troppa enfasi, tanto che arrossì e fece ridere il ragazzo.

Lo guardò con tutto ciò che provava, si rifiutava di dare un nome alla cosa. “Continuamo.”

I movimenti si fecero più rapidi e bisognosi.

Georgie non credeva di poter essere così felice e quanto potesse essa sparire in fretta.

Mentre era distesi l’uno accanto all’altra, il silenzio fu rotto da Takeshi che la richiamò.

“Georgie.. io..”

Georgie non si mosse, fingendo di dormire. Avrebbe non voluto sentire le due parole che avevano seguito visto che le sarebbero costate tutto.

 

 

 

Nikky si voltò di nuovo verso Hayato.

“Sicuro?”

Lui sbuffò. Era arrossito? No, di sicuro era il caldo infernale che c’era in casa.

La festa era iniziata e buona parte degli invitati erano già qui, ma molte coppiette si sarebbero appartate presto. Per scambiarsi i doni o per ricevere una mazzolata dalle loro ragazze per il loro regalo era ‘meno di valore’ di quello ricevuto dall’amica.

“Si, ti ho già detto di si.”

Lei abbassò lo sguardo sul sacchettino pieno di cioccolatini.

Si girò di nuovo verso di lui e aprì la bocca.

“Se lo chiedi un’alta volta me lo riprendo!”

Nikky scattò stringendo a sé i cioccolatini.

Mai toglierle il cibo!!

“Ti darei il mio ma non mi fido. Ho dato fuoco anche a casa di Tsuna.”

“Te pareva!”

“Come?”

“Però se vuoi” tirò fuori un cioccolatino. “Tieni!”

Hayato lo fissò.

“L’ho comprato tranquillo.”

Lui parve più rilassato e uscì dalla stanza cercando il pacchetto di sigarette nella tasca dei pantaloni.

Nikky era sicura che ci fosse qualcosa che non tornava.

Di solito non sono le donne che fanno i regali?

Mah! Nuovo paese, nuove regole.

Però sapeva che la sua mente stava cercando di ottenere una risposta ad un altro interrogativo, ebbe un’illuminazione.

Aprì la porta ed uscì al freddo. “Hayato!”

“Mhm.. che c’è?”

Lui fumava con calma.

“Devo chiederti una cosa.”

“Dimmi.”

“Perché?”

“Perché cosa?”
“Perché mi hai regalato dei cioccolatini?”

“Perché non li avresti ricevuti da nessuno, se no.”

“Come fai a saperlo?”

“Era ovvio! Andiamo!”

Nikky si sentì improvvisamente triste. Ma non ne capiva la ragione.

“Ah.”

“Perché?”

“Perché cosa?”

“Perché fai quella faccia?”

Hayato era imbarazzato da morire, ma cercava di apparire il solito duro.

“Perché..”

Nikky si bloccò, finché non spalancò gli occhi. “Perché ci sono rimasta male.”

“Perché ti ho dato i cioccolatini? Non l’avrebbe fatto nessun’altro.”

“No, perché pensavo per un altro motivo!”

Il viso del ragazzo era di una tinta simile al bordeaux.

“Ma che dici!! Per te te li avrei dati perché mi piaci? Non è così!”

“E’ un peccato, perché..” lo fissò negli occhi stranita dalla rivelazione appena avuta. “.. tu piaci a me.”

Hayato mollò la sigaretta che finì nel poco nevischio sporco rimasto e fece l’unica cosa che gli sembrava abbastanza intelligente da fare: si mise a correre via.

Nikky mentre lo guardava scappare, non ne rimase particolarmente ferita. Se lo aspettava. Ciò che non aveva previsto era che si sarebbe presa una cotta per uno così.

 

 

 

Bree si chiese per la centesima volta perché avesse permesso a Roxy di fare la playlist della serata: un mucchio di canzoni della Terra, tutte melense e zuccherose o tristi e su amori finiti.

Oltretutto era stufa di rispondere che i cantanti erano di gruppi sconosciuti.

Per quanto fosse bravissima a cantare e suonare e buona parte delle persone che conoscevano si divertissero a suonare con lei, per Bree la cosa stava sfuggendo di mano.

Si massaggiò le tempie, prestando attenzione alla canzone che stava passando in quel momento.

 

…And the award for the best liar goes to you
(Goes to you)
For makin' me believe that you could be faithful to me
Let's hear your speech, oh

(But you put on quite a show)
(You really had me goin')
Now it's time to go

Curtain's finally closin', that was quite a show
Very entertainin', but it's over now
(But it's over now)
Go on and take a bow
But it's over now

( take a bow – glee)

 

Oh perfetto! Aveva beccato la canzone che riassumeva perfettamente la sua situazione amorosa di tutte, ma proprio tutte, le sue relazioni amorose!

