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Autore: PindaPandaGins    25/09/2013    2 recensioni
Lui rimase a guardarmi impietrito. Io uscii da quell’edificio, cominciato ad odiare, sculettando col fare di una leonessa maestosa ed altezzosa –che ero- chiudendo un capitolo della mia vita diventato troppo bello per una come me, dunque decisi di riprendere il capitolo dell’oblio grigio.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seriamente incazzata. Scesi dal bus assieme alla mia amica di infanzia Tina; l’odore della canna fumata dai tipi dietro di me mi aveva innervosita non poco, tuttavia la mora non l’aveva capito. Troppo stupida e superficiale.
“Che caldo, non lo pensi anche tu?” disse togliendosi la felpa.
Mi ricordava lei. Lei. Maledetta battona. Mi scagliai addosso a Tina, le tolsi anche la maglietta e, schiacciandola tra il resto del telefono urbano e la macchinetta, le graffiai la schiena. Prima che potesse muoversi per opporre resistenza le bloccai i polsi e conficcai la mia lingua dentro la sua bocca. La baciai con foga e lei, morta di sesso qual era, ricambiò. Mi incazzai e, lasciandole i polsi, incomincia a giocare e a stringere i suoi seni. Morsi sulle spalle, sulle guance e sul collo. Ne era piena. Io ero ancora stranamente vestita. La girai sulla schiena e ripresi a graffiargliela. Sogghignai soddisfatta quando urlò dal dolore. Stavo facendo a lei il male che Sam, la mia ex, aveva fatto a me. Comportamento bastardo, ne ero consapevole. Sentii Tina sotto di me ridere e godere del dolore che stava subendo. “Sei una puttana!” Urlai; le diedi uno schiaffo sonore che la lasciò sconvolta poggiata lì, in quel luogo sudicio.
Mi diressi verso la mia scuola.
“Jack, Anne Marie, David e Beth arriva l’ora della pena.” Sussurrai per trasmettermi sicurezza.
Friù, il mio animale immaginario, non c’era più e quindi avevo ripreso gli psicofarmaci. Quelli più l’odore della canna avevano scaturito un mostro. Raggiunsi presto l’edificio, che puzzava di muffa e di libri vecchi, grazie al mio passo veloce. Beccai subito la mia ex “migliore amica”, <> pensai. La tirai per i capelli, unti e violacei, verso di me avvicinandola pericolosamente al mio viso sotto lo sguardo dei pochi presenti. Le sputai in un occhio e ripresi il mio percorso. Aprii la porta della classe trovando il mio migliore amico baciare la bionda. Ma vedi te ‘sta zoccola! E mi guardava. Lei baciava lui e guardava me. Doppiamente zoccola.
Si avvicinò a me sussurrando “È mio ora. Ufficialmente mio. Stagli lontana rossa o vedrai cosa ti farò!”.
La spinsi per terra dandole un calcio su quegli stecchini che aveva al posto delle gambe. “Depressa del cazzo” sussurrò prima di alzarsi.
“La depressione ha rubato la mia vita –sospirai- taci o ti ammazzo!” Risposi guardandola di sbieco.
Mi sentivo potente. David mi prese per un bracco. Era terrorizzato. Bloccai i suoi polsi prima che potesse farmi qualcosa. I nostri compagni di classe guardavano i miei occhi verdi iniettati di sangue e le tempie pulsare in silenzio. Tumble piangeva, poiché non riuscita a salvarmi. E come poteva salvarmi da me stessa?!
“Pain, ma che cazzo fai?!”
“Abbandonami stronzo. FAMMI MALE!”
“No! Non voglio.. stai male, siediti e parliamone. Sono felice adesso. Non è quello che volevi?”
“Sì, ma non se quella troia deve portarti via da me. Io non l’accetto!” lui allentò la presa sul braccio, poiché pensava che mi stessi calmando, ma si sbagliava.
Urlai contro a quegli omofobi dei miei compagni che erano dei senza-neuroni e che li odiavo. Poi presi in disparte Jack. Lo posai sui banchi centrali.
“Perdonami per tutto e.. questo” dissi lasciandoli un lieve bacia sulle labbra.
Mi alzai avvicinandomi al mio migliore amico che stava proteggendo la sua amata.
“Non ho mai conosciuto qualcuno che potesse mentirmi così. Ti voglio bene David.”
Lui rimase a guardarmi impietrito. Io uscii da quell’edificio, cominciato ad odiare, sculettando col fare di una leonessa maestosa ed altezzosa –che ero- chiudendo un capitolo della mia vita diventato troppo bello per una come me, dunque decisi di riprendere il capitolo dell’oblio grigio.
  
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