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Autore: Chimera in blue jeans    26/03/2008    18 recensioni
Il sesto senso, ridestato dall’inquietudine
La vista, distorta dall’apprensione
Il tatto, intorpidito dal gelo
L’udito, tormentato dai sussurri
Il gusto, allietato dalla familiarità
L’olfatto, stordito dall’essenza della salvezza
Perché a volte, la paura del buio ritorna. Neji/Ten. Amicizia, amore? Giudicate voi. Ad ogni modo, dove si entra da soli si può entrare anche in due...
A voi che avete aggiunto la fic ai preferiti: vi ringrazio moltissimo, ma mi farebbe piacere conoscere il motivo per il quale l'avete preferita... anche due righe di commento bastano, naturalmente. Grazie
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hundreds of wolves howling - Paura del buio
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[Il sesto senso, ridestato dall’inquietudine]

Ascoltare in silenzio l’urlo del vento che assale feroce le mura, che parla crudele delle antiche paure.

“Neji-kun…”
Un richiamo che cade nel vuoto.
Un coro di folate indemoniate accompagnò col suo infernale sibilo quelle fredde mani indiscrete, che da ore si divertivano a scatenare la sua pelle in brividi vivaci.
Vento freddo, e fredda suggestione.
Se abbassare lungo i fianchi la canotta era bastato fino quel momento a sopprimerli, ora avrebbe dovuto zittire il suo completo essere perché l’angoscia non la assediasse di tremiti fino alla punta dei capelli.
Il vetro fremette in agonia all’arrivo di un’impetuosa lama di vento.
La coperta scivolò sinistra ad un lieve spostamento d’anca di Lee, abbandonando di nuovo la ragazza; constatò con orrore che la sua schiena ora era esposta.
Di scatto, si voltò su di essa, appiattendola contro il rassicurante materasso; ritrovandosi a fissare il soffitto con occhi sbarrati, l’eco del suo fulmineo spostamento che ancora le vibrava addosso, si rese conto di quanto la stesse facendo lunga per un temporale.
Un temporale che sembrava cantare con la gola riarsa di centinaia di lupi infernali.
Il viso solleticato dai capelli sciolti, si voltò lentamente verso di lui.

[La vista, distorta dall’apprensione]

Sperare, i denti conficcati nelle labbra, che la suggestione svanisca, portata via dal lieve respiro dei compagni.

Neji dormiva prono, un braccio sotto il cuscino, il profilo del volto affondato in esso. Il sonno dell’egoista, come chiamavano tale postura che nascondeva il ventre.
Tenten lo ascoltava.
Il passo felpato e irreale di una pantera.
Il sussurro seducente e ambiguo della brezza.
Quel suo respiro che premeva contro il cuscino…
E le parole che sembrava voler dire, e che tacevano, fingendo il sonno con lui.
Non osò staccare la schiena dalla soffice superficie; fu il ragazzo a muoversi per lei.
Socchiuse pigramente l’occhio perlaceo, il baluginio opalescente che la scrutava morbido oltre curvatura della spalla.
“Dormi, una buona volta”.
La sua voce ovattata si perse contro il cuscino, soffusa di stanchezza.
“Neanche tu riesci a dormire” sussurrò, le spalle ancora assurdamente inchiodate al materasso.
“Se la smettessi di agitarti…” l’iride vuota del ragazzo si perse nell’avorio, scattando verso l’alto.
La figura scarna di un incubo proiettato sul muro, ondeggiando al vento, danzava sulla parete a fronte. Figlio della sua mente suggestionata, Tenten non riusciva a staccare gli occhi da quel mostruoso gioco di ombre.
“Neji-kun…” stavolta il suo tono era più spazientito che altro.
“No”.
Due materassi a una piazza, adagiati sul pavimento del loro rifugio notturno, due cuscini e due coperte. Il tutto per tre ospiti.
Lee e Neji, sprofondati alle due estremità, non avevano problemi; diversa era la situazione per lei, che giaceva scomodamente all’unione discordante dei due materassi, affondando in essa sgraziatamente. Anche le due coperte, che fasciavano tiepide i due corpi maschili, si discostavano progressivamente dal suo, lasciandola incupita e tremante nel mezzo.
Non aveva neanche il cuscino.