Stava partendo spedita verso Roxy per chiederle di smettere, quando fu intercettata da Naruto.

“Hei ciao Bree!”

“Naruto, ci siamo salutati prima.”

“Si lo so, ma non abbiamo mai tempo per parlare tu ed io!”

“Come?”

“Si, è San Valentino e..”

“Non mi metterò con te!”

“Non era quello che ti stavo chiedendo.”

Bree arrossì fino alla radice dei capelli. “Io pensavo che..”

“Naa, non te lo avrei chiesto.”

La bionda si sentì sprofondare.

Da quando lui non voleva più uscire con lei?

E perché succedevano tutte a lei?

 

 

Amy si stiracchiò.

La festa era finita e con questa il suo appuntamento con Ichigo.

“Bene, direi che anche questo è andato e va tutto bene.”

“Esatto. Sta andando tutto meglio del previsto.”

“Peccato che manchino ancora..?” la ragazza abbassò lo sguardo come a dire ‘devo pensarci’.

“Amy. Come fai a non ricordare quanti appuntamenti mancano?”

Ichigo se la prese un po’, tanto.

Non ci teneva più?

La mora ridacchiò. “Pensi davvero che non lo ricordo? Ne mancano tre!”

Il ragazzo le sorrise. “Ottimo. A sabato sera allora!”

Si abbassò e la bacio, accanto alle labbra.

Amy lo guardò andare via con quel sorriso che ormai non spariva più quando era con lui.

 

 

 

Roxy riponeva la sua preziosa chitarra nella custodia.

“Sei stata bravissima!”

“Grazie Dino!”

Il biondo le si avvicinò.

Non aveva avuto molto tempo per stare con lei, quella sera, va specificato.

Nelle ultime settimane, dopo il bacio, erano usciti spesso insieme e lui, da inguaribile romantico, avrebbe voluto che la cosa fosse ufficiale e cosa meglio della festa degli innamorati?!
peccato che per tutto il giorno non si fossero visti, poi che lei avesse intrattenuto tutti e ora pareva stanca e bisognosa solo di arrivare al letto. Solo per dormire!

“Vuoi che ti accompagni?”

“No no.” gli faceva strano che lei spesso invertisse i ruoli per cui tecnicamente lui era l’uomo e lei la ragazza, ma si stava adattando.

“Insisto.” Uscì dalla stanza, aprendo lo sgabuzzino e passandogli il giaccone mentre lei indossava la sua giacca in pelle che ormai conosceva bene.

“Andiamo!” gli prese la mano.

Le strade erano semi vuote o con qualche coppietta che si scambiava effusioni, o qualcosa di più.

“Dino, vorrei parlarti.”

Il tono serio lo mise in allarme.

“Dimmi.”

La rossa lo guardò in faccia.

Notava che era agitato. Le venne quasi voglia di ridacchiare, ma decise di non farlo. A nessuno dei suoi ex era mai piaciuto questo suo lato così..Mhm sadico? Non ne era certa neppure lei.

Ma ora era meglio fare le cose per bene.

Odiava non avere una definizione chiara a tutto.

“Allora..” gli sorrise dolcemente “Siamo insieme o no?”

Per poco Dino non scivolò a terra. “Cosa? No.. Cioè si!!”

Roxy sorrise di più divertita.

“Certo che si! Pensavo di chiedertelo io stasera.”

“Davvero?”

Il sorriso le si allargò sulle labbra.

“Che bello!!” e lo baciò.

Le campane scattarono la mezzanotte e lei sapeva che non avrebbe dovuto festeggiare il giorno appena iniziato. (15 febbraio festa dei sigle NDA)

 

 

 

 

E sono puntuale! Yay!

Buon j-day a tutti!! (la persona a cui è riferito sa.)

Ora un commentino su San Valentino: festa super commerciale che non mi piace non essendo romantica, ma ci provo, dai!

Sono depressa nello scoprire che non so scrivere scene lime.

O mi vengono all’acqua di rose o cose troppo tecniche che non oso pubblicare.

Quindi accontentatevi!

Ritenterò!

Il pezzo finale non mi piace, ma pace. Non sono ispirata con ‘sti due.

Prossimo capitolo: Happy B-day Amy! – tra due settimane.

 

Baci,

 

Momo

 

  
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