So cosa starete pensando, non sentivate affatto la mia mancanza! Io però insisto perché non riesco proprio a farne a meno.
Cmq, questa ff è il seguito di "La ricerca della felicità" e delle altre presenti nella serie "Sherlock's Diary".
Probabilmente i personaggi sono tutti un po' OOC, ma questa ff parte dal presupposto che sia passato del tempo e che quindi siano tutti un po' cambiati.
Spero che vi piaccia.
Buona lettura.
Da quando sono tornato, più di un anno e mezzo fa, molte cose sono cambiate.
Il mio lavoro procede in maniera abbastanza serena. Almeno una volta alla settimana collaboro con Scotland Yard come consulente, senza dimenticare i casi che mi vengono proposti da privati.
Nel frattempo, sto valutando alcuni progetti per il futuro e molti di essi prevedono le api.
Meravigliosi esseri le api, mi ritirerò per studiarli.
Ovviamente, ho sempre il mio amato violino e compongo molto spesso. Ho anche ampliato un po' il mio genere, cercando di creare anche qualcosa di più allegro. In realtà, sono stato costretto, Molly cominciava a lamentarsi della tristezza che la mia musica gli trasmetteva.
Molly.
La nostra relazione va avanti da un anno e mezzo e viviamo insieme da uno. Lo scorso Natale abbiamo anche fatto una piccola vacanza insieme in Scozia ed è stato molto piacevole. Lei ne era molto felice e mi ha ampiamente dimostrato la sua gratitudine per settimane.
Molly sopporta le mie manie senza lamentarsi troppo, anche se a volte mi fa qualche appunto. Io, invece, non ho mai motivo di lamentarmi di lei. Le nostre abitudini si sono fuse come se fossero fatte per essere unite. Lei mi supporta nel mio lavoro e mi soddisfa pienamente dal punto di vista affettivo e sessuale. Abbiamo raggiunto una nostra routine e mi piace.
Ora come ora, non credo che potrei rinunciare alla nostra vita di coppia per tornare alla mia solitudine. Svegliarmi la mattina con lei accanto mi fa sentire in pace. Mi aiuta a sopportare i momenti di noia che affliggono il mio cervello su di giri. Sono felice e non cambierei nulla del nostro rapporto.
Temo, però, che Molly non sia più della stessa idea. So che lei vorrebbe che la nostra vita cambiasse e so che presto me ne parlerà, appena troverà il coraggio. Gliel'ho letto negli occhi qualche mese fa, quando Mary Watson ha annunciato di essere incinta. Il suo sguardo si è illuminato e, dopo aver abbracciato e baciato Mary e John facendogli le congratulazioni, si è voltata verso di me e mi ha guardato in un modo molto significativo. Temevo che me lo avrebbe detto lì, in quel momento, davanti ai nostri amici. Invece, ha fatto un sorriso e un sospiro, e poi è tornata a coccolare Mary.
In quel momento esatto, però, ho capito cosa mi aspettava.
Molly desiderava una famiglia, e voleva averla con me.
Quella notte, quando si è accoccolata contro di me, pensavo avrebbe dato voce a quei pensieri, ma non l'ha fatto. Ho pensato di essermi sbagliato, e che forse le mie capacità di capire i sentimenti, soprattutto quelli femminili, non erano ancora abbastanza affinate. Ma, ogni volta che Molly vede Mary, fa un sorriso triste, come se volesse piangere ma non potesse.
Dovrei affrontare io il discorso, è la cosa più logica. Ma cosa dovrei dire? Io non desidero un figlio. Non penso di essere adatto ad essere padre. Io voglio solo Molly. Temo solo che, se dovessi dirglielo, lei mi abbandonerebbe. E io non potrei sopportare di perderla. Non dopo aver provato cosa significa condividere la mia vita con lei.
CONTINUA