[Il tatto, intorpidito dal gelo]

Bramare il calore di un corpo così vicino eppure inaccessibile, sfuggendo alla disperata riscoperta di un angosciante sentimento infantile.

“Vorrei passare dignitosamente quella che potrebbe essere la mia ultima notte” soffiò, un fil di voce.
Un vago biascichio di Neji la liquidò, insensibile.
“Ma che dici… questa è una missione di classe D”.
Tenten sospirò.
“Nessuno ci rimetterà le penne. Sempre che la notte abbia dormito almeno un paio d’ore” Neji le diede la schiena, sorprendendola nella scioltezza con cui si muoveva nel buio, incurante dell’angosciosa atmosfera. Atmosfera che però abbracciava soltanto la sua mente influenzata, intimandole di rimanere ferma.
Immobile, permettendo alla paura di giocare con lei come un gatto con il topo.
“Ho freddo” mormorò.
“Copriti”
“Come?”
Sprofondato in un sonno profondo, Lee aveva completamente trascinato via la sua coperta.
Neji rotolò su un fianco, spazientito.
Le gettò addosso una rapida occhiata, per poi ricavare una dignitosa porzione di coperta da cederle; la pesante trapunta si plasmò gradualmente sul corpo di Tenten, invadendola di calore.
Il suo calore. L’odore di lui che accendeva tanto il morto tessuto, quanto la gratitudine.
“Alla tua età hai ancora paura del buio” sentenziò stizzito, dandole nuovamente la schiena.
Tenten sentì un nodo serrarle la gola.
“Sono solo agitata…”
Era sempre così forte e sostenuta, così piena di paziente temperanza, che si sentiva imbarazzata nel mostrarsi per una volta tanto succube della notte.
Si spostò con cautela, portando la schiena a aderire contro quella del ragazzo.
Un sollievo ritmico e caldo si propagò contro di lei, nel lento susseguirsi del respiro di Neji. Così umano, così vivo.
Le prosciugava ulteriormente il sonno, ma trasformava il furioso fischio del vento in una nenia goffa e trascurabile.

[L’udito, tormentato dai sussurri]

Nell’impero del buio, ogni piccolo rumore trionfa di una minuta luce personale, simile alla paurosa delicatezza di un’inquietante melodia.

Kami. Non lo vuole proprio capire che per me non è così immediato.
Si agitò sul fianco, scostandosi altezzoso al contatto di quella bianca schiena.
Neji non era più il bambino che di tanto in tanto concedeva la sua rara voce a Tenten, ai tempi dell’accademia.
Era cambiato, e soprattutto, era cresciuto; da ciò ne derivavano tutte le implicazioni dello sviluppo.
Se il Neji men che undicenne si sentiva imbarazzato al contatto con la coetanea, il Neji sedicenne s’irrigidiva nella furiosa lotta contro orgoglio e divoranti istinti.
Non poteva condividere con lei lo stesso letto senza che il sonno gli venisse strappato via da un affollamento di pensieri, oscillanti tra il fastidio e il piacere.
Non poteva parlarle tranquillo, gli occhi che affogavano nei suoi, quando riusciva quasi a sentire il sapore di lei sulla lingua, frutto di pensieri che correvano troppo.
Ora fremeva.
Lei… Chissà a cosa aveva pensato per tutte quelle ore, per inquietarsi a tal punto. Ogni sospiro della notte la scuoteva come il rombo del tuono, tenendola sul filo del rasoio ad attendere un nuovo spavento.
Una sensazione da lui dimenticata.
Ma lei, dopotutto, era rimasta ancora così infantile…
Quel sorriso di convenienza, radioso, ogni volta che la sua bocca rimaneva vuota di parole, quella paura inconscia della sua femminilità, che manifestava sopprimendo il proprio lato di donna.
Neji era generoso. Il suo proverbiale disprezzo, lo spartiva in parti più o meno abbondanti per ogni persona di sua conoscenza.
Tenten non faceva eccezione. Peccato che tale disprezzo, in qualche modo, si tramutasse in qualcos’altro quando scivolava freddo su di lei… qualcosa a cui lui non aveva ancora trovato un nome.

[Il gusto, allietato dalla familiarità]

Dormire lontana da casa per una notte e saggiare la reale fragilità dell’esposizione all’ignoto.

Lee ronfava quieto, diffondendo nell’aria le sommesse fusa di un gatto.
Fusa che sembravano, a tratti, il sibilo minaccioso di una tigre acquattata nel buio, e alle quali Tenten fremeva impercettibilmente.
Strisciando su un fianco, ricercava il più lieve contatto che le confermasse la presenza di lui, la minima assicurazione di non essere sola in quel letto. Non le veniva in mente che per legge fisica i suoi compagni non avrebbero potuto sparire di punto in bianco, no.
E per qualche motivo non aveva neanche considerato di accostarsi a Lee. Aveva proprio sbagliato persona: Neji non gli avrebbe certo ceduto svenevolmente un prezioso frammento del suo letto.
Che ragazzina.
Il ragazzo sbuffò, scostandosi una ciocca di capelli invadenti dal viso; l’improvviso boato di una raffica di vento scosse il vetro della finestra, facendo trasalire Tenten.
Si voltò a guardarla di sottecchi. Ancora non si capacitava di come le stesse progressivamente cedendo centimetri crescenti di materasso.
Un gomito acuminato gli affondò nelle costole quando un fulmine si spezzò sulla terra schioccando; in un secco movimento si rivoltò sul letto, trovandosi a scrutarla col volto a pochi centimetri dal suo.
“Smetti.. di.. muoverti” scandì, perentorio.
“Volevo solo trovare una posizione più comoda” si difese la ragazza in un sussurro, ricercando nel tono una parvenza di tranquillità.
“Basta. Smetti di chiacchierare e rivoltarti, o te la trovo io una posizione comoda” accompagnò il tono gelido al fruscio del braccio sulla trapunta “Intesi?”
E forse, il colpo di assoluta freddezza sarebbe andato a segno, se nel porle un dito sulle labbra per sottolineare il concetto, lei non si fosse messa a ridere. A ridere.
Alla fievole luce spettrale che filtrava da fuori, Neji la vide fissare ironica il dito che le teneva sigillata la bocca. Poi, sulle labbra un sorriso momentaneamente dimentico della suggestione, lo morse, stringendolo con moderazione fra i denti.
Che ragazzina.
Per diversi, pigri attimi, Neji continuò a fare leggera leva contro i denti che gli serravano gentilmente il dito fra due labbra di seta, dal sorriso giocoso. Un vago interesse sonnecchiava nel suo sguardo argenteo.
Quando Lee gli parlava di Sakura con quella luce negli occhi, completa di puro desiderio e casta adorazione, Neji lo disprezzava, fingendo di dimenticare che anche lui era lì, un nome inciso nella mente, a fissare trattenuto l’oggetto della sua fantasia.
Come Lee, per una ragazza si era macchiato le mani del suo stesso desiderio; la ragazza che ora gli stringeva un dito fra i denti, facendo partire la sua mente per lidi decisamente oscuri.
Stanco di stare al gioco, ritirò la mano con una trazione decisa.
“Che c’è, non hai più paura dei mostri?”
Lo sguardo della ragazza si fece imbronciato, colpito dal suo affilato frammento di sarcasmo.

[L’olfatto, stordito dall’essenza della salvezza]

E il terrore ancestrale della notte…

Si dice che il più grande nemico sia la propria paura.
Ma lo diventa la propria mente, quando è lei a partorire la paura con assurde ossessioni.
Tenten si rannicchiò contro il corpo tiepido di Neji, ignorando le sue proteste, la scusa del freddo a fior di labbra. La compagnia, soprattutto fisica, distoglieva la sua attenzione dai pensieri che le portavano inquietudine.
Si guadagnò il suo posto a forza nel letto di tale compagnia; sospirò e chiuse gli occhi.
Quel profumo, che si librava in modo del tutto naturale dalle pelle calda di lui…
Forse era proprio quell’odore che la inebriava a tranquillizzarla, in modo così inconscio, così animale. Si ritrovò in una contraddittoria rete di ciocche corvine e minacce biascicate.
Lui doveva essere sempre così dannatamente rigido.
“La coperta” si lamentò, ritirandosi verso il bordo di quel materasso senza pretese ora colmato da ben due corpi.
“Eccola” Tenten afferrò il tessuto che le copriva la spalla, tirandolo verso di lui. Neji sprofondò sotto la trapunta fino ai capelli, brontolando.
Riversi su un fianco, l’uno verso l’altra, separati dalle braccia ripiegate morbidamente sul petto. Dopotutto, l’ululato del vento era solo aria che filtrava fra gli infissi…
“Tenten”
“Sì?”
“Solo per stavolta. Chiaro?”
Eppure non sembrava così dispiaciuto, mentre le loro gambe si sfioravano casualmente sotto le lenzuola.
“Chiaro”

[Ascoltarlo, vederlo, assaporarlo, sentirlo e toccarlo]

E il vento ululava, e nella sua voce centinaia di lupi cantavano la loro tetra ode alla luna.
Ma quando il terrore ancestrale della notte si rifugia nei bui anfratti dell’infantilismo dimenticato, essi tornano, stranamente, a tacere.
Inspirò a fondo l’essenza della salvezza, l’essenza di lui, lasciandosi andare al sonno.
Avrebbe potuto giurare che anche lui, in quel momento, avesse sospirato.
“Buonanotte, Neji”
“Buonanotte”

…Viverlo morendo. Insieme.
Nella contraddizione del ghiaccio bollente, stregati nel brivido di un’incantevole terrore.

-




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Angolo dell’autrice:
Ma che cos’è questa robina qua?
Boh. Francamente guardate, non ne ho idea .____. Non so come sia potuta venire.
Scritta ieri notte per insonnia, ho staccato intorno alle due e mezza… avevo troppa agitazione addosso per dormire, e molta voglia di orsacchiotto caldo nel letto, nonostante la mia –veneranda- età.
Anche se devo ammettere che un amico riscalda di più… anche quando è qualcosa di più che un amico… va bene, insomma, libera interpretazione! Tenten trova molto rassicurante la presenza di Neji, sta a voi scegliere se si tratta di un sentimento fraterno o di amore. (Anche se il sentimento di Neji è abbastanza chiaro *coff coff*.. è pur sempre un ragazzo..)
Non so, forse ha un senso, forse non tanto… datemi i vostri pareri, se ne avete, positivi o negativi che siano ^^.
Ah. Sì, Tenten morde. Non è una cosa piovuta dal cielo, è un “gioco” che mi capitava di fare con mio amico da più piccola: mi zittiva (siccome sono logorroica xD) con un dito sulla bocca, che io cercavo di azzannare. Naturalmente non rimaneva a guardarmi con aria rassegnata come Neji, ma se riuscivo nel mio intento, ululava di dolore ^^. Ecco, io facevo sul serio.
Comunque, comunque… dedicata a chi ancora talvolta si guarda alle spalle con sospetto quando sente uno scricchiolio –a me succede spesso-… e alle fan delle NejiTen –Fatevi onore, compari **-. Inutile dire che la NejiTen, volendo, qui ci sta eccome!
Sono in fase di fissazione per questi due, ho ben 5 fic su questa coppia in preparazione, fra AU e long varie, song-fic, raccolte, one-shot… chissà che fra qualche anno non riuscirò a completarle xD.
Un bacio a chiunque sia arrivato a fondo pagina e in particolare a chi lascerà un commento!
Chime

  
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